Bible in 90 Days
13 Essi allora gli parlarono, dicendo: «No, ti legheremo soltanto e ti daremo nelle loro mani; ma certamente non ti uccideremo». Così lo legarono con due funi nuove e lo fecero uscire dalla caverna.
14 Quando giunse a Lehi, i Filistei gli vennero incontro con grida di gioia; ma lo Spirito dell'Eterno venne su di lui con potenza, e le funi che aveva alle braccia divennero come fili di lino a cui si dà fuoco; e i legami gli caddero dalle mani,
15 Trovata quindi una mascella d'asino ancora fresca, stese la mano e l'afferrò e con essa uccise mille uomini.
16 Allora Sansone disse: «Con una mascella d'asino, mucchi su mucchi! Con una mascella d'asino ho ucciso mille uomini».
17 Quand'ebbe finito di parlare, gettò via di mano la mascella e chiamò quel luogo Ramath-Lehi.
18 Poi ebbe gran sete e invocò l'Eterno, dicendo: «Tu hai concesso questa grande liberazione per mano del tuo servo; ma dovrò ora morire di sete e cadere nelle mani degli incirconcisi?».
19 Allora DIO fendè la roccia concava che è a Lehi, e ne uscì dell'acqua. Egli bevve, il suo spirito si rianimò ed egli riprese vita. Perciò chiamò quella fonte En-Hakkore; essa esiste a Lehi anche oggi.
20 Sansone fu giudice d'Israele al tempo dei Filistei per vent'anni.
16 Poi Sansone andò a Gaza e là vide una prostituta, ed entrò da lei.
2 Quando fu detto a quei di Gaza: «Sansone è venuto qui», essi circondarono il luogo e stettero in agguato tutta la notte presso la porta della città, e rimasero in silenzio tutta la notte, dicendo: «Allo spuntar del giorno lo uccideremo».
3 Sansone rimase coricato fino a mezzanotte; poi a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li caricò sulle spalle e li portò in cima al monte che si trova di fronte a Hebron.
4 Dopo questo si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Delilah.
5 Allora i principi dei Filistei salirono da lei e le dissero: «Seducilo e scopri dove risiede la sua grande forza e come riuscire a sopraffarlo per poterlo legare e domare; poi ti daremo ciascuno millecento sicli d'argento.
6 Così Delilah disse a Sansone: «Dimmi, ti prego, dove risiede la tua grande forza, e in che modo ti si potrebbe legare per domarti».
7 Sansone le rispose: «Se mi legano con sette corde d'arco fresche, non ancora asciutte, io diventerei debole e sarei come un qualsiasi altro uomo».
8 Allora i principi dei Filistei le portarono sette corde d'arco fresche, non ancora asciutte, ed ella lo legò con esse.
9 Or c'erano degli uomini in agguato presso di lei, in una camera interna. Ella gli disse: Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli ruppe le corde, come si rompe un fil di stoppa quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza rimase sconosciuto.
10 Poi Delilah disse a Sansone: «Ecco, ti sei preso gioco di me e mi hai raccontato bugie; or dunque, ti prego, dimmi con che ti si potrebbe legare».
11 Egli le rispose: «Se mi legano con funi nuove che non sono mai state adoperate, io diventerei debole e sarei come qualsiasi altro uomo».
12 Perciò Delilah prese delle funi nuove, lo legò e gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso». Or c'erano degli uomini in agguato nella camera interna. Ma egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia.
13 Allora Delilah disse a Sansone: «Fino ad ora ti sei preso gioco di me e mi hai raccontato bugie; dimmi con che ti si potrebbe legare». Ed egli le rispose: «Non dovresti che intrecciare le sette trecce del mio capo con l'ordito».
14 Essa le intrecciò e le fissò al subbio, poi gli disse: Sansone, i Filistei ti sono addosso». Ma egli si svegliò dal sonno e strappò via il subbio dal telaio e l'ordito.
15 Allora ella gli disse: Come puoi dirmi: "Ti amo", mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte ti sei preso gioco di me e non mi hai detto dove risiede la tua grande forza».
16 Ora, poiché essa lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo sollecitava con insistenza, egli ne fu irritato a morte,
17 e le aperse tutto il cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un Nazireo a Dio, dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza se ne andrebbe, diventerei debole e sarei come qualsiasi altro uomo».
18 Quando Delilah si rese conto che egli le aveva aperto tutto il cuore, mandò a chiamare i principi dei Filistei e fece dir loro: «Venite su questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore». Allora i principi dei Filistei salirono da lei e portarono con sé il denaro.
19 Ella lo addormentò quindi sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece radere le sette trecce della testa di Sansone; poi cominciò a maltrattarlo, e la sua forza lo lasciò.
20 Allora ella gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso». Egli si svegliò dal sonno e disse: «Io ne uscirò come tutte le altre volte e mi svincolerò». Ma non sapeva che l'Eterno si era ritirato da lui.
21 E i Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di bronzo. E fu posto a girare la macina nella prigione.
22 Intanto i capelli del capo, dopo essere stati rasati, cominciavano nuovamente a crescere.
23 Ora i principi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per rallegrarsi. Dicevano: «Il nostro dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro nemico».
24 Quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire: «Il nostro dio ci ha dato nelle mani il nostro nemico, colui che devastava il nostro paese e che ha ucciso tanti di noi».
25 Così nella gioia del loro cuore, dissero: «Fate venire Sansone, perché ci faccia divertire!». Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione, ed egli fece il buffone avanti a loro. Poi lo misero fra le colonne.
26 Allora Sansone disse al fanciullo, che lo teneva per la mano: «Lasciami toccare le colonne sulle quali posa la casa,
27 perché possa appoggiarmi ad esse». Or la casa era gremita di uomini e donne vi erano tutti i principi dei Filistei, e sul tetto c'erano tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare mentre Sansone faceva il buffone.
28 Allora Sansone invocò l'Eterno e disse: «O Signore, o Eterno ti prego ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o DIO, perché possa vendicarmi con un sol colpo dei Filistei per la perdita dei miei due occhi».
29 Sansone afferrò quindi le due colonne centrali, che sostenevano il tempio e si appoggiò ad esse, a una con la destra, e all'altra con la sinistra;
30 poi Sansone disse: «Che io muoia insieme ai Filistei!». Si curvò poi con tutta la sua forza, e la casa crollò addosso ai principi e a tutto il popolo che vi era dentro; e furono piú quelli che egli uccise morendo di quelli che aveva ucciso in vita.
31 Poi suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; e andarono a seppellirlo fra Tsorah ed Eshtaol nel sepolcro di Manoah suo padre. Egli era stato giudice d'Israele per vent'anni.
17 Or c'era un uomo nella regione montuosa di Efraim, che si chiamava Mikah.
2 Egli disse a sua madre: «I millecento sicli d'argento che ti sono stati presi e riguardo ai quali hai pronunziato una maledizione, che ho udito con le mie stesse orecchie, ecco, li ho io; quel denaro l'avevo preso io». Sua madre disse: «Benedetto sia mio figlio dall'Eterno!».
3 Così egli restituirà a sua madre i millecento sicli d'argento, e sua madre disse: «lo consacro interamente di mano mia quest'argento all'Eterno per mio figlio, per fame un'immagine scolpita e un'immagine di getto; perciò ora te lo rendo».
4 Dopo che egli ebbe restituito l'argento a sua madre, sua madre prese duecento sicli d'argento e li diede al fonditore, il quale ne fece un'immagine scolpita e un'immagine di metallo fuso; ed esse furono poste nella casa di Mikah.
5 Così quest'uomo, Mikah, ebbe una casa di dèi; fece un efod e una casa di idoli e consacrò uno dei suoi figli che gli fece da sacerdote.
6 In quel tempo non c'era re in Israele; ognuno faceva ciò che sembrava giusto ai suoi occhi.
7 Or c'era un giovane di Betlemme di Giuda, della famiglia di Giuda il quale era un Levita e risiedeva in quel luogo come forestiero.
8 Quest'uomo partì dalla città di Betlemme di Giuda, per stabilirsi ovunque potesse trovare un posto; cammin facendo giunse nella regione montuosa di Efraim, alla casa di Mikah.
9 Mikah gli chiese: «Da dove vieni?». Quello gli rispose: «Sono un Levita di Betlemme di Giuda e sto cercando un luogo dove possa stabilirmi».
10 Mikah gli disse: «Rimani con me, e sii per me padre e sacerdote; ti darò dieci sicli d'argento all'anno, un corredo di vestiti e il vitto». Allora il Levita entrò.
11 Così il Levita acconsentì a stare con quell'uomo, che trattò il giovane come uno dei suoi figli.
12 Mikah consacrò il Levita; il giovane gli fece da sacerdote e si stabilì in casa di Mikah.
13 Poi Mikah disse: «Ora so che l'Eterno mi farà del bene, perché ho un Levita che mi fa da sacerdote».
18 In quel tempo non c'era re in Israele; in quello stesso tempo la tribú dei Daniti cercava per sé un territorio per stabilirsi, perché fino a quei giorni non le era stata assegnata alcuna eredità fra le tribú d'Israele.
2 I figli di Dan mandarono dunque da Tsorah e da Eshtaol cinque uomini valorosi, che rappresentavano l'intera loro tribú per perlustrare il paese ed esplorarlo; e dissero loro: «Andate ad esplorare il paese!». Così essi giunsero nella regione montuosa di Efraim, alla casa di Mikah, e pernottarono in quel luogo.
3 Mentre erano presso la casa di Mikah, riconobbero la voce del giovane Levita; essi allora entrarono in casa e gli chiesero: «Chi ti ha condotto qua? Che fai in questo luogo? Che hai tu qui?».
4 Egli rispose loro: «Mikah mi ha fatto questo e questo; mi ha assunto a servizio e io gli faccio da sacerdote».
5 Allora essi gli dissero: «Deh, consulta DIO, affinché sappiamo se il viaggio che abbiamo intrapreso sarà prospero».
6 Il sacerdote rispose loro: «Andate in pace; il viaggio che fate è sotto lo sguardo dell'Eterno».
7 Così i cinque uomini partirono e giunsero a Laish, e videro che il popolo che vi abitava viveva al sicuro, secondo le usanze di quei di Sidone, tranquillo e sicuro, perché non c'era nessuno nel paese che imponesse alcuna restrizione e che li potesse riprovare; essi erano lontani da quei di Sidone e non avevano relazione con alcuno.
8 Poi tornarono ai loro fratelli a Tsorah e a Eshtaol; e i fratelli chiesero loro: «Che dite?».
9 Essi risposero: «Leviamoci e saliamo contro quella gente, perché abbiamo visto il paese, ed è veramente eccellente. Perché ve ne rimanete inattivi? Non indugiate a muovervi per andare ad occupare il paese!
10 Quando arriverete troverete un popolo sicuro e un paese vasto, perché DIO ve lo ha dato nelle mani: è un luogo dove non manca nulla di ciò che è sulla terra».
11 Allora seicento uomini della famiglia dei Daniti partirono da Tsorah e da Eshtaol, ben armati per la guerra.
12 Salirono e si accamparono a Kirjath-Jearim, in Giuda; (perciò quel luogo che è dietro a Kirjath-Jearim, è chiamato fino al giorno d'oggi il campo di Dan).
13 Di là passarono nella regione montuosa di Efraim e giunsero alla casa di Mikah.
14 Allora i cinque uomini che erano andati ad esplorare il paese di Laish, presero a dire ai loro fratelli: «Sapete voi che in queste case c'è un efod, una casa di idoli, un'immagine scolpita e un'immagine di metallo fuso? Perciò ora considerate ciò che dovete fare.
15 Così essi si diressero da quella parte, giunsero alla casa del giovane Levita, alla casa di Mikah, e lo salutarono.
16 Mentre i seicento uomini dei figli di Dan, ben armati per la guerra, rimanevano davanti alla porta,
17 i cinque uomini che erano andati ad esplorare il paese salirono, entrarono in casa, presero l'immagine scolpita, l'efod, la casa di idoli e l'immagine di metallo fuso. Or il sacerdote stava davanti alla porta con i seicento uomini ben armati per la guerra.
18 Quando questi entrarono in casa di Mikah e presero l'immagine scolpita, l'efod, la casa di idoli e l'immagine di metallo fuso, il sacerdote disse loro: «Che fate?».
19 Quelli gli risposero: «Taci, mettiti la mano sulla bocca, vieni con noi, e sarai per noi un padre e un sacerdote. Che cosa è meglio per te, essere sacerdote della casa di un uomo solo o essere sacerdote di una tribú e di una famiglia in Israele?».
20 Così il sacerdote si rallegrò in cuor suo; prese l'efod, la casa di idoli e l'immagine scolpita e si unì a quella gente.
21 Allora si rimisero in cammino, mettendo davanti a loro i bambini il bestiame e le masserizie.
22 Quando erano già lontani dalla casa di Mikah, gli uomini che abitavano nelle case vicine a quella di Mikah si radunarono e inseguirono i figli di Dan.
23 Gridarono quindi ai figli di Dan. Questi si voltarono e dissero a Mikah: «Che cosa hai, che hai radunata codesta gente?».
24 Egli rispose: «Avete portato via gli dèi che mi ero fatto e il sacerdote, e ve ne siete andati. Or che mi resta? Come potete dunque dirmi: "Che cosa hai?".
25 I figli di Dan gli dissero: «Fa' che la tua voce non si senta piú dietro a noi, perché degli uomini irritati potrebbero scagliarsi su di voi, e tu perderesti la tua vita e quella della tua famiglia!».
26 I figli di Dan continuarono il loro viaggio; e Mikah, vedendo che essi erano piú forti di lui, si voltò e fece ritorno a casa sua.
27 Così essi, dopo aver preso le cose che Mikah aveva fatto e il sacerdote che aveva al suo servizio, giunsero a Laish a un popolo che se ne stava tranquillo e al sicuro; lo passarono a fil di spada e diedero la città alle fiamme.
28 Non ci fu alcuno che la liberasse, perché era lontana da Sidone e i suoi abitanti non avevano relazioni con altra gente Essa era nella valle che si estende verso Beth-Rehob. Poi i Daniti ricostruirono la città e l'abitarono,
29 e la chiamarono Dan, dal nome di Dan loro padre, che Fu Figlio d'Israele; ma prima la città si chiamava Laish.
30 Poi i figli di Dan eressero per sé l'immagine scolpita; e Gionathan, figlio di Ghershom, figlio di Manasse, e i suoi figli furono sacerdoti della tribú dei Daniti fino al giorno della cattività degli abitanti del paese.
31 Così eressero per sé l'immagine scolpita che Mikah aveva fatto, durante tutto il tempo che la casa di DIO rimase a Sciloh.
19 In quel tempo, quando non c'era re in Israele, un Levita, che dimorava nella parte più remota della regione montuosa di Efraim, si prese per concubina una donna di Betlemme di Giuda.
2 Questa concubina commise adulterio contro di lui e lo lasciò per tornare a casa di suo padre a Betlemme di Giuda, dove rimase quattro mesi.
3 Suo marito allora si levò e andò da lei per parlare al suo cuore e riportarla a casa. Egli aveva preso con sé il suo servo e due asini. Così ella lo condusse in casa di suo padre; come il padre della giovane lo vide, lo accolse con gioia.
4 Suo suocero, il padre della giovane, lo trattenne, ed egli rimase con lui tre giorni; così mangiarono e bevvero e passarono la notte là.
5 Il quarto giorno si levarono al mattino presto, e il Levita si disponeva a partire; ma il padre della giovane disse al suo genero: «Prendi un boccone di pane per ristorarti; poi ve ne andrete».
6 Così si posero ambedue a sedere e mangiarono e bevvero assieme. Poi il padre della giovane disse al marito: «Ti prego, acconsenti a passare qui la notte, e il tuo cuore si rallegri».
7 Quell'uomo si alzò per andarsene; ma il suocero insistette tanto che egli passò ancora la notte là.
8 Il quinto giorno egli si alzò al mattino presto per andarsene; e il padre della giovane gli disse: «Ti prego, ristorati il cuore». Così si fermarono fino al pomeriggio, ed entrambi mangiarono.
9 Quando quell'uomo si alzò per andarsene con la sua concubina e col suo servo, il suocero, il padre della giovane, gli disse: «Ecco, il giorno volge a sera; ti prego, passa qui la notte; vedi, il giorno sta per finire; passa qui la notte e il tuo cuore si rallegri; domani vi metterete in cammino presto e andrai a casa».
10 Ma quell'uomo non volle passare la notte là; così si alzò, partì e giunse di fronte a Jebus, che è Gerusalemme, con i suoi due asini sellati e con la sua concubina.
11 Quando furono vicini a Jebus, il giorno era completamente trascorso; il servo disse al suo padrone: «Vieni, ti prego, entriamo in questa città dei Gebusei e passiamo in essa la notte».
12 Il padrone gli rispose: «No, non entreremo in una città di stranieri che non sono figli d'Israele, ma andremo fino a Ghibeah».
13 Disse quindi al suo servo: «Vieni, raggiungiamo uno di questi luoghi e passeremo la notte a Ghibeah o a Ramah».
14 Così passarono oltre e continuarono il viaggio; e il sole tramontò su di loro presso Ghibeah, che appartiene a Beniamino.
15 Là si volsero per entrare e passare la notte a Ghibeah. Così il Levita entrò e si fermò sulla piazza della città; ma nessuno li accolse in casa per passare la notte.
16 Proprio allora un vecchio rientrava di sera dal suo lavoro nei campi; egli era della regione montuosa di Efraim e risiedeva come forestiero in Ghibeah, ma la gente del luogo era Beniaminita.
17 Alzati gli occhi, vide il viandante sulla piazza della città. Il vecchio gli disse: «Dove vai e da dove vieni?».
18 Il Levita gli rispose: «Stiamo andando da Betlemme di Giuda verso la parte piú remota della regione montuosa di Efraim, lo sono di là ed ero andato a Betlemme di Giuda; ora mi reco alla casa dell'Eterno, ma non c'è nessuno che mi riceva in casa sua.
19 Eppure abbiamo paglia e foraggio per i nostri asini e anche pane e vino per me, per la tua serva e per il garzone che è con i tuoi servi; non ci manca nulla».
20 Il vecchio gli disse: «La pace sia con te! Tuttavia lascia che io mi prenda cura di ogni tuo bisogno; ma non devi passare la notte sulla piazza».
21 Così lo condusse in casa sua e diede foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, poi mangiarono e bevvero.
22 Mentre stavano rallegrandosi, ecco alcuni uomini della città, gente perversa, circondarono la casa, picchiando alla porta, e dissero al vecchio padrone di casa: «Fa' uscire quell'uomo che è entrato in casa tua, perché lo vogliamo conoscerò!».
23 Ma il padrone di casa, uscito fuori, disse loro: «No, fratelli miei, vi prego, non comportatevi in modo così malvagio; poiché quest'uomo è venuto in casa mia, non commettete una simile infamia!
24 Ecco qui mia figlia vergine e la concubina di quest'uomo; io ve le condurrò fuori, e voi umiliatele e fatene ciò che vi pare; ma non commettete contro quest'uomo una simile infamia!».
25 Ma quegli uomini non vollero dargli ascolto. Allora l'uomo prese la sua concubina e la condusse fuori da loro; essi la conobbero e abusarono di lei tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare solo quando cominciava ad albeggiare.
26 Sul far del giorno quella donna venne a cadere alla porta di casa dell'uomo presso cui stava suo marito e là rimase finché fu giorno.
27 Al mattino suo marito si levò, aperse la porta di casa e uscì per continuare il suo viaggio; ed ecco la sua concubina giaceva distesa alla porta di casa con le mani sulla soglia.
28 Egli le disse: «Alzati e andiamocene!». Ma non ci fu risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partì per tornare a casa sua.
29 Come giunse a casa, afferrò un coltello, prese la sua concubina e la tagliò, membro per membro, in dodici pezzi, che mandò per tutto il territorio d'Israele.
30 Or chiunque vide ciò disse: «Non è mai accaduta e non si è mai vista una cosa simile, da quando i figli d'Israele salirono dal paese d'Egitto fino al giorno d'oggi! Considerate la cosa; consigliatevi e parlate».
20 Allora tutti i figli d'Israele si mossero, da Dan fino a Beer-Sceba e al paese di Galaad, e l'assemblea si raccolse come un sol uomo davanti all'Eterno a Mitspah.
2 I capi di tutto il popolo di tutte le tribú d'Israele si presentarono nell'assemblea del popolo di DIO, in numero di quattrocentomila fanti, abili a maneggiar la spada.
3 (E i figli di Beniamino udirono che i figli d'Israele erano saliti a Mitspah). Allora i figli d'Israele dissero: «Diteci; com'è stato commesso questo delitto?».
4 Allora il Levita, il marito della donna che era stata uccisa, rispose: «lo ero entrato con la mia concubina a Ghibeah di Beniamino per passarvi la notte.
5 Ma gli abitanti di Ghibeah si levarono contro di me e attorniarono di notte la casa ove mi trovavo, con l'intenzione di uccidermi; ma invece essi violentarono la mia concubina, ed ella morì.
6 Così io presi la mia concubina, la tagliai a pezzi, che mandai per tutto il territorio della eredità d'Israele, perché costoro hanno commesso un delitto e una infamia in Israele.
7 Ecco tutti voi ora, o figli d'Israele date qui il vostro parere e il vostro consiglio».
8 Allora tutto il popolo si levò come un sol uomo, dicendo: «Nessuno di noi tornerà alla sua tenda, nessuno di noi rientrerà in casa sua.
9 E ora, ecco ciò che faremo a Ghibeah: andremo contro di essa tirando a sorte,
10 e prenderemo in tutte le tribú d'Israele dieci uomini su cento, cento su mille e mille su diecimila, i quali andranno a cercare viveri per il popolo, affinché andando contro Ghibeah di Beniamino la possano ripagare secondo tutta l'infamia che ha commesso in Israele».
11 Così tutti gli uomini d'Israele si radunarono contro quella città uniti come un sol uomo.
12 Le tribú d'Israele mandarono quindi uomini per tutta la tribú di Beniamino a dire: «Che delitto è questo che è stato commesso fra voi?
13 Or dunque consegnateci quegli uomini, quegli scellerati che sono in Ghibeah, perché li mettiamo a morte e togliamo il male da Israele». Ma i figli di Beniamino non vollero dare ascolto alla voce dei loro fratelli, i figli d'Israele.
14 Anzi i figli di Beniamino si radunarono dalle loro cittá a Ghibeah per andare a combattere contro i figli d'Israele.
15 Quel giorno i figli di Beniamino chiamati a raccolta dalle loro città erano in numero i ventiseimila uomini abili a maneggiar la spada, senza contare gli abitanti di Ghibeah che ammontavano a settecento uomini scelti.
16 Fra tutta questa gente c'erano settecento uomini scelti, che erano mancini. Tutti costoro erano capaci di lanciare un sasso con la fionda ad un capello, senza fallire il colpo.
17 Ora gli uomini d'Israele chiamati a raccolta, non compresi quelli di Beniamino erano in numero di quattrocentomila uomini abili a maneggiare la spada, tutta gente di guerra.
18 Così i figli d'Israele si mossero, salirono a Bethel e consultarono DIO, dicendo: «Chi di noi salirà per primo a combattere contro i figli di Beniamino?. L'Eterno rispose: «Giuda salirà per primo.
19 Il mattino dopo i figli d'Israele si mossero e si accamparono contro Ghibeah.
20 Gli uomini d'Israele uscirono così per combattere contro Beniamino e si disposero in ordine di battaglia contro di loro presso Ghibeah.
21 Allora i figli di Beniamino uscirono da Ghibeah e in quel giorno stesero morti al suolo ventiduemila uomini d'Israele.
22 Ma il popolo, gli uomini d'Israele, ripresero coraggio e si disposero di nuovo in ordine di battaglia nello stesso luogo dove si erano schierati il primo giorno.
23 Allora i figli d'Israele salirono e piansero davanti all'Eterno fino alla sera, e consultarono l'Eterno, dicendo: «Devo continuare a combattere contro i figli di Beniamino mio fratello?. L'Eterno rispose: «Salite contro di loro».
24 I figli d'Israele vennero a battaglia con i figli di Beniamino una seconda volta.
25 I Beniaminiti uscirono una seconda volta da Ghibeah contro di loro e stesero morti al suolo altri diciottomila uomini dei figli d'Israele, tutti abili a maneggiar la spada.
26 Allora tutti i figli d'Israele, cioè tutto il popolo, salirono a Bethel e piansero; rimasero là davanti all'Eterno e digiunarono quel giorno fino a sera, e offrirono olocausti e sacrifici di ringraziamento davanti all'Eterno.
27 Poi i figli d'Israele consultarono l'Eterno (l'arca del patto di DIO in quel tempo era là,
28 e Finehas, figlio di Eleazar, figlio di Aaronne, prestava servizio in quel tempo davanti ad essa) e dissero: «Devo continuare ancora a uscire a combattere contro i figli di Beniamino mio fratello, o devo smettere?. L'Eterno rispose: «Salite, poiché domani li darò nelle vostre mani.
29 Così Israele tese un'imboscata tutt'intorno a Ghibeah.
30 I figli d'Israele salirono per la terza volta contro i figli di Beniamino e si disposero in ordine di battaglia presso Ghibeah come le altre volte.
31 I figli di Beniamino uscirono contro il popolo e si lasciarono attirare lontano dalla città; e cominciarono a colpire e ad uccidere, come le altre volte, alcuni del popolo d'Israele per le strade, (delle quali una sale a Bethel e l'altra a Ghibeah) per la campagna; uccisero circa trenta uomini.
32 Così i figli di Beniamino dissero: «Eccoli sconfitti davanti a noi come la prima volta!». Ma i figli d'Israele dissero: «Fuggiamo e attiriamoli lontano dalla città sulle strade maestre!».
33 Allora tutti gli uomini d'Israele si mossero dalla loro posizione e si disposero in ordine di battaglia a Baal-Thamar; intanto gli uomini d'Israele in agguato sbucarono dai loro nascondigli, posti nella pianura di Ghibeah.
34 Diecimila uomini scelti in tutto Israele avanzarono contro Ghibeah. Il combattimento fu aspro, ma i Beniaminiti non si accorgevano del disastro che stava per colpirli.
35 Così l'Eterno sconfisse Beniamino davanti ad Israele; e i figli d'Israele uccisero quel giorno venticinquemilacento uomini di Beniamino, tutti abili a maneggiar la spada.
36 Così i figli di Beniamino si accorsero di essere sconfitti. Gli Israeliti avevano ceduto terreno a Beniamino, perché confidavano negli uomini che avevano posto in agguato presso Ghibeah.
37 Gli uomini in agguato si gettarono prontamente su Ghibeah; essi avanzarono e passarono a fil di spada l'intera città.
38 C'era un segnale convenuto fra gli uomini d'Israele e quelli in agguato: questi dovevano far salire dalla città una grande colonna di fumo.
39 Gli uomini d'Israele avevano dunque voltato le spalle nel combattimento; e quei di Beniamino avevano cominciato a colpire e uccidere circa trenta uomini d'Israele. Essi infatti dicevano: «Certamente essi sono interamente sconfitti davanti a noi come nella prima battaglia!».
40 Ma quando il segnale della colonna di fumo cominciò ad alzarsi dalla città, quei di Beniamino si volsero indietro, ed ecco che tutta la città saliva in fiamme verso il cielo.
41 Allora gli uomini d'Israele si voltarono, e gli uomini di Beniamino furono presi da gran spavento, vedendo il disastro che li aveva colpiti.
42 Perciò si diedero alla fuga davanti agli uomini d'Israele in direzione del deserto, ma non poterono sottrarsi alla battaglia; e quelli che uscivano dalla città piombarono nel loro mezzo e li massacrarono.
43 Circondarono i Beniaminiti, li inseguirono senza tregua e li incalzarono fino di fronte a Ghibeah dal lato est.
44 Caddero dei Beniaminiti diciottomila uomini, tutti uomini di valore.
45 I superstiti voltarono le spalle e fuggirono verso il deserto, in direzione del masso di Rimmon; ed essi ne racimolarono per le strade cinquemila, li incalzarono fino a Ghidom e ne uccisero altri duemila.
46 Così il numero totale dei Beniaminiti che caddero quel giorno fu di venticinquemila, abili a maneggiare la spada, tutti uomini di valore.
47 Seicento uomini, che avevano voltato le spalle ed erano fuggiti verso il deserto in direzione del masso di Rimmon, rimasero al masso di Rimmon quattro mesi.
48 Poi gl'Israeliti tornarono contro i figli di Beniamino e passarono a fil di spada l'intera città, compreso il bestiame e tutto ciò che trovavano; e diedero alle fiamme tutte le città che trovavano.
21 Or gli uomini d'Israele avevano giurato a Mitspah, dicendo: «Nessuno di noi darà sua figlia in moglie a un Beniaminita».
2 Poi il popolo venne a Bethel, dove rimase fino a sera davanti a DIO; e alzò la voce e pianse dirottamente,
3 e disse: «O Eterno, DIO d'Israele, perché mai è avvenuto questo in Israele, che oggi sia venuta a mancare una tribú in Israele.
4 Il giorno seguente il popolo si levò al mattino presto, costruì in quel luogo un altare e offerse olocausti e sacrifici di ringraziamento.
5 Poi i figli d'Israele dissero: «Chi è fra tutte le tribú d'Israele, che non sia salito all'assemblea davanti all'Eterno?». Poiché avevano fatto un giuramento solenne contro chiunque non fosse salito davanti all'Eterno a Mitspah, dicendo: «Quel tale sarà messo a morte».
6 I figli d'Israele erano addolorati per Beniamino loro fratello e dicevano: «Oggi è stata soppressa una tribú d'Israele.
7 Come faremo a procurare delle donne ai superstiti, poiché abbiamo giurato nel nome dell'Eterno di non dare loro in moglie alcuna delle nostre figlie?».
8 Dissero dunque: «Chi è fra le tribú d'Israele quella che non sia salita davanti all'Eterno a Mitspah?». Ed ecco che nessuno da Jabes i Galaad era venuto all'accampamento per l'assemblea;
9 quando infatti si passò in rassegna il popolo, si trovò che là non vi era alcuno degli abitanti di Jabes di Galaad.
10 Allora l'assemblea mandò là dodicimila uomini dei piú valorosi e diede loro quest'ordine, dicendo: «Andate e passate a fil di spada gli abitanti di Jabes di Galaad, comprese le donne e i bambini.
11 Farete questo: voterete allo sterminio ogni maschio e ogni donna che abbia avuto rapporti sessuali con uomo».
12 Or essi trovarono fra gli abitanti di Jabes di Galaad quattrocento fanciulle che non avevano avuto rapporti sessuali con uomo, e le condussero all'accampamento, a Sciloh, che è nel paese di Canaan.
13 Allora tutta l'assemblea mandò messaggeri per parlare ai figli di Beniamino che erano al masso di Rimmon, e per proclamare loro la pace.
14 Così i Beniaminiti tornarono e furono loro date le donne a cui era stata risparmiata la vita fra le donne di Jabes di Galaad; ma non ve ne furono abbastanza per tutti.
15 Il popolo era addolorato per ciò che aveva fatto a Beniamino, perché l'Eterno aveva aperta una breccia fra le tribú d'Israele.
16 Allora gli anziani dell'assemblea dissero: «Come faremo a procurare delle donne ai superstiti, poiché le donne beniaminite sono state uccise?».
17 Poi dissero: «I superstiti di Beniamino devono avere un'eredità, affinché non sia soppressa una tribú in Israele.
18 Ma noi non possiamo dar loro in moglie le nostre figlie». Poiché i figli d'Israele avevano giurato, dicendo: «Maledetto chi darà una moglie a Beniamino!».
19 Allora dissero: «Ecco, ogni anno si fa una festa in onore dell'Eterno a Sciloh, che è a nord di Bethel a est della strada che sale da Bethel a Sichem e a sud di Lebonah».
20 Diedero così quest'ordine ai figli di Beniamino, dicendo: «Andate e nascondetevi nelle vigne,
21 e state ad osservare; quando le figlie di Sciloh usciranno per danzare in coro, sbucherete dalle vigne, e ciascuno rapirà la propria donna tra le figlie di Sciloh; poi andrete nel paese di Beniamino.
22 Quando i loro padri o i loro fratelli verranno da noi a protestare, noi diremo loro: "Datecele per favore, poiché in questa guerra non abbiamo preso una donna per ciascuno di loro; or se non le date loro neppure in questo caso, voi sareste colpevoli"».
23 I figli di Beniamino fecero così: si presero delle mogli, secondo il loro numero, fra le danzatrici; le rapirono, poi partirono e tornarono nella loro eredità, riedificarono le città e vi abitarono.
24 In quel medesimo tempo, i figli d'Israele se ne andarono di là, ciascuno nella sua tribú e nella sua famiglia, e di là ciascuno fece ritorno alla sua eredità.
25 In quel tempo non c'era alcun re in Israele; ognuno Faceva ciò che sembrava giusto ai suoi occhi.
1 Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Betlemme di Giuda andò ad abitare nel paese di Moab con la moglie e i suoi due figli.
2 Il nome dell'uomo era Elimelek, il nome di sua moglie Naomi e il nome dei suoi due figli Mahlon e Kilion, Efratei da Betlemme di Giuda. Essi andarono nel paese di Moab e vi si stabilirono.
3 Poi Elimelek, marito di Naomi, morì ed essa rimase con i suoi due figli.
4 Essi sposarono delle donne moabite, di cui una si chiamava Orpah e l'altra Ruth; e là dimorarono circa dieci anni.
5 Poi anche Mahlon e Kilion morirono entrambi, e così la donna rimase priva dei suoi due figli e del marito.
6 Allora si levò con le sue nuore per tornare dal paese di Moab, perché nel paese di Moab aveva sentito dire che l'Eterno aveva visitato il suo popolo dandogli del pane.
7 Ella partì dunque con le sue due nuore dal luogo dove si trovava, e si mise in cammino per tornare nel paese di Giuda.
8 Ma Naomi disse alle sue due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di sua madre; l'Eterno sia buono con voi, come voi siete state con quelli che sono morti e con me!
9 L'Eterno dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa del proprio marito!». Poi ella le baciò, ed esse piansero ad alta voce,
10 e le dissero: «No, noi torneremo con te al tuo popolo».
11 Ma Naomi rispose: «Tornate indietro, figlie mie! Perché verreste con me? Ho forse ancora dei figli in grembo che possano diventare vostri mariti?
12 Tornate indietro, figlie mie, andate, perché sono troppo vecchia per rimaritarmi; e anche se dicessi: "Ho ancora speranza"; anche se andassi a marito stasera e partorissi dei figli.
13 aspettereste voi finche fossero grandi? Vi asterreste voi per questo dal maritarvi? No, figlie mie, perché la mia condizione è più amara della vostra, poiché la mano dell'Eterno si è stesa contro di me».
14 Allora esse alzarono la voce e piansero di nuovo; poi Orpah baciò la suocera, ma Ruth rimase stretta a lei.
15 Allora Naomi disse a Ruth: «Ecco, tua cognata è tornata al suo popolo e ai suoi dei; torna indietro anche tu, come tua cognata!».
16 Ma Ruth rispose: «Non insistere con me perché ti abbandoni e lasci di seguirti, perché dove andrai tu andrò anch'io, e dove starai tu io pure starò, il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo DIO sarà il mio DIO;
17 dove morirai tu morirò anch'io, e là sarò sepolta. Così mi faccia l'Eterno e anche peggio, se altra cosa che la morte mi separerà da te!».
18 Quando Naomi si rese conto che Ruth era decisa a seguirla, smise di parlare con lei.
19 Così fecero il viaggio assieme fino a che giunsero a Betlemme. Quando giunsero a Betlemme, tutta la città fu in agitazione per loro. Le donne dicevano: «E' questa Naomi?».
20 Ella rispose loro: «Non chiamatemi Naomi; chiamatemi Mara, poiché l'Onnipotente mi ha riempita di amarezza.
21 Io partii nell'abbondanza e l'Eterno mi ha riportato a casa spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando l'Eterno ha testimoniato contro di me e l'Onnipotente mi ha resa infelice?».
22 Così Naomi tornò con Ruth, la Moabita, sua nuora, venuta dal paese di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l'orzo.
2 Or Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco della famiglia di Elimelek, che si chiamava Boaz.
2 Ruth, la Moabita, disse a Naomi: «Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale troverò grazia». Ella le rispose: «Va
3 Così Ruth andò e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori, e le capitò per caso di trovarsi nella parte del campo appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelek.
4 Or ecco che Boaz venne da Betlemme e disse ai mietitori: «L'Eterno sia con voi!». Essi gli risposero: «L'Eterno ti benedica!».
5 Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: «Di chi è questa fanciulla?».
6 Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: «E una fanciulla moabita che è tornata con Naomi dal paese di Moab.
7 Ella ci ha detto: "Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe tra i covoni dietro ai mietitori". Così essa è venuta ed è rimasta da questa mattina fino ad ora; si è riposata in casa solo un momento».
8 Allora Boaz disse a Ruth: «Ascolta figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo, non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve.
9 Tieni gli occhi sul campo che mietono e va' dietro a loro. Non ho forse ordinato ai miei servi di non molestarti? Quando hai sete va' dove sono i vasi, a bere l'acqua attinta dai servi».
10 Allora Ruth si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra e gli disse: «Per quale ragione ho io trovato grazia ai tuoi occhi al punto che tu presti attenzione a me che sono una straniera?».
11 Boaz le rispose, dicendo: «Mi è stato riferito tutto ciò che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai lasciato tuo padre, tua madre e il tuo paese natio, per venire a vivere con un popolo che prima non conoscevi.
12 L'Eterno ti ripaghi di quanto hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte dell'Eterno, il DIO d'Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!».
13 Ella gli disse: «Possa io trovare grazia ai tuoi occhi, o mio signore, poiché tu mi hai consolata e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve».
14 Al momento del pasto, Boaz le disse: «Vieni qui mangia il pane e intingi il tuo boccone nell'aceto». Così ella si pose a sedere accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito, ed ella mangiò a sazietà e mise da parte gli avanzi.
15 Poi si levò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest'ordine ai suoi servi, dicendo: «Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non rimproveratela;
16 inoltre lasciate cadere per lei delle spighe dai manipoli e abbandonatele, perché essa le raccolga, e non sgridatela».
17 Così ella spigolò nel campo fino alla sera, poi battè quello che aveva raccolto, e ne venne fuori circa un'efa di orzo.
18 Se lo caricò addosso. entrò in città e sua suocera vide ciò che essa aveva spigolato. Ruth tirò quindi fuori ciò che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata e glielo diede.
19 La suocera le chiese: «Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che ti ha prestato attenzione!». Così Ruth riferì alla suocera presso chi aveva lavorato e aggiunse: «L'uomo presso il quale ho lavorato oggi si chiama Boaz».
20 Naomi disse alla nuora: «Sia egli benedetto dall'Eterno, che non ha ritirato la sua benignità ai vivi e ai morti». E aggiunse: «Quest'uomo è nostro parente stretto, uno che ha il diritto di riscattarci»
21 Allora Ruth, la Moabita, disse: «Mi ha anche detto: "Rimani con i miei servi, finche abbiano finito tutta la mia mietitura"».
22 Naomi disse a Ruth sua nuora: «E' bene, figlia mia, che tu vada con le sue serve e non ti trovino in un altro campo».
23 Ella rimase perciò a spigolare con le serve di Boaz sino alla fine della mietitura dell'orzo e del frumento. Ed abitava con sua suocera.
3 Poi Naomi, sua suocera, le disse: «Figlia mia, non cercherò io un posto di riposo per te, affinche tu sia felice?
2 Ora Boaz, con le serve del quale tu sei stata, non è forse nostro parente? Ecco questa sera egli deve vagliare l'orzo sull'aia.
3 Perciò lavati, ungiti, mettiti le vesti migliori e scendi all'aia; ma non farti riconoscere da lui fino a che non abbia finito di mangiare e di bere.
4 Quando andrà a coricarsi, osserva il luogo dove si corica; poi va
5 Ruth le rispose: «Farò tutto quello che dici».
6 Così scese all'aia e fece tutto ciò che la suocera le aveva ordinato.
7 Boaz mangiò e bevve e col cuore allegro andò a coricarsi accanto al mucchio di grano. Allora ella venne pian piano, gli scoperse i piedi e si coricò.
8 Verso mezzanotte egli si svegliò di soprassalto e si voltò; ed ecco, una donna giaceva ai suoi piedi.
9 «Chi sei tu?» le disse. Ella rispose: «Sono Ruth, tua serva; stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto».
10 Egli disse: «Sii benedetta dall'Eterno, figlia mia! La bontà mostrata quest'ultima volta supera quella di prima perché non sei corsa dietro a giovani poveri o ricchi.
11 Ora dunque, non temere figlia mia; io farò per te tutto ciò che richiedi perché tutta la gente della mia città conosce che sei una donna virtuosa
12 Or è vero che io ho il diritto di riscatto; ma ce n'è uno che è parente più stretto di me.
13 Passa qui la notte; e domani mattina, se egli farà valere il suo diritto nei tuoi confronti, va bene, lo faccia pure; ma se non vorrà far valere il suo diritto con te io farò valere il mio e ti riscatterò, com'è vero che l'Eterno vive! Sta' coricata fino al mattino».
14 Così ella rimase coricata ai suoi piedi fino al mattino; ma si alzò prima che uno possa riconoscere un altro, perché egli aveva detto: «Nessuno sappia che questa donna è venuta sull'aia!».
15 Poi aggiunse: «Porta il mantello che hai indosso e sorreggilo». Ella lo sorresse, ed egli vi versò sei misure di orzo, glielo mise sulle spalle; poi essa rientrò in città.
16 Così tornò dalla suocera, che le disse: «Sei tu, figlia mia?». Allora essa le raccontò tutto ciò che l'uomo aveva fatto per lei,
17 e aggiunse: «Mi ha anche dato queste sei misure di orzo, perché mi ha detto "Non devi tornare da tua suocera a mani vuote"».
18 Naomi disse: «Rimani qui, figlia mia, finche tu sappia come andrà a finire la cosa, perché quest'uomo non si darà riposo, finche non abbia sistemato oggi stesso la cosa».
4 Or Boaz salì alla porta della città e là si pose a sedere. Ed ecco passare colui che aveva il diritto di riscatto e di cui Boaz aveva parlato. Boaz gli disse: «O tu, tal dei tali, avvicinati e siediti qui». Quello si avvicinò e si mise a sedere.
2 Boaz allora prese dieci uomini fra gli anziani della città e disse loro: «Sedete qui». Essi si sedettero.
3 Poi Boaz disse a colui che aveva il diritto di riscatto: «Naomi, che è tornata dal paese di Moab, ha venduto la parte di terra che apparteneva al nostro fratello Elimelek.
4 Ho pensato di informarti e di dirti: "Compralo alla presenza degli abitanti del luogo e degli anziani del mio popolo. Se vuoi riscattarlo, riscattalo; ma se non intendi riscattarlo dimmelo, affinche io lo sappia; poiché nessuno fuori di te ha il diritto di riscatto, e dopo di te vengo io"». Quegli rispose: «Farò valere il mio diritto».
5 Allora Boaz disse: «Il giorno che acquisterai il campo dalla mano di Naomi, tu lo acquisterai anche da Ruth, la Moabita, moglie del defunto, per far rivivere il nome del defunto nella sua eredità»
6 Colui che aveva il diritto di riscatto rispose: «Io non posso riscattarlo per me perché rovinerei la mia propria eredità riscatta tu ciò che avrei dovuto riscattare io, perché io non lo posso riscattare».
7 Or questa era l'usanza dei tempi andati in Israele, in merito al diritto di riscatto e al cambio di proprietà: uno si toglieva il sandalo e lo dava all'altro questo era il modo di attestare in Israele.
8 Così chi aveva il diritto di riscatto disse a Boaz: «Compralo tu stesso», e si tolse il sandalo.
9 Allora Boaz disse agli anziani e a tutto il popolo: «Voi siete oggi testimoni che io ho acquistato dalle mani di Naomi tutto ciò che apparteneva a Elimelek, a Kilion e a Mahlon.
10 Inoltre mi sono acquistato per moglie Ruth, la Moabita, moglie di Mahlon, per far rivivere il nome del defunto nella sua eredità, perché il nome del defunto non si estingua tra i suoi fratelli e alla porta della sua città. Voi oggi ne siete testimoni».
11 Allora tutto il popolo che si trovava alla porta e gli anziani risposero: «Ne siamo testimoni. L'Eterno renda la donna che entra in casa tua come Rachele e come Lea, le due donne che edificarono la casa d'Israele. Possa tu ottenere potenza in Efrathah e divenire famoso in Betlemme.
12 Sia la tua casa come la casa di Perets, che Tamar partorì a Giuda, a motivo della discendenza che l'Eterno ti darà da questa giovane».
13 Così Boaz prese Ruth, che divenne sua moglie. Egli entrò da lei e l'Eterno le concesse di concepire, ed ella partorì un figlio.
14 Allora le donne dissero a Naomi: «Benedetto l'Eterno, che oggi non ti ha lasciato senza un redentore. Possa il suo nome divenire famoso in Israele!
15 Possa egli ristabilire la tua vita ed essere il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito la tua nuora che ti ama e che vale per te più di sette figli».
16 Naomi quindi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fece da nutrice.
17 Le vicine gli diedero un nome e dicevano: «E' nato un figlio a Naomi!». Lo chiamarono Obed. Egli fu padre d'Isai, padre di Davide.
18 Ecco la posterità di Perets: generò Hetsron;
19 Hetsron generò Ram, Ram generò Amminadab;
20 Amminadab generò Nahshon, Nahshon generò Salmon;
21 Salmon generò Boaz; Boaz generò Obed;
22 Obed generò Isai e Isai generò Davide.
1 C'era un uomo di Ramathaim-Tsofim, della regione montuosa di Efraim, che si chiamava Elkanah, figlio di Jeroham, figlio di Elihu, figlio di Tohu figlio di Tsuf, Efraimita.
2 Aveva due mogli: una si chiamava Anna, l'altra Peninna. Peninna aveva figli mentre Anna non ne aveva.
3 Ogni anno quest'uomo saliva dalla sua città per adorare ed offrire sacrifici all'Eterno degli eserciti a Sciloh, dove erano i due figli di Eli, Hofni e Finehas, sacerdoti dell'Eterno.
4 Quando per Elkanah veniva il giorno di offrire il sacrificio, egli soleva dare a sua moglie Peninna e a tutti i suoi figli e figlie le loro parti;
5 ma ad Anna dava una parte doppia, perché amava Anna, benché l'Eterno avesse chiuso il suo grembo.
6 Or la sua rivale la molestava continuamente per farla irritare, perché l'Eterno aveva chiuso il suo grembo.
7 Così succedeva ogni anno; tutte le volte che Anna saliva alla casa dell'Eterno, Peninna la molestava; per cui ella piangeva e non prendeva più cibo.
8 Allora suo marito Elkanah le disse: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono io per te meglio di dieci figli?».
9 Dopo che ebbero mangiato e bevuto a Sciloh, Anna si levò. Or il sacerdote Eli stava seduto sul sedile all'entrata del tabernacolo dell'Eterno.
10 Nell'amarezza della sua anima pregava l'Eterno piangendo dirottamente.
11 Poi fece un voto, dicendo: «O Eterno degli eserciti, se veramente riguardi all'afflizione della tua serva, ti ricordi di me e non dimentichi la tua serva, ma vuoi dare alla tua serva un figlio maschio, io lo darò all'Eterno per tutti i giorni della sua vita, e il rasoio non passerà sulla sua testa»
12 Mentre essa prolungava la sua preghiera davanti all'Eterno, Eli stava osservando la sua bocca.
13 Anna parlava in cuor suo, soltanto le sue labbra si muovevano, ma la sua voce non si udiva; per questo Eli pensava che fosse ubriaca.
14 Così Eli le disse: «Fino a quando sarai ubriaca? Smaltisci il tuo vino!».
15 Ma Anna rispose e disse: «No signor mio, io sono una donna afflitta nello spirito e non ho bevuto né vino né bevanda inebriante, ma stavo effondendo la mia anima davanti all'Eterno.
16 Non considerare la tua serva una donna perversa, perché è l'accesso del mio dolore e della mia afflizione che mi ha fatto parlare finora»
17 Allora Eli le rispose: «Va' in pace, e il DIO d'Israele ti conceda ciò che gli hai richiesto».
18 Ella rispose: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Così la donna se ne andò per la sua via, prese cibo e il suo aspetto non fu più triste.
19 Essi si alzarono al mattino presto e si prostrarono davanti all'Eterno; poi partirono e ritornarono a casa loro a Ramah. Elkanah conobbe Anna, sua moglie, e l'Eterno si ricordò di lei.
20 A suo tempo, Anna concepì e partorì un figlio, a cui pose nome Samuele, dicendo: «Perché l'ho chiesto all'Eterno».
21 Allora il marito Elkanah salì con tutta la sua famiglia per offrire all'Eterno il sacrificio annuale e per adempiere il suo voto.
22 Ma Anna non salì perché disse a suo marito: «Io non salirò finché il bambino non sia divezzato; allora lo condurrò, perché sia presentato davanti all'Eterno e vi rimanga per sempre».
23 Suo marito Elkanah le rispose: «Fa' come meglio ti sembra; rimani finché tu l'abbia divezzato, purché l'Eterno adempia la sua parola!». Così la donna rimase a casa e allattò suo figlio finché non l'ebbe divezzato.
24 Dopo averlo divezzato, lo condusse con sé, assieme a tre torelli, un'efa di farina e un otre di vino; e lo condusse nella casa dell'Eterno a Sciloh. Il fanciullo era ancora giovane.
25 Quindi loro immolarono un torello e condussero il fanciullo ad Eli.
26 Anna gli disse: «Signor mio! Com'è vero che vive l'anima tua, o mio signore, io sono quella donna che stava qui vicino a te a pregare l'Eterno.
27 Ho pregato per avere questo fanciullo, e l'Eterno mi ha concesso ciò che gli ho chiesto.
28 Perciò a mia volta lo dono all'Eterno; finché egli vive sarà ceduto all'Eterno». E là si prostrarono davanti all'Eterno.
2 Allora Anna pregò e disse: «Il mio cuore esulta nell'Eterno, la mia forza è innalzata nell'Eterno; la mia bocca si dilata contro i miei nemici, perché mi rallegro della tua salvezza.
2 Non c'è alcuno santo come l'Eterno perché non c'è alcun altro all'infuori di te, né c'è alcuna rocca come il nostro DIO.
3 Non continuate a parlare con tanto orgoglio; non escano parole arroganti dalla vostra bocca, perché l'Eterno è un Dio di conoscenza, e da lui sono pesate le azioni.
4 Gli archi dei potenti sono spezzati, mentre i deboli sono cinti di forza.
5 Quelli che erano sazi vanno a giornata per un po' di pane, mentre quelli che erano affamati non soffrono più fame. Persino la sterile ha partorito sette volte, mentre quella che ha molti figli si è indebolita.
6 L'Eterno fa morire e fa vivere; fa scendere nello Sceol e ne fa risalire.
7 L'Eterno fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa ma anche innalza.
8 Egli solleva il misero dalla polvere e tira fuori il povero dal letame, per farli sedere con i principi e far loro ereditare un trono di gloria; poiché le colonne della terra appartengono all'Eterno, e su di esse egli ha poggiato il mondo.
9 Egli veglia sui passi dei suoi santi, ma gli empi periranno nelle tenebre, perché l'uomo non prevarrà per la forza.
10 Gli avversari dell'Eterno saranno frantumati; egli tuonerà dal cielo contro di essi. L'Eterno giudicherà i popoli fino alle estremità della terra darà forza al suo re e innalzerà la potenza del suo unto».
11 Poi Elkanah ritornò a casa sua a Ramah e il fanciullo rimase a servire l'Eterno alla presenza del sacerdote Eli.
12 Or i figli di Eli erano uomini perversi; non conoscevano l'Eterno.
13 Ed ecco come si comportavano questi sacerdoti con il popolo: quando qualcuno offriva un sacrificio, il servo del sacerdote veniva, mentre la carne cuoceva con in mano un forchettone a tre punte
14 e lo ficcava nella pentola o nel paiolo o nel calderone o nella pignatta, e tutto ciò che il forchettone tirava su il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con tutti gl'Israeliti che andavano a Sciloh.
15 Anche prima che avessero fatto bruciare il grasso, il servo del sacerdote veniva e diceva a colui che faceva il sacrificio: «Dammi della carne da arrostire per il sacerdote, perché egli non accetterà da te carne cotta, ma cruda».
16 E se l'uomo gli diceva: «Si faccia prima fumare il grasso, poi prenderai quanto vorrai» egli rispondeva: «No, me la devi dare ora; altrimenti la prenderò per forza»
17 Perciò il peccato dei due giovani era molto grande davanti all'Eterno, perché si disprezzavano le offerte fatte all'Eterno.
18 Ma Samuele prestava servizio davanti all'Eterno, anche se ancora fanciullo, ed era cinto di un efod di lino.
19 Sua madre gli faceva una piccola veste e gliela portava ogni anno quando saliva con suo marito a offrire il sacrificio annuale.
20 Eli allora benediceva Elkanah e sua moglie, dicendo: «L'Eterno ti dia altri figli da questa donna, per la richiesta da lei fatta all'Eterno!». Poi essi tornavano a casa loro.
21 Così l'Eterno visitò Anna, ed ella concepì e diede alla luce tre figli e due figlie. Intanto il fanciullo Samuele cresceva presso l'Eterno.
22 Or Eli era molto vecchio e udì tutto ciò che i suoi figli facevano a tutto Israele e come essi si coricavano con le donne che facevano servizio all'ingresso della tenda di convegno;
23 e disse loro: «Perché fate tali cose? Poiché sento da parte di tutto il popolo delle vostre malvagie azioni.
24 No, figli miei, perché le voci che sento di voi non sono affatto buone; voi inducete il popolo dell'Eterno a peccare.
25 Se un uomo pecca contro un altro uomo DIO lo giudica, ma se un uomo pecca contro l'Eterno, chi intercederà per lui?». Ma essi non diedero ascolto alla voce del loro padre, perciò l'Eterno voleva farli morire.
26 Intanto il fanciullo Samuele cresceva in statura e nel favore dell'Eterno e degli uomini.
27 Or un uomo di DIO venne da Eli e gli disse: «Così parla l'Eterno: Non mi sono io forse rivelato alla casa di tuo padre, quando essi erano in Egitto schiavi della casa del Faraone?
28 Non l'ho io scelto fra tutte le tribù d'Israele, per essere mio sacerdote, salire il mio altare, bruciare e portare l'efod davanti a me? E non ho io dato alla casa di tuo padre tutti i sacrifici dei figli d'Israele, fatti col fuoco?
29 Perché dunque disprezzate i miei sacrifici e le mie oblazioni che ho comandato nella mia dimora, e perché onori i tuoi figli più di me, ingrassandovi col meglio di tutte le oblazioni di Israele, mio popolo?
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