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Bible in 90 Days

An intensive Bible reading plan that walks through the entire Bible in 90 days.
Duration: 88 days
Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
Giobbe 8-24

Bildad conferma il castigo per l’empio

(A)Allora Bildad di Suac rispose e disse:

«Fino a quando terrai questi discorsi e saranno le parole della tua bocca come un vento impetuoso?

Potrebbe Dio pervertire il giudizio? Potrebbe l’Onnipotente pervertire la giustizia?

Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui, egli li ha dati in balìa del loro misfatto;

ma tu, se ricorri a Dio e implori l’Onnipotente,

se proprio sei puro e integro, certo egli sorgerà in tuo favore e restaurerà la tua giusta dimora.

Così sarà stato piccolo il tuo principio, ma la tua fine sarà grande oltre misura.

(B)«Interroga le passate generazioni, rifletti sull’esperienza dei padri;

poiché noi siamo di ieri e non sappiamo nulla; i nostri giorni sulla terra non sono che un’ombra;

10 ma quelli certo t’insegneranno, ti parleranno e dal loro cuore trarranno discorsi.

11 Può il papiro crescere dove non c’è limo? Forse il giunco viene su senz’acqua?

12 Mentre sono ancora verdi, e senza che li si tagli, prima di tutte le erbe, inaridiscono.

13 Tale è la sorte di tutti quelli che dimenticano Dio; la speranza dell’empio perirà.

14 La sua baldanza è troncata, la sua fiducia è come una tela di ragno.

15 Egli si appoggia alla sua casa, ma essa non regge; vi si aggrappa, ma quella non tiene.

16 Egli verdeggia al sole, i suoi rami si protendono sul suo giardino,

17 le sue radici s’intrecciano sul mucchio delle macerie, penetra fra le pietre della casa.

18 Ma divelto che sia dal suo luogo, questo lo rinnega e gli dice: “Non ti ho mai visto!”

19 Tali sono le delizie che gli procura il suo comportamento! Dalla polvere, altri dopo di lui germoglieranno.

20 No, Dio non respinge l’uomo integro, né porge aiuto a quelli che fanno il male.

21 Egli renderà ancora il sorriso alla tua bocca, sulle tue labbra metterà canti d’esultanza.

22 Quelli che ti odiano saranno coperti di vergogna, la tenda degli empi sparirà».

Giobbe riconosce il peccato dell’uomo

(C)Allora Giobbe rispose e disse:

«Sì, certo, io so che è così; come potrebbe il mortale essere giusto davanti a Dio?

Se all’uomo piacesse disputare con Dio, non potrebbe rispondergli su un punto fra mille.

Dio è saggio, è grande in potenza; chi gli ha tenuto fronte e se n’è trovato bene?

Egli trasporta le montagne senza che se ne accorgano, nel suo furore le sconvolge.

Egli scuote la terra dalle sue fondamenta, e le sue colonne tremano.

Comanda al sole, ed esso non sorge; mette un sigillo sulle stelle.

Da solo spiega i cieli, cammina sulle più alte onde del mare.

È il creatore dell’Orsa, di Orione, delle Pleiadi e delle misteriose regioni del cielo australe.

10 Egli fa cose grandi e imperscrutabili, meraviglie innumerevoli.

11 Ecco, egli mi passa vicino e io non lo vedo; mi scivola accanto e non me ne accorgo.

12 Ecco, afferra la preda, e chi si opporrà? Chi oserà dirgli: “Che fai?”

13 Dio non ritira la sua collera; sotto di lui si curvano i campioni della superbia[a].

14 Io come farei a rispondergli, a scegliere le mie parole per discutere con lui?

15 Avessi anche ragione, non gli replicherei, ma implorerei misericordia al mio giudice.

16 Se io lo invocassi ed egli mi rispondesse, non per questo crederei che avesse dato ascolto alla mia voce;

17 egli mi piomba addosso dal seno della tempesta, moltiplica senza motivo le mie piaghe,

18 non mi lascia riprendere fiato e mi sazia d’amarezza.

19 Se si tratta di forza, ecco, egli è potente; se di diritto, egli dice: “Chi mi convocherà?”

20 Se io fossi senza colpa, la mia bocca mi condannerebbe; se fossi innocente, mi dichiarerebbe colpevole.

Giobbe accusa Dio

21 (D)«Sono innocente? Sì, lo sono! Di me non mi preme, io disprezzo la mia vita!

22 Per me è la stessa cosa! Perciò dico: “Egli distrugge ugualmente l’integro e il malvagio”.

23 Se un flagello, a un tratto, semina la morte, egli ride dello sgomento degli innocenti.

24 La terra è data in balìa dei malvagi; egli vela gli occhi ai giudici di essa; se non è lui, chi è dunque?

25 I miei giorni se ne vanno più veloci di un corriere; fuggono via senz’aver visto il bene;

26 passano rapidi come navicelle di giunchi, come l’aquila che piomba sulla preda.

27 Io dico: “Voglio dimenticare il mio lamento, abbandonare questa faccia triste e stare allegro”.

28 Ma mi spavento per tutti i miei dolori. Sono certo che non mi considererai innocente.

29 Io sarò condannato; perché dunque affaticarmi invano?

30 Anche se mi lavassi con la neve e mi pulissi le mani con il sapone,

31 tu mi tufferesti nel fango di una fossa, le mie vesti mi avrebbero in orrore.

32 Dio non è un uomo come me, perché io gli risponda e perché possiamo comparire in giudizio assieme.

33 Non c’è fra noi un arbitro che posi la mano su tutti e due!

34 Dio allontani da me la sua verga; smetta di spaventarmi con il suo terrore;

35 allora io parlerò senza temerlo, perché sento di non essere quel colpevole che sembro».

Giobbe crede di essere colpito da Dio senza motivo

10 (E)«Io provo disgusto della mia vita; voglio dare libero sfogo al mio lamento, voglio parlare nell’amarezza dell’anima mia!

Io dirò a Dio: “Non condannarmi! Fammi sapere perché sei in contesa con me!

Ti sembra cosa ben fatta opprimere, disprezzare l’opera delle tue mani e favorire i disegni dei malvagi?

Hai tu occhi di carne? Vedi tu come vede l’uomo?

Sono i tuoi giorni come i giorni del mortale, i tuoi anni come gli anni degli esseri umani,

che tu investighi tanto la mia iniquità, che t’informi così del mio peccato,

pur sapendo che io non sono colpevole e che non c’è chi mi liberi dalla tua mano?

Le tue mani mi hanno formato, m’hanno fatto tutto quanto, eppure mi distruggi!

Ricòrdati che mi hai plasmato come argilla, e tu mi fai ritornare in polvere!

10 Non mi hai colato forse come il latte e fatto rapprendere come il formaggio?

11 Tu mi hai rivestito di pelle e di carne e mi hai intessuto d’ossa e di nervi.

12 Mi hai concesso vita e grazia, la tua provvidenza ha vegliato sul mio spirito,

13 ed ecco quello che nascondevi in cuore! Sì, lo so, questo meditavi:

14 se avessi peccato, l’avresti ben tenuto a mente e non mi avresti assolto dalla mia iniquità.

15 Se fossi stato malvagio, guai a me! Se giusto, non avrei osato alzare la fronte, sazio d’infamia, spettatore della mia miseria.

16 Se l’avessi alzata, mi avresti dato la caccia come a un leone, contro di me avresti rinnovato le tue prodezze;

17 avresti trovato contro di me nuovi testimoni e avresti raddoppiato il tuo sdegno contro di me; legioni su legioni mi avrebbero assalito.

18 (F)«“Perché mi hai fatto uscire dal grembo di mia madre? Sarei spirato senza che occhio mi vedesse!

19 Sarei stato come se non fossi mai esistito, mi avrebbero portato dal grembo materno alla tomba!”

20 Non sono forse pochi i giorni che mi restano? Smetta egli dunque, mi lasci stare, perché io possa rasserenarmi un poco,

21 prima che me ne vada, per non più tornare, nella terra delle tenebre e dell’ombra di morte:

22 terra oscura come notte profonda, dove regnano l’ombra di morte e il disordine, il cui chiarore è come notte oscura».

Zofar invita Giobbe ad allontanarsi dall’iniquità

11 (G)Allora Zofar di Naama rispose e disse:

«Questa abbondanza di parole rimarrà forse senza risposta? Basterà quindi essere loquace per avere ragione?

Varranno le tue ciance a far tacere la gente? Farai dunque il beffardo, senza che nessuno ti contesti?

Tu dici a Dio: “Quel che sostengo è giusto e io sono puro in tua presenza”.

Ma volesse Dio parlare e aprire la bocca per risponderti

e rivelarti i segreti della sua saggezza, poiché infinita è la sua intelligenza! Vedresti allora come Dio dimentichi parte della tua colpa.

Puoi forse scandagliare le profondità di Dio, arrivare a conoscere appieno l’Onnipotente?

Si tratta di cose più alte del cielo; tu che faresti? Di cose più profonde del soggiorno dei morti; come le conosceresti?

La loro misura è più lunga della terra, più larga del mare.

10 Se Dio passa, se incarcera, se chiama in giudizio, chi si opporrà?

11 Egli infatti conosce gli uomini perversi, scopre senza sforzo l’iniquità.

12 Ma l’insensato diventerà saggio quando un puledro d’onagro diventerà uomo.

13 (H)«Tu però, se ben disponi il cuore e tendi verso Dio le mani,

14 se allontani il male che è nelle tue mani e non alberghi l’iniquità nelle tue tende,

15 allora alzerai la fronte senza macchia, sarai incrollabile e non avrai paura di nulla;

16 dimenticherai i tuoi affanni; te ne ricorderai come d’acqua passata;

17 la tua vita sorgerà più fulgida del pieno giorno, l’oscurità sarà come la luce del mattino.

18 Sarai fiducioso perché avrai speranza; ti guarderai bene attorno e ti coricherai sicuro.

19 Ti metterai a dormire e nessuno ti spaventerà; e molti cercheranno il tuo favore.

20 Ma gli occhi degli empi verranno meno; non ci sarà più rifugio per loro e non avranno altra speranza che esalare l’ultimo respiro».

Rimprovero di Giobbe ai suoi amici

12 (I)Allora Giobbe rispose e disse:

«Voi, certo, valete quanto un popolo, e con voi morirà la saggezza.

Ma di senno ne ho anch’io quanto voi, non vi sono affatto inferiore; cose come queste chi non le sa?

Io dunque dovrei essere il ludibrio degli amici! Io, che invocavo Dio ed egli mi rispondeva; il ludibrio io, l’uomo giusto, integro!

Il disprezzo per la sventura altrui è nel pensiero di chi vive nella prosperità; esso è sempre pronto a colpire, se uno ha il piede che vacilla.

Sono invece tranquille le tende dei ladri; chi provoca Dio, chi si fa un dio della propria forza, se ne sta al sicuro.

Ma interroga un po’ gli animali, e te lo insegneranno; gli uccelli del cielo, e te lo mostreranno;

oppure parla alla terra ed essa te lo insegnerà, e i pesci del mare te lo racconteranno.

Chi non sa, fra tutte queste creature, che la mano del Signore ha fatto ogni cosa,

10 che egli tiene in mano l’anima di tutto quel che vive e lo spirito di ogni carne umana?

11 L’orecchio non discerne forse le parole, come il palato assaggia i cibi?

12 Nei vecchi si trova la saggezza, e lunghezza di giorni dà intelligenza.

Giobbe afferma la potenza di Dio

13 (J)«In Dio stanno la saggezza e la potenza, a lui appartengono il consiglio e l’intelligenza.

14 Egli abbatte, e nessuno può ricostruire. Chiude un uomo in prigione, e non c’è chi gli apra.

15 Egli trattiene le acque, e tutto inaridisce; le lascia andare, ed esse sconvolgono la terra.

16 Egli possiede la forza e l’abilità; da lui dipendono chi erra e chi fa errare.

17 Egli manda scalzi i consiglieri, colpisce di demenza i giudici.

18 Scioglie i legami dell’autorità dei re e cinge i loro fianchi di catene.

19 Manda scalzi i sacerdoti e rovescia i potenti.

20 Priva della parola i più eloquenti e toglie il discernimento ai vecchi.

21 Sparge il disprezzo sui nobili e scioglie la cintura ai forti.

22 Rivela le cose recondite, facendole uscire dalle tenebre, e porta alla luce ciò che è avvolto in ombra di morte.

23 Accresce i popoli e li annienta, amplia le nazioni e le riconduce nei loro confini;

24 toglie il senno ai capi della terra e li fa peregrinare in solitudini senza sentiero.

25 Brancolano nelle tenebre, senza alcuna luce, e li fa barcollare come ubriachi.

Giobbe vuole difendere la sua causa davanti a Dio

13 (K)«L’occhio mio tutto questo l’ha visto; l’orecchio mio l’ha udito e l’ha inteso.

Quel che sapete voi lo so anch’io, non vi sono affatto inferiore.

Ma io vorrei parlare con l’Onnipotente, ci terrei a ragionare con Dio;

poiché voi siete inventori di menzogne, siete tutti quanti medici da nulla.

Oh, se faceste silenzio! Esso vi sarebbe contato come saggezza.

Ascoltate, vi prego, quel che ho da rimproverarvi; state attenti alle repliche delle mie labbra!

Volete dunque difendere Dio parlando con menzogna? Sostenere la sua causa con parole di frode?

Volete avere riguardo alla sua persona? E costituirvi difensori di Dio?

Sarà un bene per voi quando egli vi scruterà a fondo? Credete di ingannarlo come s’inganna un uomo?

10 Certo egli vi riprenderà severamente, se nel vostro segreto avete dei riguardi personali.

11 La sua maestà non vi farà sgomenti? Il suo terrore non piomberà su di voi?

12 I vostri detti memorabili sono massime di cenere; i vostri baluardi son baluardi d’argilla.

13 (L)«Tacete, lasciatemi stare; voglio parlare io, succeda quel che succeda!

14 Perché dovrei prendere la mia carne con i denti? E trattenere la mia vita con le mie mani?

15 Ecco, mi uccida pure! Oh, continuerò a sperare. Soltanto, io difenderò in faccia a lui il mio comportamento!

16 Anche questo servirà alla mia salvezza; poiché un empio non ardirebbe presentarsi a lui.

17 Ascoltate attentamente il mio discorso, porgete orecchio a quanto sto per dichiararvi.

18 Ecco, io ho predisposto ogni elemento per la causa; so che sarò riconosciuto giusto.

19 C’è qualcuno che voglia farmi opposizione? Se c’è, io taccio e sono pronto a morire.

20 Ma, o Dio, concedimi solo due cose, e non mi nasconderò dalla tua presenza:

21 ritira da me la tua mano e fa che i tuoi terrori non mi spaventino più.

22 Poi interrogami e io risponderò; oppure parlerò io, e tu replicherai.

23 Quante sono le mie iniquità, quanti i miei peccati? Fammi conoscere la mia trasgressione, il mio peccato!

24 Perché nascondi il tuo volto e mi consideri un nemico?

25 Vuoi dunque atterrire una foglia portata via dal vento? Vuoi forse perseguitare una pagliuzza inaridita?

26 Tu mi condanni a pene così amare e mi fai espiare gli sbagli della mia giovinezza;

27 tu metti i miei piedi nei ceppi, spii tutti i miei movimenti e prendi nota delle orme dei miei piedi.

28 Intanto questo mio corpo si disfa come legno tarlato, come un abito roso dal tarlo.

Giobbe descrive la miseria dell’uomo

14 (M)«L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni ed è sazio d’affanni.

Spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un’ombra, e non dura.

E sopra un essere così, tu tieni gli occhi aperti e mi fai comparire con te in giudizio!

Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno.

Se i suoi giorni sono fissati, e il numero dei suoi mesi dipende da te, e tu gli hai posto un termine che egli non può varcare,

distogli da lui lo sguardo, perché abbia un po’ di tranquillità e possa godere come un operaio la fine della sua giornata.

Per l’albero almeno c’è speranza; se è tagliato, rigermoglia e continua a mettere germogli.

Quando la sua radice è invecchiata sotto terra e il suo tronco muore nel suolo,

a sentir l’acqua, rinverdisce e mette rami come una giovane pianta.

10 Ma l’uomo muore e perde ogni forza; il mortale spira, e dov’è egli?

11 Le acque del lago se ne vanno, il fiume vien meno e si prosciuga;

12 così l’uomo giace e non risorge più; finché non vi siano più cieli egli non si risveglierà, né sarà più destato dal suo sonno.

13 Oh, volessi tu nascondermi nel soggiorno dei morti, tenermi occulto finché l’ira tua sia passata, fissarmi un termine e poi ricordarti di me!

14 Se l’uomo muore, può egli tornare in vita? Aspetterei fiducioso tutti i giorni della mia sofferenza, finché cambiasse la mia condizione:

15 tu mi chiameresti e io risponderei, tu vorresti rivedere l’opera delle tue mani.

16 Ma ora tu conti i miei passi, tu osservi i miei peccati;

17 le mie trasgressioni sono sigillate in un sacco, e alle mie iniquità altre ne aggiungi.

18 La montagna frana e scompare, la roccia è divelta dal suo luogo,

19 le acque consumano la pietra, le loro inondazioni trascinano via la terra: così tu distruggi la speranza dell’uomo.

20 Tu lo sopraffai una volta per sempre, ed egli se ne va; gli muti la sembianza e lo mandi via.

21 Se i suoi figli salgono in onore, egli lo ignora; se cadono in disprezzo, egli non lo vede;

22 questo solo sente: che il suo corpo soffre, che l’anima sua è in lutto».

Elifaz paragona Giobbe a un malvagio

15 (N)Allora Elifaz di Teman rispose e disse:

«Il saggio risponde forse con vana scienza? Si gonfia il petto di vento?

Si difende con chiacchiere inutili e con parole che non giovano a nulla?

Tu, poi, distruggi il timor di Dio, sminuisci la preghiera che gli è dovuta.

La tua iniquità ti detta le parole, e adoperi il linguaggio degli astuti.

Non io, la tua bocca ti condanna; le tue labbra stesse depongono contro di te.

Sei forse tu il primo uomo che nacque? Fosti tu formato prima dei monti?

Hai forse sentito quanto si è detto nel Consiglio di Dio? Hai forse accaparrato la saggezza tutta quanta per te solo?

Che sai tu che noi non sappiamo? Che conoscenza hai tu che non sia anche nostra?

10 Ci sono fra noi uomini canuti e anche vecchi più attempati di tuo padre.

11 Fai così poco caso delle consolazioni di Dio e delle dolci parole che ti abbiamo rivolte?

12 Dove ti trascina il cuore, e che vogliono dire codeste torve occhiate?

13 Come! Tu volgi la tua collera contro Dio e ti lasci uscire di bocca tali parole?

14 Chi è mai l’uomo per essere puro, il nato di donna per essere giusto?

15 Ecco, Dio non si fida nemmeno dei suoi santi, i cieli non sono puri ai suoi occhi;

16 quanto meno quest’essere abominevole e corrotto, l’uomo, che tracanna iniquità come acqua!

17 (O)«Io voglio istruirti; porgimi ascolto e ti racconterò quello che ho visto,

18 quello che i saggi hanno riferito senza nulla celare di quel che sapevano dai padri,

19 ai quali soltanto è stato dato il paese; e in mezzo ai quali non è passato lo straniero.

20 L’empio è tormentato tutti i suoi giorni, e pochi sono gli anni riservati al prepotente.

21 Sempre ha negli orecchi rumori spaventosi, e in piena pace gli piomba addosso il distruttore.

22 Non ha speranza di uscire dalle tenebre, e si sente destinato alla spada.

23 Va peregrinando in cerca di pane; dove trovarne? Egli sa che gli è vicino il giorno tenebroso.

24 Le difficoltà e l’angoscia lo riempiono di paura, lo assalgono come un re pronto alla battaglia,

25 perché ha steso la mano contro Dio, ha sfidato l’Onnipotente,

26 gli si è slanciato audacemente contro, sotto il folto dei suoi scudi ricurvi.

27 Aveva la faccia coperta di grasso, i fianchi carichi di pinguedine;

28 si era stabilito in città distrutte, in case disabitate, destinate a diventare mucchi di sassi.

29 Egli non si arricchirà, la sua fortuna non sarà stabile; né le sue proprietà si stenderanno sulla terra.

30 Non potrà liberarsi dalle tenebre, il vento infocato farà inaridire i suoi germogli e sarà portato via dal soffio della bocca di Dio.

31 Non confidi nella vanità; è un’illusione; poiché avrà la vanità per ricompensa.

32 La sua fine verrà prima del tempo, i suoi rami non rinverdiranno più.

33 Sarà come vigna da cui si strappi l’uva ancora acerba, come l’ulivo da cui si scuota il fiore;

34 poiché sterile è la famiglia del profano, il fuoco divora la tenda dei corrotti.

35 L’empio concepisce malizia e partorisce rovina; egli prepara l’inganno».

Giobbe si lamenta dei suoi amici

16 (P)Allora Giobbe rispose e disse:

«Di cose come queste ne ho udite tante! Siete tutti dei consolatori molesti!

Non ci sarà una fine alle parole vane? Che cosa ti provoca a rispondere?

Anch’io potrei parlare come voi, se voi foste al posto mio; potrei mettere insieme delle parole contro di voi e su di voi scrollare il capo;

potrei farvi coraggio con la bocca e il conforto delle mie labbra vi calmerebbe.

Giobbe si lamenta della sua sorte

(Q)«Se parlo, il mio dolore non ne sarà lenito; se cesso di parlare, che sollievo ne avrò?

Ora, purtroppo, Dio mi ha ridotto senza forze, ha desolato tutta la mia casa;

mi ha coperto di grinze e questo testimonia contro di me, la mia magrezza si leva ad accusarmi apertamente.

La sua ira mi lacera, mi perseguita, digrigna i denti contro di me, il mio nemico aguzza gli occhi su di me.

10 Aprono larga contro di me la bocca, mi percuotono per oltraggio le guance, si mettono tutti insieme a darmi addosso.

11 Dio mi dà in balìa degli empi, mi getta in mano ai malvagi.

12 Vivevo in pace ed egli mi ha scosso con violenza, mi ha preso per la nuca, mi ha frantumato, mi ha posto per suo bersaglio.

13 I suoi arcieri mi circondano, egli mi trafigge i reni senza pietà, sparge a terra il mio fiele.

14 Apre sopra di me breccia su breccia, mi corre addosso come un guerriero.

15 Mi sono cucito un cilicio sulla pelle, ho prostrato la mia fronte nella polvere.

16 Il mio viso è rosso di pianto, sulle mie palpebre si stende l’ombra di morte.

17 Eppure le mie mani non commisero mai violenza, e la mia preghiera fu sempre pura.

Giobbe invoca la morte

18 (R)«O terra, non coprire il mio sangue e non vi sia luogo dove si fermi il mio grido!

19 Già fin d’ora, ecco, il mio Testimone è nel cielo, il mio Garante è nei luoghi altissimi.

20 Gli amici mi deridono; ma a Dio si volgono piangenti gli occhi miei.

21 Sostenga egli le ragioni dell’uomo presso Dio, le ragioni del figlio d’uomo contro i suoi compagni!

22 Poiché pochi anni ancora e me ne andrò per una via senza ritorno.

17 «Il mio soffio vitale si spegne, i miei giorni si estinguono, il sepolcro mi aspetta!

Sono attorniato da schernitori e non posso chiudere occhio a causa delle loro parole amare.

O Dio, deposita la mia cauzione presso di te; se no, chi altro vorrebbe porgermi la mano?

Poiché tu hai chiuso il cuore di costoro alla ragione, perciò non li farai trionfare.

Chi denuncia un amico perché diventi preda altrui vedrà accecare gli occhi dei suoi figli.

Egli mi ha reso la favola dei popoli e sono divenuto uno a cui si sputa in faccia.

L’occhio mio si oscura dal dolore, le mie membra non sono più che un’ombra.

Gli uomini retti ne sono colpiti di stupore, l’innocente si sdegna contro l’empio;

ma il giusto si attiene saldo alla sua via, e chi ha le mani pure si fortifica sempre più.

10 (S)«Quanto a voi tutti, tornate pure, fatevi avanti, ma fra voi non troverò un saggio.

11 I miei giorni passano; i miei disegni, i disegni cari al mio cuore, sono distrutti;

12 e costoro pretendono che la notte sia giorno, che la luce sia vicina, quando tutto è buio!

13 Se aspetto come casa mia il soggiorno dei morti, se già mi sono fatto il letto nelle tenebre,

14 al sepolcro dico: “Tu sei mio padre”, e ai vermi: “Siete mia madre e mia sorella”.

15 Dov’è dunque la mia speranza? Questa speranza mia chi la può scorgere?

16 Essa scenderà alle porte del soggiorno dei morti, quando nella polvere troveremo riposo assieme».

Bildad invita Giobbe a riconoscere il suo peccato

18 (T)Allora Bildad di Suac rispose e disse:

«Quando porrete fine alle parole? Riflettete, e poi parleremo.

Perché siamo considerati come bestie e perché siamo agli occhi vostri degli esseri impuri[b]?

O tu, che nel tuo cruccio laceri te stesso, dovrà la terra, per causa tua, essere abbandonata e la roccia essere rimossa dal suo luogo?

Sì, la luce dell’empio si spegne, e la fiamma del suo fuoco non brilla.

La luce si oscura nella sua tenda, e la lampada che gli sta sopra si spegne.

I passi che faceva nella sua forza si raccorciano, i suoi disegni lo conducono a rovina.

Poiché i suoi piedi lo traggono nel tranello, va camminando sulle reti.

Il laccio lo afferra per il tallone, la trappola lo ghermisce.

10 Sta nascosta in terra per lui un’insidia, sul sentiero lo aspetta un agguato.

11 Paure lo atterriscono tutto intorno, lo inseguono, gli stanno alle calcagna.

12 La sua forza viene meno dalla fame, la calamità gli sta pronta al fianco.

13 Gli divora a pezzo a pezzo la pelle, gli divora le membra il primogenito della morte.

14 Egli è strappato dalla sua tenda che credeva sicura, è fatto scendere verso il re degli spaventi.

15 Nella sua tenda abita chi non è dei suoi, la sua casa è cosparsa di zolfo.

16 In basso s’inaridiscono le sue radici, in alto sono tagliati i suoi rami.

17 La sua memoria scompare dal paese, più non si ode il suo nome per le campagne.

18 È scacciato dalla luce nelle tenebre, è bandito dal mondo.

19 Non lascia tra il suo popolo né figli né nipoti, nessun superstite dov’egli soggiornava.

20 Quelli di occidente sono stupiti della sua sorte, quelli di oriente ne sono inorriditi.

21 Certo, sono tali le dimore dei perversi, tale è il luogo di chi non conosce Dio».

Giobbe si lamenta, ma sa che il suo Redentore è vivente

19 (U)Allora Giobbe rispose e disse:

«Fino a quando mi affliggerete e mi tormenterete con i vostri discorsi?

Sono già dieci volte che m’insultate e non vi vergognate di malmenarmi.

Ammesso pure che io abbia sbagliato, il mio errore concerne me solo.

Ma se proprio volete insuperbire contro di me e rimproverarmi la vergogna in cui mi trovo,

allora sappiatelo: chi m’ha fatto torto e m’ha avvolto nella sua rete è Dio.

Ecco, io grido: “Violenza!” e nessuno risponde; imploro aiuto, ma non c’è giustizia!

Dio mi ha sbarrato la via e non posso passare, ha coperto di tenebre il mio cammino.

Mi ha spogliato della mia gloria, mi ha tolto dal capo la corona.

10 Mi ha demolito pezzo per pezzo, e io me ne vado. Ha sradicato come un albero la mia speranza.

11 Ha acceso la sua ira contro di me, mi ha considerato come suo nemico.

12 Le sue schiere sono venute tutte insieme, si sono spianate la strada fino a me, hanno posto il campo intorno alla mia tenda.

13 Egli ha allontanato da me i miei fratelli, i miei conoscenti sono diventati degli estranei per me.

14 Mi hanno abbandonato i miei parenti, gli intimi miei mi hanno dimenticato.

15 I miei domestici e le mie serve mi trattano come un estraneo; ai loro occhi io sono un intruso.

16 Chiamo il mio servo e non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca.

17 Il mio fiato ripugna a mia moglie, faccio pietà a chi nacque dal grembo di mia madre[c].

18 Perfino i bimbi mi sprezzano; se cerco di alzarmi, mi deridono.

19 Tutti gli amici più stretti mi hanno in orrore, quelli che amavo si sono rivoltati contro di me.

20 Le mie ossa stanno attaccate alla mia pelle e alla mia carne, non m’è rimasta che la pelle dei denti.

21 Pietà, pietà di me, voi, amici miei, poiché la mano di Dio mi ha colpito.

22 Perché perseguitarmi come fa Dio? Perché non siete mai sazi della mia carne?

23 (V)«Oh, se le mie parole fossero scritte! Se fossero impresse in un libro!

24 Se con lo scalpello di ferro e con il piombo fossero incise nella roccia per sempre!

25 Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere.

26 E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio.

27 Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d’un altro; il cuore, dal desiderio, mi si consuma!

28 Se voi dite: “Come lo perseguiteremo?” – mentre la radice della tribolazione è già dentro di me –

29 temete invece per voi stessi la spada! Perché furiosi sono i castighi della spada, affinché sappiate che c’è una giustizia».

Zofar parla dell’empio e del suo castigo

20 (W)Allora Zofar di Naama rispose e disse:

«Per questo i miei pensieri mi spingono a risponderti e, a causa di ciò, c’è questa fretta dentro di me.

Ho udito rimproveri che mi fanno oltraggio; ma lo spirito mio darà una risposta assennata.

Non lo sai tu che in ogni tempo, da che l’uomo è stato posto sulla terra,

il trionfo dei malvagi è breve e la gioia degli empi non dura che un istante?

Anche se la sua altezza giungesse fino al cielo, il suo capo toccasse le nubi,

l’empio perirà per sempre come lo sterco suo; quelli che lo vedevano diranno: “Dov’è?”

Se ne volerà via come un sogno, non si troverà più; si dileguerà come una visione notturna.

L’occhio che lo guardava cesserà di vederlo e la sua casa più non lo scorgerà.

10 I suoi figli si raccomanderanno ai poveri, le sue mani restituiranno la sua ricchezza.

11 Il vigore giovanile che gli riempiva le ossa sarà nella polvere con lui.

12 Il male è dolce alla sua bocca, se lo nasconde sotto la lingua,

13 lo conserva, non lo lascia andare giù, lo trattiene sotto al suo palato;

14 ma il cibo gli si trasforma nelle viscere, gli diventa in corpo veleno d’aspide.

15 Ha trangugiato ricchezze e le vomiterà; Dio stesso gliele ricaccerà dal ventre.

16 Ha succhiato veleno d’aspide, la lingua della vipera lo ucciderà.

17 Non godrà più la vista di acque perenni, né di rivi fluenti di miele e di latte.

18 Renderà i suoi frutti, e non li mangerà; saranno pari alla ricchezza dei suoi guadagni, e non ne godrà.

19 Perché ha oppresso e abbandonato il povero, si è impadronito di case che non aveva costruite;

20 perché la sua ingordigia non conobbe limiti, egli non salverà nulla di ciò che ha tanto desiderato.

21 La sua voracità non risparmiava nulla, perciò il suo benessere non durerà.

22 Nel colmo dell’abbondanza, si troverà in miseria; la mano di chiunque ebbe a soffrire tormenti si alzerà contro di lui.

23 Quando starà per riempirsi il ventre, Dio manderà contro di lui la sua ira ardente; gliela farà piovere addosso per servirgli da cibo.

24 Se scampa alle armi di ferro, lo trafigge l’arco di bronzo.

25 Si strappa la freccia, essa gli esce dal corpo, la punta sfolgorante gli viene fuori dal fiele, lo assalgono i terrori della morte.

26 Buio profondo è riservato ai suoi tesori; lo consumerà un fuoco non attizzato dall’uomo, che divorerà quel che resta nella sua tenda.

27 Il cielo rivelerà la sua iniquità, la terra insorgerà contro di lui.

28 Le rendite della sua casa se ne andranno, portate via nel giorno dell’ira di Dio.

29 Tale la parte che Dio riserva all’empio, tale l’eredità che Dio gli destina».

Per Giobbe anche i malvagi possono essere felici

21 (X)Allora Giobbe rispose e disse:

«Porgete bene ascolto alle mie parole, sia questa la consolazione che mi date.

Sopportatemi, lasciate che io parli, e quando avrò parlato tu mi potrai deridere.

Mi lamento forse di un uomo? E come farei a non perdere la pazienza?

Guardatemi, stupite, mettetevi la mano sulla bocca.

Quando ci penso, ne sono smarrito e la mia carne è presa da un brivido.

Perché mai vivono gli empi? Perché arrivano alla vecchiaia e anche crescono di forze?

La loro discendenza prospera sotto i loro sguardi intorno ad essi, i loro germogli fioriscono sotto gli occhi loro.

La loro casa è in pace, al sicuro da spaventi, la verga di Dio non li colpisce.

10 Il loro toro monta e non sbaglia, la loro vacca figlia senz’abortire.

11 Mandano fuori come un gregge i loro piccini, e i loro figli saltano e ballano.

12 Cantano al suono del timpano e della cetra, si rallegrano al suono della zampogna.

13 Passano felici i loro giorni, poi scendono in un attimo nel soggiorno dei morti.

14 Eppure dicevano a Dio: “Ritìrati da noi! Noi non ci curiamo di conoscere le tue vie!

15 Che cos’è l’Onnipotente perché lo serviamo? Che guadagneremo a pregarlo?”

16 Ecco, non hanno essi in mano la loro felicità? (Lungi da me il consiglio degli empi!).

17 Quando mai la lampada degli empi si spegne, piomba loro addosso la rovina e Dio, nella sua ira, li retribuisce con castighi?

18 Quando mai sono essi come paglia al vento, come pula portata via dall’uragano?

19 “Dio”, mi dite, “tiene in serbo il castigo per i figli dell’empio”. Ma punisca lui stesso! Che lo senta lui,

20 che veda con i propri occhi la sua rovina e beva egli stesso l’ira dell’Onnipotente!

21 Che importa all’empio della sua famiglia dopo di lui, quando il numero dei suoi mesi è ormai compiuto?

22 S’insegnerà forse a Dio la scienza? A lui che giudica quelli di lassù?

23 L’uno muore in mezzo al suo benessere quand’è pienamente tranquillo e felice,

24 ha i secchi pieni di latte, e fresco il midollo delle ossa.

25 L’altro muore con l’amarezza nel cuore, senz’aver mai gustato il bene.

26 Entrambi giacciono ugualmente nella polvere e i vermi li ricoprono.

27 Ah! Li conosco i vostri pensieri, i piani che formate per abbattermi!

28 Voi dite: “Dov’è la casa del potente? Dov’è la tenda che ospitava gli empi?”

29 Non avete dunque interrogato quelli che hanno viaggiato? Voi non vorrete negare quello che attestano;

30 che, cioè, il malvagio è risparmiato nel dì della rovina, che nel giorno dell’ira egli sfugge.

31 Chi gli rimprovera in faccia la condotta? Chi gli rende quel che ha fatto?

32 Egli è portato alla sepoltura con onore e veglia egli stesso sulla sua tomba.

33 Lievi sono a lui le zolle della valle; dopo, tutta la gente segue le sue orme; e, anche prima, una folla immensa fu come lui.

34 Perché dunque mi offrite consolazioni vane? Delle vostre risposte altro non resta che falsità».

Elifaz accusa Giobbe e lo invita a ravvedersi

22 (Y)Allora Elifaz di Teman rispose e disse:

«Può l’uomo recare qualche vantaggio a Dio? No; il savio non reca vantaggio che a se stesso.

Se sei giusto, ne viene forse qualche vantaggio all’Onnipotente? Se sei integro nella tua condotta, ne trae egli un guadagno?

È forse per la paura che ha di te che egli ti castiga o viene con te in giudizio?

La tua malvagità non è forse grande, e le tue iniquità non sono infinite?

Tu, per un nulla, prendevi pegno dai tuoi fratelli, spogliavi delle loro vesti gli ignudi.

Allo stanco non davi da bere l’acqua, all’affamato rifiutavi il pane.

La terra apparteneva al più forte, l’uomo influente vi piantava la sua casa.

Rimandavi a vuoto le vedove, le braccia degli orfani erano spezzate.

10 Ecco perché sei circondato di lacci, spaventato da improvvisi terrori.

11 O non vedi le tenebre che ti avvolgono, la piena d’acque che ti sommerge?

12 (Z)«Dio non è forse lassù nei cieli? Guarda lassù le stelle eccelse, come stanno in alto!

13 E tu dici: “Dio che sa? Può egli giudicare attraverso il buio?

14 Fitte nubi lo coprono e nulla vede; egli passeggia sulla vòlta dei cieli”.

15 Vuoi dunque seguire l’antica via per cui camminarono gli uomini malvagi,

16 che furono portati via prima del tempo e il cui fondamento fu come un torrente che scorre?

17 Essi dicevano a Dio: “Allontànati da noi! Che ci può fare l’Onnipotente?”

18 Eppure Dio aveva riempito le loro case di beni! Ah, lungi da me il consiglio degli empi!

19 I giusti, vedendo la loro rovina, ne gioiscono, e l’innocente si fa beffe di loro:

20 “Vedete se non sono distrutti gli avversari nostri! La loro abbondanza l’ha divorata il fuoco!”

21 (AA)«Riconcìliati dunque con Dio; avrai pace, ti sarà resa la prosperità.

22 Ricevi istruzioni dalla sua bocca, riponi le sue parole nel tuo cuore.

23 Se torni all’Onnipotente, se allontani l’iniquità dalle tue tende, sarai ristabilito.

24 Getta l’oro nella polvere, l’oro di Ofir tra i ciottoli del fiume,

25 e l’Onnipotente sarà il tuo oro, egli ti sarà come l’argento acquistato con fatica.

26 Allora l’Onnipotente sarà la tua delizia, e alzerai la faccia verso Dio.

27 Lo pregherai, egli ti esaudirà, e tu scioglierai i voti che avrai fatti.

28 Quello che intraprenderai, ti riuscirà; sul tuo cammino risplenderà la luce.

29 Se viene l’umiliazione, tu pregherai per essere rialzato: Dio soccorre chi ha gli occhi a terra;

30 libererà anche chi non è innocente, egli sarà salvo per la purezza delle tue mani».

Giobbe vorrebbe difendere la sua causa davanti a Dio

23 (AB)Allora Giobbe rispose e disse:

«Anche oggi il mio lamento è una rivolta, per quanto io cerchi di contenere il mio gemito.

Oh, sapessi dove trovarlo! Potessi arrivare fino al suo trono!

Esporrei la mia causa davanti a lui, riempirei d’argomenti la mia bocca.

Saprei quel che mi risponderebbe, capirei quello che avrebbe da dirmi.

Impiegherebbe tutta la sua forza per combattermi? No, egli mi ascolterebbe!

Là troverebbe un uomo retto a discutere con lui, e sarei dal mio giudice assolto per sempre.

Ma ecco, se vado a oriente, egli non c’è; se a occidente, non lo trovo;

se a settentrione, quando vi opera, io non lo vedo; si nasconde egli a sud, io non lo scorgo.

10 Ma la via che io batto egli la conosce; se mi mettesse alla prova, ne uscirei come l’oro.

11 Il mio piede ha seguito fedelmente le sue orme, mi sono tenuto sulla sua via senza deviare;

12 non mi sono scostato dai comandamenti delle sue labbra, ho custodito nel mio cuore le parole della sua bocca.

13 Ma la sua decisione è una; chi lo farà mutare? Quello che desidera, lo fa;

14 egli eseguirà quel che di me ha decretato; di cose come queste ne ha molte in mente.

15 Perciò davanti a lui io sono atterrito; quando ci penso, ho paura di lui.

16 Dio mi ha tolto il coraggio, l’Onnipotente mi ha spaventato.

17 Questo mi annienta; non le tenebre, non la fitta oscurità che mi ricopre.

Giobbe descrive la via degli empi

24 (AC)«Perché non sono dall’Onnipotente fissati dei tempi in cui renda la giustizia? Perché quelli che lo conoscono non vedono quei giorni?

Gli empi spostano i confini, rapiscono greggi e le conducono al pascolo;

portano via l’asino dell’orfano, prendono in pegno il bue della vedova;

mandano via dalla strada i bisognosi, i poveri del paese si nascondono tutti insieme.

Eccoli, che come onagri del deserto escono al loro lavoro in cerca di cibo; solo il deserto dà pane ai loro figli.

Raccolgono nei campi la loro pastura, racimolano nella vigna dell’empio;

passano la notte nudi, senza vestito, senza una coperta che li ripari dal freddo.

Bagnati dagli acquazzoni di montagna, per mancanza di rifugi, si stringono alle rocce.

Ce n’è di quelli che strappano dalla mammella l’orfano, che prendono pegni dai poveri!

10 E questi se ne vanno nudi, senza vestiti; hanno fame e portano i covoni.

11 Fanno l’olio nel recinto dell’empio; calcano l’uva nel tino e patiscono la sete.

12 Sale dalle città il gemito dei moribondi; i feriti implorano aiuto, e Dio non si cura di queste infamie!

13 Ce ne sono di quelli che si ribellano alla luce, non ne conoscono le vie, non ne battono i sentieri.

14 L’assassino si alza sul far del giorno; ammazza il misero e il povero; e la notte fa il ladro.

15 L’occhio dell’adultero spia il crepuscolo, dicendo: “Nessuno mi vedrà!”, e si copre con un fazzoletto il volto.

16 I ladri, di notte, sfondano le case; di giorno, si tengono rinchiusi; non conoscono la luce.

17 Il mattino è per essi come ombra di morte; appena lo scorgono provano i terrori del buio.

18 Voi dite: “L’empio è un fuscello sulla faccia delle acque; la sua parte sulla terra è maledetta; non prenderà più la via delle vigne”.

19 Come la siccità e il calore assorbono le acque della neve, così il soggiorno dei morti inghiotte chi ha peccato.

20 Il grembo che lo portò, lo dimentica; i vermi ne fanno il loro pasto delizioso, nessuno più lo ricorda. L’iniquo sarà troncato come un albero:

21 lui, che divorava la sterile, priva di figli, e non faceva del bene alla vedova!

22 Invece Dio, con la sua forza, prolunga i giorni dei prepotenti, i quali risorgono quand’ormai disperavano della vita.

23 Dà loro sicurezza, fiducia, e i suoi occhi vegliano sul loro cammino.

24 Salgono in alto, poi scompaiono a un tratto; cadono, sono mietuti come gli altri mortali; sono falciati come le spighe del grano maturo.

25 Se così non è, chi mi smentirà, chi annienterà il mio dire?»

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

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