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Bible in 90 Days

An intensive Bible reading plan that walks through the entire Bible in 90 days.
Duration: 88 days
Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
Ezechiele 47:13 - Daniele 8:27

Frontiere del paese

13 (A)Così parla il Signore, Dio: «Questa è la frontiera del paese che voi spartirete come eredità fra le dodici tribù d’Israele. Giuseppe ne avrà due parti. 14 Voi avrete ciascuno, tanto l’uno quanto l’altro, una parte di questo paese, che io giurai di dare ai vostri padri. Questo paese vi toccherà quindi in eredità.

15 Queste saranno le frontiere del paese. Dalla parte di settentrione: partendo dal mar Grande, in direzione di Chetlon, venendo verso Sedad; 16 Camat, Berota, Sibraim, che è tra la frontiera di Damasco e la frontiera di Camat; Aser-Atticon, che è sulla frontiera del Cavran. 17 Così la frontiera sarà dal mare fino ad Asar-Enon, frontiera di Damasco, avendo a settentrione il paese settentrionale e la frontiera di Camat. Questa è la parte settentrionale. 18 Dalla parte orientale: partendo fra il Cavran e Damasco, poi fra Galaad e il paese d’Israele, verso il Giordano, misurerete dalla frontiera settentrionale fino al mare orientale. Questa è la parte orientale. 19 La parte meridionale si dirigerà verso mezzogiorno, da Tamar fino alle acque di Meribot di Cades, fino al torrente che va nel mar Grande. Questa è la parte meridionale, verso mezzogiorno. 20 La parte occidentale sarà il mar Grande, da quest’ultima frontiera, sino di fronte all’entrata di Camat. Questa è la parte occidentale.

21 Dividerete così questo paese fra voi, secondo le tribù d’Israele. 22 Ne spartirete a sorte dei lotti d’eredità fra di voi e gli stranieri che soggiorneranno in mezzo a voi, i quali avranno generato dei figli fra di voi. Questi saranno per voi come nativi tra i figli d’Israele; tireranno a sorte con voi la loro parte di eredità in mezzo alle tribù d’Israele. 23 Nella tribù nella quale lo straniero soggiorna, là gli darete la sua parte», dice il Signore, Dio.

Distribuzione del paese

48 (B)«Questi sono i nomi delle tribù. Partendo dall’estremità settentrionale, lungo la via di Chetlon per andare a Camat, fino ad Asar-Enon, frontiera di Damasco a settentrione verso Camat, avranno questo: dal confine orientale al confine occidentale, Dan, una parte. Sulla frontiera di Dan, dal confine orientale al confine occidentale: Ascer, una parte. Sulla frontiera di Ascer, dal confine orientale al confine occidentale: Neftali, una parte. Sulla frontiera di Neftali, dal confine orientale al confine occidentale: Manasse, una parte. Sulla frontiera di Manasse, dal confine orientale al confine occidentale: Efraim, una parte. Sulla frontiera di Efraim, dal confine orientale al confine occidentale: Ruben, una parte. Sulla frontiera di Ruben, dal confine orientale al confine occidentale: Giuda, una parte.

(C)«Sulla frontiera di Giuda, dal confine orientale al confine occidentale, sarà la parte che preleverete di venticinquemila cubiti di larghezza, e lunga come una delle altre parti dal confine orientale al confine occidentale; là in mezzo sarà il santuario. La parte che preleverete per il Signore avrà venticinquemila cubiti di lunghezza e diecimila di larghezza. 10 Questa parte santa prelevata apparterrà ai sacerdoti: venticinquemila cubiti di lunghezza al settentrione, diecimila di larghezza all’occidente, diecimila di larghezza all’oriente e venticinquemila di lunghezza al mezzogiorno; il santuario del Signore sarà là in mezzo. 11 Essa apparterrà ai sacerdoti consacrati tra i figli di Sadoc che hanno fatto il mio servizio e non si sono sviati quando i figli d’Israele si sviavano, come si sviavano i Leviti. 12 Essa apparterrà loro come parte prelevata dalla parte del paese che sarà stata prelevata: una cosa santissima, verso la frontiera dei Leviti.

13 I Leviti avranno, parallelamente alla frontiera dei sacerdoti, una lunghezza di venticinquemila cubiti e una larghezza di diecimila; tutta la lunghezza sarà di venticinquemila e la larghezza di diecimila. 14 Essi non potranno venderne nulla; questa primizia del paese non potrà essere né scambiata né alienata, perché è cosa consacrata al Signore.

15 I cinquemila cubiti che rimarranno di larghezza sui venticinquemila, formeranno un’area non consacrata destinata alla città, per le abitazioni e per il territorio circostante; la città sarà in mezzo, 16 ed eccone le dimensioni: dal lato settentrionale, quattromilacinquecento cubiti; dal lato meridionale, quattromilacinquecento; dal lato orientale, quattromilacinquecento; dal lato occidentale, quattromilacinquecento cubiti. 17 La città avrà un territorio circostante di duecentocinquanta cubiti a settentrione, di duecentocinquanta a mezzogiorno, di duecentocinquanta a oriente e di duecentocinquanta a occidente. 18 Il resto della lunghezza, parallelamente alla parte santa, cioè diecimila cubiti a oriente e diecimila a occidente, parallelamente alla parte santa, servirà, con i suoi prodotti, al mantenimento dei lavoratori della città. 19 I lavoratori della città, di tutte le tribù d’Israele, ne lavoreranno il suolo.

20 Tutta la parte prelevata sarà di venticinquemila cubiti per venticinquemila; ne preleverete così una parte quadrata, parte santa, come possesso della città.

21 Il rimanente sarà del principe, da un lato e dall’altro della parte santa prelevata e del possesso della città, di fronte ai venticinquemila cubiti della parte santa sino alla frontiera d’oriente, e a occidente di fronte ai venticinquemila cubiti verso la frontiera d’occidente, parallelamente alle parti; questo sarà del principe; la parte santa e il santuario della casa saranno in mezzo. 22 Così, tolto il possesso dei Leviti e il possesso della città situati in mezzo a quello del principe, ciò che si troverà tra la frontiera di Giuda e la frontiera di Beniamino apparterrà al principe.

23 (D)«Poi verrà il resto delle tribù. Dal confine orientale al confine occidentale: Beniamino, una parte. 24 Sulla frontiera di Beniamino, dal confine orientale al confine occidentale: Simeone, una parte. 25 Sulla frontiera di Simeone, dal confine orientale al confine occidentale: Issacar, una parte. 26 Sulla frontiera di Issacar, dal confine orientale al confine occidentale: Zabulon, una parte. 27 Sulla frontiera di Zabulon, dal confine orientale al confine occidentale: Gad, una parte. 28 Sulla frontiera di Gad, dal lato meridionale, verso la regione meridionale, la frontiera sarà da Tamar fino alle acque di Meriba di Cades, fino al torrente che va nel mar Grande.

29 Questo è il paese che vi spartirete a sorte, come eredità delle tribù d’Israele, e queste ne sono le parti», dice il Signore, Dio.

30 (E)«Queste sono le uscite della città. Dal lato settentrionale, quattromilacinquecento cubiti misurati; 31 le porte della città porteranno i nomi delle tribù d’Israele e ci saranno tre porte a settentrione: la Porta di Ruben, l’una; la Porta di Giuda, l’altra; la Porta di Levi, l’altra. 32 Dal lato orientale, quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la Porta di Giuseppe, l’una; la Porta di Beniamino, l’altra; la Porta di Dan, l’altra. 33 Dal lato meridionale, quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la Porta di Simeone, l’una; la Porta di Issacar, l’altra; la Porta di Zabulon, l’altra. 34 Dal lato occidentale, quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la Porta di Gad, l’una; la Porta di Ascer, l’altra; la Porta di Neftali, l’altra. 35 Il perimetro sarà di diciottomila cubiti. Da quel giorno, il nome della città sarà: “Il Signore è là”».

Daniele e i suoi compagni a Babilonia(F)

(G)Il terzo anno del regno di Ioiachim, re di Giuda, Nabucodonosor, re di Babilonia, marciò contro Gerusalemme e l’assediò. Il Signore gli diede nelle mani Ioiachim, re di Giuda, e una parte degli arredi della casa di Dio. Nabucodonosor portò gli arredi nel paese di Scinear, nella casa del suo dio, e li mise nella casa del tesoro del suo dio.

Il re disse ad Aspenaz, capo dei suoi eunuchi, di condurgli dei figli d’Israele, di stirpe reale o di famiglie nobili. Dovevano essere ragazzi senza difetti fisici, di bell’aspetto, dotati di ogni saggezza, istruiti e intelligenti, capaci di stare nel palazzo reale per apprendere la scrittura e la lingua dei Caldei. Il re assegnò loro una razione giornaliera dei cibi della sua tavola e dei vini che egli beveva, e ordinò di istruirli per tre anni dopo i quali sarebbero passati al servizio del re. Tra di loro c’erano dei figli di Giuda: Daniele, Anania, Misael e Azaria. Il capo degli eunuchi diede loro altri nomi[a]: a Daniele pose nome Baltazzar, ad Anania, Sadrac, a Misael, Mesac e ad Azaria, Abed-Nego.

(H)Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva, e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi. Dio fece trovare a Daniele grazia e compassione presso il capo degli eunuchi. 10 Questi disse a Daniele: «Io temo il re mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere; se egli vedesse le vostre facce più magre di quelle dei giovani della vostra stessa età, voi mettereste in pericolo la mia testa presso il re». 11 Allora Daniele disse al maggiordomo, al quale il capo degli eunuchi aveva affidato la cura di Daniele, di Anania, di Misael e di Azaria: 12 «Ti prego, metti i tuoi servi alla prova per dieci giorni: dacci da mangiare legumi e da bere acqua. 13 In seguito confronterai il nostro aspetto con quello dei giovani che mangiano i cibi del re e ti regolerai su ciò che dovrai fare». 14 Il maggiordomo accordò loro quanto domandavano e li mise alla prova per dieci giorni. 15 Alla fine dei dieci giorni essi avevano miglior aspetto ed erano più prosperosi di tutti i giovani che avevano mangiato i cibi del re. 16 Così il maggiordomo portò via il cibo e il vino che erano loro destinati, e diede loro legumi.

17 A questi quattro giovani Dio diede di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni saggezza. Daniele aveva il dono di interpretare ogni specie di visioni e di sogni. 18 Giunto il momento della loro presentazione, il capo degli eunuchi condusse i giovani da Nabucodonosor. 19 Il re parlò con loro, ma fra tutti quei giovani non se ne trovò nessuno che fosse pari a Daniele, Anania, Misael e Azaria, i quali furono ammessi al servizio del re. 20 Su tutti i punti che richiedevano saggezza e intelletto, sui quali il re li interrogasse, egli li trovava dieci volte superiori a tutti i magi e astrologi che erano in tutto il suo regno. 21 Daniele continuò così fino al primo anno del re Ciro.

Sogno di Nabucodonosor spiegato da Daniele

(I)Nel secondo anno del suo regno, Nabucodonosor ebbe dei sogni che turbarono così profondamente il suo spirito da impedirgli di dormire. Il re fece chiamare i magi, gli incantatori, gli indovini e i Caldei perché gli spiegassero i suoi sogni. Essi vennero e si presentarono al re. Egli disse loro: «Ho fatto un sogno e il mio spirito è turbato, perché vorrei comprendere il suo significato». Allora i Caldei risposero al re in aramaico[b]: «O re, possa tu vivere per sempre! Racconta il sogno ai tuoi servi e noi ne daremo l’interpretazione». Il re replicò e disse ai Caldei: «Questa è la mia decisione: se voi non mi fate conoscere il sogno e la sua interpretazione, sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte in tanti letamai. Se invece mi dite il sogno e la sua interpretazione, riceverete da me doni, ricompense e grandi onori; ditemi dunque il sogno e la sua interpretazione». Essi risposero una seconda volta e dissero: «Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo l’interpretazione». Il re replicò e disse: «Io mi accorgo che voi volete guadagnare tempo, perché avete sentito la decisione che ho preso; se dunque non mi fate conoscere il sogno, la vostra sorte sarà una sola. Voi vi siete messi d’accordo per darmi delle risposte bugiarde e perverse, aspettando che cambino i tempi. Ditemi dunque il sogno e io saprò che siete in grado di darmene l’interpretazione». 10 I Caldei risposero al re e dissero: «Non c’è uomo sulla terra che possa dire ciò che il re domanda; così non c’è mai stato re, per grande e potente che fosse, che abbia domandato una cosa simile a un mago, o incantatore, o Caldeo. 11 Quello che il re chiede è difficile e non c’è nessuno che possa dirlo al re, se non gli dèi, la cui dimora non è fra i mortali».

12 (J)Allora il re si adirò, si infuriò terribilmente e ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero giustiziati. 13 Il decreto fu promulgato e i saggi stavano per essere uccisi, e si cercavano Daniele e i suoi compagni per uccidere anche loro. 14 Allora Daniele si rivolse con prudenza e con tatto ad Arioc, capo delle guardie del re, che era uscito per uccidere i saggi di Babilonia. 15 Prese la parola e disse ad Arioc, ufficiale del re: «Perché questo decreto così perentorio da parte del re?» Allora Arioc spiegò il motivo a Daniele. 16 Daniele si presentò al re e gli chiese di dargli tempo; egli avrebbe fatto conoscere al re l’interpretazione del sogno. 17 Allora Daniele andò a casa sua e informò Anania, Misael e Azaria, suoi compagni, 18 esortandoli a implorare la misericordia del Dio del cielo a proposito di questo segreto, affinché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte con tutti gli altri saggi di Babilonia.

19 Allora il segreto fu rivelato a Daniele in una visione notturna ed egli benedisse il Dio del cielo, dicendo: 20 «Sia benedetto eternamente il nome di Dio, perché a lui appartengono la saggezza e la forza. 21 Egli alterna i tempi e le stagioni; depone i re e li innalza, dà la saggezza ai saggi e il sapere agli intelligenti. 22 Egli svela le cose profonde e nascoste, conosce ciò che è nelle tenebre e la luce abita con lui. 23 O Dio dei miei padri, io ti lodo e ti ringrazio, perché mi hai dato saggezza e forza, e mi hai fatto conoscere quello che ti abbiamo domandato, rivelandoci il segreto che il re vuol conoscere».

24 (K)Daniele si recò quindi da Arioc, a cui il re aveva affidato l’incarico di far morire i saggi di Babilonia, e gli disse: «Non far morire i saggi di Babilonia! Conducimi dal re e io gli darò l’interpretazione».

25 Allora Arioc si affrettò a introdurre Daniele davanti al re e gli disse: «Ho trovato un uomo tra i Giudei deportati che darà al re l’interpretazione». 26 Il re disse a Daniele, detto Baltazzar: «Sei capace di farmi conoscere il sogno che ho fatto e la sua interpretazione?» 27 Daniele rispose al re: «Il segreto che il re domanda, né saggi, né incantatori, né magi, né astrologi possono svelarlo al re; 28 ma c’è un Dio nel cielo che rivela i misteri, ed egli ha fatto conoscere al re Nabucodonosor quello che deve avvenire negli ultimi giorni. Ecco dunque quali erano il tuo sogno e le visioni della tua mente[c] quando eri a letto: 29 i tuoi pensieri, o re, quando eri a letto, si riferivano a quello che deve avvenire da ora in avanti; colui che rivela i misteri ti ha fatto conoscere quello che avverrà. 30 Quanto a me, questo segreto mi è stato rivelato non perché la mia saggezza sia superiore a quella di tutti gli altri viventi, ma perché io possa dare l’interpretazione al re, e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore.

31 Tu, o re, guardavi, ed ecco una grande statua; questa statua, immensa e d’uno splendore straordinario, si ergeva davanti a te, e il suo aspetto era terribile. 32 La testa di questa statua era d’oro puro; il suo petto e le sue braccia erano d’argento; il suo ventre e le sue cosce, di bronzo; 33 le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d’argilla. 34 Mentre guardavi, una pietra si staccò, ma non spinta da una mano, e colpì i piedi di ferro e d’argilla della statua e li frantumò. 35 Allora si frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro, e divennero come la pula sulle aie d’estate. Il vento li portò via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua diventò un gran monte che riempì tutta la terra.

36 Questo è il sogno; ora ne daremo l’interpretazione al re.

37 Tu, o re, sei il re dei re, a cui il Dio del cielo ha dato il regno, la potenza, la forza e la gloria; 38 e ha messo nelle tue mani tutti i luoghi in cui abitano gli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, e ti ha fatto dominare sopra tutti loro: la testa d’oro sei tu. 39 Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, di bronzo, che dominerà sulla terra; 40 poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. 41 Come i piedi e le dita, in parte d’argilla da vasaio e in parte di ferro, che tu hai visto, così sarà diviso quel regno; ma vi sarà in esso qualcosa della consistenza del ferro, poiché tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. 42 Come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. 43 Hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si mescoleranno mediante matrimonio[d], ma non si uniranno l’uno all’altro, così come il ferro non si amalgama con l’argilla.

44 (L)Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto e che non cadrà sotto il dominio d’un altro popolo. Spezzerà e annienterà tutti quei regni, ma esso durerà per sempre, 45 proprio come la pietra che hai visto staccarsi dal monte, senza intervento umano, e spezzare il ferro, il bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il gran Dio ha fatto conoscere al re quello che deve avvenire d’ora in poi. Il sogno è vero, e sicura è la sua interpretazione».

46 (M)Allora il re Nabucodonosor, abbassando la sua faccia fino a terra, si inchinò davanti a Daniele e ordinò che gli fossero portati offerte e profumi. 47 Poi il re parlò a Daniele e disse: «In verità il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei segreti, poiché tu hai potuto svelare questo mistero». 48 Allora il re innalzò Daniele in dignità, lo colmò di numerosi e ricchi doni, gli diede il comando di tutta la provincia di Babilonia e lo fece capo supremo di tutti i saggi di Babilonia. 49 Daniele chiese al re di affidare a Sadrac, Mesac e Abed-Nego l’amministrazione della provincia di Babilonia; ma Daniele rimase alla corte del re[e].

Tre compagni di Daniele nella fornace

(N)Il re Nabucodonosor fece una statua d’oro, alta sessanta cubiti e larga sei cubiti, e la collocò nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. Poi il re Nabucodonosor fece convocare i satrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giureconsulti, i magistrati e tutte le autorità delle province perché venissero all’inaugurazione della statua che egli aveva fatto erigere. Allora i satrapi, i prefetti e i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giureconsulti, i magistrati e tutte le autorità delle province vennero all’inaugurazione della statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere. Tutti stavano in piedi davanti alla statua eretta da Nabucodonosor. Allora l’araldo gridò forte: «A voi, gente di ogni popolo, nazione e lingua, si ordina quanto segue: nel momento in cui udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, vi inchinerete e adorerete la statua d’oro che il re Nabucodonosor ha fatto erigere. Chi non si inchina per adorare sarà immediatamente gettato in una fornace ardente». Non appena tutti i popoli ebbero udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio e di ogni specie di strumenti, gli uomini di ogni popolo, nazione e lingua si inchinarono e adorarono la statua d’oro che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere.

In quello stesso momento, alcuni Caldei si fecero avanti e accusarono i Giudei, dicendo al re Nabucodonosor: «O re, possa tu vivere per sempre! 10 Tu hai decretato, o re, che chiunque ha udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti deve inchinarsi per adorare la statua d’oro. 11 Chiunque non si inchina e non adora deve essere gettato in una fornace ardente. 12 Ora, ci sono dei Giudei, ai quali tu hai affidato l’amministrazione della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abed-Nego, che non ti danno ascolto, non adorano i tuoi dèi e non si inchinano alla statua d’oro che tu hai fatto erigere».

13 Allora Nabucodonosor, irritato e furioso, ordinò che gli portassero Sadrac, Mesac e Abed-Nego; questi furono condotti alla presenza del re. 14 Nabucodonosor disse loro: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, è vero che non adorate i miei dèi e non vi inchinate davanti alla statua d’oro che io ho fatto erigere? 15 Ora, appena udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, siate pronti a inchinarvi per adorare la statua che io ho fatta. Se non la adorerete, sarete immediatamente gettati in una fornace ardente; e quale Dio potrà liberarvi dalla mia mano?»

16 Sadrac, Mesac e Abed-Nego risposero al re: «O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta su questo punto. 17 Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci, e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. 18 Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai fatto erigere».

19 Allora Nabucodonosor s’infuriò e l’espressione del suo viso mutò completamente nei riguardi di Sadrac, Mesac e Abed-Nego. Egli ordinò che si arroventasse la fornace sette volte più del solito; 20 poi ordinò agli uomini più vigorosi del suo esercito di legare Sadrac, Mesac e Abed-Nego, e di gettarli nella fornace ardente. 21 Allora i tre uomini furono legati con le loro tuniche, le loro vesti, i loro mantelli e tutti i loro indumenti, e furono gettati in mezzo alla fornace ardente. 22 Poiché l’ordine del re era perentorio e la fornace era arroventata, il calore uccise gli uomini che avevano gettato Sadrac, Mesac e Abed-Nego nel fuoco. 23 E questi tre uomini, Sadrac, Mesac e Abed-Nego, caddero legati in mezzo alla fornace ardente.

24 Allora il re Nabucodonosor fu spaventato e andò in gran fretta a dire ai suoi consiglieri: «Non erano tre gli uomini che abbiamo legati e gettati in mezzo al fuoco ardente?» Quelli risposero e dissero al re: «Certo, o re!» 25 «Eppure», disse ancora il re, «io vedo quattro uomini, sciolti, che camminano in mezzo al fuoco, senza avere sofferto nessun danno; e l’aspetto del quarto è simile a quello di un figlio degli dèi[f]. 26 Nabucodonosor si avvicinò alla bocca della fornace ardente e disse: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, servi del Dio altissimo, venite fuori!» E Sadrac, Mesac e Abed-Nego uscirono dal fuoco.

27 I satrapi, i prefetti, i governatori e i consiglieri del re si radunarono, osservarono quegli uomini e videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere e che neppure un capello del loro capo era stato bruciato, che le loro tuniche non erano alterate e che essi non avevano neppure odore di fuoco. 28 Nabucodonosor prese a dire: «Benedetto sia il Dio di Sadrac, di Mesac e di Abed-Nego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui, hanno trasgredito l’ordine del re, hanno esposto i loro corpi per non servire né adorare alcun altro Dio che il loro. 29 Perciò ordino quanto segue: chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, dirà male del Dio di Sadrac, Mesac e Abed-Nego, sia fatto a pezzi e la sua casa ridotta in un letamaio; perché non c’è nessun altro dio che possa salvare in questo modo». 30 Allora il re fece prosperare Sadrac, Mesac e Abed-Nego nella provincia di Babilonia.

Il grande albero, sogno di Nabucodonosor, spiegato da Daniele

(O)«Il re Nabucodonosor alle genti di ogni popolo, nazione e lingua, che abitano su tutta la terra. Pace e prosperità vi siano date in abbondanza.

Mi è parso bene di far conoscere i segni e i prodigi che il Dio altissimo ha fatto per me. Come sono grandi i suoi segni! Come sono potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione.

Io, Nabucodonosor, ero tranquillo in casa mia e felice nel mio palazzo. Ebbi un sogno che mi spaventò. I pensieri che mi assalivano mentre ero a letto e le visioni del mio spirito mi riempirono di terrore. Ordinai, perciò, di condurre in mia presenza tutti i saggi di Babilonia perché mi dessero l’interpretazione del sogno. Allora vennero i magi, gli incantatori, i Caldei e gli astrologi; io raccontai loro il sogno, ma essi non poterono darmene l’interpretazione. Infine si presentò davanti a me Daniele, detto Baltazzar, dal nome del mio dio, e nel quale è lo spirito degli dèi santi, e io gli raccontai il sogno: “Baltazzar, capo dei magi, io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun mistero ti mette in difficoltà. Ecco le visioni che ho avuto nel sogno: tu dammi la loro interpretazione. 10 Queste sono le visioni della mia mente[g] mentre ero sul mio letto: io guardavo, ed ecco, in mezzo alla terra c’era un albero la cui altezza era grande. 11 L’albero era diventato alto e robusto, la sua altezza giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità di tutta la terra. 12 Il suo fogliame era bello, il suo frutto era così abbondante che tutti potevano nutrirsene. Le bestie dei campi si riparavano sotto la sua ombra, gli uccelli del cielo abitavano fra i suoi rami e ogni creatura si nutriva del suo frutto. 13 Nelle visioni che ebbi, mentre ero a letto, vidi uno dei santi veglianti scendere dal cielo 14 e gridare con forza: ‘Abbattete l’albero e tagliate i suoi rami; scotete il fogliame e disperdete il suo frutto; fuggano gli animali dalla sua ombra e gli uccelli dai suoi rami! 15 Però lasciate in terra il ceppo e le sue radici, ma legati con catene di ferro e di bronzo, tra l’erba dei campi; sia bagnato dalla rugiada del cielo e, come gli animali, abbia in sorte l’erba della terra. 16 Gli sia cambiato il cuore: invece di un cuore umano, gli sia dato un cuore di bestia, e passino su di lui sette tempi. 17 Questa è la decisione dei veglianti, e la sentenza proviene dai santi, affinché i viventi sappiano che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole, e vi innalza il più misero degli uomini’. 18 Questo è il sogno che io, il re Nabucodonosor, ho fatto; ora tu, Baltazzar, dammene l’interpretazione, perché nessuno dei saggi del mio regno è in grado di darmela; ma tu puoi, perché lo spirito degli dèi santi è in te”».

19 Allora Daniele, detto Baltazzar, rimase per un momento sbigottito e i suoi pensieri lo turbavano. Ma il re gli disse: «Baltazzar, il sogno e l’interpretazione non ti spaventino!» Baltazzar rispose e disse: «Mio signore, il sogno si avveri per i tuoi nemici, e la sua interpretazione per i tuoi avversari! 20 L’albero che il re ha visto e che era diventato alto e robusto, al punto che la sua altezza giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità della terra, 21 l’albero dal fogliame bello, dal frutto abbondante in grado di nutrire tutti, sotto il quale si riparavano le bestie dei campi e tra i cui rami abitavano gli uccelli del cielo, 22 sei tu, o re! Tu sei diventato grande e potente: la tua grandezza giunge fino al cielo e il tuo dominio si estende fino alle estremità della terra. 23 Poi il re ha visto un santo vegliante che scendeva dal cielo e diceva: “Abbattete l’albero e distruggetelo, però lasciate in terra il ceppo e le sue radici, legati con catene di ferro e di bronzo, fra l’erba dei campi; sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con gli animali della campagna finché siano passati sopra di lui sette tempi”. 24 Questa è l’interpretazione, o re; è un decreto dell’Altissimo, che sarà eseguito sul re mio signore: 25 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare l’erba come ai buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te finché tu riconoscerai che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole. 26 Quanto poi all’ordine di lasciare il ceppo con le radici dell’albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il dominio appartiene al cielo. 27 Perciò, o re, accetta il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli afflitti. Forse la tua prosperità potrà essere prolungata».

28 (P)Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor. 29 Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia, 30 il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?» 31 Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; 32 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi, ti daranno da mangiare erba come ai buoi e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole». 33 Nello stesso istante quella parola si adempì su Nabucodonosor. Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l’erba come i buoi, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i capelli gli crebbero come le penne delle aquile e le sue unghie diventarono come quelle degli uccelli.

34 «Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l’Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione. 35 Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e con gli abitanti della terra, e non c’è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: “Che fai?” 36 In quel tempo la ragione tornò in me; la gloria del mio regno, la mia maestà e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu superiore a quella che avevo prima. 37 Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono vere e le sue vie giuste, ed egli ha il potere di umiliare quelli che procedono con superbia».

Il banchetto di Baldassar; Babilonia conquistata

(Q)Il re Baldassar fece un grande banchetto per mille dei suoi grandi e bevve vino in loro presenza. Mentre stava assaporando il vino, Baldassar ordinò che si portassero i vasi d’oro e d’argento che Nabucodonosor, suo padre, aveva preso dal tempio di Gerusalemme, perché il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine se ne servissero per bere. Allora furono portati i vasi d’oro che erano stati presi nel tempio, nella casa di Dio, che era in Gerusalemme; il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere. Bevvero il vino e lodarono gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra.

In quel momento apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere, di fronte al candeliere, sull’intonaco della parete del palazzo reale. Il re vide quel pezzo di mano che scriveva. Allora il re cambiò colore e i suoi pensieri lo spaventarono; le giunture dei suoi fianchi si rilassarono e le sue ginocchia cominciarono a sbattere l’una contro l’altra. A voce alta il re gridò che si facessero entrare gli incantatori, i Caldei e gli astrologi, e il re disse ai saggi di Babilonia: «Chiunque leggerà questo scritto e me ne darà l’interpretazione sarà vestito di porpora, porterà una collana d’oro al collo e sarà terzo nel governo del regno». Allora entrarono tutti i saggi del re, ma non furono capaci di leggere lo scritto né di darne l’interpretazione al re. Il re Baldassar fu perciò preso da grande spavento e cambiò colore, e i suoi grandi furono costernati.

10 La regina udì le parole del re e dei suoi grandi, ed entrata nella sala del banchetto disse: «Vivi in eterno, o re! I tuoi pensieri non ti spaventino e non ti facciano impallidire! 11 C’è un uomo, nel tuo regno, in cui è lo spirito degli dèi santi. Già al tempo di tuo padre si trovavano in lui una luce, un’intelligenza e una saggezza pari alla saggezza degli dèi. Il re Nabucodonosor, tuo padre, lo fece capo dei magi, degli incantatori, dei Caldei e degli astrologi, 12 poiché in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baltazzar, fu trovato uno spirito straordinario, conoscenza, intelligenza e la facoltà di interpretare i sogni, di spiegare enigmi e di risolvere questioni difficili. Si chiami dunque Daniele ed egli darà l’interpretazione».

13 Allora Daniele fu introdotto alla presenza del re, e il re gli disse: «Sei tu Daniele, uno dei Giudei che il re mio padre condusse qui in esilio dalla Giudea? 14 Io ho sentito dire che tu possiedi lo spirito degli dèi, che in te si trovano luce, intelligenza e una saggezza straordinaria. 15 Poco fa sono stati introdotti davanti a me i saggi e gli incantatori per leggere questa scrittura e darmene l’interpretazione, ma non ne sono stati capaci. 16 Però ho sentito dire che tu sai dare interpretazioni e risolvere questioni difficili; ora, se puoi leggere questo scritto e farmene conoscere l’interpretazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e sarai il terzo nel governo del regno».

17 Allora Daniele rispose al re e disse: «Serba i tuoi doni per te e dà a un altro le tue ricompense! Tuttavia io leggerò lo scritto al re e gliene darò l’interpretazione. 18 O re, il Dio altissimo aveva dato regno, grandezza, gloria e maestà a tuo padre Nabucodonosor. 19 Per questa grandezza che Dio gli aveva dato, le genti di ogni popolo, nazione e lingua temevano e tremavano alla sua presenza. Egli faceva morire chi voleva, lasciava in vita chi voleva; innalzava chi voleva, abbassava chi voleva. 20 Ma quando il suo cuore divenne orgoglioso e il suo spirito s’indurì fino a diventare tracotante, il re fu deposto dal suo trono e gli fu tolta la sua gloria; 21 fu scacciato di mezzo agli uomini e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie. Abitò con gli asini selvatici, gli fu dato da mangiare erba come ai buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo finché non riconobbe che il regno degli uomini appartiene al Dio altissimo, il quale vi stabilisce sopra chi vuole. 22 E tu, Baldassar, suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, benché tu sapessi tutto questo, 23 ma ti sei innalzato contro il Signore del cielo. Ti sono stati portati i vasi della casa di Dio e in essi avete bevuto tu, i tuoi grandi, le tue mogli e le tue concubine; tu hai lodato gli dèi d’argento, d’oro, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato il Dio che ha nella sua mano il tuo soffio vitale, e dal quale dipendono tutte le tue vie. 24 Perciò egli ha mandato quel pezzo di mano che ha tracciato quello scritto. 25 Ecco le parole che sono state scritte: “Mené, Mené, Tèchel, U-Parsin[h]”. 26 Questa è l’interpretazione delle parole: Mené, Dio ha fatto il conto del tuo regno e gli ha posto fine; 27 Tèchel, tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante. 28 Perès, il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani».

29 Allora, per ordine di Baldassar, Daniele fu vestito di porpora, gli fu messa al collo una collana d’oro e fu proclamato terzo nel governo del regno.

30 In quella stessa notte Baldassar, re dei Caldei, fu ucciso, 31 e Dario il Medo ricevette il regno all’età di sessantadue anni.

Daniele nella fossa dei leoni

(R)Parve bene a Dario di affidare l’amministrazione del suo regno a centoventi satrapi distribuiti in tutte le province del regno. Sopra di loro nominò tre capi, uno dei quali era Daniele, perché i satrapi rendessero conto a loro e il re non dovesse soffrire alcun danno. Questo Daniele si distingueva tra i capi e i satrapi, perché c’era in lui uno spirito straordinario; il re pensava di stabilirlo sopra tutto il suo regno.

Allora i capi e i satrapi cercarono di trovare un’occasione per accusare Daniele circa l’amministrazione del regno, ma non potevano trovare alcuna occasione né alcun motivo di riprensione, perché egli era fedele e non c’era in lui alcuna mancanza da potergli rimproverare. Quegli uomini dissero dunque: «Noi non avremo nessun pretesto per accusare questo Daniele, se non lo troviamo in quello che concerne la legge del suo Dio». Allora capi e satrapi vennero tumultuosamente presso il re e gli dissero: «Vivi in eterno, o re Dario! Tutti i capi del regno, i prefetti e i satrapi, i consiglieri e i governatori si sono accordati perché il re promulghi un decreto e imponga un severo divieto: chiunque, per un periodo di trenta giorni, rivolgerà una richiesta a qualsiasi dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni. Ora, o re, promulga il divieto e firma il decreto, perché sia immutabile, conformemente alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile».

Il re Dario quindi firmò il decreto e il divieto.

10 Quando Daniele seppe che il decreto era firmato, andò a casa sua e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima. 11 Allora quegli uomini accorsero in fretta e trovarono Daniele che pregava e invocava il suo Dio. 12 Poi si recarono dal re e gli ricordarono il divieto reale: «Non hai tu decretato che chiunque per un periodo di trenta giorni farà una richiesta a qualsiasi dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni?» Il re rispose e disse: «Così ho stabilito secondo la legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile». 13 Allora quelli ripresero la parola e dissero al re: «Daniele, uno dei deportati dalla Giudea, non tiene in nessun conto né te né il divieto che tu hai firmato, o re, ma prega il suo Dio tre volte al giorno».

14 Udito questo, il re ne fu molto addolorato; si mise in animo di liberare Daniele e fino al tramonto del sole fece di tutto per salvarlo. 15 Ma quegli uomini vennero tumultuosamente dal re e gli dissero: «Sappi, o re, che la legge dei Medi e dei Persiani vuole che nessun divieto o decreto promulgato dal re venga mutato». 16 Allora il re ordinò che Daniele fosse preso e gettato nella fossa dei leoni. E il re parlò a Daniele e gli disse: «Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, sarà lui a liberarti». 17 Poi fu portata una pietra e fu messa sull’apertura della fossa; il re la sigillò con il suo anello e con l’anello dei suoi grandi, perché nulla fosse mutato riguardo a Daniele.

18 Allora il re ritornò al suo palazzo e digiunò tutta la notte; non fece venire nessuna delle concubine e non riuscì a dormire. 19 La mattina il re si alzò molto presto, appena fu giorno, e si recò in fretta alla fossa dei leoni. 20 Quando fu vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce angosciata e gli disse: «Daniele, servo del Dio vivente! Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, ha potuto liberarti dai leoni?» 21 Daniele rispose al re: «Vivi per sempre, o re! 22 Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso la bocca dei leoni; essi non mi hanno fatto nessun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui, e anche davanti a te, o re, non ho fatto niente di male». 23 Allora il re fu molto contento e ordinò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Daniele fu tirato fuori dalla fossa e non si trovò su di lui nessuna ferita, perché aveva avuto fiducia nel suo Dio. 24 Per ordine del re, gli uomini che avevano accusato Daniele furono presi e gettati nella fossa dei leoni con i loro figli e le loro mogli. Non erano ancora giunti in fondo alla fossa, che i leoni si lanciarono su di loro e stritolarono tutte le loro ossa.

25 (S)Allora il re Dario scrisse alle genti di ogni popolo, nazione e lingua che abitavano su tutta la terra: «Pace e prosperità vi siano date in abbondanza! 26 Io decreto che in tutto il territorio del mio regno si tema e si rispetti il Dio di Daniele, perché è il Dio vivente che dura in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo dominio durerà sino alla fine. 27 Egli libera e salva, fa segni e prodigi in cielo e in terra. È lui che ha liberato Daniele dalle zampe dei leoni».

28 Daniele prosperò durante il regno di Dario e durante il regno di Ciro, il Persiano.

La visione dei quattro animali

(T)Nel primo anno di Baldassar, re di Babilonia, Daniele fece un sogno, mentre era a letto, ed ebbe delle visioni nella sua mente. Poi scrisse il sogno e ne fece il racconto.

Daniele disse: «Io guardavo, nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul mar Grande[i] i quattro venti del cielo. Quattro grandi bestie salirono dal mare, una diversa dall’altra. La prima era simile a un leone e aveva ali d’aquila. Io guardai, finché non le furono strappate le ali; fu sollevata da terra, fu fatta stare in piedi come un uomo e le fu dato un cuore umano. Poi vidi una seconda bestia, simile a un orso; essa stava eretta sopra un fianco, teneva tre costole in bocca fra i denti e le fu detto: “Àlzati, mangia molta carne!” Dopo questo, io guardavo e vidi un’altra bestia, simile a un leopardo con quattro ali d’uccello sul dorso; aveva quattro teste e le fu dato il dominio. Io continuavo a guardare le visioni notturne, ed ecco una quarta bestia spaventosa, terribile, straordinariamente forte. Aveva grossi denti di ferro; divorava, sbranava e stritolava con le zampe ciò che restava; era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna. Stavo osservando queste corna, quand’ecco spuntare in mezzo a quelle un altro piccolo corno davanti al quale tre delle prime corna furono divelte. Quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che pronunciava parole arroganti.

Io continuai a guardare e vidi collocare dei troni, e un vegliardo[j] sedersi. La sua veste era bianca come la neve e i capelli del suo capo erano simili a lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono, che aveva ruote di fuoco ardente. 10 Un fiume di fuoco scaturiva e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano, diecimila miriadi gli stavano davanti. Si tenne il giudizio e i libri furono aperti. 11 Io guardavo ancora, a motivo delle parole arroganti che il corno pronunciava; guardai fino a quando la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto, gettato nel fuoco per essere arso. 12 Le altre bestie furono private del loro potere; ma fu loro concesso un prolungamento di vita per un tempo determinato.

13 Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d’uomo[k]. Egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; 14 gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto.

15 (U)«Quanto a me, Daniele, il mio spirito fu turbato dentro di me e le visioni della mia mente mi spaventarono. 16 Mi avvicinai a uno dei presenti e gli chiesi il vero senso di ciò che avevo visto. Egli mi rispose e mi diede l’interpretazione delle visioni: 17 “Queste quattro grandi bestie sono quattro re che sorgeranno dalla terra; 18 poi i santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, eternamente”.

19 Allora volli conoscere la verità intorno alla quarta bestia che era diversa da tutte le altre, straordinariamente terribile, che aveva denti di ferro e unghie di bronzo, che divorava, sbranava e calpestava il resto con le zampe. 20 Chiesi pure spiegazioni delle dieci corna che aveva sul capo, del corno che spuntava e davanti al quale ne erano cadute tre; quel corno aveva occhi e una bocca che proferiva parole arroganti, e appariva maggiore delle altre corna. 21 Io vidi quel corno fare guerra ai santi e avere il sopravvento, 22 finché non giunse il vegliardo. Allora il potere di giudicare fu dato ai santi dell’Altissimo, e venne il tempo che i santi ebbero il regno.

23 Ed egli mi disse: “La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà. 24 Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; e dopo quelli sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re. 25 Egli parlerà contro l’Altissimo, affliggerà i santi dell’Altissimo e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo. 26 Poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre. 27 Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno”.

28 Qui finisce il racconto. Quanto a me, Daniele, fui molto spaventato dai miei pensieri e il mio volto cambiò colore. Ma conservai tutto questo nel mio cuore».

Visione del montone e del capro

(V)«Nel terzo anno del regno del re Baldassar, io, Daniele, ebbi una visione dopo quella che avevo avuto prima. Quando ebbi la visione ero a Susa, la residenza reale che è nella provincia di Elam, ma nella visione mi trovavo presso il fiume Ulai.

Alzai gli occhi, guardai, ed ecco in piedi davanti al fiume un montone che aveva due corna. Erano alte, ma un corno era più alto dell’altro; il più alto era cresciuto dopo. Vidi il montone che cozzava a occidente, a settentrione e a mezzogiorno. Nessun animale poteva resistergli e non c’era nessuno che potesse liberare dal suo potere; esso faceva quello che voleva e diventò grande.

Mentre stavo considerando questo, ecco venire dall’occidente un capro, che percorreva tutta la terra senza toccare il suolo; questo capro aveva un grosso corno fra gli occhi. Il capro si avvicinò al montone dalle due corna, che avevo visto in piedi davanti al fiume, e gli si avventò addosso, con tutta la sua forza. Lo vidi avvicinarsi al montone, infierire contro di lui, colpirlo e spezzargli le due corna. Il montone non ebbe la forza di resistergli, e il capro lo gettò a terra e lo calpestò; non ci fu nessuno che potesse liberare il montone dal potere di quello. Il capro si irrobustì ma, quando fu al culmine della sua potenza, il suo gran corno si spezzò; al suo posto spuntarono quattro grandi corna verso i quattro venti del cielo.

Da uno di essi uscì un piccolo corno, che si ingrandì enormemente in direzione del mezzogiorno, dell’oriente e del paese splendido. 10 Crebbe fino a raggiungere l’esercito del cielo; fece cadere a terra una parte di quell’esercito e delle stelle, e le calpestò. 11 Si innalzò fino al capo di quell’esercito, gli tolse il sacrificio quotidiano e sconvolse il luogo del suo santuario. 12 Un esercito fu abbandonato, così pure il sacrificio quotidiano, a causa dell’iniquità, e la verità venne gettata a terra; ma esso prosperò nelle sue imprese. 13 Poi udii un santo che parlava. E un altro santo chiese a quello che parlava: «Fino a quando durerà la visione del sacrificio quotidiano, dell’iniquità devastatrice, del luogo santo e dell’esercito abbandonati per essere calpestati?» 14 Egli mi rispose: “Fino a duemilatrecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato”.

15 Mentre io, Daniele, avevo questa visione e cercavo di comprenderla, ecco in piedi davanti a me una figura simile a un uomo. 16 E udii la voce di un uomo in mezzo al fiume Ulai, che gridò e disse: “Gabriele, spiegagli la visione!” 17 Ed egli venne vicino al luogo dove stavo io; alla sua venuta io fui spaventato e mi prostrai con la faccia a terra, ma egli mi disse: “Sta’ bene attento, o figlio d’uomo, perché questa visione riguarda il tempo della fine”. 18 Mentre egli mi parlava, io mi lasciai andare con la faccia a terra, profondamente assopito; ma egli mi toccò e mi fece stare in piedi. 19 Poi disse: “Ecco, io ti farò sapere ciò che avverrà nell’ultimo tempo dell’indignazione; perché la visione riguarda il tempo della fine. 20 Il montone con due corna, che tu hai visto, rappresenta i re di Media e di Persia. 21 Il capro irsuto è il re di Grecia[l]; e il suo gran corno, fra i suoi occhi, è il primo re. 22 Le quattro corna, sorte al posto di quello spezzato, sono quattro regni che sorgeranno da questa nazione, ma non con la stessa sua potenza. 23 Alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura delle loro ribellioni, sorgerà un re dall’aspetto feroce ed esperto in intrighi. 24 Il suo potere si rafforzerà, ma non per la sua propria forza. Egli sarà causa di rovine inaudite, prospererà nelle sue imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi. 25 A motivo della sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, il suo cuore si inorgoglirà e distruggerà molte persone che si credevano al sicuro. Si ergerà pure contro il principe dei prìncipi, ma sarà infranto senza intervento umano. 26 La visione delle sere e delle mattine, di cui si è parlato, è vera. Ma tu tieni segreta la visione, perché si riferisce a un tempo lontano”.

27 Allora, io, Daniele, svenni e fui malato per diversi giorni; poi mi alzai e feci gli affari del re. Io ero stupito della visione, ma nessuno se ne accorse».

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

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