Bible in 90 Days
17 Tre giorni dopo il suo arrivo, Paolo fece convocare i capi giudei locali, e, quando si furono riuniti, disse loro:
«Fratelli, sono stato arrestato dai Giudei di Gerusalemme e consegnato alle autorità di Roma, senza che avessi fatto niente, né contro il popolo, né contro le tradizioni dei nostri antenati. 18 I Romani, dopo avermi interrogato, volevano liberarmi, perché non avevano trovato nessun motivo per condannarmi a morte. 19 Ma, poiché i Giudei sʼopponevano a questa sentenza, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza avere con ciò lʼintenzione dʼaccusare il mio popolo. 20 Vi ho chiesto di venire qui oggi, per conoscervi e per spiegarvi la ragione per cui porto questa catena: perché credo che il Messia sia già venuto».
21 Gli altri risposero: «Noi non abbiamo saputo niente di male sul tuo conto. Non abbiamo ricevuto lettere dalla Giudea e nemmeno è venuto qualcuno da Gerusalemme a parlarci male di te. 22 Vogliamo, però, sentire come la pensi, perché lʼunica cosa che sappiamo di questi cristiani, è che trovano opposizione un poʼ dappertutto!»
23 Così, dopo aver fissato il giorno, molte persone si riunirono in casa di Paolo. Dalla mattina alla sera, Paolo parlava del Regno di Dio e cercava di convincerli per quel che riguardava Gesù, con le Scritture alla mano, i cinque libri di Mosè e i libri dei profeti.
24 Alcuni credettero, altri no. 25 Ma, dopo aver discusso a lungo fra loro, mentre stavano per andarsene, Paolo aggiunse solo queste parole: «Lo Spirito Santo aveva ben ragione quando, per mezzo del profeta Isaia, disse ai vostri antenati:
26 “Vaʼ a dire a questo popolo: udrete e vedrete, ma non capirete, guarderete più volte, ma non vedrete; 27 perché il vostro cuore è diventato insensibile, e siete diventati tutti duri dʼorecchi; avete chiuso gli occhi, perché non volevate vedere, né sentire, e neppure capire e tanto meno rivolgervi a me, il vostro Dio, perché io vi guarisca”». 28-29 Poi Paolo aggiunse: «Sappiate, dunque, che questa salvezza Dio ora la offre anche ai pagani, ed essi lʼaccetteranno».
30 Paolo visse per due anni in una casa presa in affitto, dove riceveva tutti quelli che venivano a trovarlo. 31 Egli predicava il Regno di Dio e insegnava tutto ciò che riguardava il Signore Gesù Cristo in piena libertà e senza essere ostacolato.
1 Cari fratelli di Roma, chi vi scrive è Paolo, servo di Gesù Cristo, scelto come missionario e mandato a predicare il Vangelo di Dio. 2 Questo messaggio di salvezza fu promesso già molto tempo fa dai profeti di Dio nellʼAntico Testamento. 3 È la buona notizia che parla di suo Figlio, Gesù Cristo, nostro Signore, che si fece uomo, nacque dalla stirpe del re Davide 4 e, per quanto riguarda la santità della sua natura, dimostrò in modo potente di essere Figlio di Dio, resuscitando dai morti.
5 Ed ora, da Gesù Cristo, nostro Signore, abbiamo ricevuto la grazia di Dio e lʼincarico di riportare tutti i popoli della terra sulla strada della ubbidienza a Dio e della fede in lui.
6-7 Tra questi, ci siete anche voi che state a Roma: anche voi siete fra quelli che Dio ama; anche voi siete stati chiamati da Gesù Cristo per appartenergli, per essere santi. Possiate avere la pace e la grazia da Dio, nostro Padre, e dal nostro Signore, Gesù Cristo.
La fede dà la vita
8 Prima di tutto, voglio dirvi che ovunque io vada, sento parlare di voi! Perché la vostra fede in Dio è conosciuta in tutto il mondo. Ringrazio Dio, per mezzo di Gesù Cristo, di quello che ha fatto per tutti voi. 9 Dio sa quanto prego per voi. Giorno e notte vi ricordo nelle mie preghiere a colui che servo con tutte le mie forze, annunciando agli altri il Vangelo di suo Figlio.
10 Una delle cose per cui continuo a pregare è che, finalmente, per volontà di Dio, possa trovare in qualche modo lʼoccasione di venire da voi, 11-12 perché desidero con tutto il cuore vedervi, per rendervi partecipi di qualche dono spirituale che vi aiuti a crescere forti nel Signore o, ancor meglio, perché, quando sarò con voi, ci si possa incoraggiare a vicenda per mezzo della fede che abbiamo in comune.
13 Voglio che sappiate, cari fratelli, che molte volte mi ero proposto di venire da voi, per raccogliere anche fra voi qualche buon risultato, proprio come ho fatto tra gli altri popoli, ma finora non mi è stato possibile. 14 Mi sento in debito verso di voi e verso tutti gli altri: sia popoli civili, che barbari; sia verso i colti, che verso gli ignoranti. 15 Quindi, per quanto mi riguarda, farò tutto ciò che mi è possibile, per venire anche da voi, a Roma, a predicare il Vangelo di Dio.
16 Io non mi vergogno del Vangelo, anzi, è proprio questo il mezzo potente, di cui Dio si serve per salvare chiunque crede. Da principio questo messaggio fu predicato soltanto agli Ebrei, ma ora tutti, anche i pagani, sono invitati a venire a Dio nello stesso modo. 17 Questo messaggio meraviglioso ci rivela che Dio ci riabilita ai suoi occhi, quando, per la nostra salvezza, riponiamo la nostra fede in Gesù Cristo. Ci dice inoltre che la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede. Come dice lʼAntico Testamento: «Lʼuomo giusto agli occhi di Dio vivrà per mezzo della fede».
La disobbedienza porta alla morte
18 Ma Dio manifesta la sua ira dal cielo contro tutti gli uomini peccatori e malvagi, che soffocano nellʼingiustizia la verità. 19 Essi conoscono per istinto la verità che riguarda Dio, perché è stato Dio stesso a mettere questa conoscenza nel loro cuore. 20 Infatti, fin dai tempi dei tempi, gli uomini hanno visto la terra, il cielo e tutto ciò che Dio ha creato, scoprendo così lʼesistenza di Dio e la sua infinita, eterna potenza. Perciò non avranno scuse (quando si presenteranno davanti a Dio il giorno del giudizio).
21 Perché, pur conoscendo Dio, non lʼhanno accettato, non lʼhanno adorato, e tanto meno lʼhanno ringraziato per tutto ciò che egli fa per loro di giorno in giorno. Si sono abbandonati, invece, a sciocchi ragionamenti e si sono confusi sempre di più. 22 Pensando di essere intelligenti, hanno dimostrato invece di essere dei pazzi. 23 Allora, invece di adorare il Dio glorioso ed eterno, si sono fatti degli idoli di legno o di pietra, dalla forma di uccelli, animali, serpenti, o di semplici mortali.
24 Perciò, Dio li ha abbandonati ai loro desideri perversi. Che facessero pure quelle cose vili e peccaminose che desideravano fare, contaminando così i loro corpi! 25 Loro, che anziché credere alla verità di Dio, hanno preferito credere alla menzogna, adorando e servendo le cose create, invece del loro creatore, il Signore che è benedetto in eterno.
26 Ecco perché Dio li ha abbandonati a se stessi, presi da passioni infami: donne che, cambiando lʼusanza naturale, hanno avuto rapporti con altre donne. 27 E così gli uomini che, anziché avere normali rapporti sessuali con le donne, eccitati dalla libidine gli uni verso gli altri, hanno fatto cose vergognose fra loro; e per questo hanno ricevuto in pieno ciò che meritavano. 28 E, siccome non si sono dati pena di mantenere la vera conoscenza di Dio, il Signore li ha lasciati in balìa della loro mente corrotta. Che facciano pure tutte quelle cose immorali!
29 Eccoli: sono pieni dʼogni specie di peccato e di perversione, di cupidigia e di malignità. Da tutti i pori sprizzano invidia, omicidio, violenza, frode, malignità. 30 Sono traditori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, vanagloriosi, pensano sempre a nuovi modi di peccare, e sono ribelli ai genitori. 31 Sono insensati, sleali, incapaci di amare e di provare pietà. 32 E nonostante sappiano che Dio condanna a morte quelli che fanno queste cose, non soltanto le fanno, ma approvano anche quelli che le commettono.
La punizione
2 «Ma», direte voi, «stai parlando proprio di gentaccia!» Aspettate un momento. Quando dite che queste persone, di cui parlo, sono malvagie e meritano una punizione, condannate voi stessi, perché anche voi fate esattamente le stesse cose. Voi non siete diversi. 2 Noi sappiamo che Dio, nella sua giustizia punirà chiunque faccia cose del genere. 3 O pensate, forse, che Dio giudichi e condanni gli altri, che agiscono così, e risparmi voi, che fate altrettanto? 4 Ma non capite quanto sia paziente il Signore verso di voi? O forse non ve ne importa? Non vʼaccorgete che egli ha aspettato tutto questo tempo, senza punirvi, per darvi modo di pentirvi dei vostri peccati? La sua pazienza vuole portarvi al pentimento.
5 Ma no, voi non volete ascoltare e continuando, testardi, a non volervi pentire, attirate su di voi una tremenda punizione per il giorno dellʼira di Dio, in cui egli sarà il giusto giudice di ogni cosa. 6 Allora Dio darà a ciascuno ciò che si merita, secondo le proprie azioni. 7 La vita eterna a quelli che, facendo continuamente il bene, cercano gloria, onore e immortalità. 8 Una punizione terribile, invece, a quelli che si ribellano alla verità di Dio, per dare ascolto allʼingiustizia, allʼira e allʼindignazione. 9 Quante tribolazioni e dolori colpiranno chi fa del male! Innanzitutto gli Ebrei, e poi tutti gli altri, 10 ma a quelli che fanno il bene, Dio darà gloria, onore e pace, prima agli Ebrei, e poi a tutti gli altri, 11 perché davanti a Dio sono tutti uguali. 12-15 Il Signore punirà il peccato in ogni sua forma. Punirà i pagani per i loro peccati anche se non hanno mai avuto le sue leggi scritte, perché in fondo al loro cuore sanno distinguere il bene dal male.
Le sue leggi sono scritte dentro di loro, ed è la loro coscienza che li accusa, oppure li discolpa. Allo stesso modo, Dio punirà gli Ebrei per aver peccato, perché, pur avendo le sue leggi, non le osservano. Sanno che cosa è il bene, ma non lo fanno. Dopo tutto, per ottenere la salvezza, non serve a niente sapere che cosa fare, se non lo si mette in pratica. 16 Verrà il giorno in cui, al comando di Dio, Gesù Cristo giudicherà le azioni segrete di tutti gli esseri umani; questo fa parte del grande piano di Dio, che io annuncio.
17 Voi Ebrei pensate che fra Dio e voi sia tutto a posto, perché vi ha affidato le sue leggi; e vi vantate di avere un rapporto speciale con lui. 18 Conoscete la sua volontà e distinguete la differenza tra il male e il bene, e approvate il bene, perché fin da piccoli siete stati educati secondo le sue leggi. 19 Per questo credete addirittura di essere una guida per i ciechi spirituali, una luce per quelli che sono nel buio; pensate di poter guidare glʼignoranti e 20 di educare i semplici, perché conoscete così bene le leggi di Dio piene di saggezza e verità. Come mai, allora, 21 tu che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi agli altri che non si deve rubare, perché rubi? 22 Tu che dici che non si deve commettere adulterio, perché commetti adulterio? E perché, tu stesso, dopo aver detto: «Non pregate gli idoli», fai affari nei loro templi?
23 Perché, visto che andate tanto fieri di conoscere la legge di Dio, disonorate Dio, trasgredendola? 24 Quindi non cʼè da meravigliarsi se, comʼè detto nelle Scritture: «Per colpa vostra, gli stranieri che non credono parlano male di Dio».
25 Essere Ebreo ha valore, se si osservano le leggi di Dio; ma se non lo fate, siete né più né meno come i pagani. 26 Se, invece, sono i pagani ad osservare le leggi di Dio, il Signore darà loro i diritti e gli onori che aveva riservato agli Ebrei! 27 Di conseguenza, chi è pagano di nascita, se ubbidisce alle leggi, sarà in condizione di giudicare voi, che ne sapete tanto di Dio e siete circoncisi, ma non ubbidite alle sue leggi.
28 Perché per essere veri Ebrei, non basta avere genitori ebrei o essere circoncisi; non sono le cose esterne che contano. 29 Il vero Ebreo è colui che è tale nel suo intimo, la vera circoncisione è la circoncisione del cuore operata dallo Spirito e non quella della legge scritta. Soltanto chi è cambiato in questo modo sarà lodato, non dagli uomini, ma da Dio!
I vantaggi di essere Ebrei
3 A che serve allora essere Ebrei? Non ci sono privilegi per gli Ebrei da parte del Signore? Non cʼè, quindi, alcun valore nella cerimonia della circoncisione? 2 Sì, essere Ebrei porta molti vantaggi.
Prima di tutto, è agli Ebrei che Dio ha dato le sue leggi (perché conoscessero la sua volontà e la mettessero in pratica). 3 È vero che alcuni di loro furono infedeli, ma la loro infedeltà può impedire forse a Dio di mantenere le sue promesse? 4 Certo che no! Benché tutti gli uomini siano bugiardi, Dio è sempre fedele. Vi ricordate ciò che dice in proposito il libro dei Salmi? Che ad ogni prova le parole del Signore risulteranno sempre vere e giuste, ed egli trionferà ogni volta che sarà giudicato.
5 Alcuni diranno: «Dopo tutto aver rotto il nostro patto con Dio è una cosa positiva, i nostri peccati servono a qualcosa, perché è proprio notando quanto siamo malvagi noi, che risulta più evidente la bontà di Dio. È giusto allora che il Signore ci punisca, quando i nostri peccati lo mettono in buona luce?» (Questo è ciò che dice certa gente). 6 No, di certo! Altrimenti, che Dio sarebbe, se lasciasse correre il peccato? Come potrebbe mai giudicare qualcuno? 7 Qualcuno potrebbe ancora aggiungere: «Perché Dio mi condanna come peccatore, quando la mia disonestà non fa che portargli gloria, mettendo in risalto la sua giustizia, in contrasto con le mie menzogne?» 8 Continuando a ragionare in questo modo, si giungerebbe a questa conclusione: peggio siamo, più facciamo piacere a Dio! Se la meritano davvero la dannazione quelli che dicono in giro queste cose! Eppure, alcuni mi calunniano, e affermano che è proprio questo ciò che faccio e insegno!
9 Ricapitolando: possiamo dunque affermare che noi Ebrei siamo migliori degli altri? Assolutamente no, perché abbiamo già dimostrato che tutti gli uomini, senza distinzione, sono peccatori, sia Ebrei che stranieri. 10 Come dicono le Scritture:
«Non cʼè nessuno che sia giusto, nemmeno uno.
11 Nessuno che capisce, nessuno che cerchi Dio.
12 Tutti si sono sviati, e hanno preso la strada sbagliata. Tutti insieme si sono corrotti. Non cʼè nessuno che faccia il bene, no, neppure uno.
13 Parlano in modo osceno, che ripugna come il tanfo di una tomba aperta. La loro lingua è pronta alle bugie, nelle loro parole cʼè il veleno delle vipere.
14 La loro bocca è piena di maledizioni e di odio.
15 Ad uccidere non ci pensano due volte.
16 Ovunque vadano, lasciano dietro di sé miseria e rovina, 17 e non conoscono la via della pace.
18 Se ne infischiano di Dio e di quello che pensa di loro».
19 Così il giudizio di Dio pesa gravemente sopra gli Ebrei, perché erano loro i responsabili delle leggi di Dio e dovevano osservarle, anziché fare i loro sporchi comodi. Perciò nessuno di loro ha delle scuse, e il mondo intero deve stare in silenzio, colpevole davanti al Signore onnipotente.
20 Vi rendete conto ora? Nessuno può essere riconosciuto giusto da Dio per mezzo dellʼubbidienza alle sue leggi. Infatti, più conosciamo le leggi di Dio, più ci rendiamo conto che non le osserviamo, anzi è proprio grazie a queste leggi che comprendiamo di essere peccatori.
21 Ma ora il Signore ci ha mostrato una via diversa per raggiungere il cielo, non quella dʼessere «abbastanza buoni» o di ubbidire alle sue leggi più che possiamo; ma una via nuova di cui hanno parlato i profeti nellʼAntico Testamento. 22 Oggi Dio dichiara che ci accetterà, ci trasformerà e ci porterà in cielo, se abbiamo fede che Gesù Cristo ci purifichi dai nostri peccati.
23-24 Tutti, senza, distinzione, sono dei peccatori senza la gloria di Dio, ma possono essere resi giusti gratuitamente, per dono di Dio, mediante la redenzione, che troviamo soltanto in Gesù Cristo.
25 Perché Gesù fu scelto da Dio come vittima propiziatoria, che ha preso su di sé la punizione dei nostri peccati. E la nostra fede nel sangue di Cristo ci dà la salvezza. In questo modo il Signore è stato assolutamente giusto, 26 sia in passato, perché tollerava pazientemente i peccati in vista del perdono, sia nel presente, perché dimostra la sua giustizia con lʼespiazione di Cristo. Così, pur rimanendo giusto, Dio può accogliere i peccatori che hanno fede in Gesù, perché Gesù ha già pagato per loro.
27 Di che possiamo vantarci allora? Assolutamente di niente! Potremmo vantarci, forse, dʼavere ubbidito alla legge e di aver compiuto buone opere? No di certo! Possiamo aggrapparci soltanto alla legge della fede, 28 perché la nostra salvezza non è basata sulle nostre buone opere, ma su ciò che Cristo ha fatto per noi, che diventa nostro per mezzo della fede in lui. Così siamo salvati per mezzo della fede in Cristo, e non per le buone opere che facciamo.
29 Dio salva soltanto i Giudei in questo modo? Non è, forse, lui anche il Dio di tutti gli altri popoli? Certo, egli è anche il Dio degli stranieri, 30 perché esiste un solo Dio, che salverà sia gli Ebrei, per mezzo della fede in Cristo, che i non Ebrei, sempre grazie alla stessa fede. 31 Allora, se siamo salvati per fede, significa che non abbiamo più bisogno di ubbidire alle leggi di Dio? Certamente no! Al contrario, soltanto quando abbiamo la vera fede in Gesù, possiamo veramente ubbidire.
Lʼesempio di Abramo
4 Dal punto di vista umano, Abramo fu il fondatore della nazione ebraica. Che cosa possiamo dire nei suoi riguardi? 2 Fu forse per le sue buone azioni che Dio lʼaccettò? In questo caso, Abramo avrebbe avuto un motivo per vantarsi. Ma dal punto di vista di Dio, non aveva affatto ragione di essere orgoglioso. 3 Perché le Scritture ci dicono: «Abramo ebbe fede in Dio, e fu per questo che Dio lo dichiarò giusto».
4-5 Infatti quando uno fa un certo lavoro e riceve una retribuzione, questa retribuzione non gli viene data come dono, ma come qualcosa di dovuto. Mentre a chi non cerca di far valere la sua opera, ma ha fede in Dio, che giustifica il peccatore, la fede che ha gli viene riconosciuta come giustizia.
6 Il re Davide parlò di questo, descrivendo la felicità di un peccatore senza meriti, che è dichiarato innocente da Dio: 7 «Beati quelli a cui sono perdonate le colpe e cancellati i peccati! 8 Beato lʼuomo al quale il Signore non addebita peccati!»
9 A questo punto sorge la domanda: questa benedizione è soltanto per quelli che, oltre ad avere fede in Cristo, osservano anche le leggi ebraiche, o viene data anche a quelli che non seguono quelle leggi, ma hanno soltanto fede in Cristo? Abbiamo appena detto che: «Abramo ebbe fede in Dio, e fu per questo che Dio lo dichiarò giusto».
10 Ma fu soltanto per fede? Per rispondere a questa domanda, bisogna prima rispondere a questʼaltra: quando, esattamente, Dio diede questa benedizione ad Abramo? Ebbene, fu proprio prima che si sottoponesse alla circoncisione, cerimonia dʼiniziazione ebraica.
11 Fu soltanto più tardi, dopo che Dio gli aveva promesso di benedirlo per la sua fede, che Abramo fu circonciso. La circoncisione fu la dimostrazione che Abramo aveva già fede, e che Dio lo aveva già accettato e dichiarato giusto e buono ai suoi occhi, ancor prima che la cerimonia stessa avesse luogo. Così Abramo è il padre spirituale di quelli che credono e sono salvati, senza osservare le leggi ebraiche. Infatti, quelli che non osservano queste regole sono giustificati da Dio per la loro fede. 12 Allo stesso tempo, Abramo è anche il padre spirituale di quegli Ebrei che sono stati circoncisi. Dallʼesempio di Abramo, essi possono capire che non è questa cerimonia che li salva. Infatti Abramo trovò il favore di Dio soltanto per fede, prima di essere circonciso.
13 È chiaro, allora, che la promessa di Dio di dare tutta la terra ad Abramo ed ai suoi discendenti non fu fatta perché Abramo aveva ubbidito alle leggi di Dio, ma perché Dio lʼaveva considerato giusto a motivo della sua fede. 14 Quindi gli eredi di Dio non sono quelli che osservano le sue leggi: in tal caso le promesse di Dio fatte a quelli che hanno fede non avrebbero senso, e la fede sarebbe inutile. 15 Ma la sostanza è questa: quando cerchiamo di guadagnarci la salvezza e le benedizioni di Dio, seguendo le sue leggi, finiamo sempre nella sua ira, perché capita sempre che non riusciamo ad osservarle. Il solo modo per evitare di disubbidire alle leggi è quello di non avere leggi.
16 Quindi, è per la nostra fede che Dio ci dà le sue benedizioni, come un dono gratuito. Solo così siamo certi di ricevere queste benedizioni, sia che osserviamo o meno le leggi ebraiche. Lʼimportante è avere la stessa fede di Abramo che, in materia di fede, è il padre di tutti quanti noi.
17 È proprio questo che intendono le Scritture, quando dicono che Dio fece di Abramo il padre di molte nazioni. Il Signore accetterà ogni persona di qualsiasi nazione, purché creda in lui, come fece Abramo. Questa promessa viene da Dio stesso, il Dio che fa rivivere i morti, quel Dio che chiama esistenti le cose che non esistono.
18 Così, quando Dio disse ad Abramo che gli avrebbe dato un figlio, il quale avrebbe avuto molti discendenti da cui sarebbe nata una grande nazione, Abramo gli credette, anche se questa promessa andava contro ogni ragionamento logico. 19 La sua fede era così forte che Abramo non si preoccupò di essere troppo vecchio per diventare padre, (aveva quasi centʼanni), né si preoccupò che Sara, sua moglie, a novantʼanni, fosse anche lei troppo vecchia per avere un figlio.
20 Di fronte alla promessa di Dio, Abramo non ebbe mai dubbi, anzi la sua fede si fece ancor più forte, ed egli diede gloria al Signore per questa benedizione già prima che la cosa si avverasse. 21 Egli era sicuro al cento per cento che Dio poteva fare tutto ciò che prometteva. 22 E fu per questa fede che Dio lo dichiarò giusto.
23 Ora, il fatto che Abramo fu considerato giusto per mezzo della fede non vale soltanto per lui, 24 ma anche per noi. Anche noi infatti saremo considerati giusti da Dio, perché crediamo in lui che ha resuscitato Gesù Cristo, nostro Signore, dalla morte. 25 Il nostro Dio ha dato Gesù per i nostri peccati, e poi lo ha resuscitato per poterci rendere giusti.
Pace con Dio
5 Così ora, giustificati agli occhi di Dio per la fede che abbiamo nelle sue promesse, siamo in pace con lui, grazie a ciò che Gesù Cristo, nostro Signore, ha fatto per noi.
2 Perché, per la nostra fede, Gesù ci ha portato in questa posizione di privilegio, dove restiamo ben fermi, gioiosi nella speranza della gloria di Dio.
3 Cʼè di più, siamo orgogliosi perfino dei dispiaceri, perché sappiamo che sono un bene per noi: cʼinsegnano ad essere pazienti. 4 La pazienza ci rende forti nel carattere, e questa forza ci aiuta a confidare sempre più in Dio e ci porta alla speranza. 5 Questa speranza poi non ci porta alla delusione, perché, accada quel che accada, sappiamo che Dio ci ama e sentiamo dentro di noi il calore del suo amore che, per mezzo dello Spirito Santo, ci ha riempito il cuore.
6 Mentre eravamo ancora senza forza, senza via di scampo, Cristo è venuto al momento stabilito ed è morto per noi peccatori. 7 Già è difficile che qualcuno voglia morire per uno buono, anche se non è del tutto impossibile, figurarsi per chi è cattivo! 8 Ma Dio ha dimostrato il suo grande amore per noi proprio in questo modo: mandando Cristo a morire per noi, mentre eravamo ancora peccatori. 9 Allora, se per mezzo del sangue di Gesù, Dio ha fatto tutto questo per noi, mentre eravamo peccatori, quanto più farà per noi, adesso che ci ha dichiarati innocenti! Grazie a lui, saremo salvati dallʼira di Dio. 10 Perché, se mentre eravamo ancora suoi nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte di suo Figlio, immaginate quante benedizioni ci darà, ora che siamo suoi amici e che lui stesso vive dentro di noi!
11 E non è tutto, adesso possiamo rallegrarci per la nuova meravigliosa relazione che abbiamo con Dio, grazie a ciò che il nostro Signore Gesù Cristo ha fatto, riconciliandoci con lui.
Adamo e Cristo
12 Quando Adamo peccò, il peccato entrò in tutta la razza umana. Il peccato di Adamo seminò la morte per tutto il mondo, e da allora ogni cosa incominciò ad invecchiare e a morire, perché tutti peccarono. 13 Anche prima che Mosè ricevesse le leggi di Dio, la gente del mondo peccava, ma Dio non la giudicava colpevole, proprio perché non aveva ancora dato delle leggi da osservare.
14 Nonostante ciò, tutti, dai tempi di Adamo fino a Mosè, morirono, ma non a causa dei loro peccati, visto che non avevano disobbedito, come aveva fatto Adamo, ad alcun ordine di Dio. (La loro morte fu causata, invece, dal fatto che, quando Adamo peccò, noi tutti fummo dichiarati colpevoli insieme a lui).
Che contrasto fra Adamo e Cristo, che doveva venire! 15 E che differenza fra il peccato dellʼuomo e la grazia di Dio!
Perché, se in seguito al peccato di un solo uomo, Adamo, tutti gli altri furono colpiti dalla morte, sempre per mezzo di un unico uomo, Gesù Cristo, Dio ci ha dato in abbondanza la sua grazia e il perdono per tutti. 16 Quindi, il dono di Dio ha lʼeffetto inverso del peccato di Adamo: la condanna di quellʼunico peccato è stata la pena di morte per tutti, mentre il dono di Dio, togliendo molti peccati gratuitamente, ci rende giusti ai suoi occhi. 17 Il peccato di quellʼuomo, Adamo, fece sì che la morte regnasse su tutto; ma tutti quelli che accettano il dono del perdono di Dio e la sua assoluzione, parteciperanno al regno e alla vita, unicamente per mezzo di Gesù Cristo. 18 In breve, dunque: come il peccato di un solo uomo, Adamo, ha causato la condanna per tutti gli uomini, così lʼopera di un solo uomo, Gesù Cristo, ha reso giusti gli uomini davanti a Dio, perché possano avere la vita eterna. 19 Per la disubbidienza di un solo uomo, Adamo, tutti risultarono peccatori, mentre per lʼubbidienza di un solo uomo, Cristo, molti saranno accettati da Dio come giusti.
20 Ora, la legge fu data perché tutti si rendessero conto di quanto fallissero nellʼobbedire a Dio. Ma, più ci accorgiamo dei nostri peccati, più scopriamo quanto sia abbondante la grazia di Dio che ci dona il perdono. 21 Come il peccato regnava su tutti gli uomini, portandoli alla morte, ora è la grazia di Dio che regna per mezzo della giustizia di Cristo, la grazia che ci dà il diritto alla vita eterna.
Liberi dal dominio del peccato
6 Che diremo, allora? Che dobbiamo continuare a peccare, perché Dio continui a mostrarci sempre più il suo amore e il suo perdono?
2-3 No di certo! Noi siamo morti al peccato, come possiamo continuare a vivere in esso? Oppure vi siete dimenticati che il potere che il peccato aveva su di noi è stato vinto, quando siamo diventati cristiani e siamo stati battezzati in Cristo, per diventare parte di lui? Perché è per mezzo della sua morte che la nostra natura peccaminosa è stata distrutta.
4 I nostri vecchi istinti, che amavano il peccato, sono stati sepolti con lui nel battesimo che ci ha uniti alla sua morte, affinché, come Cristo è resuscitato dai morti, mediante la gloriosa potenza di Dio Padre, anche noi vivessimo una vita nuova.
5 Se è vero, infatti, che siamo diventati parte di lui con una morte simile alla sua, allo stesso modo saremo parte di lui per quanto riguarda la resurrezione. 6 Di una cosa siamo certi: che i nostri vecchi malvagi desideri sono stati inchiodati alla croce con Cristo. Quella parte di noi a cui piace tanto peccare è stata distrutta, affinché non siamo più schiavi del peccato. 7 Chi muore, infatti, è libero dal dominio del peccato. 8 Quindi, se la nostra vecchia natura, amante del peccato, «morì» con Cristo, noi crediamo anche che con lui vivremo. 9 Cristo resuscitò dai morti e non morirà mai più. La morte non ha più alcun potere su di lui. 10 Cristo morì una volta per sempre, per mettere fine al potere del peccato, ma ora vive per sempre, in perfetta unione con Dio. 11 Perciò anche voi consideratevi come morti, per quanto riguarda la vostra vecchia natura di peccato. Consideratevi, invece, vivi per Dio con Gesù Cristo.
12 Non permettete più che il peccato domini sul vostro corpo mortale; non arrendetevi ai suoi desideri corrotti! 13 Non prestatevi come strumenti del male al servizio del peccato! Offritevi invece a Dio, come persone nuove, risorte dalla morte alla nuova vita, date voi stessi come strumenti di bene, che egli possa usare per i suoi buoni scopi! 14 Il peccato allora non sarà più il vostro padrone, perché ora non siete più soggetti alla legge, ma alla grazia di Dio.
15 Questo significa, forse, che ora possiamo continuare a peccare senza la minima preoccupazione? (Visto che la nostra salvezza non sta nellʼosservare la legge, ma nel ricevere la grazia di Dio). Di nuovo la risposta è no!
16 Non capite che siete voi che scegliete il vostro padrone? Potete scegliere il peccato (con la morte), oppure lʼubbidienza a Dio (col perdono). Il padrone a cui vi offrite vi prenderà, comanderà su di voi e voi sarete suoi schiavi. 17 Ma sia ringraziato Dio che, se anche una volta eravate schiavi del peccato, ora avete ubbidito con tutto il cuore allʼinsegnamento che vi è stato dato. 18 Ed ora siete liberi dal vostro vecchio padrone, parlo del peccato, e vi siete messi al servizio del vostro nuovo padrone: la giustizia.
19 Parlo così, di schiavi e padroni, perché è più facile che possiate capire. Proprio come prima eravate schiavi di ogni tipo di peccato per servire il male, ora dovete fare in modo di essere schiavi di tutto ciò che è giusto per vivere una vita santa.
20 Quando eravate schiavi del peccato non vʼimportava molto di essere giusti. 21 E con che risultato? Certamente non buono, se oggi vi vergognate di quelle cose, che eravate abituati a fare, perché la fine di queste cose è la morte. 22 Ma ora, che siete liberi dal potere del peccato e siete passati al servizio di Dio, avete come risultato una vita santa e come traguardo la vita eterna. 23 Perché la ricompensa del peccato è la morte, Dio invece ci dona la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
Liberi dalla legge
7 Non sapete forse, cari fratelli (mi rivolgo a quelli che conoscono la legge ebraica), che quando uno muore, la legge non ha più alcun potere su di lui?
2 Vi faccio un esempio: quando una donna si sposa, per legge è legata al marito finché è vivo. Ma se il marito muore, la moglie non è più legata a lui e le leggi, che riguardano il matrimonio, non vengono più applicate a quella donna. 3 Allora, se vuole, può sposare qualcun altro. Questo sarebbe adulterio, se il primo marito fosse ancora vivo, ma è perfettamente giusto dopo la sua morte.
4 Lo stesso vale per voi, cari fratelli. Il marito vostro, il vostro padrone, erano le leggi di Mosè, ma ora voi siete morti, per così dire, sulla croce con Cristo e, dato che ora siete morti, non siete più «sposati alla legge», ed essa non ha più alcun potere su di voi. Poi, quando Cristo è risorto, anche voi siete tornati in vita, e siete diventati delle creature nuove. Ora siete «sposati a Cristo», a colui che è risorto dai morti, e questo è avvenuto, perché produciamo buoni frutti, cioè buone opere per il Signore. 5 Quando vivevamo seguendo glʼistinti della nostra vecchia natura, le passioni peccaminose, che agivano dentro di noi, ci facevano desiderare di commettere quelle cose che Dio proibiva: peccati su peccati, putridi frutti, conseguenza della nostra morte spirituale. 6 Ma ora non dobbiamo più preoccuparci delle leggi e delle usanze ebraiche, perché siamo morti a tutti gli effetti davanti a questa legge, che ci teneva schiavi, per poter servire Dio in uno spirito nuovo (con tutto il nostro cuore e la nostra mente), non come prima, quando seguivamo meccanicamente un certo numero di regole.
7 Che diremo, allora? Che queste leggi di Dio sono sbagliate? No di certo! Al contrario, se non fosse stato per la legge, non mi sarei mai accorto del mio peccato! Ad esempio, se la legge non mi avesse detto: «Non concupire», non avrei mai conosciuto la concupiscenza. 8 Ma il peccato si è servito di questo comandamento facendo nascere in me ogni sorta di desideri proibiti. Soltanto se non ci fossero comandamenti a cui disubbidire, non ci sarebbe il peccato!
9 Ecco perché mi sono sentito a posto, finché non ho capito che cosa richiedeva la legge. Ma, quando ho conosciuto la legge, mi sono accorto di averla infranta e di essere un peccatore condannato a morte. 10 Così, per quel che mi riguardava, i comandamenti, che dovevano indicarmi la via verso la vita, mi procurarono, invece, la pena di morte. 11 Il peccato mi aveva ingannato, usando le giuste leggi di Dio, per rendermi degno della pena di morte. 12 Di per sé la legge è santa e i comandamenti sono assolutamente santi, giusti e buoni. 13 Come si spiega, allora? Come può una cosa buona essere diventata per me causa di morte? La colpa non è della legge, ma del peccato, che, manifestandosi in tutta la sua malvagità, si è servito di una cosa buona per causare la mia condanna. Da ciò potete rendervi conto di quanto il peccato sia astuto, mortale e pericoloso, se arriva perfino a sfruttare le buone leggi di Dio per i suoi scopi malvagi. 14 La legge è buona e spirituale, e non è qui che si deve cercare il problema, ma in me stesso, debole e venduto schiavo al peccato.
Il mio dilemma personale
15 Io non capisco me stesso; da una parte desidero davvero fare ciò che è giusto, ma poi non ci riesco. Faccio, invece, ciò che non voglio fare, le cose che odio. 16 So benissimo che quello che faccio è sbagliato, e la mia coscienza in subbuglio è la prova che io riconosco la validità di queste leggi, che però non osservo. 17 In questo caso, non sono più io che agisco, ma il peccato che è dentro di me.
18 Infatti, io so che in me, vale a dire nel mio corpo, non cʼè niente di buono; perché è vero che ho la volontà di fare del bene, ma mi manca la forza di compierlo. 19 Perché il bene che voglio non lo faccio, mentre ecco che io faccio proprio il male che non voglio! 20 Quindi, se faccio ciò che non voglio, non sono più io che agisco, ma il peccato, che mi tiene ancora nella sua morsa!
21 Si ripete allora questa contraddizione: quando voglio fare ciò che è giusto, inevitabilmente finisco per fare ciò che è sbagliato. 22 Per quanto riguarda la mia nuova natura spirituale, amo fare la volontà di Dio, 23 ma cʼè qualcosʼaltro radicato dentro di me, nella mia vecchia natura peccaminosa, qualcosa che è in lotta contro ciò che la mia mente approva, e mi rende schiavo del peccato che è ancora in me. Nel mio intimo voglio essere il servo ubbidiente di Dio, invece mi trovo sempre schiavo del peccato.
Vedete qual è la situazione: la nuova vita mi spinge a fare il bene, ma la vecchia natura, che è ancora in me, ama peccare. 24 Povero me! Chi mi libererà dalla schiavitù di questo corpo, che mi porta alla morte? 25 Ma sia ringraziato Dio! Tutto è stato compiuto da Gesù Cristo, nostro Signore. È stato lui a liberarmi!
8 Ma ora non cʼè più condanna per quelli che appartengono a Gesù Cristo. 2 Perché la potenza dello Spirito Santo che dà la vita (e questa potenza è mia in Cristo) mi ha liberato dal potere del peccato e della morte. 3 Conoscere i comandamenti di Dio non ci libera dalla morsa del peccato, perché, in realtà, non li osserviamo, né possiamo osservarli; ma Dio ha attuato un piano differente per salvarci. Ha mandato il proprio Figlio, in un corpo umano del tutto simile al nostro. Gesù, dando se stesso in sacrificio per i nostri peccati, ha distrutto il dominio che il male aveva su di noi. 4 Così ora, se diamo ascolto allo Spirito Santo, possiamo ubbidire alle leggi di Dio, perché non ubbidiamo più alla nostra vecchia natura corrotta, che è dentro di noi.
5 Quelli che si lasciano guìdare dalla propria vecchia natura peccaminosa vivono soltanto per soddisfare i propri desideri; ma quelli che ubbidiscono allo Spirito Santo desiderano fare le cose che piacciono a Dio. 6 Lʼobbedienza allo Spirito Santo porta alla vita e alla pace, mentre seguire la propria vecchia natura conduce alla morte, 7 perché questa vecchia natura corrotta, che è dentro di noi, è contro Dio. Non ha mai ubbidito alle sue leggi, né mai lo farà. 8 Ecco perché quelli che seguono ancora la propria natura peccaminosa, tutti presi dal soddisfare le loro voglie, non possono piacere a Dio.
Una nuova natura
9 Ma voi non siete come loro. Se lo Spirito di Dio vive in voi, siete guidati dalla vostra nuova natura. Ricordate, però, che se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non è affatto un cristiano. 10 Se Cristo è in voi, da una parte il corpo è morto a causa del peccato, dallʼaltra lo Spirito vi dà la vita perché siete stati resi giusti. 11 E se lo Spirito di Dio, che resuscitò Gesù dalla morte, vive in voi, Dio donerà di nuovo la vita ai vostri corpi mortali, dopo la morte, per mezzo di quello stesso Spirito Santo che è dentro di voi.
12 Così, cari fratelli, sappiate che voi non avete più nessun obbligo nei riguardi della vecchia natura. Perciò non fate più quelle cose che essa vi spinge a fare! 13 Perché, se soddisfate le sue voglie, morirete; se invece, per mezzo della potenza dello Spirito Santo, la soffocherete insieme con i suoi atti malvagi, allora vivrete. 14 Perché tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.
15 Voi non avete ricevuto in dono uno spirito che vi rende schiavi o vi fa vivere di nuovo nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di Dio che ci ha fatto diventare veri e propri figli di Dio, adottati in seno alla sua famiglia, figliuoli che lo chiamano «Padre mio!» 16 È lo stesso Spirito Santo che parla al profondo del nostro cuore e ci assicura che siamo suoi figli. 17 E dal momento che siamo veramente suoi figli, siamo anche suoi eredi, eredi insieme con suo Figlio, Gesù Cristo. Ma se vogliamo partecipare alla sua gloria, dobbiamo anche essere pronti a soffrire con lui.
18 Comunque, ciò che soffriamo adesso non è niente in confronto alla gloria, che Dio ci darà un giorno. 19 Tutto lʼuniverso sta aspettando pieno di speranza e con impazienza il momento in cui Dio rivelerà i suoi figli. 20-21 Quel giorno, infatti, il creato sarà liberato dal peccato, dalla morte e dal decadimento, tutte cose che, suo malgrado, lo hanno condannato a non avere un senso, per colpa di chi ve lo ha trascinato. Quel giorno anchʼesso parteciperà alla gloriosa liberazione dal peccato, di cui già godono i figli di Dio.
22 Perché sappiamo che fino ad ora tutto il creato, in attesa di questo grande evento, soffre e geme, come una donna che partorisce. 23 E non soltanto il creato, ma anche noi cristiani. Anche se abbiamo lo Spirito Santo dentro di noi, come anticipo della futura gloria, soffriamo in attesa di essere liberati dal dolore e dalla sofferenza. Anche noi aspettiamo ansiosamente quel giorno, in cui Dio ci darà tutti i nostri pieni diritti, fra cui il corpo nuovo che ci ha promesso, un corpo che non si ammalerà, né morirà mai più.
24 Perché è vero che siamo salvati, ma per fede. E aver fede significa aspettare con fiducia ciò che ancora non si vede. Uno che vede già una cosa non ha bisogno di sperare. 25 Quando, però, speriamo di ottenere qualcosa che ancora non vediamo, impariamo ad essere pazienti e fiduciosi.
26 Nello stesso modo, anche lo Spirito Santo ci aiuta giorno per giorno nei nostri problemi e nelle nostre preghiere. Perché, in realtà, noi non sappiamo neppure per che cosa pregare, né pregare nel modo giusto, ma lo Spirito Santo prega per noi con tale sentimento, che non si può esprimere a parole. 27 E il Padre, che conosce tutti i cuori, sa naturalmente ciò che lo Spirito desidera, mentre intercede per noi in armonia con la volontà di Dio. 28 Ma noi sappiamo che tutte le cose che capitano a quelli che amano Dio, capitano per il loro bene. Parlo di quelli che sono chiamati secondo il suo piano prestabilito. 29 Da sempre Dio li ha conosciuti ed amati, da sempre li ha destinati ad essere simili a suo Figlio, in modo che Gesù fosse il primo di molti fratelli. 30 Avendoci scelti, Dio ci ha chiamati a sé e quando ci siamo accostati a lui, siamo stati resi giusti e partecipi della sua gloria.
Dio è dalla nostra parte
31 Che cosa mai potremmo dire davanti a cose tanto grandi? Se Dio è con noi, che importanza ha se qualcuno è contro di noi? 32 Se egli non ha risparmiato neppure il proprio Figlio, ma lʼha dato per tutti noi, non ci darà sicuramente ogni altra cosa insieme con lui?
33 Che importanza ha se qualcuno ci vuole accusare, ora che siete stati scelti da Dio? Eʼ proprio Dio che ci ha reso giusti.
34 Nessuno che voglia condannarci può riuscirci, perché Cristo è morto, non solo, ma ancor di più è risorto per noi; e ora si trova accanto a Dio, al posto di massimo onore, dove sostiene la nostra causa!
35 Chi ci separerà dallʼamore di Cristo? Saranno forse le tribolazioni, lʼangoscia, le persecuzioni, la fame, la miseria, il pericolo; oppure una spada puntata sul petto? E se ci trovassimo a dover affrontare queste cose, vorrebbe forse dire che Dio non ci ama più e ci ha abbandonati?
36 Le Scritture ci dicono che i credenti hanno tante prove da affrontare: «Per amore tuo, dobbiamo essere pronti ad affrontare la morte in ogni momento della giornata, proprio come pecore portate al macello». 37 Ma anche se affrontiamo tutte queste cose la vittoria schiacciante è nostra, grazie a Cristo, che ci ha tanto amato da morire per noi. 38 Sono convinto, infatti, che né morte, né vita, né angeli, né principati, né il presente, né il futuro, né potenze, 39 né altezze, né profondità, niente e nessuno in tutto il creato potrà separarci dallʼamore di Dio, da quellʼamore che è in Cristo Gesù, Signore nostro.
Lʼeredità dʼIsraele
9 Dico la verità in Cristo, non mento, la mia coscienza lo conferma nello Spirito Santo. 2-3 Ho una tristezza grande e una angoscia incessante nel mio cuore. Perché io desidererei essere maledetto e tagliato via da Cristo se ciò potesse aiutare i miei fratelli, quelli del mio stesso popolo, 4 il popolo dʼIsraele. Loro è lʼadozione a figli; loro è la gloria divina, il patto, la legge, il culto e le promesse. 5 I vostri antenati furono grandi uomini di Dio, Cristo stesso, per quanto riguarda la sua natura umana, fu uno di voi, un giudeo: Cristo, che è Dio e regna sopra ogni cosa. Sia benedetto in eterno!
6 Però non si deve credere che Dio sia venuto meno alle promesse fatte agli Ebrei. (Perché queste promesse sono soltanto per quelli che sono veramente Ebrei). E non basta essere nati in una famiglia ebrea, per essere Ebrei! 7 Non tutti i discendenti di Abramo sono veri figli di Abramo! Infatti, le Scritture dicono che, sebbene Abramo avesse altri figli, le promesse di Dio valevano soltanto per Isacco e per i suoi discendenti. 8 Questo significa che non tutti i figli di Abramo sono figli di Dio, ma solo quelli della promessa.
9 Poiché si trattava ben di una promessa quando Dio disse: «Lʼanno prossimo tornerò e tua moglie Sara avrà un figlio». 10-13 E non soltanto questo. Anni dopo, quando Isacco era già uomo e sposato, e Rebecca, sua moglie, stava per partorire due gemelli, Dio le rivelò che Esaù, il primo nato, sarebbe stato servo del suo gemello, Giacobbe. Le testuali parole furono: «Ho amato Giacobbe, ma ho odiato Esaù». Dio parlò così, prima ancora che i bambini nascessero, prima che potessero fare qualsiasi cosa, sia di bene che di male. Ciò dimostra, dunque, che Dio stava facendo ciò che aveva deciso di fare fin da principio, una decisione non determinata da come si comportarono Esaù e Giacobbe, ma dalla scelta e dalla volontà del Signore.
14 Dovremmo dunque dire che Dio fu ingiusto in questo caso? No di certo! 15 Perché Dio aveva detto a Mosè: «Avrò pietà di chi vorrò aver pietà e compassione di chi vorrò aver compassione». 16 Perciò, per avere le benedizioni di Dio, non basta che uno decida di averle o si dia da fare per ottenerle. È Dio che sceglie di darle a chi vuole.
17 Vale lʼesempio del Faraone, re dʼEgitto. Dio gli disse: «Ti ho dato il dominio dʼEgitto per mostrare la mia potenza contro di te; così tutto il mondo sentirà parlare del mio nome». 18 Vedete dunque che Dio perdona chi vuole, e indurisce il cuore di chi vuole. 19 «Ma allora perché», mi direte voi, «Dio li rimprovera di non volerlo ascoltare? È stato lui a renderli insensibili. Chi può resistere alla volontà di Dio?»
20 No, non dite così. Chi siete voi per criticare Dio? La creatura può forse dire al Creatore: «Perché mi hai fatto così?» 21 Quando un uomo modella un vaso dʼargilla, non ha, forse, il diritto di usare lo stesso blocco dʼargilla, sia per fare un vaso di fiori, che un secchio per i rifiuti? 22 Allo stesso modo, Dio ha tutti i diritti di essere paziente con chi vuole, anche con quelli che meriterebbero di fare una brutta fine; soltanto più tardi egli mostrerà la sua ira e la sua potenza contro di loro. 23-24 Dio ha anche diritto di usare altri vasi, come noi, fatti apposta per contenere le ricchezze della sua gloria (non importa se siamo giudei o apparteniamo ad altri popoli), e mostrarci la sua misericordia, in modo che tutti possano vedere quanto sia grande la sua gloria.
25 Vi ricordate che cosa è scritto nel libro del profeta Osea? Il Signore dice che troverà altri figli per sé, figli che non appartengono alla sua famiglia ebraica, e che li amerà, anche se nessun altro li aveva amati prima. 26 E i pagani, ai quali una volta disse: «Voi non siete la mia gente», saranno chiamati «figli del Dio Vivente».
27 Il profeta Isaia, riferendosi ai Giudei, gridò senza peli sulla lingua: «Anche se siete milioni, soltanto pochi saranno salvati 28 perché il Signore eseguirà completamente e con prontezza la sua sentenza sulla terra».
29 In un altro punto, Isaia dice ancora: «Se non fosse per la misericordia di Dio, tutti quanti saremmo distrutti, come gli abitanti di Sòdoma e Gomorra».
30 Che cosa possiamo dire? Soltanto questo: che Dio ha dato a quelli che non appartengono al popolo dʼIsraele la possibilità di essere salvati per fede, anche se essi non la cercavano. 31 I Giudei, invece, che facevano di tutto per essere giusti osservando le sue leggi, non hanno ottenuto la salvezza. 32 Perché? Perché i Giudei cercavano di essere salvati, ubbidendo alle leggi e facendo buone opere, anziché basarsi sulla fede. Essi hanno urtato nella grande pietra dʼinciampo, proprio comʼè scritto: 33 «Ecco, ho messo sul sentiero degli Ebrei una pietra dʼinciampo. Ma chi avrà fede in lui non sarà mai deluso».
…Con le labbra e col cuore…
10 Cari fratelli, il desiderio più ardente del mio cuore e la mia preghiera continua è che gli Ebrei siano salvati. 2 Devo dire che onorano Dio con molto entusiasmo, ma senza conoscenza. 3 Perché non hanno capito che Cristo è morto per renderli giusti davanti a Dio. Cercano, invece, di rendersi abbastanza buoni per guadagnarsi il favore di Dio, osservando le leggi e le usanze ebraiche. Ma non è questa la via della salvezza, secondo il piano del Signore! 4 Non capiscono che ciò che cercano di ottenere, ubbidendo alla legge di Mosè, Cristo lo dà a quelli che credono in lui. Perché Cristo è lo scopo e la fine della legge di Mosè.
5 Infatti, Mosè descrive così la salvezza per mezzo della legge: «Soltanto chi riesce ad essere perfettamente giusto, a resistere alla tentazione e a non peccare per tutta la vita, sarà salvo». 6 Invece, circa la salvezza che viene dalla fede, dice: «Non hai bisogno di esplorare i cieli per trovare Cristo, né di riportarlo sulla terra, perché ti aiuti». E ancora 7 «Non cʼè bisogno di scendere fra i morti, per riportare Cristo fra i vivi».
8 Le Scritture dicono chiaramente: «La salvezza che viene dallʼascolto della predicazione (che dà la fede in Cristo) è a portata di mano di ognuno di noi; se vuoi, è nel tuo cuore e già sulla tua bocca». 9 Perché, se con le tue labbra dici agli altri che Gesù Cristo è il tuo Signore, e credi nel tuo cuore che Dio lʼha resuscitato dalla morte, sarai salvato. 10 Infatti, è credendo col cuore che un uomo diventa giusto davanti a Dio; e con le sue labbra conferma la sua salvezza, parlando agli altri, della sua fede. 11 Proprio come dicono le scritture: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». 12 Non cʼè quindi alcuna differenza fra chi è ebreo e chi non lo è: tutti hanno lo stesso Signore, che dona generosamente le sue ricchezze a tutti quelli che gliele chiedono. 13 Infatti le Scritture affermano: «Chiunque invoca il nome del Signore sarà salvato».
14 Ma come potranno chiedergli di essere salvati, se non credono in lui? E come possono credere in lui, se non ne hanno mai sentito parlare? E come possono sentir parlare di lui, se qualcuno non lo fa? 15 E come è possibile che qualcuno vada a parlare di lui, se non cʼè nessuno che lo mandi? Di questo parlano le Scritture, quando dicono: «Comʼè bello vedere arrivare quelli che predicano il Vangelo della pace con Dio, e portano belle notizie di cose buone!» In altre parole: benvenuti quelli che predicano il Vangelo di Dio!
16 Ma non tutti quelli che sentono parlare del Vangelo lo accettano. Lo dice il profeta Isaia: «Signore, chi di loro ha creduto, quando ho parlato?» 17 Quindi la fede nasce proprio dallʼascolto del Vangelo, la buona notizia che riguarda Cristo.
18 Che si può dire degli Ebrei? Che non hanno mai sentito parlare del Vangelo? Tuttʼaltro, perché è stato annunciato per tutto il mondo, proclamato ai quattro venti. 19 Allora mi chiedo: non può darsi che gli Ebrei non abbiano capito che Dio avrebbe dato la sua salvezza ad altri, se continuavano a rifiutarla? Sì, lʼhanno capito, perché, fin dai tempi di Mosè, Dio aveva detto che avrebbe ingelosito il suo popolo per risvegliarlo, dando la salvezza a gente che non capiva, gente che non era neppure un popolo. 20 Nel libro di Isaia, Dio dice chiaramente: «Sono stato trovato da gente che neppure mi cercava, mi sono fatto conoscere da quelli che non chiedevano di me». 21 Nel frattempo il Signore continua a tendere le sue mani verso i Giudei, ma essi continuano a discutere e a ribellarsi; non vogliono arrendersi a lui.
«Dio non ha abbandonato il suo popolo»
11 Mi domando, allora: «Dio ha forse respinto e abbandonato il suo popolo, Israele?» No, al contrario! Ricordatevi che io stesso sono Israelita, discendente di Abramo, della stirpe di Beniamino.
2-3 No, Dio non ha messo da parte il suo popolo, che aveva scelto fin da principio. Ricordate ciò che raccontano le Scritture nella storia di Elia? Il profeta si lamentava dʼIsraele, dicendo: «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno distrutto i tuoi altari; io sono rimasto solo e cercano di uccidere anche me!»
4 Ebbene, come rispose il Signore? «No, tu non sei lʼunico rimasto. Mi sono riservato altri settemila uomini, che ancora mi amano e non si sono inginocchiati davanti aglʼidoli!»
5 Lo stesso capita oggi. Non tutti i Giudei si sono allontanati da Dio. Ce ne sono alcuni, che sono stati salvati, grazie alla misericordia di Dio che li ha scelti. 6 E se ciò è avvenuto per grazia di Dio, allora significa che non è stato per le loro buone azioni. Perché, in tal caso, il dono gratuito della grazia non sarebbe più gratuito; una cosa non è più gratuita, se può essere guadagnata.
7 Questa è dunque la situazione: la maggior parte degli Ebrei non ha incontrato il favore di Dio, che cercava con tanto zelo. Lʼha ottenuto, invece, una minoranza, quelli che Dio stesso ha scelto. Gli altri, invece, sono stati resi insensibili. 8 A ciò si riferiscono le Scritture, quando dicono: «Dio li ha resi incapaci di capire. Ha chiuso loro gli occhi e le orecchie, affinché non comprendano di che cosa parliamo, quando annunciamo Cristo. E così è stato fino al giorno dʼoggi».
9 Anche il re Davide si riferiva alla stessa cosa, quando disse: «Che i loro banchetti e tutte le altre cose che amano tanto, siano per loro una trappola e una rete; loro che pensano di essere a posto con Dio! Che tutte queste cose gli rimbalzino addosso e ricadano sulla loro testa, per schiacciarli! 10 Che i loro occhi siano annebbiati, perché non possano vedere; e che camminino per sempre ricurvi sotto il peso della sua mano!»
11 Questo significa forse che Dio ha respinto per sempre il suo popolo che ha inciampato? Certamente no! Lo scopo di Dio era quello di offrire la salvezza agli altri popoli e far sì che i Giudei, ingelositi, cominciassero a desiderarla per sé. 12 Ora, se il mondo intero ha avuto il beneficio della salvezza, quando i Giudei caddero e la respinsero, pensate quanto sarà ancora più grande la benedizione, che il mondo riceverà in futuro, quando anche Israele accetterà Cristo!
13 Come ben sapete, Dio mi ha inviato come apostolo a voi che non siete Ebrei. Per me è molto importante questo fatto, e lo ricordo ai Giudei molto spesso, 14 per fare in modo, se è possibile, di suscitare in loro il desiderio di avere ciò che voi già possedete, e di salvarne qualcuno. 15 Che bellezza vederli diventare cristiani! Perché, se il fatto di essere respinti da Dio ha determinato che la salvezza fosse offerta a tutto il mondo, che sarà allora quando Dio li accoglierà di nuovo? Sarà proprio come se dei morti tornassero in vita! 16 Visto che Abramo ed i profeti appartengono a Dio, anche i loro discendenti gli appartengono. Perché se le radici dellʼalbero sono sante, lo saranno anche i suoi rami.
17 Ma alcuni rami dellʼalbero di Abramo, alcuni Giudei, intendo, sono stati tagliati via. E voi che non siete Ebrei e che eravate come i rami di un ulivo selvatico, siete stati innestati al loro posto. Così ora anche voi ricevete le benedizioni che Dio ha promesso ad Abramo e ai suoi discendenti, e assorbite la stessa linfa, che Dio dà al suo albero dʼulivo particolare.
18 Fate attenzione, però, di non vantarvi troppo per il fatto di aver sostituito i rami che sono tagliati. Ricordate che ora siete importanti solo perché fate parte dellʼalbero di Dio; ma siete soltanto dei rami, non le radici.
19 «Però», potreste dire voi, «quei rami sono stati tagliati per fare posto a noi, perciò dobbiamo essere abbastanza importanti!»
20 È vero! Ma ricordate che quei rami, gli Ebrei, furono tagliati, perché non credevano in Dio, e voi avete preso il loro posto, soltanto perché avete fede. Perciò, non siate orgogliosi, siate umili e riconoscenti, invece… e attenti! 21 Perché se Dio non ha risparmiato i rami che aveva posto là allʼinizio, non risparmierà neppure voi.
Dio mantiene sempre le sue promesse
22 Vedete, dunque, che Dio è allo stesso tempo buono e severo: duro verso quelli che disobbediscono, ma misericordioso verso di voi, se continuate ad amarlo e a confidare in lui. Ma se non lo fate, sarete tagliati via anche voi. 23 Per quanto riguarda i Giudei, se cesseranno di essere increduli e torneranno a Dio, saranno innestati di nuovo nellʼalbero, perché Dio ha il potere di farlo.
24 Infatti, se Dio volle accogliere voi, che eravate così lontani da lui, parte di un ulivo selvatico, e, contro ogni regola dʼinnesto, vi ha innestato nel suo albero buono, tanto più sarà pronto a rimetterci gli Ebrei, che erano lì fin da principio!
25 Desidero che conosciate questa verità di Dio, cari fratelli, perché non diventiate superbi e non cominciate a vantarvi. È vero, alcuni Giudei si sono messi contro il Vangelo, ma questa situazione durerà soltanto fino a quando tutti gli altri popoli non saranno convertiti a Cristo. 26 Dopo di che, tutto Israele sarà salvato.
Vi ricordate ciò che dissero i profeti in proposito? «Da Sion verrà un liberatore e toglierà tutta la malvagità dei Giudei. 27 Allora io cancellerò i loro peccati, come ho promesso».
28 Adesso gli Ebrei sono nemici del Vangelo. Lo odiano addirittura. Ma questo è stato un bene per voi, perché ne è risultato che Dio ha dato i suoi doni a voi che non siete Ebrei. Però, nonostante tutto, gli Ebrei sono ancora amati da Dio, grazie alla promessa fatta ad Abramo, Isacco e Giacobbe. 29 Perché i doni e la chiamata di Dio non possono essere revocati; egli non si pentirà mai delle sue promesse. 30 Un tempo voi eravate ribelli contro Dio, ma quando gli Ebrei hanno rifiutato i suoi doni, il Signore ha dimostrato a voi la sua misericordia. 31 Ora sono i Giudei ad essere ribelli, ma, come Dio ha avuto misericordia di voi, un giorno avrà misericordia anche di loro. 32 Perché Dio ha abbandonato tutti ai loro peccati, per poter perdonare tutti senza distinzioni. 33 Che Dio meraviglioso abbiamo! Come è immensa la sua ricchezza! Come è grande la sua saggezza e la sua sapienza! Per noi è impossibile capire i suoi metodi e le sue decisioni. 34 Perché: «Chi di noi può mai conoscere il pensiero del Signore? Chi è abbastanza saggio da essere stato suo consigliere? 35 Chi gli ha mai dato qualcosa per primo, per riceverne un favore in cambio?» 36 Perché tutto viene soltanto da Dio. Tutto esiste per la sua potenza e tutto è per la sua gloria. A lui sia la gloria per sempre!
I doni di Dio
12 E così, cari fratelli, vi esorto a dare i vostri corpi a Dio; che siano un sacrificio vivente, santo. Questo è il modo giusto di adorare Dio. 2 Non adattatevi alla mentalità e alle usanze di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo rinnovamento della mente vostra. Allora sarete in grado, per vostra esperienza personale, di capire qual è la volontà del Signore; vale a dire: tutto ciò che è buono, perfetto è a lui gradito.
3 Come apostolo di Dio, vi metto in guardia uno per uno: siate onesti nel concetto che avete di voi stessi, secondo la misura della fede, che Dio vi ha dato. 4 In un solo corpo ci sono molte parti, ma non tutte hanno la stessa funzione. 5 Questo vale anche per noi: insieme formiamo il corpo di Cristo e, individualmente, ognuno di noi ha una funzione diversa da svolgere. Quindi apparteniamo gli uni agli altri, e ognuno ha bisogno di tutti gli altri.
6 Dio ha dato a ciascuno di noi la capacità di fare bene certe cose. Così, se il Signore vi ha dato il dono della profezia, fate profezie secondo la misura della vostra fede. 7 Se il vostro dono, invece, è quello di aiutare gli altri, fatelo con ogni premura. Se avete la capacità dʼinsegnare, insegnate con tutto il vostro impegno. 8 Se Dio vi ha dato il dono di predicare, fate tutto il possibile, perché le vostre prediche siano chiare e di aiuto agli altri. Se Dio vi ha affidato del denaro, siate generosi e servitevene con semplicità per aiutare gli altri. Se il vostro dono, invece, è lʼabilità di amministrare e la responsabilità di dirigere il lavoro di altri, assumetevi seriamente questo incarico. E quelli che confortano il prossimo, lo facciano con gioia.
9 Non fate finta di amare il vostro prossimo; amatelo veramente! Odiate il male e state sempre dalla parte del bene. 10 Amatevi a vicenda come fratelli e siate rispettosi gli uni verso gli altri. 11 Non siate mai pigri nel vostro lavoro, ma servite il Signore con entusiasmo.
12 Rallegratevi, pensando a tutto ciò che Dio sta preparando per voi. Siate pazienti nelle difficoltà; e prendete lʼabitudine di pregare sempre. 13 Quando dei figli di Dio hanno bisogno di qualcosa, siate voi i primi ad aiutarli, e fate di tutto per essere ospitali.
14 Se qualcuno vi maltratta, perché siete cristiani, non maleditelo; pregate invece, che il Signore lo benedica. 15 Siate felici con chi è felice e piangete con chi piange. 16 Lavorate insieme dʼamore e dʼaccordo; non cercate dʼimporre la vostra personalità e non adoperatevi per entrare nelle grazie dei pezzi grossi, ma godete della compagnia della gente semplice. E non pretendete di sapere sempre tutto!
17 Non ripagate il male col male. Agite in modo tale che tutti possano vedere che siete onesti. 18 Se è possibile, non bisticciate con nessuno, ma vivete in pace con tutti.
19 Cari fratelli, non vendicatevi mai delle offese ricevute! Lasciate invece fare a Dio, perché il Signore ha detto che sarà lui a punire quelli che se lo meritano. (Non erigetevi a giudici). 20 Al contrario: date da mangiare al vostro nemico, se ha fame; e se ha sete, dategli qualcosa da bere, così facendo: «riunirete sul suo capo dei carboni accesi»; in altre parole, lui si vergognerà del suo comportamento verso di voi. 21 Non lasciatevi prendere la mano dal male, ma vincete il male, facendo il bene.
I cristiani devono essere onesti cittadini
13 Ubbidite alle autorità, perché è Dio che le ha stabilite; non cʼè governo che Dio stesso non abbia messo al potere. 2 Perciò, quelli che si rifiutano di osservare le leggi del proprio paese, rifiutano obbedienza a Dio, e saranno puniti. 3 Perché quelli che agiscono bene non hanno niente da temere; sono quelli che fanno del male che devono aver paura delle autorità. Volete vivere senza temere le autorità? Comportatevi bene e tutto filerà liscio, anzi, i vostri superiori vi loderanno. 4 Le autorità sono state istituite da Dio per il vostro bene; se però non siete in regola con la giustizia, avete ragione di stare in ansia, perché prima o poi vi arriverà la giusta punizione. Il magistrato è mandato da Dio proprio a questo scopo. 5 Ecco perché dovete stare sottomessi alle leggi: non soltanto per evitare la punizione, ma anche perché sapete che tale è il vostro dovere.
6 Sempre per le stesse due ragioni, dovete anche pagare le tasse. Perché il governo ha bisogno di mantenere i propri organi per continuare lʼopera di Dio al vostro servizio. 7 Date a ciascuno ciò che gli spetta, pagate tasse e imposte con animo sereno, e onorate e rispettate quelli a cui dovete onore e rispetto. 8 Regolate tutti i vostri debiti, eccetto quello dellʼamore, debito che avete verso tutti, e che non finirete mai di pagare! Amando, ubbidirete a tutte le leggi di Dio. Infatti, se amate il vostro prossimo quanto amate voi stessi, non avrete mai voglia di fargli del male, dʼimbrogliarlo, di derubarlo o di ucciderlo. E neanche di rubargli la moglie o di desiderare quello che è suo, né di commettere contro di lui qualsiasi altra cosa che i comandamenti vietano. 9 E qualsiasi altro comandamento è riassunto in queste parole: «Ama il prossimo come te stesso». 10 Lʼamore non fa male a nessuno, ecco perché soddisfa in pieno tutto ciò che Dio richiede da noi. Lʼamore è lʼunica legge di cui avete bisogno.
11 Unʼaltra valida ragione per vivere onestamente è questa: voi sapete bene quanto sia tardi, il tempo vola, svegliatevi dunque, perché lʼarrivo del Signore è ora più vicino di quando ci siamo convertiti. 12-13 La notte è già inoltrata, presto arriverà il giorno del suo ritorno! Per questo dobbiamo gettare alle ortiche le cattive azioni delle tenebre e indossare lʼarmatura della vita onesta, per vivere alla luce del sole. Siate onesti e puri in tutto ciò che fate, in modo che tutti possano approvare la vostra condotta. Senza orge, né sbornie, senza immoralità né vizi, senza litigi né invidie. 14 Proprio come uno indossa i vestiti, lasciate che Gesù vi rivesta, così che il suo carattere e la sua potenza siano visibili nella vostra vita.
«Non criticate…»
14 Accogliete chi è debole nella fede, senza mettervi a discutere le sue opinioni. 2 Per esempio, non discutete se sia bene o male mangiare la carne, che è stata offerta agli idoli. Voi potete anche credere che non ci sia niente di male a farlo, ma gli altri, la cui fede è più debole, possono pensare che sia una cosa sbagliata, e allora preferiranno verdure e legumi, piuttosto che quella carne. 3 Chi mangia di tutto con convinzione non deve disprezzare quelli che la pensano diversamente. Lo stesso vale per questi ultimi: non devono giudicare quelli che mangiano di tutto, perché Dio stesso li ha accettati come suoi figli. 4 Chi siete voi per giudicare i servi di Dio? Essi sono responsabili davanti a Dio, non davanti a voi. Ma sarà Dio stesso che li guiderà ad agire nel modo giusto, perché egli ha il potere di farlo.
5 Alcuni pensano che i cristiani debbano osservare certe festività ebraiche, come giorni speciali per adorare il Signore, mentre altri dicono che sono tutte storie, perché tutti i giorni sono uguali. Per questioni del genere, ognuno approfondisca le sue convinzioni personali. 6 Se rispettate certi giorni particolari per adorare il Signore, fate bene, perché è evidente che cercate di onorarlo, lo stesso vale per chi mangia, e per quel cibo ringrazia il Signore. Allo stesso modo è nel giusto chi, per scrupolo, non tocca nemmeno quel cibo, nel desiderio di piacere a Dio e anche lui ringrazia il Signore. 7 Non siamo noi i padroni di noi stessi; non possiamo decidere come ci piacerebbe vivere o come vorremmo morire. 8 Sia nella vita, che nella morte seguiamo il Signore. Vivi o morti siamo suoi. 9 Ecco perché Cristo morì e resuscitò, per poter essere il nostro padrone, sia nella vita che nella morte.
10 Ma tu, perché critichi tuo fratello? E tu, perché lo disprezzi? Ricordatevi che tutti dovremo comparire davanti al tribunale di Dio, per essere giudicati. Infatti è scritto: 11 «Comʼè vero che vivo», dice il Signore, «ogni ginocchio si piegherà davanti a me ed ogni lingua darà gloria a Dio». 12 Perciò, ognuno di noi dovrà rendere conto di se stesso a Dio. 13 Smettiamola quindi di criticarci a vicenda. Cerchiamo, invece, di vivere in modo da non essere dʼostacolo alla crescita spirituale del nostro fratello: che non ci veda fare cose che, secondo lui, sono sbagliate.
14 Io sono pienamente convinto, come ha detto il Signore Gesù, che non ci sia niente di male nelle cose per se stesse. Ma se qualcuno pensa che fare una certa cosa sia sbagliato, allora non deve farla, proprio perché per lui è peccato. 15 Se al vostro fratello dà fastidio ciò che voi mangiate, non date certo prova di amarlo, se continuate a mangiarne. Che il vostro cibo non rovini qualcuno, per cui Cristo è morto!
16 Non fate nulla, che provochi critiche contro di voi, anche se pensate di essere nel giusto. 17 Perché, dopo tutto, la cosa importante per noi cristiani, non sta nel mangiare o nel bere, ma nella giustizia, nella pace e nella gioia che vengono dallo Spirito Santo. 18 Chi serve Cristo in questo modo è gradito a Dio ed è stimato dagli uomini. 19 Cerchiamo, quindi, di darci da fare per ciò che contribuisce alla pace e ci fortifica insieme nella fede.
20 Non distruggete lʼopera di Dio per un pezzo di carne! Lo ripeto ancora nelle cose e nei cibi in se stessi, non cʼè niente di male; diventa male quando mangiarne, significa far cadere qualcuno in tentazione! 21 La soluzione migliore è di non mangiar carne, né bere vino, né fare qualsiasi altra cosa, che possa offendere un fratello e lo spinga a peccare, provocando in lui del risentimento, o influenzandolo a fare cose che, secondo lui, sono sbagliate. 22 Se hai una convinzione, tienila per te, davanti a Dio, senza parlarne ad altri, che potrebbero esserne offesi. Beato lʼuomo che non si sente colpevole facendo ciò che è giusto dal suo punto di vista. 23 Se qualcuno, invece, sente che una determinata cosa è sbagliata, allora è meglio che non la faccia! Se la fa, commette peccato, perché non agisce con la convinzione che viene dalla fede. Tutto ciò che si fa senza questa convinzione è peccato.
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