Bible in 90 Days
12 Giuseppe gli disse: «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre tralci sono tre giorni;
13 in capo a tre giorni il Faraone ti farà rialzare il capo, ti ristabilirà nel tuo ufficio e tu darai in mano al Faraone la coppa, come facevi prima, quando eri suo coppiere.
14 Ma ricordati di me quando sarai felice; ti prego, usa benevolenza nei miei confronti, parlando di me al Faraone, e fammi uscire da questa casa;
15 perché io fui portato via di nascosto dal paese degli Ebrei, e anche qui non ho fatto nulla da essere messo in questa prigione sotterranea».
16 Il capopanettiere, vedendo che la interpretazione era favorevole, disse a Giuseppe: «Anch'io nel mio sogno, ecco, avevo tre canestri di pane bianco sul capo;
17 e nel canestro piú alto vi era ogni sorta di vivande cotte al forno per il Faraone; e gli uccelli le mangiavano dal canestro che avevo sul capo».
18 Allora Giuseppe rispose e disse: «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre canestri sono tre giorni;
19 in capo a tre giorni il Faraone ti asporterà la testa dalle spalle, ti farà impiccare a un albero, e gli uccelli ti mangeranno le carni addosso».
20 Ora il terzo giorno, il giorno del compleanno del Faraone, avvenne che egli fece un banchetto per tutti i suoi servi; e fece alzare il capo al capocoppiere e alzare il capo al capopanettiere in mezzo ai suoi servi.
21 Così ristabilì il capocoppiere nel suo ufficio di coppiere, perché mettesse la coppa in mano del Faraone,
22 ma fece impiccare il capopanettiere secondo la interpretazione che Giuseppe aveva loro data.
23 Il capocoppiere però non si ricordò di Giuseppe, ma lo dimenticò.
41 Or avvenne, in capo a due interi anni, che il Faraone fece un sogno. Egli stava presso il fiume,
2 ed ecco salire dal fiume sette vacche, di bell'aspetto e grasse, e mettersi a pascolare tra i giunchi.
3 Dopo quelle, ecco salire dal fiume altre sette vacche brutte di aspetto e scarne, e fermarsi accanto alle prime sulla riva del fiume.
4 Ora le vacche brutte di aspetto e scarne divorarono le sette vacche di bell'aspetto e grasse. Quindi il Faraone si svegliò.
5 Poi si riaddormentò e sognò una seconda volta; ed ecco, sette spighe grosse e belle, venir su da un unico stelo.
6 Poi ecco, sette spighe sottili e arse dal vento orientale, germogliare dopo di quelle.
7 E le spighe sottili inghiottirono le sette spighe grosse e piene. Allora il Faraone si svegliò, ed ecco, era un sogno.
8 Al mattino il suo spirito era turbato, e mandò a chiamare tutti i maghi e tutti i savi d'Egitto; quindi il Faraone raccontò loro i suoi sogni, ma non ci fu alcuno che li potesse interpretare al Faraone.
9 Allora il capocoppiere parlò al Faraone, dicendo: Ricordo oggi i miei falli.
10 Il Faraone si era adirato con i suoi servi e mi aveva fatto mettere in prigione in casa del capo delle guardie: me e il capopanettiere.
11 Entrambi facemmo un sogno nella stessa notte, io e lui; ciascuno fece un sogno con il suo proprio significato.
12 Ora con noi vi era un giovane ebreo servo del capo delle guardie; a lui raccontammo i nostri sogni, ed egli ce li interpretò dando a ciascuno l'interpretazione del suo sogno.
13 E le cose avvennero esattamente secondo l'interpretazione da lui dataci: il Faraone ristabilì me nel suo ufficio e fece impiccare l'altro».
14 Allora il Faraone mandò a chiamare Giuseppe che fu subito tratto fuori dalla prigione sotterranea. Così egli si rase si cambiò le vesti e venne dal Faraone.
15 E il Faraone disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e non vi è alcuno che lo possa interpretare; ma ho sentito dire di te che, quando hai udito un sogno tu lo puoi interpretare».
16 Giuseppe rispose al Faraone, dicendo: «Non sono io; ma sarà DIO a dare una risposta per il bene del Faraone».
17 Allora il Faraone disse a Giuseppe: «Ecco nel mio sogno io stavo sulla riva del fiume,
18 quand'ecco salire dal fiume sette vacche grasse e di bell'aspetto e mettersi a pascolare tra i giunchi.
19 Dopo quelle ecco salire altre sette vacche magre, bruttissime di aspetto e scarne, tali che non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d'Egitto.
20 E le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche grasse;
21 ma anche dopo che le ebbero divorate, nessuno poteva riconoscere che le avevano divorate, perché esse erano di brutto aspetto come prima. Così mi svegliai.
22 Poi vidi nel mio sogno sette spighe venir su da un unico stelo, piene e belle;
23 ed ecco altre sette spighe avvizzite, sottili e arse dal vento orientale, germogliare dopo quelle.
24 Quindi le spighe sottili inghiottirono le sette spighe belle. Io ho raccontato questo ai maghi, ma non vi è stato alcuno capace di darmi una spiegazione».
25 Allora Giuseppe disse al Faraone: «I sogni del Faraone sono uno stesso sogno. DIO ha mostrato al Faraone quello che sta per fare.
26 Le sette vacche belle sono sette anni, e le sette spighe belle sono sette anni; è uno stesso sogno.
27 Anche le sette vacche magre e brutte, che salivano dopo di quelle, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale sono sette anni di carestia.
28 Questo è quello che ho detto al Faraone: DIO ha mostrato al Faraone quello che sta per fare.
29 Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese di Egitto;
30 ma dopo questi verranno sette anni di carestia, e tutta quell'abbondanza sarà dimenticata nel paese d'Egitto; e la carestia consumerà il paese.
31 E nel paese non si ricorderà piú la precedete abbondanza, a motivo della carestia che seguirà, perché questa sarà molto dura.
32 Il fatto poi che il sogno sia stato dato al Faraone due volte vuol dire che la cosa è decretata da DIO, e DIO la farà accadere presto.
33 Or dunque cerchi il Faraone un uomo intelligente e savio e lo stabilisca sul paese d'Egitto.
34 Il Faraone faccia così: costituisca sul paese dei soprintendenti per prelevare il quinto dei prodotti del paese d'Egitto, durante i sette anni di abbondanza.
35 Radunino essi tutti i viveri di queste annate buone che stanno per venire e ammassino il grano sotto l'autorità del Faraone, e lo conservino per l'approvvigionamento delle città.
36 Questi viveri saranno una riserva per il paese, in vista dei sette anni di carestia che verranno nel paese d'Egitto; così il paese non perirà per la carestia».
37 La cosa piacque al Faraone e a tutti i suoi funzionari.
38 E il Faraone disse ai suoi funzionari: «Potremmo noi trovare un uomo come questi, in cui ci sia lo Spirito di DIO?».
39 Allora il Faraone disse a Giuseppe: «Poiché DIO ti ha fatto conoscere tutto questo, non vi è alcuno che sia intelligente e savio come te.
40 Tu sarai sopra la mia casa e tutto il mio popolo obbedirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto io sarò piú grande di te».
41 Il Faraone disse a Giuseppe: «Vedi io ti stabilisco su tutto il paese d'Egitto».
42 Poi il Faraone si tolse l'anello dalla propria mano e lo mise alla mano di Giuseppe; lo fece vestire di abiti di lino fino e gli mise al collo una collana d'oro.
43 Lo fece quindi montare sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «Inginocchio!». Così il Faraone lo costituì su tutto il paese d'Egitto.
44 Inoltre il Faraone disse a Giuseppe: «Il Faraone sono io ma, senza di te, nessuno alzerà la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto».
45 E il Faraone chiamó Giuseppe col nome di Tsofnath-Paneah, e gli diede in moglie Asenath figlia di Potiferah, sacerdote di On. E Giuseppe partì per visitare il paese d'Egitto.
46 Ora Giuseppe aveva trent'anni quando si presentò davanti a Faraone, re d'Egitto. Quindi Giuseppe lasciò la presenza del Faraone e percorse tutto il paese d'Egitto.
47 Durante i sette anni di abbondanza, la terra produsse copiosamente;
48 e Giuseppe radunò tutti i viveri di quei sette anni prodotti nel paese d'Egitto e ripose i viveri nelle città; in ogni città ripose i viveri del territorio circonvicino.
49 Così Giuseppe ammassò grano come la sabbia del mare, in così gran quantità, che si smise di tenere i conti perché era incalcolabile.
50 prima che venisse l'anno della carestia, nacquero a Giuseppe due figli che Asenath, figlia di Potiferah, sacerdote di On, gli partorì.
51 Giuseppe chiamò il primogenito Manasse perché disse: «DIO mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre».
52 Al secondo invece pose nome Efraim, perché disse: «DIO mi ha reso fruttifero nel paese della mia afflizione».
53 I sette anni di abbondanza che vi furono nel paese d'Egitto finirono,
54 e cominciarono a venire i sette anni di carestia, come Giuseppe aveva detto. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto il paese d'Egitto vi era del pane.
55 Poi tutto il paese d'Egitto cominciò ad aver fame, e il popolo gridò al Faraone per aver del pane. Allora il Faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe, e fate quello che vi dirà».
56 La carestia si era sparsa sulla superficie di tutto il paese, e Giuseppe aperse tutti i depositi e vendé grano agli Egiziani. Ma la carestia si aggravò nel paese d'Egitto.
57 Così la gente di tutti i paesi veniva in Egitto da Giuseppe per comprare del grano, perché la carestia era grave in tutta la terra.
42 Or Giacobbe, venendo a sapere che vi era del grano in Egitto, disse ai suoi figli: «Perché vi state a guardare l'un l'altro?».
2 Poi disse: «Ecco, ho sentito dire che vi è del grano in Egitto; andate laggiú a comprare del grano per noi, affinché possiamo vivere e non abbiamo a morire».
3 Così i dieci fratelli di Giuseppe scesero in Egitto per comprarvi del grano.
4 Ma Giacobbe non mandò Beniamino, fratello di Giuseppe, con i suoi fratelli, perché diceva: «Che non gli succeda qualche disgrazia».
5 I figli di Israele giunsero dunque per comprare del grano, in mezzo agli altri arrivati, perché nel paese di Canaan vi era la carestia.
6 Or Giuseppe era il governatore del paese; era lui che vendeva il grano a tutta la gente del paese; e i fratelli di Giuseppe vennero e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra.
7 Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma si comportò come un forestiero con loro e usò parole dure con loro, e disse loro: «Da dove venite?». Essi risposero: «Dal paese di Canaan per comperare viveri».
8 Così Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui.
9 Giuseppe allora si ricordò dei sogni che aveva fatto intorno a loro e disse: «Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i punti indifesi del paese!».
10 Essi gli risposero: «No, signor mio; i tuoi servi son venuti a comperare dei viveri.
11 Siamo tutti figli di uno stesso uomo; siamo gente onesta; i tuoi servi non sono delle spie».
12 Ma egli disse loro: No, voi siete venuti per vedere i punti indifesi del paese!».
13 Allora essi dissero: Noi, tuoi servi, siamo dodici fratelli, figli di uno stesso uomo nel paese di Canaan. Ed ecco, il piú giovane è oggi con nostro padre, e uno non è piú».
14 Ma Giuseppe disse loro: «La cosa è come vi ho detto; siete delle spie!
15 Ecco come sarete messi alla prova: Com'è vero che il Faraone vive, non uscirete di qui prima che il vostro fratello piú giovane sia venuto qui.
16 Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; e voi resterete qui in carcere, perché le vostre parole siano messe alla prova, e si veda se c'è del vero in voi; altrimenti com'è vero che il Faraone vive, siete delle spie!».
17 Così li mise assieme in prigione per tre giorni.
18 Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: «Fate questo e vivrete; io temo DIO!
19 Se siete gente onesta, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella nostra prigione, e voi andate a portare il grano per la vostra famiglia che muore di Fame;
20 Poi conducetemi Il vostro fratello piú giovane; così le vostre parole saranno verificate e voi non morrete». Ed essi fecero così.
21 Allora si dicevano l'un l'altro: Noi siamo veramente colpevoli nei confronti di nostro fratello, perché vedemmo l'angoscia dell'anima sua quando egli ci supplicava, ma non gli demmo ascolto! Ecco perché ci è venuta addosso questa sventura».
22 Ruben rispose loro, dicendo: Non ve lo dicevo io: "Non commettete questo peccato contro il fanciullo!"? Ma non mi deste ascolto. Perciò ecco, ora ci si chiede conto del suo sangue».
23 Essi non sapevano che Giuseppe li capiva, perché fra lui e loro vi era un interprete.
24 Allora egli si allontanò da loro e pianse. Poi ritornò presso di loro e parlò loro; e prese fra loro Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi.
25 Poi Giuseppe ordinò di riempire di grano i loro sacchi e di rimettere il denaro di ciascuno nel suo sacco, e di dare loro provviste per il viaggio. E così fu fatto.
26 Essi caricarono quindi il loro grano sui loro asini e se ne andarono.
27 Ora, nel luogo dove pernottavano uno di essi aperse il suo sacco per dare del foraggio al suo asino e vide il proprio denaro; ed ecco che stava alla bocca del suo sacco;
28 così disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito; eccolo qui nel mio sacco». Allora il cuore venne loro meno e, tutti spaventati, dicevano l'un l'altro: «Che è mai questo che DIO ci ha fatto?».
29 Così giunsero da Giacobbe, loro padre nel paese di Canaan e gli raccontarono tutto quanto era loro accaduto, dicendo:
30 «L'uomo, che è il signore del paese, ci ha parlato aspramente e ci ha trattato come spie del paese.
31 E noi abbiamo detto: "Siamo gente onesta; non siamo delle spie;
32 siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è piú, e il piú giovane è oggi con nostro padre nel paese di Canaan".
33 Ma quell'uomo, signore del paese, ci ha detto: "Da questo conoscerò se siete gente onesta: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete dei viveri per la vostra famiglia che muore di fame e andate;
34 Poi portatemi il vostro fratello piú giovane. Così conoscerò che non siete delle spie ma gente onesta; io vi renderò il vostro fratello, e voi potrete commerciare nel paese"».
35 Or come essi vuotavano i loro sacchi, ecco che l'involto del denaro di ciascuno era nel suo sacco; così essi e il loro padre videro gli involti del loro denaro e furono presi da paura.
36 Allora Giacobbe loro padre disse: «Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è piú, Simeone non è piú, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutto questo ricade su di me!».
37 Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riporto, fa' morire i miei due Figli. Affidalo a me, io te lo ricondurrò».
38 Ma Giacobbe rispose: «Il mio figlio non scenderà con voi, perché il suo fratello è morto e questi solo è rimasto: se gli succedesse qualche disgrazia durante il viaggio fareste scendere nel dolore la mia canizie alla tomba».
43 Or la carestia era grave nel paese;
2 e quando ebbero finito di mangiare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro: «Ritornate a comprarci un po' di viveri».
3 Ma Giuda gli rispose dicendo: «Quell'uomo ci ha formalmente messi in guardia dicendo: "Non vedrete la mia faccia, se il vostro fratello non sarà con voi".
4 Se tu mandi il nostro fratello con noi, noi scenderemo e ti compreremo dei viveri;
5 ma se non lo mandi non scenderemo, perché quell'uomo ci ha detto: "Non vedrete la mia faccia, a meno che il vostro fratello non sarà con voi"».
6 Allora Israele disse: «Perché mi avete dato questo dolore di dire a quell'uomo che avevate ancora un fratello?».
7 Quelli risposero: «Quell'uomo ci interrogò con molta accuratezza intorno a noi e al nostro parentado, dicendo: "Vostro padre è ancora vivo? Avete qualche altro fratello?". E noi gli rispondemmo in base a queste sue domande. Potevamo noi mai sapere che ci avrebbe detto: "Portate quaggiú il vostro fratello"?».
8 Poi Giuda disse a Israele suo padre: «Lascia venire il fanciullo con me e ci leveremo e andremo perché possiamo vivere e non morire, sia noi che tu e i nostri piccoli.
9 Io mi rendo garante di lui; ne domanderai conto alla mia mano. Se non te lo riconduco e non te lo rimetto davanti, ne porterò la colpa davanti a te per sempre.
10 Se non ci fossimo indugiati, a quest'ora saremmo già tornati per la seconda volta».
11 Allora Israele, loro padre, disse loro: «Se è così, fate questo: prendete nei vostri sacchi alcuni dei prodotti migliori del paese, e portate a quell'uomo un dono: un po' di balsamo, un po' di miele degli aromi e della mirra, dei pistacchi e delle mandorle.
12 Prendete con voi doppio denaro e riportate il denaro che fu rimesso alla bocca dei vostri sacchi; forse è stato uno sbaglio.
13 Prendete anche vostro fratello, e levatevi, tornate da quell'uomo;
14 e il Dio onnipotente vi faccia trovare grazia davanti a quell'uomo, così che egli vi rilasci l'altro vostro fratello e Beniamino. Quanto a me, se devo essere privato dei miei figli, che lo sia!».
15 Essi dunque presero il dono, e presero con sé il doppio del denaro e Beniamino; quindi si levarono e scesero in Egitto, e si presentarono davanti a Giuseppe.
16 Quando Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al maggiordomo di casa sua: «Conduci questi uomini in casa, uccidi un animale e prepara un banchetto, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno».
17 Or l'uomo fece come Giuseppe gli aveva ordinato e li condusse in casa di Giuseppe.
18 Ma essi ebbero paura, perché erano condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «Siamo condotti qui a motivo di quel denaro che ci fu rimesso nei sacchi la prima volta, per trovare un'occasione contro di noi, piombarci addosso e prenderci come schiavi coi nostri asini».
19 E accostatisi al maggiordomo della casa di Giuseppe parlarono con lui sulla porta di casa e dissero:
20 «Mio signore, noi scendemmo in realtà una prima volta a comperare viveri;
21 e avvenne che, quando fummo giunti al luogo dove pernottammo, aprimmo i sacchi, ed ecco il denaro di ciascuno stava alla bocca del suo sacco; il nostro denaro col suo peso esatto; ora lo abbiamo riportato con noi.
22 E abbiamo portato con noi dell'altro denaro per comperare viveri; noi non sappiamo chi possa aver messo il nostro denaro nei nostri sacchi».
23 Ma egli disse: Datevi pace, non temete; il DIO vostro e il DIO di vostro padre ha messo un tesoro nei vostri sacchi. Io ebbi il vostro denaro». Poi condusse loro Simeone.
24 Quell'uomo li fece entrare in casa di Giuseppe. diede loro dell'acqua affinché si lavassero i piedi e diede del foraggio ai loro asini.
25 Allora essi prepararono il regalo, aspettando che Giuseppe venisse a mezzogiorno, perché avevano inteso che sarebbero rimasti a mangiare in quel luogo.
26 Quando Giuseppe arrivò a casa. essi gli presentarono il dono che avevano portato con sé in casa, e si inchinarono fino a terra davanti a lui.
27 Egli domandò loro come stessero e disse: Vostro padre, il vecchio di cui mi parlaste. sta bene? E' ancora in vita?».
28 Essi risposero: «Il tuo servo. nostro padre, sta bene; è ancora in vita». E si inchinarono per rendergli riverenza.
29 Poi Giuseppe alzò gli occhi, vide suo fratello Beniamino, figlio di sua madre, e disse: «E' questi il vostro fratello piú giovane di cui mi parlaste?». E aggiunse: DIO ti sia propizio, figlio mio!».
30 Allora Giuseppe si affrettò ad uscire, perché si era profondamente commosso a motivo di suo fratello, e cercava un luogo dove piangere. Entrò così nella sua camera e lì pianse.
31 Poi si lavò la faccia ed uscì; e, facendosi forza, disse: Servite il pranzo».
32 Fu dunque servito per lui a parte, per loro a parte e per gli Egiziani che mangiavano con lui a parte, perché gli Egiziani non possono mangiare con gli Ebrei; ciò sarebbe cosa abominevole per gli Egiziani.
33 Così essi si misero a sedere davanti a lui: il primogenito secondo il suo diritto di primogenitura e il piú giovane secondo la sua età; e si guardavano l'un l'altro con meraviglia.
34 E Giuseppe fece loro portare delle porzioni dalla sua stessa tavola; ma la porzione di Beniamino era cinque volte maggiore di quella di ogni altro di loro. E bevvero e stettero allegri con lui.
44 Giuseppe diede quest'ordine al maggiordomo di casa sua dicendo: Riempi i sacchi di questi uomini di tanti viveri quanti ne possono portare e metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco.
2 Inoltre metti la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del piú giovane, assieme al denaro del suo grano». Ed egli fece come Giuseppe aveva detto.
3 La mattina, non appena fu giorno, quegli uomini furono fatti partire coi loro asini.
4 Erano appena usciti dalla città e non erano ancora lontani, quando Giuseppe disse al maggiordomo di casa sua: Levati, insegui quegli uomini e, quando li avrai raggiunti, di' loro: "Perché avete reso male per bene?
5 Non è quella la coppa in cui il mio signore beve, e della quale si serve per indovinare? Avete fatto male a fare così"».
6 Egli li raggiunse e disse loro queste parole.
7 Essi allora gli risposero: Perché il mio signore ci rivolge parole come queste? Lungi dai tuoi servi il fare una tale cosa!
8 Ecco, noi ti abbiamo riportato dal paese di Canaan il denaro che avevamo trovato alla bocca dei nostri sacchi; come avremmo potuto rubare dell'argento o dell'oro dalla casa del tuo signore?
9 Quello dei tuoi servi presso il quale si troverà la coppa, sia messo a morte; e noi pure diventeremo schiavi del tuo signore».
10 Egli disse: «Ebbene, sia fatto come dite: colui presso il quale la coppa si troverà sarà mio schiavo; e voi sarete innocenti».
11 Così ciascuno di loro si affrettò a mettere a terra il suo sacco, e ciascuno aprì il suo.
12 Il maggiordomo li frugò, cominciando col maggiore, per finire col piú giovane; e la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino.
13 Allora essi si stracciarono le vesti ricaricarono ciascuno il suo asino e tornarono nella città.
14 Giuda e i suoi fratelli arrivarono alla casa di Giuseppe, che si trovava ancora là, e si gettarono a terra davanti a lui.
15 E Giuseppe disse loro: «Che azione è questa che avete fatto? Non lo sapete che un uomo come me è in grado di indovinare?».
16 Giuda rispose: «Che diremo al mio signore? Quali parole useremo, o come ci potremo giustificare? DIO ha ritrovato l'iniquità dei tuoi servi. Ecco, siamo schiavi del mio signore, tanto noi quanto colui in mano del quale è stata trovata la coppa».
17 Ma Giuseppe disse: «Lungi da me il fare questo! L'uomo, in mano del quale è stata trovata la coppa, sarà mio schiavo; quanto a voi, ritornate in pace da vostro padre».
18 Allora Giuda si accostò a Giuseppe e disse: «Di grazia, signor mio, permetti al tuo servo di far udire una parola al mio signore, e non si accenda l'ira tua contro il tuo servo, perché tu sei come il Faraone.
19 Il mio signore interrogò i suoi servi, dicendo: "Avete voi padre o fratello?".
20 E noi rispondemmo al mio signore: "Abbiamo un padre che è vecchio con un giovane figlio, natogli nella vecchiaia; suo fratello è morto, così egli è rimasto l'unico figlio di sua madre; e suo padre l'ama".
21 Allora tu dicesti ai tuoi servi: "Portatemelo, perché lo possa vedere coi miei occhi".
22 E noi dicemmo al mio signore: "Il fanciullo non può lasciare suo padre, perché se lo dovesse lasciare, suo padre morrebbe".
23 Ma tu dicesti ai tuoi servi: "Se il vostro fratello piú giovane non scende con voi, voi non vedrete piú la mia faccia".
24 Così quando fummo risaliti dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore.
25 Allora nostro padre disse: "Tornate a comperarci un po' di viveri".
26 Noi rispondemmo: "Non possiamo scendere laggiù; solo se il nostro fratello piú giovane verrà con noi, scenderemo; perché non possiamo vedere la faccia di quell'uomo, se il nostro fratello piú giovane non è con noi".
27 E il tuo servo, mio padre, ci rispose: "Voi sapete che mia moglie mi partorì due figli;
28 uno di essi mi lasciò, e io dissi: Certo, egli è stato sbranato; e non l'ho più rivisto da allora;
29 or se mi togliete anche questi e se gli avviene qualche disgrazia voi farete scendere nel dolore la mia canizie nella tomba".
30 Or dunque quando giungerò dal tuo servo mio padre se il fanciullo non è con noi, poiché la sua vita è legata a quella del fanciullo,
31 avverrà che appena avrà visto che il fanciullo non è con noi, egli morirà; e i tuoi servi avranno fatto scendere nel dolore la canizie del tuo servo, nostro padre, nella tomba.
32 Ora, siccome il tuo servo si è reso garante del fanciullo presso mio padre e gli ha detto: "Se non te lo riconduco sarò per sempre colpevole verso mio padre"
33 deh, permetti ora che il tuo servo rimanga schiavo del mio signore al posto del fanciullo, e che il fanciullo se ne torni con i suoi fratelli.
34 Perché, come potrei ritornare da mio padre, se il fanciullo non è con me? Ah, che io non veda il dolore che coglierebbe mio padre!».
45 Allora Giuseppe non poté piú contenersi di fronte a tutti gli astanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così nessuno rimase con Giuseppe quando egli si fece conoscere ai suoi fratelli.
2 E pianse così forte che gli Egiziani stessi lo udirono, e lo venne a sapere anche la casa del Faraone.
3 Quindi Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Io sono Giuseppe; è mio padre ancora in vita?». Ma i suoi fratelli non gli potevano rispondere perché erano sgomenti alla sua presenza.
4 Allora Giuseppe disse ai suoi fratelli: Deh, avvicinatevi a me!». Quelli si avvicinarono, ed egli disse: Io sono Giuseppe, vostro fratello, che voi vendeste perché fosse condotto in Egitto.
5 Ma ora non vi contristate e non vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi condotto quaggiú, poiché DIO mi ha mandato davanti a voi per conservarvi la vita.
6 Infatti è già due anni che vi è carestia nel paese; e ci saranno altri cinque anni, durante i quali non vi sarà né aratura né messe.
7 Ma DIO mi ha mandato davanti a voi perché sia conservato per voi un residuo sulla terra, e per salvarvi la vita con una grande liberazione.
8 Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è DIO; egli mi ha stabilito come padre del Faraone, come signore di tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto.
9 Affrettatevi a ritornare da mio padre e ditegli: "Così dice tuo figlio Giuseppe: DIO mi ha stabilito come signore di tutto l'Egitto; scendi da me, non tardare;
10 tu dimorerai nel paese d Goscen e sarai vicino a me: tu e i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, le tue greggi, i tuoi armenti e tutto quello che possiedi.
11 E là io ti sostenterò, perché ci saranno ancora cinque anni di carestia, affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la tua famiglia e tutto quello che possiedi".
12 Ed ecco, i vostri occhi e gli occhi di mio fratello Beniamino vedono che é la mia bocca quella che vi parla.
13 Raccontate dunque a mio padre tutta la mia gloria in Egitto e tutto quello che avete visto, e affrettatevi a condurre mio padre quaggiú».
14 Poi si gettò al collo di suo fratello Beniamino e pianse, e Beniamino pianse stretto al suo collo.
15 Egli baciò pure tutti i suoi fratelli e pianse stretto a loro. Dopo questo, i suoi fratelli si misero a parlare con lui.
16 Il rumore della cosa si sparse nella casa del Faraone, e si disse: «Sono arrivati i fratelli di Giuseppe». Questo fece piacere al Faraone e ai suoi servi.
17 Allora il Faraone disse a Giuseppe: «Di' ai tuoi fratelli: "Fate questo: Caricate le vostre bestie e andate; tornate nel paese di Canaan.
18 Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie, e venite da me; io vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i prodotti migliori del paese".
19 Tu hai l'ordine di dir loro: "Fate questo: Prendete con voi dal paese di Egitto dei carri per i vostri piccoli e per le vostre mogli; prendete vostro padre e venite.
20 E non preoccupatevi per le vostre masserizie, perché il meglio di tutto il paese d'Egitto sarà vostro"».
21 I figli di Israele fecero così, e Giuseppe diede loro dei carri, secondo l'ordine del Faraone, e diede loro delle provviste per il viaggio.
22 A tutti diede un abito di ricambio per ciascuno; ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque mute di vestiti;
23 e a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose d'Egitto, dieci asine cariche di grano, di pane e di viveri per suo padre durante il viaggio.
24 Così congedò i suoi fratelli e, mentre essi partivano, disse loro: «Non fate litigi per la strada».
25 Allora essi risalirono dall'Egitto e arrivarono nel paese di Canaan da Giacobbe, loro padre.
26 E gli riferirono ogni cosa, dicendo: «Giuseppe è ancora in vita, ed è il governatore di tutto il paese d'Egitto». Ma il suo cuore rimase freddo, perché egli non credeva loro.
27 Quando però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva loro detto ed egli vide i carri che Giuseppe aveva mandato per condurlo via, allora lo spirito di Giacobbe loro padre si ravvivò,
28 e Israele disse: «Basta; il mio figlio Giuseppe è ancora in vita; io andrò a vederlo prima di morire».
46 Israele dunque partì con tutto quello che aveva e, giunto a Beer-Sceba, offrì sacrifici al DIO di suo padre Isacco.
2 E DIO parlò a Israele in visioni notturne e disse: «Giacobbe, Giacobbe!». Egli rispose: «Eccomi».
3 Dio allora disse: «Io sono Dio, il DIO di tuo padre; non temere di scendere in Egitto, perché là ti farò diventare una grande nazione.
4 Io scenderò con te in Egitto e ti farò anche sicuramente risalire; e Giuseppe ti chiuderà gli occhi».
5 Allora Giacobbe partì da Beer-Sceba, e i figli di Israele fecero salire Giacobbe loro padre, i loro piccoli e le loro mogli sui carri che il Faraone aveva mandato per trasportarlo.
6 Così essi presero il loro bestiame e i beni che avevano acquistato nel paese di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e tutti i suoi discendenti con lui.
7 Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli, i figli dei suoi figli, le sue figlie, le figlie dei suoi figli e tutti i suoi discendenti.
8 Questi sono i nomi dei figli di Israele che vennero in Egitto: Giacobbe e i suoi figli. Il primogenito di Giacobbe: Ruben.
9 I figli di Ruben: Hanok, Pallu, Hetsron e Karmi.
10 I figli di Simeone: Jemuel, Jamin, Ohad, Jakin, Tsohar e Saul, figlio di una Cananea.
11 I figli di Levi: Ghershom, Kehath e Merari.
12 I figli di Giuda: Er, Onan, Scelah, Perets e Zerah; (ma Er e Onan morirono nel paese di Canaan). I figli di Perets furono: Hetsron e Hamul.
13 I figli di Issacar: Tola, Puvah, Job e Scimron.
14 I figli di Zabulon: Sered, Elon e Jahleel.
15 Codesti furono i figli che Lea partorì a Giacobbe a Paddan-Aram, oltre sua figlia Dina. I suoi figli e le sue figlie erano in tutto trentatré persone.
16 I figli di Gad: Tsifion, Haggi, Shuni, Etsbon, Eri, Arodi e Areli.
17 I figli di Ascer Jmna, Jshua, Jshni, Beriah e Serah loro sorella. E i figli di Beriah: Heber e Malkiel.
18 Codesti furono i figli di Zilpah che Labano aveva dato a Lea sua figlia; ed essa li partorì a Giacobbe: in tutto sedici persone.
19 I figli di Rachele moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino.
20 E a Giuseppe, nel paese d'Egitto, nacquero Manasse ed Efraim, che gli partorì Asenath, figlia di Potiferah, sacerdote di On.
21 I figli di Beniamino: Belah, Beker, Ashbel, Ghera, Naaman, Ehi, Rosh, Muppim, Huppim e Ard.
22 Questi furono i figli di Rachele che nacquero a Giacobbe: in tutto quattordici persone.
23 Il figlio di Dan: Huscim.
24 I figli di Neftali: Jahtseel, Guni, Jetser e Scillem.
25 Questi furono i figli di Bilhah che Labano aveva dato a Rachele sua figlia, ed essa li partorì a Giacobbe: in tutto sette persone.
26 Le persone che vennero con Giacobbe in Egitto, discendenti da lui, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, erano in tutto sessantasei.
27 I figli di Giuseppe, che gli nacquero in Egitto, erano due. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe che vennero in Egitto erano in totale settanta.
28 Or Giacobbe mandò Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché lo introducesse nel paese di Goscen. Così essi giunsero nel paese di Goscen.
29 Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì a Goscen incontro a Israele, suo padre; appena lo vide, gli si gettò al collo e pianse lungamente stretto al suo collo.
30 E Israele disse a Giuseppe: «Ora lascia pure che io muoia, poiché ho visto la tua faccia, e tu sei ancora in vita».
31 Allora Giuseppe disse ai suoi fratelli e alla famiglia di suo padre: «Io salirò a informare il Faraone e gli dirò: "I miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me.
32 Essi sono pastori, perché sono sempre stati allevatori di bestiame, e hanno portato con sé le loro greggi, i loro armenti e tutto quello che posseggono".
33 Quando il Faraone vi farà chiamare e vi dirà: "Qual è la vostra occupazione?", voi risponderete:
34 "I tuoi servi sono stati allevatori di bestiame dalla loro fanciullezza fino ad ora, tanto noi che i nostri padri", perché possiate abitare nel paese di Goscen. Poiché gli Egiziani hanno in abominio tutti i pastori».
47 Giuseppe andò quindi a informare il Faraone e gli disse: «Mio padre e i miei fratelli con le loro greggi, con i loro armenti e con tutto quello che hanno, sono venuti dal paese di Canaan; ed ecco, sono nel paese di Goscen».
2 Quindi prese cinque uomini tra i suoi fratelli e li presentò al Faraone.
3 Allora il Faraone disse ai fratelli di Giuseppe: «Qual è la vostra occupazione?». Essi risposero al Faraone: «I tuoi servi sono pastori, tanto noi che i nostri padri».
4 Poi dissero al Faraone: «Siamo venuti per dimorare in questo paese, perché non vi era più pastura per le greggi dei tuoi servi, poiché vi è una grande carestia nel paese di Canaan. Deh, permetti ora che i tuoi servi dimorino nel paese di Goscen».
5 Allora il Faraone parlò a Giuseppe, dicendo: «Tuo padre e i tuoi fratelli sono venuti da te;
6 il paese d'Egitto è a tua disposizione; fa' abitare tuo padre e tuoi fratelli nella parte migliore del paese; dimorino pure nel paese d Goscen. E se tu sai che fra loro ci sono degli uomini capaci, falli soprintendenti del mio bestiame».
7 Poi Giuseppe condusse Giacobbe suo padre dal Faraone e glielo presentò. E Giacobbe benedisse il Faraone.
8 Il Faraone allora disse a Giacobbe: «Quanti sono gli anni della tua vita?».
9 Giacobbe rispose al Faraone: «gli anni del mio pellegrinare sono centotrent'anni; gli anni della mia vita sono stati pochi e cattivi, e non hanno raggiunto il numero degli anni della vita dei miei padri, nei giorni del loro pellegrinare»
10 Giacobbe benedisse ancora il Faraone e si ritirò dalla presenza del Faraone.
11 Così Giuseppe stabilì suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nel paese di Egitto, nella parte migliore del paese, nella contrada di Ramses come Il Faraone aveva ordinato.
12 E Giuseppe sostentò suo padre, i suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre, rifornendoli di pane, secondo il numero de figli.
13 Or in tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano a motivo della carestia.
14 Giuseppe ammassò tutto il denaro che si trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan in cambio del grano che essi compravano; e Giuseppe portò questo denaro nella casa del Faraone.
15 Or quando nel paese d' Egitto e nel paese di Canaan venne a mancare Il denaro, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe e dissero: «Dacci del pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Poiché il nostro denaro è finito».
16 Giuseppe disse: «Date il vostro bestiame; e io vi darò del pane in cambio del vostro bestiame, se è finito il denaro».
17 Allora essi portarono a Giuseppe il loro bestiame; e Giuseppe diede loro del pane in cambio dei loro cavalli, delle loro greggi di pecore, delle loro mandrie di buoi e dei loro asini. Così fornì loro del pane per quell'anno, in cambio di tutto il loro bestiame.
18 Passato quell'anno, tornarono da lui l'anno seguente e gli dissero: «Non possiamo nascondere al mio signore che, siccome il denaro è finito e le mandrie del nostro bestiame sono passate in proprietà del mio signore, nulla piú resta che il mio signore possa prendere tranne i nostri corpi e le nostre terre.
19 Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e le nostre terre? Compra noi e le nostre terre in cambio di pane, e noi con le nostre terre saremo schiavi del Faraone; e dacci da seminare affinché possiamo vivere e non morire, e il suolo non diventi un deserto».
20 Così Giuseppe acquistò per il Faraone tutte le terre d'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, poiché la carestia li colpiva gravemente. Così il paese diventò proprietà del Faraone.
21 Quanto al popolo, lo spostò nelle città, da un capo all'altro dell'Egitto;
22 solo le terre dei sacerdoti non acquistò, perché i sacerdoti ricevevano una provvigione assegnata loro dal Faraone e vivevano della provvigione che il Faraone dava loro; per questo essi non vendettero le loro terre.
23 Poi Giuseppe disse al popolo: «Ecco, oggi ho acquistato voi e le vostre terre per il Faraone; eccovi del seme; seminate la terra;
24 al tempo del raccolto, ne darete il quinto al Faraone, e quattro parti saranno vostre per la semente dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra, e per il nutrimento dei vostri bambini».
25 E quelli dissero: «Tu ci hai salvato la vita! Ci sia dato di trovar grazia agli occhi del mio signore, e saremo schiavi del Faraone».
26 Giuseppe fece di questo una legge nel paese d'Egitto, che dura fino al giorno d'oggi, secondo la quale si deve dare la quinta parte del raccolto al Faraone. Soltanto le terre dei sacerdoti non diventarono proprietà del Faraone.
27 Così Israele abitò nel paese d'Egitto, nel paese di Goscen; là essi ebbero dei possedimenti, furono fruttiferi e si moltiplicarono grandemente.
28 Or Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni; e la durata della vita di Giacobbe fu di centoquarantasette anni.
29 Quando il tempo della morte per Israele fu vicino, egli chiamò suo figlio Giuseppe e gli disse: «Deh, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, metti la tua mano sotto la mia coscia e usa con me benignità e fedeltà; di grazia, non seppellirmi in Egitto!
30 Ma, quando mi riposerò coi miei padri, portami fuori d'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro!». Egli rispose: «Farò come tu dici».
31 Allora Giacobbe disse: «Giuramelo». E Giuseppe glielo giurò. Quindi Israele, appoggiandosi al capo del letto, adorò.
48 Dopo queste cose, avvenne che fu detto a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è ammalato». Così egli prese con sé i suoi due figli, Manasse ed Efraim.
2 Quando fu riferito a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe viene da te», Israele raccolse le sue forze e si mise a sedere sul letto.
3 Allora Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi apparve a Luz nel paese di Canaan, mi benedisse
4 e mi disse: "Ecco, io ti renderò fruttifero, ti moltiplicherò, ti farò diventare una moltitudine di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te, come una proprietà a perpetua".
5 Ora i tuoi due figli, che ti sono nati nel paese d'Egitto prima che io venissi da te in Egitto, sono miei. Efraim e Manasse sono miei, come Ruben, e Simeone.
6 Ma i figli che hai generato dopo di loro saranno tuoi; nel territorio della loro eredità saranno chiamati col nome dei loro fratelli.
7 Quanto a me, mentre tornavo da Paddan, Rachele morì vicino a me durante il viaggio, nel paese di Canaan, a breve distanza da Efrata; e l'ho sepolta là, sulla via di Efrata, che è Betlemme».
8 Quando Israele vide i figli di Giuseppe, disse: «Chi sono questi?».
9 Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei figli, che DIO mi ha dato qui». Allora egli disse: «Deh, falli avvicinare a me, e io li benedirò».
10 Ora gli occhi di Israele erano offuscati a motivo dell'età, e non ci vedeva piú. Giuseppe li fece avvicinare a lui, ed egli li baciò e li abbracciò.
11 Quindi Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo piú di rivedere la tua faccia, ma ora DIO mi ha dato di vedere anche la tua discendenza».
12 Giuseppe li ritirò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra.
13 Poi Giuseppe li prese ambedue: Efraim alla sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse alla sua sinistra, alla destra di Israele, e li fece avvicinare a lui.
14 Allora Israele stese la sua mano destra e la posò sul capo di Efraim che era il piú giovane, e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse incrociando le mani, benché Manasse fosse il primogenito.
15 Così benedisse Giuseppe e disse: «Il DIO, davanti al quale camminarono i miei padri Abrahamo e Isacco, il DIO che mi ha pasturato da quando esisto fino a questo giorno,
16 l'Angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi fanciulli! Siano chiamati col mio nome e col nome dei miei padri Abrahamo e Isacco, e moltiplichino grandemente sulla terra!».
17 Or quando Giuseppe vide che suo padre posava la sua mano destra sul capo di Efraim, ciò gli dispiacque; prese quindi la mano di suo padre per levarla dal capo di Efraim e metterla sul capo di Manasse.
18 Giuseppe disse quindi a suo padre: «Non così, padre mio, perché il primogenito è questo; metti la tua mano destra sul suo capo».
19 Ma suo padre si rifiutò; e disse: «Lo so, figlio mio, lo so; anche lui diventerà un popolo, e anche lui sarà grande; tuttavia il suo fratello piú giovane sarà piú grande di lui, e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni».
20 E in quel giorno li benedisse, dicendo: «Per te Israele benedirà, dicendo: "DIO ti faccia come Efraim e come Manasse!"». Così egli pose Efraim prima di Manasse.
21 Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma DIO sarà con voi e vi ricondurrà nel paese dei vostri padri.
22 Inoltre io do a te una porzione in piú che ai tuoi fratelli: quella che conquistai dalle mani degli Amorei, con la mia spada e col mio arco».
49 Poi Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: «Radunatevi perché io vi annunci ciò che vi accadrà nei giorni a venire.
2 Radunatevi e ascoltate, o figli di Giacobbe! Date ascolto a Israele, vostro padre!
3 Ruben, tu sei il mio primogenito, la mia forza, la primizia del mio vigore, eminente in dignità ed eminente in forza.
4 Impetuoso come l'acqua, tu non avrai la preminenza, perché sei salito sul letto di tuo padre e l'hai profanato. Egli è salito sul mio letto.
5 Simeone e Levi sono fratelli: le loro spade sono strumenti di violenza.
6 Non entri l'anima mia nel loro consiglio, non si unisca la mia gloria alla loro adunanza! Poiché nella loro ira hanno ucciso degli uomini, e nella loro caparbietà hanno tagliato i garretti ai tori.
7 Maledetta la loro ira, perché è stata violenta, e il loro furore perché è stato crudele! Io li dividerò in Giacobbe e li disperderò in Israele.
8 Giuda, i tuoi fratelli ti loderanno; la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici; i figli di tuo padre si inchineranno davanti a te.
9 Giuda è un giovane leone; tu risali dalla preda, figlio mio; egli si china, si accovaccia come un leone, come una leonessa; chi osa destarlo
10 Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga Sciloh'; e a lui ubbidiranno i popoli.
11 Egli lega il suo asinello alla vite e il puledro della sua asina alla vite migliore; lava la sua veste nel vino e il suo manto nel sangue dell'uva.
12 Egli ha gli occhi lucenti per il vino e i denti bianchi per il latte.
13 Zabulon abiterà sulla costa dei mari e sarà un rifugio per le navi; il suo confine si estenderà verso Sidone.
14 Issacar è un asino robusto, sdraiato fra gli ovili.
15 Egli ha visto che il riposo è buono e che il paese è gradevole; ha curvato la spalla per portare il peso ed è divenuto un servo del lavoro forzato.
16 Dan giudicherà il suo popolo, come una delle tribú d'Israele.
17 Dan sarà un serpente sulla strada, un aspide sul sentiero, che morde i talloni del cavallo, si che il cavaliere cade all'indietro.
18 Io aspetto la tua salvezza, o Eterno!
19 Gad, una banda di razziatori lo assalirà, ma egli a sua volta li assalirà alle calcagna.
20 Da Ascer verrà il pane saporito ed egli fornirà delizie reali.
21 Neftali è una cerva messa in libertà; egli dice delle belle parole.
22 Giuseppe è un ramo d'albero fruttifero; un ramo d'albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami corrono sopra il muro.
23 Gli arcieri l'hanno provocato, gli hanno lanciato dardi, l'hanno perseguitato;
24 ma l'arco suo è rimasto saldo; le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate dalle mani del Potente di Giacobbe. (da colui che è il pastore e la roccia d'Israele).
25 dal Dio di tuo padre che ti aiuterà, e dall'Altissimo che ti benedirà con benedizioni del cielo di sopra, con benedizioni dell'abisso che giace di sotto, con benedizioni delle mammelle del grembo materno.
26 Le benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei antenati, fino alle cime dei colli eterni. Esse saranno sul capo di Giuseppe e sulla corona di colui che fu separato dai suoi fratelli.
27 Beniamino è un lupo rapace; al mattino divora la preda, e la sera spartisce le spoglie».
28 Tutti questi sono le dodici tribú d'Israele; e questo è ciò che il loro padre disse loro, quando li benedisse. Li benedisse, dando a ciascuno la sua benedizione particolare.
29 Poi Giacobbe ordinò loro e disse: «Io sto per essere riunito al mio popolo; seppellitemi coi miei padri nella spelonca che è nel campo di Efron l'Hitteo.
30 nella caverna che è nel campo di Makpelah di fronte a Mamre, nel paese di Canaan. quella che Abrahamo comperò col campo da Efron l'Hitteo, come sepolcro di sua proprietà.
31 Là furono sepolti Abrahamo e Sara sua moglie; là furono sepolti Isacco e Rebecca sua moglie, e là io seppellii Lea.
32 Il campo e la caverna che vi si trova furono comperati dai figli di Heth».
33 Quando Giacobbe ebbe finito di dare questi ordini ai suoi figli, ritirò i suo piedi nel letto e spirò, e fu riunito al suo popolo.
50 Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre e pianse su di lui, e lo baciò.
2 Poi Giuseppe ordinò ai medici che erano al suo servizio di imbalsamare suo padre; e i medici imbalsamarono Israele.
3 Ci vollero quaranta giorni perché tale è il tempo necessario per l'imbalsamazione; e gli Egiziani lo piansero settanta giorni.
4 Quando i giorni del lutto fatto per lui furono passati, Giuseppe parlò alla casa del Faraone, dicendo: «Deh, se ho trovato grazia ai vostri occhi, riferite al Faraone queste parole:
5 Mio padre mi ha fatto giurare e mi ha detto: "Ecco, io sto per morire; seppelliscimi nel sepolcro che ho scavato per me nel paese di Canaan". Ora dunque permetti che io salga a seppellire mio padre; poi tornerò».
6 Il Faraone rispose: «Sali e seppellisci tuo padre come egli ti ha fatto giurare».
7 Allora Giuseppe salì a seppellire suo padre; e con lui salirono tutti i servi del Faraone, gli anziani della sua casa e tutti gli anziani del paese d'Egitto,
8 e tutta la casa di Giuseppe, i suoi fratelli e la casa di suo padre. Nel paese di Goscen lasciarono soltanto i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti.
9 Con lui salirono pure carri e cavalieri, così da formare un enorme corteo di gente.
10 Come furono giunti all'aia di Atad, che è oltre il Giordano, vi fecero grandi e solenni lamenti; e Giuseppe osservò per suo padre un lutto di sette giorni.
11 Or quando gli abitanti del paese, i Cananei, videro il lutto dell'aia di Atad, dissero: «Questo è un grave lutto per gli Egiziani!». Perciò quel luogo fu chiamato Abel-Mitsraim che è oltre il Giordano.
12 suoi figli fecero per lui quello che egli aveva ordinato loro.
13 I suoi figli lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella spelonca del campo di Makpelah, di fronte a Mamre, che Abrahamo aveva comperato col campo da Efron l'Hitteo, come sepolcro di sua proprietà.
14 Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto con i suoi fratelli e con tutti quelli che erano saliti con lui a seppellire suo padre.
15 I fratelli di Giuseppe, quando videro che il loro padre era morto, dissero: «Chissà se Giuseppe non nutra rancore verso di noi, e non ci renda tutto il male che gli abbiamo fatto?».
16 Allora mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire diede quest'ordine dicendo:
17 "Così direte a Giuseppe: Deh, perdona ora ai tuoi fratelli il loro misfatto e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male". Deh, perdona dunque ora il misfatto de servi del DIO di tuo padre!». Giuseppe, quando gli parlarono così, pianse.
18 Poi vennero anche i suoi fratelli e si gettarono davanti a lui, e dissero: «Ecco, siamo tuoi servi».
19 Giuseppe disse loro: «Non temete; sono io forse al posto di DIO?
20 Voi avete macchinato del male contro di me; ma DIO ha voluto farlo servire al bene, per compiere quello che oggi avviene: conservare in vita un popolo numeroso.
21 Ora dunque non temete; io provvederò il nutrimento per voi e per i vostri figli». Così li confortò e parlò al cuore loro con dolcezza.
22 Così Giuseppe dimorò in Egitto, egli e la casa di suo padre, e visse centodieci anni.
23 Giuseppe vide figli di Efraim, fino alla terza generazione; anche i figli di Makir, figlio di Manasse, nacquero sulle sue ginocchia.
24 Poi Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Io sto per morire; ma DIO per certo vi visiterà e vi farà salire da questo paese nel paese che promise con giuramento ad Abrahamo, a Isacco e a Giacobbe».
25 Giuseppe fece quindi giurare i figli d'Israele, dicendo: «DIO per certo vi visiterà; allora voi porterete via da qui le mie ossa».
26 Poi Giuseppe morì, in età di centodieci anni; lo imbalsamarono e lo posero in una bara in Egitto.
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