Bible in 90 Days
20 Poi Giacobbe fece un voto dicendo: «Se DIO sarà con me e mi proteggerà durante questo viaggio che faccio, se mi darà pane da mangiare e vesti da coprirmi,
21 e ritornerò alla casa di mio padre in pace, allora l'Eterno sarà il mio DIO;
22 e questa pietra che ho eretta come stele, sarà la casa di DIO; e di tutto quello che tu mi darai io ti darò la decima».
29 Poi Giacobbe si mise in cammino e andò nel paese degli Orientali.
2 Guardò, e vide un pozzo in un campo, e là vicino tre greggi di pecore accovacciate, perché da quel pozzo abbeveravano le greggi; e la pietra sulla bocca del pozzo era grande.
3 Là si radunavano solitamente tutte le greggi; allora i pastori rotolavano via la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano le pecore; poi rimettevano la pietra al suo posto, sulla bocca del pozzo.
4 E Giacobbe disse loro: «Fratelli miei, di dove siete?». Essi risposero: «Siamo di Haran».
5 Allora egli disse loro: «Conoscete voi Labano, figlio di Nahor?». Essi risposero: «Lo conosciamo».
6 Egli disse loro: «Sta egli bene?». Essi risposero: «Sta bene; ed ecco sua figlia Rachele che viene con le pecore».
7 Egli disse: «Ecco, è ancora pieno giorno e non è tempo di radunare il bestiame; abbeverate le pecore e poi andate a pascolarle».
8 Ma essi risposero: «Non possiamo, finché tutte le greggi siano raunate, e abbiano rotolata via la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere le pecore».
9 Egli stava ancora parlando con loro quando giunse Rachele con le pecore di suo padre, perché ella era una pastora.
10 Quando Giacobbe vide Rachele figlia di Labano, fratello di sua madre, e le pecore di Labano fratello di sua madre, si avvicinò, rotolò la pietra dalla bocca del pozzo, e abbeverò il gregge di Labano, fratello di sua madre.
11 Allora Giacobbe baciò Rachele, alzò la sua voce e pianse.
12 Quindi Giacobbe fece sapere a Rachele che egli era parente di suo padre e che era figlio di Rebecca. Ed ella corse a dirlo a suo padre.
13 Appena Labano udì le notizie di Giacobbe figlio di sua sorella, gli corse incontro, l'abbracciò, lo baciò e lo condusse a casa sua. E Giacobbe raccontò a Labano tutte queste cose.
14 Allora Labano gli disse: «Tu sei veramente mia carne e sangue!». Ed egli rimase con lui per un mese.
15 Poi Labano disse a Giacobbe: «Perché sei mio parente dovrai tu servirmi per nulla? Dimmi quale dev'essere il tuo salario».
16 Ora Labano aveva due figlie: la maggiore si chiamava Lea e la minore Rachele.
17 Lea aveva gli occhi languidi, ma Rachele era avvenente e di bell'aspetto.
18 Perciò Giacobbe amava Rachele e disse a Labano: «Io ti servirò sette anni per Rachele, tua figlia minore».
19 Labano rispose: «meglio che la dia a te piuttosto che darla a un altro uomo; rimani con me».
20 Così Giacobbe servì sette anni per Rachele; e gli parvero pochi giorni, per l'amore che le portava.
21 Poi Giacobbe disse a Labano: «Dammi mia moglie, poiché il mio tempo è compiuto e lascia che mi accosti a lei».
22 Allora Labano radunò tutti gli uomini del luogo e fece un convito.
23 Ma, quando fu sera, egli prese sua figlia Lea e la condusse da Giacobbe, che entrò da lei.
24 Labano diede inoltre la sua serva Zilpah per serva a Lea, sua figlia.
25 L'indomani mattina, ecco che era Lea. Allora Giacobbe disse a Labano: «Cosa mi hai fatto? Non è forse per Rachele che ti ho servito? Perché dunque mi hai ingannato?».
26 Labano rispose: «Non si usa far così nel nostro paese, dare cioè la minore prima della maggiore.
27 Finisci la settimana di questa e ti daremo anche l'altra, per il servizio che presterai da me per altri sette anni.
28 Allora Giacobbe fece così, e finì la settimana di Lea; poi Labano gli diede in moglie la figlia Rachele.
29 Inoltre Labano diede la sua serva Bilhah per serva a Rachele, sua figlia.
30 E Giacobbe entrò pure da Rachele ed amò Rachele piú di Lea; e servì da Labano altri sette anni.
31 L'Eterno, vedendo che Lea non era amata, aperse il suo grembo; ma Rachele era sterile.
32 Così Lea concepì e partorì un figlio e lo chiamò Ruben, perché disse: «L'Eterno ha visto la mia maledizione; perciò ora mio marito mi amerà.
33 Poi concepì nuovamente e partorì un figlio e disse: «L'Eterno ha udito che io non ero amata, e perciò mi ha dato anche questo figlio». E lo chiamò Simeone.
34 Ella concepì nuovamente e partorì un figlio, e disse: «Questa volta mio marito sia affezionerà a me, perché gli ho partorito tre figli». Per questo fu chiamato Levi.
35 Ella concepì nuovamente e partorì un figlio, e disse: «Questa volta celebrerò l'Eterno». Perciò lo chiamo Giuda. Poi cessò di avere figli.
30 Quando Rachele vide che non dava figli a Giacobbe, diventò invidiosa di sua sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli altrimenti io muoio».
2 Giacobbe si accese d'ira contro Rachele e disse: «Sto io forse al posto di DIO, che ti ha negato di avere figli?».
3 Ella rispose: «Ecco la mia serva Bilhah; entra da lei, affinché ella partorisca sulle mie ginocchia; così per mezzo di lei potrò avere dei figli».
4 Così ella gli diede per moglie la propria serva Bilhah, e Giacobbe entrò da lei.
5 E Bilhah concepì e partorì un figlio a Giacobbe.
6 Allora Rachele disse: «DIO mi ha fatto giustizia; egli ha pure ascoltato la mia voce e mi ha dato un figlio». Perciò gli pose nome Dan.
7 Poi Bilhah, serva di Rachele, concepì nuovamente e partorì a Giacobbe un secondo figlio.
8 Rachele allora disse: «Ho combattuto grandi lotte con mia sorella e ho vinto. Perciò lo chiamò Neftali.
9 Or Lea, vedendo che aveva cessato di avere figli, prese la sua serva Zilpah e la diede in moglie a Giacobbe.
10 Così Zilpah, serva di Lea, partorì un figlio a Giacobbe.
11 E Lea disse: «Che fortuna!». E lo chiamò Gad.
12 Poi Zilpah, serva di Lea, partorì a Giacobbe un secondo figlio.
13 E Lea disse: «Quanto sono felice! Poiché le donne mi chiameranno beata». Perciò gli pose nome Ascer.
14 Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e trovò nei campi delle mandragore, e le portò a Lea sua madre. Allora Rachele disse a Lea: «Deh, dammi delle mandragore di tuo figlio!».
15 Ella le rispose: «Ti pare poca cosa l'aver preso mio marito, che ora vuoi prendere anche le mandragore di mio figlio?». Rachele disse: «Ebbene, in compenso delle mandragore di tuo figlio, questa notte egli si coricherà con te».
16 Quando alla sera Giacobbe rientrò dai campi, Lea uscì a incontrarlo e gli disse: «Devi entrare da me, perché io ti ho accaparrato con le mandragore di mio figlio». Così, quella notte, egli si coricò con lei.
17 Così DIO esaudì Lea, la quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto figlio.
18 Ed ella disse: «DIO mi ha dato la mia ricompensa, perché ho dato la mia serva a mio marito». E lo chiamò Issacar.
19 Poi Lea concepì nuovamente, e partorì a Giacobbe un sesto figlio.
20 Allora Lea disse: «DIO mi ha dotata di una buona dote; questa volta mio marito abiterà con me, perché gli ho partorito sei figli». E gli pose nome Zabulon.
21 Poi partorì una figlia e la chiamò Dina.
22 DIO si ricordò anche di Rachele; e DIO la esaudì e la rese fruttifera;
23 così ella concepì e partorì un figlio, e disse: «DIO ha rimosso il mio disonore».
24 E lo chiamò Giuseppe. dicendo: «L'Eterno mi aggiunga un altro figlio».
25 Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Labano: «Permettimi di partire, perché me ne vada a casa mia, nel mio paese.
26 Dammi le mie mogli e i miei figli, per cui ti ho servito e lasciami andare; poiché tu ben conosci il servizio che ti ho prestato».
27 Ma Labano gli disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, rimani, perché ho toccato con mano che l'Eterno mi ha benedetto per causa tua».
28 Poi disse: «Fissami il tuo salario e te lo darò».
29 Giacobbe gli rispose: «Tu sai in che modo ti ho servito, e cosa sia accaduto al tuo bestiame nelle mie mani.
30 Poiché quel che avevi prima che io venissi era poco. ma ora si è grandemente accresciuto; e l'Eterno ti ha benedetto dovunque io sono stato. Ma ora quando lavorerò anche per la mia casa?».
31 Labano disse: «Che cosa ti devo dare». Giacobbe rispose: «Non mi devi dare niente; se farai ciò che sto per dirti, rimarrò a pascolare le tue greggi e a prenderne cura.
32 Passerò quest'oggi in mezzo a tutte le tue greggi e metterò da parte tutti gli animali chiazzati e punteggiati e tutti quelli neri fra gli agnelli, e i capi chiazzati e punteggiati fra le capre. E questi animali saranno il mio salario.
33 Così d'ora in avanti sarà la mia onestà a rispondere davanti a te per me quando verrai a controllare il mio salario: ogni capo che non sarà chiazzato o punteggiato fra le capre e nero fra gli agnelli sarà considerato rubato, se si troverà presso di me».
34 Labano disse: «Bene, sia come tu dici!».
35 E quello stesso giorno mise da parte i capri striati e punteggiati e tutte le capre chiazzate e punteggiate, ogni capo in cui c'era del bianco e ogni capo nero fra le pecore e li affidò ai suoi figli.
36 Labano frappose la distanza di tre giornate di cammino fra sé e Giacobbe; e Giacobbe pascolava il rimanente delle greggi di Labano.
37 Or Giacobbe prese delle verghe verdi di pioppo, di mandorlo e di platano; vi fece delle scortecciature bianche, mettendo allo scoperto il bianco delle verghe.
38 Poi collocò le verghe che aveva scortecciate, in vista delle pecore nei trogoli, cioè negli abbeveratoi, dove le greggi venivano a bere; e gli animali entravano in calore quando venivano a bere.
39 Così gli animali entravano in calore davanti alle verghe e figliavano agnelli striati, chiazzati e punteggiati.
40 Poi Giacobbe metteva da parte questi agnelli e faceva volgere gli occhi delle greggi verso gli animali striati e tutti quelli di colore nero nel gregge di Labano. Egli si formò così delle greggi a parte, che non mise con le greggi di Labano.
41 Or avveniva che tutte le volte che gli animali vigorosi del gregge entravano in calore, Giacobbe metteva le verghe nei trogoli in vista delle pecore, perché le pecore entrassero in calore vicino alle verghe;
42 ma quando gli animali del gregge erano deboli, non ve le metteva; così gli agnelli deboli erano di Labano e i vigorosi di Giacobbe.
43 In questo modo egli diventò grandemente ricco ed ebbe un gran numero di greggi, serve, servi, cammelli e asini.
31 Or Giacobbe udì le parole dei figli di Labano, che dicevano: «Giacobbe si è preso tutto ciò che era di nostro padre; e con quello che era di nostro padre si è fatto tutta questa ricchezza».
2 Giacobbe notò pure il volto di Labano; ed ecco, verso di lui non era piú quello di prima.
3 Poi l'Eterno disse a Giacobbe: «Torna al paese dei tuoi padri e al tuo parentado, e io sarò con te.
4 Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lea, perché venissero nei campi, presso il suo gregge,
5 e disse loro: Io vedo che il volto di vostro padre verso di me non è piú quello di prima; ma il DIO di mio padre è stato con me.
6 E voi sapete che io ho servito il padre vostro con tutta la mia forza,
7 mentre vostro padre mi ha ingannato e ha mutato il mio salario dieci volte; ma DIO non gli ha permesso di farmi del male.
8 Se egli diceva: «I capi chiazzati saranno il tuo salario», tutto il gregge figliava agnelli chiazzati; e se diceva: "I capi striati saranno il tuo salario", tutto il gregge figliava agnelli striati.
9 Così DIO ha tolto il bestiame a vostro padre e lo ha dato a me.
10 Una volta, al tempo che le greggi entravano in calore, io alzai gli occhi e vidi in sogno che i capri che montavano le femmine erano striati, chiazzati e screziati.
11 E l'angelo di DIO mi disse in sogno: "Giacobbe!". Io risposi: "Eccomi!".
12 Egli allora disse: "Alza ora gli occhi e guarda; tutti i montoni che montano le femmine sono striati, chiazzati e screziati, perché ho veduto tutto quello che Labano ti fa.
13 Io sono il DIO di Bethel, dove tu ungesti una stele e mi facesti un voto. Ora alzati, lascia questo paese e torna al tuo paese natio"».
14 Rachele e Lea risposero e gli dissero: «Abbiamo noi forse ancora una parte e un'eredità in casa di nostro padre?
15 Non ci ha egli trattate come straniere, per il fatto che egli ci ha vendute e ha inoltre mangiato il nostro denaro?
16 Tutte le ricchezze che DIO ha tolto a nostro padre sono nostre e dei nostri figli or dunque fa' tutto ciò che DIO ti ha detto».
17 Allora Giacobbe si alzò e mise i suoi figli e le sue mogli sui cammelli,
18 e condusse via tutto il suo bestiame, prendendo con sé tutte le sostanze che aveva acquistato, il bestiame che gli apparteneva e che aveva acquistato in Paddan-Aram, per andare da Isacco suo padre, nel paese di Canaan.
19 Mentre Labano era andato a tosare le sue pecore, Rachele rubò gl'idoli di suo padre.
20 E Giacobbe si allontanò furtivamente da Labano, l'Arameo, senza dirgli che intendeva fuggire.
21 Così egli fuggì con tutto ciò che aveva; si levò, passò il fiume e si diresse verso il monte di Galaad.
22 Al terzo giorno fu riferito a Labano che Giacobbe era fuggito.
23 Allora egli prese con sé i suoi fratelli, lo insegui per sette giornate di cammino e lo raggiunse al monte di Galaad.
24 Ma DIO venne da Labano, L'Arameo, in un sogno della notte, e gli disse: «Guardati dal parlare a Giacobbe, né in bene né in male».
25 Labano raggiunse dunque Giacobbe. Ora Giacobbe aveva piantato la sua tenda sul monte; e anche Labano e i suoi fratelli avevano piantato le loro sul monte di Galaad.
26 Allora Labano disse a Giacobbe: «Che cosa hai fatto ingannandomi in questo modo e conducendo via le mie figlie come prigioniere di guerra?
27 Perché sei fuggito di nascosto e ti sei allontanato da me furtivamente, senza neppure avvertirmi? Io ti avrei accomiatato con gioia e con canti, a suon di tamburello e di cetra.
28 E non mi hai permesso di baciare i miei figli e le mie figlie! Tu hai agito stoltamente.
29 Ora è in mio potere di farvi del male; ma il DIO di tuo padre mi parlò la notte scorsa, dicendo: "Guardati dal parlare a Giacobbe né in bene né in male".
30 Certamente te ne sei andato, perché desideravi ardentemente di ritornare alla casa di tuo padre; ma perché hai rubato i miei dei?».
31 Allora Giacobbe rispose a Labano: «Io avevo paura, perché pensavo che tu mi avresti potuto togliere con la Forza le tue figlie.
32 Ma chiunque sia colui presso il quale troverai i tuoi dei, egli deve morire in presenza dei nostri fratelli; ricerca tu stesso ciò che ti appartiene presso di me e prenditelo!». Giacobbe non sapeva che li aveva rubati Rachele.
33 Labano dunque entrò nella tenda di Giacobbe, nella tenda di Lea e nella tenda delle due serve, ma non trovò nulla. Uscì poi dalla tenda di Lea ed entrò nella tenda di Rachele.
34 Or Rachele aveva preso gl'idoli e li aveva messi nel basto del cammello, poi vi si era seduta sopra. Labano frugò tutta la tenda, ma non trovò nulla.
35 Ed ella disse a suo padre: «Non si adiri il mio signore, se io non posso alzarmi davanti a te, perché ho i soliti ricorsi delle donne». Così egli cercò ma non trovò gl'idoli.
36 Allora Giacobbe si adirò e contese con Labano; e Giacobbe rispose e disse a Labano: «Qual è la mia colpa, qual è il mio peccato, perché tu mi abbia inseguito con tanta rabbia?»
37 Tu hai frugato in tutte le mie cose. Che cosa hai trovato di tutto ciò che appartiene alla tua casa? Mettilo qui davanti ai miei fratelli e ai tuoi fratelli e siano essi a decidere fra noi due!
38 Sono stato con te vent'anni; le tue pecore e le tue capre non hanno abortito e io non ho mangiato i montoni del tuo gregge.
39 Io non ti ho mai portato gli animali lacerati dalle fiere; ne ho subita la perdita io stesso; tu reclamavi da me ciò che era stato rubato di giorno o rubato di notte.
40 Questa era la mia sorte: di giorno mi consumava il caldo e il freddo intenso di notte, e il sonno fuggiva dai miei occhi.
41 Sono stato vent'anni in casa tua; ti ho servito quattordici anni per le tue due figlie e sei anni per il tuo gregge, tu hai mutato il mio salario dieci volte.
42 Se il DIO di mio padre, il DIO di Abrahamo e il Terrore di Isacco non fosse stato a mio favore tu mi avresti certamente rimandato via a mani vuote DIO ha veduto la mia afflizione e la fatica delle mie mani e la notte scorsa ha pronunziato la sua sentenza».
43 Allora Labano rispose e disse: «Queste figlie sono mie figlie, questi figli sono miei figli, queste greggi sono mie greggi, e tutto quel che vedi è mio. Ma che posso io fare oggi a queste mie figlie o ai loro figli che esse hanno partorito?
44 Or dunque vieni, facciamo un patto fra me e te, e serva esso di testimonianza fra me e te».
45 Allora Giacobbe prese una pietra e la eresse come una stele.
46 Poi Giacobbe disse ai suoi fratelli: «Raccogliete delle pietre». Ed essi presero delle pietre e ne fecero un mucchio, e presso il mucchio mangiarono.
47 Labano chiamò quel mucchio Jegar-Sahadutha, mentre Giacobbe lo chiamò Galed.
48 E Labano disse: «Oggi questo mucchio è una testimonianza fra me e te». Perciò fu chiamato Galed,
49 e anche Mitspah, perché Labano disse: «L'Eterno tenga l'occhio su me e su te quando saremo nell'impossibilità di vederci l'un l'altro.
50 Se tu maltratti le mie figlie o se prendi altre mogli oltre le mie figlie, anche se non c'è alcun uomo con noi, ricordati che DIO è testimone fra me e te».
51 Labano disse ancora a Giacobbe: «Ecco questo mucchio di pietre, ed ecco la stele che io ho eretto fra me e te.
52 Sia questo mucchio un testimone e sia questa stele un testimone che io non oltrepasserò questo mucchio per venire a far del male a te, e che tu non oltrepasserai questo mucchio e questa stele per far del male a me.
53 Il DIO di Abrahamo e il DIO di Nahor, il DIO del loro padre, sia giudice fra noi!». E Giacobbe giurò per il Terrore di Isacco suo padre.
54 Poi Giacobbe offrì un sacrificio sul monte e invitò i suoi fratelli a mangiare del pane. Ed essi mangiarono del pane e passarono la notte sul monte.
55 Labano si alzò al mattino presto, baciò i suoi figli e le sue figlie e li benedisse. Poi Labano partì e tornò a casa sua.
32 Mentre Giacobbe continuava il suo cammino, gli si fecero incontro degli angeli di DIO.
2 Come Giacobbe li vide, disse: «Questo è l'accampamento di DIO»; e pose nome a quel luogo Mahanaim.
3 Poi Giacobbe mandò davanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaú, nel paese di Seir, nella campagna di Edom.
4 E diede loro quest'ordine dicendo: «Direte così ad Esaú, mio signore: "Così dice il tuo servo Giacobbe: «Io ho soggiornato presso Labano e vi sono rimasto finora;
5 ho buoi, asini, greggi, servi e serve; e lo mando a dire al mio signore, per trovare grazia ai tuoi occhi"».
6 I messaggeri tornarono quindi da Giacobbe, dicendo: «Siamo andati da tuo fratello Esaú; ed ora sta venendo egli stesso ad incontrarti e ha con lui quattrocento uomini».
7 Allora Giacobbe fu preso da una grande paura ed angoscia e divise in due schiere la gente che era con lui, le greggi, gli armenti e i cammelli, e disse:
8 Se Esaú viene contro una delle schiere e l'attacca, la schiera che rimane potrà mettersi in salvo».
9 Poi Giacobbe disse: O DIO di mio padre Abrahamo, DIO di mio padre Isacco, o Eterno, che mi dicesti: "Torna al tuo paese e al tuo parentado e ti farò del bene",
10 io non sono degno di tutte le benignità e di tutta la fedeltà che hai usato col tuo servo, poiché io passai questo Giordano solamente col mio bastone e ora son divenuto due schiere.
11 Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaú, perché io ho paura di lui e temo che egli venga ad attaccarmi, non risparmiando né madri né bambini.
12 E tu dicesti: "Certo, io ti farò del bene e farò diventare la tua discendenza come la sabbia del mare, che non si può contare tanto è numerosa"».
13 Così Giacobbe passò in quel luogo la notte; e da ciò che gli veniva sottomano egli scelse un dono per suo fratello Esaú:
14 duecento capre e venti becchi, duecento pecore e venti montoni,
15 trenta cammelle allattanti con i loro piccoli, quaranta mucche e dieci tori, venti asine e dieci puledri.
16 Poi li consegnò ai suoi servi, ogni gregge per conto suo, e disse ai suoi servi: «Passate davanti a me e lasciate un certo spazio fra un gregge e l'altro».
17 E ordinò al primo: «Quando mio fratello Esaú ti incontrerà e ti chiederà: "Di chi sei tu e dove vai? A chi appartengono questi animali davanti a te?",
18 tu risponderai: "Appartengono al tuo servo Giacobbe; è un dono inviato al mio signore Esaú; ed ecco, egli stesso viene dietro di noi"».
19 Egli diede lo stesso ordine al secondo, al terzo e a tutti quelli che seguivano le greggi, dicendo: «In questo modo parlerete a Esaú quando lo incontrerete;
20 e direte: "Ecco, il tuo servo Giacobbe sta venendo egli stesso dietro di noi"». Perché diceva: «Io lo placherò col dono che mi precede e dopo vedrò la sua faccia; forse mi farà buona accoglienza».
21 Così il dono andò davanti a lui, ma egli passò la notte nell'accampamento.
22 Or quella notte si alzò, prese le sue due mogli, le sue due serve, i suoi undici figli, e attraversò il guado di Jabbok.
23 Li prese e fece loro passare il torrente, e lo fece passare a tutto quello che possedeva.
24 Così Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntar dell'alba.
25 Quando quest'uomo vide che non lo poteva vincere, gli toccò la cavità dell'anca; e la cavità dell'anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui.
26 E quegli disse: «Lasciami andare, perché sta spuntando l'alba». Ma Giacobbe disse: «Non ti lascerò andare, se non mi avrai prima benedetto!».
27 L'altro gli disse: «Qual è il tuo nome?». Egli rispose: «Giacobbe».
28 Allora quegli disse: «Il tuo nome non sarà piú Giacobbe, ma Israele, poiché tu hai lottato con DIO e con gli uomini, ed hai vinto».
29 Giacobbe gli disse: «Ti prego, dimmi il tuo nome». Ma quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?».
30 E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia, e la mia vita è stata risparmiata».
31 Come egli ebbe passato Peniel, il sole si levava; e Giacobbe zoppicava all'anca.
32 Per questo, fino al giorno d'oggi, i figli d'Israele non mangiano il tendine della coscia che passa per la cavità dell'anca, perché quell'uomo aveva toccato la cavità dell'anca di Giacobbe, al punto del tendine della coscia.
33 Giacobbe alzò gli occhi, guardò e vide arrivare Esaú, che aveva con sé quattrocento uomini. Allora divise i figli fra Lea, Rachele e le due serve.
2 In testa mise le serve e i loro figli, poi Lea e i suoi figli, e da ultimo Rachele e Giuseppe.
3 Egli stesso passò davanti a loro e s'inchinò fino a terra sette volte, finché giunse vicino a suo fratello.
4 Allora Esaú gli corse incontro, l'abbracciò, gli si gettò al collo e lo baciò; e piansero.
5 Poi Esaú alzò gli occhi e vide le donne e i fanciulli, e disse: «Chi sono questi con te?». Giacobbe rispose: «Sono i figli che DIO si è compiaciuto di dare al tuo servo».
6 Allora si avvicinarono le serve, esse e i loro figli, e s'inchinarono.
7 Si avvicinarono anche Lea e i suoi figli, e s'inchinarono. Poi si avvicinarono Giuseppe e Rachele, e s'inchinarono.
8 Esaú disse: «Che vuoi fare di tutta quella schiera che ho incontrato?». Giacobbe rispose: «E' per trovare grazia agli occhi del mio signore».
9 Allora Esaú disse: «Ne ho già abbastanza, fratello mio; tieni per te ciò che è tuo».
10 Ma Giacobbe disse: No, ti prego; se ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta il mio dono dalla mia mano, perché vedere la tua faccia, per me è stato come vedere la faccia di DIO, e tu mi hai fatto una buona accoglienza.
11 Deh, accetta il mio dono che ti è stato recato, perché DIO mi ha usato grande bontà, e perché ho tutto». E insisté tanto, che Esaú accettò.
12 Poi Esaú disse: «Partiamo, incamminiamoci e io andrò davanti a te».
13 Ma Giacobbe rispose: «Il mio signore sa che i fanciulli sono di tenera età e che ho con me delle pecore e delle mucche che allattano; se le fanno strapazzare anche un solo giorno, tutte le bestie moriranno.
14 Deh, passi il mio signore prima del suo servo, e io me ne verrò pian piano, al passo del bestiame che mi precede e al passo dei fanciulli, finché arrivi presso al mio signore, a Seir».
15 Esaú allora disse: «Permetti almeno che io lasci con te un po' della gente che ho con me». Ma Giacobbe rispose: «Perché fare ciò? Basta che io trovi grazia agli occhi del mio signore».
16 Così, in quel giorno stesso, Esaú ritornò sul suo cammino verso Seir.
17 Giacobbe partì alla volta di Sukkoth, costruì una casa per sé e fece delle capanne per il suo bestiame; perciò quel luogo fu chiamato Sukkoth.
18 Poi Giacobbe, tornando da Paddan-Aram, arrivò sano e salvo alla città di Sichem, nel paese di Canaan, e piantò le tende di fronte alla città.
19 E comprò dai figli di Hamor, padre di Sichem, per cento pezzi di denaro, la parte del campo dove aveva piantato le sue tende.
20 Poi là eresse un altare e lo chiamò El-Elohey-Israel.
34 Or Dina, la figlia che Lea aveva partorito a Giacobbe, uscì per vedere le figlie del paese.
2 Sichem, figlio di Hamor lo Hivveo, principe del paese, vedutala la rapì, si coricò con lei e la violentò.
3 E la sua anima si legò a Dina, figlia di Giacobbe; egli amò la fanciulla e parlò al cuore della ragazza.
4 Poi disse ad Hamor suo padre: «Dammi questa fanciulla per moglie».
5 Or Giacobbe udì che egli aveva disonorato sua figlia Dina; ma i suoi figli erano nei campi col suo bestiame, per cui Giacobbe tacque finché non furono tornati.
6 Allora Hamor, padre di Sichem, si recò da Giacobbe per parlargli.
7 Appena sentirono dell'accaduto, i figli di Giacobbe tornarono dai campi; essi erano addolorati e fortemente adirati, perché costui aveva commesso una cosa ignominiosa in Israele, coricandosi con la figlia di Giacobbe, cosa che non era da farsi.
8 Ma Hamor parlò loro, dicendo: «L'anima di mio figlio Sichem si è legata a vostra figlia; deh, dategliela in moglie;
9 e imparentatevi con noi: dateci le vostre figlie e prendetevi le nostre figlie.
10 Così voi abiterete con noi e il paese sarà a vostra disposizione; dimoratevi, commerciate e acquistate in esso delle proprietà».
11 Poi Sichem disse al padre e ai fratelli di Dia: «Fate che io trovi grazia agli occhi vostri e vi darò qualunque cosa mi chiederete.
12 imponetemi pure una grande dote e un dono, e io vi darò quanto chiederete, ma datemi la fanciulla in moglie».
13 Allora i figli di Giacobbe risposero a Sichem e a Hamor suo padre e parlarono loro con astuzia, perché Sichem aveva disonorato Dina loro sorella,
14 e dissero loro: «Non possiamo fare questa cosa, cioè dare la nostra sorella a uno che non è circonciso, perché questo sarebbe per noi un disonore.
15 Soltanto a questa condizione acconsentiremo alla vostra richiesta: se voi diventerete come noi, facendo circoncidere ogni maschio tra voi.
16 Allora noi vi daremo le nostre figlie e ci prenderemo le vostre figlie, abiteremo con voi e diventeremo un sol popolo.
17 Ma se non ci volete ascoltare e non vi volete far circoncidere, noi prenderemo la nostra figlia e ce ne andremo».
18 Le loro parole piacquero ad Hamor e a Sichem, figlio di Hamor.
19 E il giovane non indugiò a fare la cosa, perché voleva bene alla figlia di Giacobbe ed era l'uomo piú onorato in tutta la casa di suo padre.
20 Hamor e Sichem, suo figlio, vennero alla porta della loro città e parlarono agli uomini della loro città, dicendo:
21 «Questi uomini intendono stare in pace con noi; rimangano pure nel paese e vi commercino, perché il paese è grande abbastanza per loro. Noi prenderemo le loro figlie per mogli e daremo le nostre figlie a loro.
22 Ma questi uomini acconsentiranno ad abitare con noi per formare un sol popolo, unicamente a questa condizione: che ogni maschio fra noi sia circonciso, come sono circoncisi loro.
23 Il loro bestiame, la loro ricchezza e i loro animali non saranno, forse nostri? Acconsentiamo alla loro richiesta ed essi abiteranno con noi».
24 E tutti quelli che uscivano dalla porta della città diedero ascolto ad Hamor e a suo figlio Sichem; e ogni maschio fu circonciso, tutti quelli che uscivano dalla porta della città.
25 Or avvenne che il terzo giorno, mentre essi erano sofferenti, due dei figli di Giacobbe, Simeone e Levi, fratelli di Dina, presero ciascuno la propria spada, piombarono sulla città che se ne stava al sicuro, e uccisero tutti i maschi.
26 Passarono a fil di spada anche Hamor e suo figlio Sichem; poi presero Dina dalla casa di Sichem e se ne andarono.
27 I figli di Giacobbe piombarono sugli uccisi e saccheggiarono la città, perché la loro sorella era stata disonorata.
28 Così essi presero i loro greggi, i loro armenti, i loro asini, tutto ciò che era in città e tutto ciò che era nei campi,
29 e portarono via come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro piccoli, le loro mogli e tutto ciò che si trovava nelle case.
30 Allora Giacobbe disse a Simeone e a Levi: «Voi mi avete messo nei guai rendendomi odioso agli abitanti del paese, ai Cananei e ai Perezei. Siccome noi siamo in pochi, essi si raduneranno contro di me e mi daranno addosso, e io e la casa mia saremo sterminati».
31 Ma essi risposero: «Doveva egli trattare nostra sorella come una prostituta?».
35 DIO disse a Giacobbe: «Levati, sali a Bethel e dimora là; e fa' in quel luogo un altare al Dio che ti apparve, quando fuggivi davanti a tuo fratello Esaú».
2 Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a tutti quelli che erano con lui: «Rimuovete dal vostro mezzo gli dèi stranieri, purificatevi e cambiate le vostre vesti;
3 Poi leviamoci e andiamo a Bethel, e io farò là un altare al Dio che mi esaudì nel giorno della mia avversità e che è stato con me nel viaggio che ho fatto»
4 Allora essi diedero a Giacobbe tutti gli dèi stranieri che avevano e gli orecchini che portavano agli orecchi; e Giacobbe li nascose sotto la quercia che si trova vicino a Sichem.
5 Poi essi partirono e il terrore di DIO cadde su tutte le città intorno a loro, così che non inseguirono i figli di Giacobbe.
6 Così Giacobbe giunse a Luz, cioè Bethel, che è nel paese di Canaan, egli con tutta la gente che era con lui.
7 E là egli costruì un altare e chiamò quel luogo El-Bethel, perché là DIO gli era apparso, quando egli fuggiva davanti a suo fratello.
8 Allora morì Debora, bàlia di Rebecca, e fu sepolta al di sotto di Bethel, ai piedi della quercia, che fu chiamata Allon-Bakuth.
9 DIO apparve ancora a Giacobbe, quando questi veniva da Paddan-Aram, e lo benedisse.
10 E DIO gli disse: «Il tuo nome è Giacobbe; tu non sarai piú chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele». E gli mise nome Israele.
11 Quindi DIO gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; sii fruttifero e moltiplica; una nazione, anzi un insieme di nazioni discenderà da te, e dei re usciranno dai tuoi lombi;
12 e darò a te, e alla tua discendenza dopo di te, il paese che diedi ad Abrahamo e a Isacco».
13 Poi DIO salì in alto da lui, dal luogo dove gli aveva parlato.
14 Allora Giacobbe eresse una stele, una stele di pietra, nel luogo dove Dio gli aveva parlato; e su di essa fece una libazione e vi sparse sopra dell'olio.
15 E Giacobbe chiamò, il luogo dove DIO gli aveva parlato, Bethel.
16 Poi partirono da Bethel; mancava ancora un tratto di strada per arrivare ad Efrata, quando Rachele partorì. Ella ebbe un travaglio difficile;
17 e durante il difficile travaglio per partorire la levatrice le disse: «Non temere, perché anche questa volta hai un figlio».
18 E mentre l'anima la lasciava (perché morì), gli pose nome Ben-Oni, ma il padre lo chiamò Beniamino.
19 Così Rachele morì; e fu sepolta sulla via di Efrata, (cioè di Betlemme).
20 E Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. la stele sulla tomba di Rachele che esiste ancora oggi.
21 Poi Israele partì e piantò la tenda al di là di Migdal-Eder.
22 E avvenne che, mentre Israele abitava in quel paese, Ruben andò e si coricò con Bilhah, concubina di suo padre. E Israele lo seppe.
23 Or i figli di Giacobbe erano dodici. I figli di Lea: Ruben, primogenito di Giacobbe, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon.
24 I figli di Rachele: Giuseppe e Beniamino.
25 I figli di Bilhah, serva di Rachele: Dan e Neftali.
26 I figli di Zilpah, serva di Lea: Gad e Ascer. Questi sono i figli di Giacobbe che gli nacquero in Paddan-Aram.
27 Poi Giacobbe venne da Isacco suo padre a Mamre, a Kirjath-Arba, (cioè Hebron), dove Abrahamo e Isacco avevano soggiornato.
28 Or Isacco visse centottant'anni.
29 Così Isacco spirò, morì e fu riunito al suo popolo, vecchio e sazio di giorni; ed Esaú e Giacobbe, suoi figli, lo seppellirono.
36 Questa è la discendenza di Esaú, che è Edom.
2 Esaú prese le sue mogli tra le figlie dei Cananei: Ada, figlia di Elon, lo Hitteo, e Oholibamah, figlia di Anah, figlia di Tsibeon, lo Hivveo;
3 e Basemath, figlia di Ismaele, sorella di Nebajoth.
4 Ada partorì ad Esaú, Elifaz;
5 Basemath partorì Reuel; e Oholibamah partorì Jeush, Jalam e Korah. Questi sono i figli di Esaú che gli nacquero nel paese di Canaan.
6 Poi Esaú prese le sue mogli, i suoi figli, le sue figlie, tutte le persone della sua casa, le sue greggi, tutto il suo bestiame e tutti i suoi beni che aveva acquistato nel paese di Canaan, e se ne andò in un paese, lontano da Giacobbe suo fratello,
7 poiché i loro possedimenti erano troppo grandi perché essi potessero dimorare assieme; il paese nel quale soggiornavano non era in grado di sostenerli, a motivo del loro bestiame.
8 Così Esaú si stabilì sulla montagna di Seir; Esaú a Edom.
9 Questa è la discendenza di Esaú, padre degli Edomiti, sul monte Seir.
10 Questi sono i nomi dei figli di Esaú: Elifaz, figlio di Ada, moglie di Esaú; Reuel, figlio di Basemath, moglie di Esaú.
11 I figli di Elifaz furono: Teman, Omar, Tsefo, Gatam e Kenaz.
12 Or Timna era la concubina di Elifaz, figlio di Esaú; ella partorì ad Elifaz, Amalek. Questi furono i figli di Ada, moglie di Esaú.
13 Questi furono i figli di Reuel: Nahath e Zerah, Shammah e Mizzah. Questi furono i figli di Basemath, moglie di Esaú.
14 Questi furono i figli di Oholibamah, figlia di Anah, figlia di Tsibeon, moglie di Esaú; ella partorì a Esaú: Jeush, Jalam e Korah.
15 Questi furono i capi dei figli di Esaú: i figli di Elifaz, primogenito di Esaú: il capo Teman, il capo Omar, il capo Tsefo, il capo Kenaz,
16 il capo Korah, il capo Gatam e il capo Amalek; questi furono i capi discesi da Elifaz, nel paese di Edom; essi furono i figli di Ada.
17 Questi furono i figli di Reuel, figlio di Esaú: il capo Nahath, il capo Zerah, il capo Shammah e il capo Mizzah; questi furono i capi discesi da Reuel, nel paese di Edom; essi furono i figli di Basemath, moglie di Esaú.
18 Questi furono i figli di Oholibamah, moglie di Esaú; il capo Jeush, il capo Jalam e il capo Korah; essi furono i capi discesi da Oholibamah, figlia di Anah, moglie di Esaú.
19 Questi furono i figli di Esaú, che è Edom, e questi furono i loro capi.
20 Questi furono i figli di Seir, lo Horeo, che abitavano il paese: Lotan, Shobal, Tsibeon, Anah,
21 Dishon, Etser e Dishan. Questi, furono i capi degli Horei, figli di Seir, nel paese di Edom.
22 I figli di Lotan furono: Hori e Hemam; e la sorella di Lotan fu Timna.
23 Questi furono i figli di Shobal: Alvan, Manahath, Ebal, Scefo e Onam.
24 Questi furono i figli di Tsibeon: Aja e Anah. Questo è l'Anah che trovò le acque calde nel deserto, mentre pascolava gli asini di Tsibeon suo padre.
25 Questi furono i figli di Anah: Dishon e Oholibamah, figlia di Anah.
26 Questi furono i figli di Dishon: Hemdan, Eshban, Ithran e keran.
27 Questi furono i figli di Etser; Bilhan, Zaavan e Akan.
28 Questi furono i figli di Dishan; Uts e Aran.
29 Questi furono i capi degli Horei: il capo Lothan, il capo Shobal, il capo Tsibeon, il capo Anah,
30 il capo Dishon, il capo Etser, il capo Dishan. Questi furono i capi degli Horei, i capi che essi ebbero nel paese di Seir.
31 Questi furono i re che regnarono nel paese di Edom, prima che alcun re regnasse sui figli d'Israele:
32 Bela, figlio di Beor, regnò in Edom, e il nome della sua città fu Dinhabah.
33 Bela morì, e al suo posto regnò Jobab, figlio di Zerah, da Botsrah.
34 Jobab morì, e al suo posto regnò Husham, del paese dei Temaniti.
35 Husham morì, e al suo posto regnò Hadad, figlio di Bedad, che sconfisse i Madianiti nei campi di Moab; e il nome della sua città fu Avith.
36 Hadad morì, e al suo posto regnò Samlah, da Masrekah.
37 Samlah morì, e al suo posto regnò Saul di Rehoboth sul Fiume.
38 Saul morì, e al suo posto regnò Baal-Hanan, figlio di Akbor.
39 Baal-Hanan, figlio di Akbor, morì e al suo posto regnò Hadar. Il nome della sua città fu Pau, e il nome di sua moglie, Mehetabel, figlia di Matred, figlia di Mezahab.
40 Questi furono i nomi dei capi di Esaú, secondo le loro famiglie, secondo i loro territori, coi loro nomi: il capo Timnah, il capo Alvah, il capo Jetheth,
41 Il capo Oholibamah, il capo Elah, il capo Pinon,
42 il capo Kenaz, il capo Teman, il capo Mibtsar,
43 il capo Magdiel e il capo Iram. Questi furono i capi di Edom secondo le loro dimore, nel paese che possedevano. Questi fu Esaú, il padre degli Edomiti.
37 Or Giacobbe dimorò nel paese dove suo padre aveva soggiornato, nel paese di Canaan.
2 Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe, all'età di diciassette anni, pascolava il gregge coi suoi fratelli; il giovinetto stava con i figli di Bilhah e con i figli di Zilpah mogli di suo padre. Or Giuseppe riferì al loro padre la mala fama che circolava sul loro conto.
3 Or Israele amava Giuseppe piú di tutti i suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga fino ai piedi.
4 Ma i suoi fratelli, vedendo che il loro padre lo amava piú di tutti gli altri fratelli, presero ad odiarlo e non gli potevano parlare in modo amichevole.
5 Or Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; e questi lo odiarono ancora di piú.
6 Egli disse loro: «Udite, vi prego, il sogno che ho fatto.
7 Noi stavamo legando dei covoni in mezzo al campo, quand'ecco il mio covone si drizzò e rimase dritto, mentre i vostri covoni si raccolsero e si inchinarono davanti al mio covone».
8 Allora i suoi fratelli gli dissero: «Dovrai tu regnare su di noi, o dovrai tu veramente dominarci?». E lo odiarono ancor di piú, a motivo dei suoi sogni e delle sue parole.
9 Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: «Ho fatto un altro sogno! Ed ecco il sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me».
10 Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; e suo padre lo rimproverò e gli disse: «Cosa significa questo sogno che hai fatto? Dovremo proprio io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci a terra davanti a te?».
11 E i suoi fratelli gli portavano invidia ma suo padre serbava la cosa dentro di sé,
12 Or i fratelli di Giuseppe erano a pascolare il gregge del padre a Sichem.
13 E Israele disse a Giuseppe: «I tuoi fratelli non stanno forse pascolando il gregge a Sichem? Vieni, che ti manderò da loro». Egli rispose: «Eccomi».
14 Israele gli disse: «Va' a vedere se i tuoi fratelli stanno bene e se il gregge va bene, e poi torna a riferirmelo». Così lo mandò dalla valle di Hebron, ed egli arrivò a Sichem.
15 Mentre egli vagava per la campagna, un uomo lo trovò e gli chiese: «Che cerchi?».
16 Egli rispose: «Sto cercando i miei fratelli; per favore, dimmi dove si trovano a pascolare».
17 Quell'uomo gli disse: «Son partiti di qui, perché li ho sentiti dire: "Andiamo a Dothan"». Allora Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli, e li trovò a Dothan.
18 Essi lo scorsero da lontano e, prima che fosse loro vicino, complottarono contro di lui per ucciderlo.
19 E dissero l'un l'altro: «Ecco che arriva il sognatore!
20 Ora dunque venite, uccidiamolo e gettiamolo in un pozzo; diremo poi che una bestia feroce lo ha divorato; così vedremo che ne sarà dei suoi sogni».
21 Ruben udì questo e decise di liberarlo dalle loro mani, e disse: «Non gli togliamo la vita».
22 Poi Ruben aggiunse: «Non spargete sangue, ma gettatelo in questo pozzo nel deserto e non colpitelo di vostra mano». Diceva così, per liberarlo dalle loro mani e riportarlo a suo padre.
23 Quando Giuseppe fu giunto presso i suoi fratelli, lo spogliarono della sua veste, della lunga veste fino ai piedi che indossava;
24 poi lo presero e lo gettarono nel pozzo. Or il pozzo era vuoto, senz'acqua dentro.
25 Poi si misero a sedere per prendere cibo; ma, alzando gli occhi, ecco videro una carovana di Ismaeliti, che veniva da Galaad coi loro cammelli carichi di spezie, di balsamo e di mirra, in viaggio per portarli in Egitto.
26 Allora Giuda disse ai suoi fratelli: Che guadagno avremo a uccidere nostro fratello e a nascondere il suo sangue?
27 Venite, vendiamolo agli Ismaeliti e non lo colpisca la nostra mano, perché è nostro fratello, nostra carne». E i suoi fratelli gli diedero ascolto.
28 Come quei mercanti Madianiti passavano, essi sollevarono e tirarono Giuseppe fuori dal pozzo e lo vendettero agli Ismaeliti per venti sicli d'argento. E questi condussero Giuseppe in Egitto.
29 Or Ruben tornò al pozzo, ed ecco, Giuseppe non era piú nel pozzo. Allora egli si stracciò le vesti.
30 Poi tornò dai suoi fratelli e disse: Il fanciullo non c'è piú; e io, dove andrò io?».
31 Così essi presero la lunga veste di Giuseppe, uccisero un capro e immersero la veste nel sangue.
32 Poi portarono la lunga veste dal padre e dissero: «Abbiamo trovato questo; vedi un po' se è la veste di tuo figlio».
33 Ed egli la riconobbe e disse: «la veste di mio figlio; lo ha divorato una bestia feroce; certamente Giuseppe è stato sbranato».
34 Giacobbe allora si stracciò le vesti, si mise un cilicio ai fianchi e fece cordoglio di suo figlio per molti giorni.
35 E tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere consolato e disse: «Io scenderò nello Sceol da mio figlio facendo cordoglio». Così suo padre lo pianse.
36 Intanto i Madianiti vendettero Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale del Faraone e capitano delle guardie.
38 Or in quel tempo avvenne che Giuda lasciò i suoi fratelli per andare a stare con un uomo di Adullam, di nome Hirah.
2 Qui Giuda vide la figlia di un uomo Cananeo, chiamato Shua; la prese in moglie e si unì a lei.
3 Ed ella concepì e partorì un figlio, che egli chiamò Er.
4 Poi ella concepì nuovamente e partorì un figlio, che egli chiamò Onan.
5 Ella concepì ancora e partorì un figlio, che chiamò Scelah. Or Giuda era a Kezib, quando ella lo partorì.
6 Poi Giuda prese per Er, suo primogenito, una moglie di nome Tamar.
7 Ma Er, primogenito di Giuda, era malvagio agli occhi dell'Eterno, e l'Eterno lo fece morire.
8 Allora Giuda disse a Onan: «Va' dalla moglie di tuo fratello, sposala e suscita una discendenza a tuo fratello».
9 Ma Onan, sapendo che quella discendenza non sarebbe stata sua, quando si univa alla moglie di suo fratello, disperdeva il suo seme per terra, per non dare discendenza al fratello.
10 Ciò che egli faceva dispiacque agli occhi dell'Eterno, che fece morire anche lui.
11 Allora Giuda disse a Tamar sua nuora: «Rimani come vedova in casa di tuo padre, finché mio figlio Scelah sia cresciuto». Perché pensava: «Temo che muoia anch'egli come i suoi fratelli». Cosi Tamar se ne andò e dimorò in casa di suo padre.
12 Dopo parecchio tempo, la moglie di Giuda, la figlia di Shua, morì; quando ebbe terminato il cordoglio, Giuda salì da quelli che tosavano le sue pecore a Timnah, egli col suo amico Hirah, l'Adullamita.
13 Di questo fu informata Tamar, e le fu detto: «ecco, tuo suocero sale a Timnah a tosare le sue pecore».
14 Allora ella si tolse le vesti da vedova, si coperse con un velo e si avvolse tutta; poi si pose a sedere alla porta di Enaim, che è sulla strada verso Timnah; aveva infatti visto che Scelah era ormai cresciuto. ma lei non gli era stata data in moglie.
15 Come Giuda la vide. pensò che ella fosse una prostituta, perché aveva il viso coperto.
16 Quindi egli si accostò a lei sulla strada e le disse: «Lasciami entrare da te». Non sapeva infatti che ella fosse sua nuora. Lei rispose: «Che mi darai per entrare da me?».
17 Allora egli disse: «Ti manderò un capretto del mio gregge». Ella chiese: «Mi dai un pegno finché me lo manderai?».
18 Egli disse: «Che pegno ti devo dare?». Quella rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Egli glieli diede, entrò da lei, ed ella concepì da lui.
19 Poi ella si levò e se ne andò; si tolse il velo e si rimise le sue vesti da vedova.
20 Or Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico, l'Adullamita, per poter ritirare il pegno dalle mani di quella donna; ma egli non la trovò.
21 Allora domandò agli uomini del luogo dicendo: «Dov'è quella prostituta che stava a Enaim, sulla strada?». Essi risposero: «Non c'era alcuna prostituta qui».
22 Così egli ritornò da Giuda e gli disse: «Non l'ho trovata; inoltre gli uomini del luogo mi hanno detto: "Non c'era alcuna prostituta qui».
23 Allora Giuda disse: «Si tenga pure il pegno, che non abbiamo a incorrere nel disprezzo. Ecco, io ho mandato questo capretto e tu non l'hai trovata».
24 Ora circa tre mesi dopo vennero a dire a Giuda: «Tamar tua nuora si è prostituita; e, a motivo della sua prostituzione, ella è pure incinta». Allora Giuda disse: «Conducetela fuori e sia arsa!».
25 Come la conducevano fuori, ella mandò a dire al suocero: «E' l'uomo a cui appartengono queste cose che mi ha resa incinta». E disse: «Vedi se puoi riconoscere di chi siano queste cose: il Sigillo, il cordone e il bastone».
26 Giuda li riconobbe e disse: «Ella é piú giusta di me, perché io non l'ho data a Scelah mio figlio». Ed egli non ebbe piú rapporti con lei.
27 Quando venne il tempo in cui doveva partorire, ecco che le aveva in grembo due gemelli.
28 Mentre partoriva, uno di essi mise fuori una mano, e la levatrice la prese e vi legò un filo scarlatto, dicendo: «Questo è uscito per primo».
29 Ma egli ritirò la sua mano, ed uscì fuori suo fratello. Allora la levatrice disse: «Come ti sei aperto una breccia Per questo motivo Fu chiamato Perets.
30 Poi uscì suo fratello, che aveva attorno alla mano il filo scarlatto; e fu chiamato Zerah.
39 Or Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del Faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo compró dagli Ismaeliti che lo avevano portato laggiú.
2 l'Eterno fu con Giuseppe; ed egli prosperava e stava nella casa del suo padrone, l'Egiziano.
3 E il suo padrone vide che l'Eterno era con lui, e che l'Eterno faceva prosperare nelle sue mani tutto ciò che faceva.
4 Così Giuseppe trovó grazia agli occhi di lui ed entró al servizio personale di Potifar, che lo fece soprintendente della sua casa e mise nelle sue mani tutto quanto possedeva.
5 Dal momento che l'ebbe fatto soprintendente della sua casa e di tutto quanto possedeva, l'Eterno benedisse la casa dell'Egiziano a motivo di Giuseppe; e la benedizione dell'Eterno fu su tutto quanto egli aveva, in casa e in campagna.
6 Così Potifar lasciò tutto quanto aveva nelle mani di Giuseppe e non si preoccupava piú di cosa alcuna, tranne del suo proprio cibo. Or Giuseppe era bello di forma e di bell'aspetto.
7 Dopo queste cose. avvenne che la moglie del suo padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Coricati con me».
8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Ecco, il mio padrone non si preoccupa di quanto ha lasciato in casa con me e ha messo nelle mie mani tutto quanto ha.
9 Non c'è alcuno piú grande di me in questa casa; egli non mi ha proibito nulla tranne te perché sei sua moglie. Come dunque potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio?».
10 Nonostante il fatto che lei ne parlasse a Giuseppe ogni giorno. egli non acconsentì a coricarsi con lei né a darsi a lei.
11 Un giorno avvenne che egli entrò in casa per fare il suo lavoro, e non vi era in casa nessuno dei domestici.
12 Allora ella lo afferrò per la veste, e gli disse: «Coricati con me». Ma egli le lasciò in mano la sua veste. fuggì e corse fuori.
13 Quando ella vide che egli le aveva lasciato in mano la sua veste e che era fuggito fuori.
14 Chiamò i suoi domestici, e disse loro: «Vedete, egli ci ha portato in casa un Ebreo per prendersi giuoco di noi; egli è venuto da me per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce.
15 Come egli mi ha udito alzare la voce, gridare, ha lasciato la sua veste vicino a me, è fuggito ed è corso fuori».
16 Così ella tenne accanto a sé la veste di lui, finché il suo padrone non fu tornato a casa.
17 Allora ella gli parlò in questa maniera: «Quel servo Ebreo, che tu ci hai portato, è venuto da me per prendersi giuoco di me.
18 Ma come io ho alzato la voce e ho gridato egli ha lasciato la sua veste vicino a me ed è fuggito fuori».
19 Così, quando il suo padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava in questo modo dicendo: «Il tuo servo mi ha fatto questo!», si accese d'ira.
20 Allora il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise in prigione nel luogo dove erano rinchiusi i carcerati del re. Egli rimase quindi in quella prigione.
21 Ma l'Eterno fu con Giuseppe e usò verso di lui benevolenza, cattivandogli le grazie del direttore della prigione.
22 Così il direttore della prigione affidò a Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; ed egli era responsabile di tutto quanto si faceva là dentro.
23 Il direttore della prigione non controllava piú nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché l'Eterno era con lui, e l'Eterno faceva prosperare tutto quanto egli faceva.
40 Dopo queste cose, avvenne che il coppiere e il panettiere del re di Egitto offesero il loro signore, il re d'Egitto.
2 E il Faraone si adirò con i suoi due ufficiali, con il capocoppiere e il capopanettiere,
3 E li fece mettere in carcere, nella casa del capo delle guardie, nella stessa prigione dove era rinchiuso Giuseppe.
4 E il capitano delle guardie li affidò alla sorveglianza di Giuseppe il quale li assisteva. Così essi rimasero in prigione per un certo tempo.
5 Nella stessa notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano rinchiusi nella prigione, fecero entrambi un sogno, ciascuno il suo sogno, col suo particolare significato.
6 Il mattino seguente, Giuseppe venne da loro, e vide che erano preoccupati.
7 Allora egli interrogò gli ufficiali del Faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo padrone e disse: «Perché avete oggi il viso così mesto?».
8 Essi gli risposero: «Abbiamo fatto un sogno e non vi è alcuno che lo possa interpretare». Allora Giuseppe disse loro: «Le interpretazioni non appartengono a DIO? Raccontatemi i sogni, vi prego».
9 Così il capocoppiere raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una vite;
10 e in quella vite vi erano tre tralci; appena ebbe messo i germogli, fiorì e diede dei grappoli di uva matura.
11 Ora io avevo in mano la coppa del Faraone; presi l'uva, la spremetti nella coppa del Faraone e misi la coppa in mano del Faraone».
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