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Bible in 90 Days

An intensive Bible reading plan that walks through the entire Bible in 90 days.
Duration: 88 days
Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
Giudici 3:28-15:12

28 Disse loro: «Seguitemi, perché il Signore vi ha dato nelle mani i Moabiti, vostri nemici». Quelli scesero dietro a lui, s’impadronirono dei guadi del Giordano per impedire il passaggio ai Moabiti e non lasciarono passare nessuno. 29 In quel tempo sconfissero circa diecimila Moabiti, tutti robusti e valorosi; non ne scampò neppure uno. 30 Così, in quel giorno, Moab fu umiliato sotto la mano d’Israele e il paese ebbe pace per ottant’anni.

Vittoria di Samgar sui Filistei

31 (A)Dopo Eud, venne Samgar, figlio di Anat. Egli sconfisse seicento Filistei con un pungolo da buoi; anch’egli liberò Israele.

Debora e Barac liberano Israele dai Cananei

(B)Morto Eud, i figli d’Israele continuarono a fare ciò che è male agli occhi del Signore. Il Signore li diede nelle mani di Iabin, re di Canaan, che regnava ad Asor. Il capo del suo esercito era Sisera, che abitava ad Aroset-Goim.

I figli d’Israele gridarono al Signore, perché Iabin aveva novecento carri di ferro e già da vent’anni opprimeva con violenza i figli d’Israele.

In quel tempo era giudice d’Israele una profetessa, Debora, moglie di Lappidot. Lei sedeva sotto la palma di Debora, fra Rama e Betel, nella regione montuosa di Efraim, e i figli d’Israele salivano da lei per le controversie giudiziarie. Debora mandò a chiamare Barac, figlio di Abinoam, da Chedes di Neftali, e gli disse: «Il Signore, Dio d’Israele, non ti ha forse dato quest’ordine: “Va’, raduna sul monte Tabor e prendi con te diecimila uomini dei figli di Neftali e dei figli di Zabulon. Io attirerò verso di te, al torrente Chison, Sisera, capo dell’esercito di Iabin, con i suoi carri e la sua numerosa gente, e lo darò nelle tue mani”?» Barac le rispose: «Se vieni con me, andrò; ma se non vieni con me, non andrò». Debora disse: «Certamente, verrò con te; però, la via per cui cammini non ti porterà onori; perché il Signore darà Sisera in mano a una donna». E Debora si alzò e andò con Barac a Chedes.

10 Barac convocò Zabulon e Neftali a Chedes; diecimila uomini si misero al suo seguito e Debora salì con lui.

11 Ora Eber, il Cheneo, si era separato dai Chenei, discendenti di Obab, suocero di Mosè, e aveva piantato le sue tende fino al querceto di Saannaim, che è vicino a Chedes.

12 Fu riferito a Sisera che Barac, figlio di Abinoam, era salito sul monte Tabor. 13 Sisera adunò tutti i suoi carri, novecento carri di ferro, e tutta la gente che era con lui, da Aroset-Goim fino al torrente Chison.

14 Allora Debora disse a Barac: «Àlzati, poiché questo è il giorno in cui il Signore ha dato Sisera nelle tue mani. Il Signore non va forse davanti a te?» Allora Barac scese dal monte Tabor, seguito da diecimila uomini. 15 Il Signore mise in rotta, davanti a Barac, Sisera con tutti i suoi carri e con tutto il suo esercito, che fu passato a fil di spada; e Sisera, sceso dal carro, si diede alla fuga a piedi. 16 Ma Barac inseguì i carri e l’esercito fino ad Aroset-Goim; e tutto l’esercito di Sisera cadde sotto i colpi della spada e non scampò neppure un uomo.

17 (C)Sisera fuggì a piedi verso la tenda di Iael, moglie di Eber, il Cheneo, perché vi era pace fra Iabin, re di Asor, e la casa di Eber, il Cheneo. 18 Iael uscì incontro a Sisera e gli disse: «Entra, mio signore, entra da me; non temere». Egli entrò da lei nella sua tenda e lei lo coprì con una coperta. 19 Egli le disse: «Ti prego, dammi un po’ d’acqua da bere perché ho sete». Quella, aperto l’otre del latte, gli diede da bere e lo coprì. 20 Egli le disse: «Stattene all’ingresso della tenda; forse qualcuno verrà a interrogarti e ti chiederà: “C’è qualcuno qui dentro?” Tu risponderai di no». 21 Allora Iael, moglie di Eber, prese un piuolo della tenda e un martello, andò pian piano da lui e gli piantò il piuolo nella tempia tanto che esso penetrò in terra. Egli era profondamente addormentato e sfinito; e morì. 22 Mentre Barac inseguiva Sisera, Iael uscì a incontrarlo e gli disse: «Vieni, e ti mostrerò l’uomo che cerchi». Egli entrò da lei; ecco, Sisera era steso morto, con il piuolo nella tempia.

23 Quel giorno Dio umiliò Iabin, re di Canaan, davanti ai figli d’Israele. 24 La mano dei figli d’Israele si fece sempre più pesante su Iabin, re di Canaan, finché l’ebbero annientato.

Cantico di Debora

(D)In quel giorno, Debora cantò questo cantico con Barac, figlio di Abinoam:

«Poiché dei capi si sono messi alla testa del popolo in Israele, poiché il popolo si è mostrato volenteroso, benedite il Signore!

Ascoltate, o re! Porgete orecchio, o prìncipi! Al Signore, sì, io canterò, salmeggerò al Signore, al Dio d’Israele.

O Signore, quando uscisti dal Seir, quando venisti dai campi di Edom, la terra tremò, e anche i cieli si sciolsero, anche le nubi si sciolsero in acqua.

I monti furono scossi per la presenza del Signore, anche il Sinai, là, fu scosso davanti al Signore, al Dio d’Israele!

(E)«Ai giorni di Samgar, figlio di Anat, ai giorni di Iael, le strade erano abbandonate e i viandanti seguivano sentieri tortuosi.

I capi mancavano in Israele; mancavano, finché non venni io, Debora, finché non venni io, come una madre in Israele.

Si sceglievano nuovi dèi, e la guerra era alle porte. Si scorgeva forse uno scudo, una lancia, fra i quarantamila uomini d’Israele?

Il mio cuore va ai condottieri d’Israele! O voi che vi offriste volenterosi fra il popolo, benedite il Signore!

10 Voi che cavalcate asine bianche, voi che sedete su ricchi tappeti e voi che camminate per le vie, cantate!

11 Lungi dalle grida degli arcieri, là tra gli abbeveratoi, si celebrino gli atti di giustizia del Signore, gli atti di giustizia dei suoi capi in Israele! Allora il popolo del Signore discese alle porte.

12 Dèstati, dèstati, Debora! Dèstati, dèstati, intona un canto! Àlzati, Barac, e prendi i tuoi prigionieri, o figlio di Abinoam!

13 Allora scese un residuo, alla voce dei nobili scese un popolo, il Signore scese con me fra i prodi.

14 Da Efraim vennero quelli che stanno sul monte Amalec[a]; al tuo sèguito venne Beniamino fra le tue genti; da Machir scesero dei capi, e da Zabulon quelli che portano il bastone del comando.

15 I prìncipi d’Issacar furono con Debora; quale fu Barac, tale fu Issacar: egli si precipitò nella valle sulle orme di lui. Presso i ruscelli di Ruben, le decisioni furono coraggiose!

16 Perché sei rimasto fra gli ovili ad ascoltare il flauto dei pastori? Presso i ruscelli di Ruben, le decisioni furono coraggiose!

17 Galaad non ha lasciato la sua dimora oltre il Giordano; e Dan, perché si è tenuto sulle sue navi? Ascer è rimasto presso la riva del mare, e si è riposato nei suoi porti.

18 Zabulon è un popolo che ha rischiato la vita, così pure Neftali, sulle alture della campagna.

19 I re vennero, combatterono; allora combatterono i re di Canaan a Taanac, presso le acque di Meghiddo; non ne riportarono un pezzo d’argento.

20 Dai cieli si combatté: gli astri, nel loro corso, combatterono contro Sisera.

21 Il torrente Chison li travolse, l’antico torrente, il torrente Chison. Anima mia, avanti, con forza!

22 Allora gli zoccoli dei cavalli martellavano il suolo, al galoppo, al galoppo dei loro guerrieri in fuga.

23 “Maledite Meroz”, dice l’angelo del Signore, “maledite, maledite i suoi abitanti, perché non vennero in soccorso del Signore, in soccorso del Signore insieme con i prodi!”

24 (F)«Benedetta sia fra le donne Iael, moglie di Eber, il Cheneo! Fra le donne che stanno sotto le tende, sia benedetta!

25 Egli chiese dell’acqua e lei gli diede del latte; in una coppa d’onore gli offerse della crema.

26 Con una mano prese il piuolo, e con la destra il martello degli operai; colpì Sisera, gli spaccò la testa, gli fracassò e gli trapassò le tempie.

27 Ai piedi di Iael egli si piegò, cadde, giacque disteso; ai suoi piedi si piegò e cadde; là, dove si piegò, cadde esanime.

28 La madre di Sisera guarda dalla finestra e grida attraverso l’inferriata: “Perché il suo carro tarda ad arrivare? Perché sono così lente le ruote dei suoi carri?”

29 Le più sagge delle sue dame le rispondono, e anche lei replica a se stessa:

30 “Non trovano forse bottino? Non se lo stanno forse dividendo? Una fanciulla, due fanciulle per ognuno; a Sisera un bottino di vesti variopinte; un bottino di vesti variopinte e ricamate, variopinte e ricamate d’ambo i lati per le spalle del vincitore!”

31 Così periscano tutti i tuoi nemici, o Signore! Coloro che ti amano siano come il sole quando si alza in tutta la sua forza!» Così il paese ebbe pace per quarant’anni.

Peccato d’Israele; oppressione di Madian

(G)Ma i figli d’Israele fecero ciò che è male agli occhi del Signore, e il Signore li diede nelle mani di Madian per sette anni. La mano di Madian fu potente contro Israele; e, per la paura dei Madianiti, i figli d’Israele si fecero quelle grotte che sono nei monti, delle caverne e dei forti. Quando Israele aveva seminato, i Madianiti con gli Amalechiti e con i popoli dell’oriente salivano contro di lui, si accampavano contro gl’Israeliti, distruggevano tutti i prodotti del paese fino a Gaza e non lasciavano in Israele né viveri, né pecore, né buoi, né asini. Infatti salivano con le loro greggi e con le loro tende e arrivavano come una moltitudine di cavallette; essi e i loro cammelli erano innumerevoli e venivano nel paese per devastarlo. Israele dunque fu ridotto in grande miseria a causa di Madian; e i figli d’Israele gridarono al Signore.

Quando i figli d’Israele gridarono al Signore a causa di Madian, il Signore mandò ai figli d’Israele un profeta, che disse loro: «Così dice il Signore, il Dio d’Israele: “Io vi feci salire dall’Egitto e vi feci uscire dalla casa di schiavitù; vi liberai dalla mano degli Egiziani e dalla mano di tutti quelli che vi opprimevano; li scacciai davanti a voi, vi diedi il loro paese 10 e vi dissi: ‘Io sono il Signore, il vostro Dio; non adorate gli dèi degli Amorei nel paese dei quali abitate’; ma voi non avete ascoltato la mia voce”».

Vocazione di Gedeone

11 (H)Poi venne l’angelo del Signore e si sedette sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, abiezerita; e Gedeone, figlio di Ioas, trebbiava il grano nello strettoio per nasconderlo ai Madianiti. 12 L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, o uomo forte e valoroso!» 13 Gedeone gli rispose: «Ahimè, mio signore, se il Signore è con noi, perché ci è accaduto tutto questo? Dove sono tutte quelle sue meraviglie che i nostri padri ci hanno narrate dicendo: “Il Signore non ci ha forse fatti uscire dall’Egitto?” Ma ora il Signore ci ha abbandonati e ci ha dati nelle mani di Madian». 14 Allora il Signore si rivolse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non sono io che ti mando?» 15 Egli rispose: «Ah, signore mio, con che salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse, e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». 16 Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo». 17 Gedeone a lui: «Se ho trovato grazia agli occhi tuoi, dammi un segno che sei proprio tu che mi parli. 18 Ti prego, non te ne andare di qui prima che io torni da te, ti porti la mia offerta e te la metta davanti». Il Signore disse: «Aspetterò finché tu ritorni».

19 Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e, con un efa di farina, fece delle focacce azzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. 20 L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce azzime, mettile su questa roccia e versavi su il brodo». Egli fece così. 21 Allora l’angelo del Signore stese la punta del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; dalla roccia uscì un fuoco che consumò la carne e le focacce azzime; e l’angelo del Signore scomparve dalla sua vista. 22 Allora Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Misero me, Signore, Dio, perché ho visto l’angelo del Signore faccia a faccia!» 23 Il Signore gli disse: «Sta’ in pace, non temere, non morirai!» 24 Allora Gedeone costruì un altare al Signore e lo chiamò Signore-Pace. Esso esiste anche al giorno d’oggi, a Ofra degli Abiezeriti.

Distruzione dell’altare di Baal

25 (I)Quella stessa notte il Signore gli disse: «Prendi il toro di tuo padre e il secondo toro di sette anni, demolisci l’altare di Baal che è di tuo padre, abbatti l’idolo che gli sta vicino 26 e costruisci un altare al Signore, al tuo Dio, in cima a questa roccia, disponendo ogni cosa con ordine; poi prendi il secondo toro e offrilo come olocausto usando il legno dell’idolo che avrai abbattuto. 27 Allora Gedeone prese dieci uomini tra i suoi servitori e fece come il Signore gli aveva detto; ma non osando farlo di giorno, per paura della casa di suo padre e della gente della città, lo fece di notte. 28 Quando la gente della città l’indomani mattina si alzò, ecco che l’altare di Baal era stato demolito, che l’idolo postovi accanto era abbattuto e che il secondo toro era offerto in olocausto sull’altare che era stato costruito. 29 Si dissero l’un l’altro: «Chi ha fatto questo?» Dopo essersi informati e dopo aver fatto delle ricerche, fu loro detto: «Gedeone, figlio di Ioas, ha fatto questo». 30 Allora la gente della città disse a Ioas: «Conduci fuori tuo figlio e sia messo a morte, perché ha demolito l’altare di Baal e ha abbattuto l’idolo che gli stava vicino». 31 Ioas rispose a tutti quelli che insorgevano contro di lui: «Volete difendere la causa di Baal? Volete venirgli in soccorso? Chi vorrà difendere la sua causa sarà messo a morte prima di domattina; se esso è un dio, difenda egli stesso la sua causa, visto che hanno demolito il suo altare». 32 Perciò quel giorno Gedeone fu chiamato Ierubbaal[b], perché si disse: «Difenda Baal la sua causa contro di lui, visto che egli ha demolito il suo altare».

33 Tutti i Madianiti, gli Amalechiti e i popoli dell’Oriente si radunarono, attraversarono il Giordano e si accamparono nella valle di Izreel. 34 Ma lo Spirito del Signore rivestì Gedeone, il quale suonò la tromba, e gli Abiezeriti furono convocati per seguirlo. 35 Egli mandò anche dei messaggeri in tutto Manasse, invitandolo a seguirlo; mandò dei messaggeri nelle tribù di Ascer, di Zabulon e di Neftali, e anche queste salirono a incontrarli.

36 (J)Gedeone disse a Dio: «Se vuoi salvare Israele per mano mia, come hai detto, 37 ecco, io metterò un vello di lana sull’aia: se c’è della rugiada sul vello soltanto e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano come hai detto». 38 Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si alzò presto, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d’acqua. 39 Gedeone disse a Dio: «Non si accenda l’ira tua contro di me. Io non parlerò che questa volta soltanto. Permetti che io faccia un’altra prova con il vello: resti asciutto soltanto il vello e ci sia della rugiada su tutto il terreno». 40 Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu della rugiada su tutto il terreno.

Vittoria di Gedeone sui Madianiti

(K)Ierubbaal dunque, cioè Gedeone, con tutta la gente che era con lui, alzatosi la mattina presto, si accampò presso la sorgente di Carod. L’accampamento di Madian era a nord di quello di Gedeone, verso la collina di More, nella valle.

Il Signore disse a Gedeone: «La gente che è con te è troppo numerosa perché io dia Madian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi di fronte a me, e dire: “È stata la mia mano a salvarmi”. Fa’ dunque proclamare questo, in maniera che il popolo l’oda: “Chiunque ha paura e trema se ne torni indietro e si allontani dal monte di Galaad[c]”». E tornarono indietro ventiduemila uomini del popolo e ne rimasero diecimila.

Il Signore disse a Gedeone: «La gente è ancora troppo numerosa; falla scendere all’acqua dove io li sceglierò per te. Quello del quale ti dirò: “Questo vada con te”, andrà con te; e quello del quale ti dirò: “Questo non vada con te”, non andrà». Gedeone fece dunque scendere la gente all’acqua, e il Signore gli disse: «Tutti quelli che leccheranno l’acqua con la lingua, come la lecca il cane, li metterai da parte; così pure tutti quelli che, per bere, si metteranno in ginocchio». Il numero di quelli che leccarono l’acqua, portandosela alla bocca nella mano, fu di trecento uomini; tutto il resto della gente si mise in ginocchio per bere l’acqua. Allora il Signore disse a Gedeone: «Mediante questi trecento uomini che hanno leccato l’acqua io vi libererò e metterò i Madianiti nelle tue mani. Tutto il resto della gente se ne vada, ognuno a casa sua». I trecento presero i viveri del popolo e le sue trombe; e Gedeone, rimandati tutti gli altri uomini d’Israele, ciascuno alla sua tenda, trattenne questi con sé. L’accampamento di Madian era sotto il suo, nella valle.

Quella stessa notte il Signore disse a Gedeone: «Àlzati, piomba sull’accampamento, perché io l’ho messo nelle tue mani. 10 Ma se hai paura di farlo, scendi con Pura, tuo servo, 11 e udrai quello che dicono; e, dopo questo, le tue mani saranno fortificate per piombare sull’accampamento». Egli dunque scese con Pura, suo servo, fino agli avamposti dell’accampamento. 12 I Madianiti, gli Amalechiti e tutti i popoli dell’Oriente erano sparsi nella valle come una moltitudine di cavallette e i loro cammelli erano innumerevoli come la sabbia che è sulla riva del mare. 13 Quando Gedeone arrivò, un uomo stava raccontando un sogno a un suo compagno e gli diceva: «Ho fatto un sogno. C’era un pane tondo, d’orzo, che rotolava nell’accampamento di Madian; giungeva alla tenda, la investiva in modo da farla cadere, da rovesciarla, da lasciarla per terra». 14 Il suo compagno gli rispose e gli disse: «Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Ioas, uomo d’Israele; Dio ha messo nelle sue mani Madian e tutto l’accampamento».

15 Quando Gedeone ebbe udito il racconto del sogno e la sua interpretazione, adorò Dio; poi tornò all’accampamento d’Israele e disse: «Alzatevi, perché il Signore ha messo nelle vostre mani l’accampamento di Madian!» 16 Divise i trecento uomini in tre schiere, consegnò a tutti quanti delle trombe e delle brocche vuote con delle fiaccole nelle brocche, 17 e disse loro: «Guardate me e fate come farò io. Quando sarò giunto all’estremità dell’accampamento, come farò io, così farete voi; 18 e quando io con tutti quelli che sono con me suonerò la tromba, anche voi suonerete le trombe intorno a tutto l’accampamento e direte: “Per il Signore e per Gedeone!”».

19 Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero all’estremità dell’accampamento, al principio del cambio di mezzanotte[d], quando si era appena dato il cambio alle sentinelle. Suonarono le trombe e spezzarono le brocche che tenevano in mano. 20 Allora le tre schiere suonarono le trombe e spezzarono le brocche; con la sinistra presero le fiaccole e con la destra le trombe per suonare, e si misero a gridare: «La spada per il Signore e per Gedeone!» 21 Ognuno di loro rimase al suo posto, intorno all’accampamento; e tutti quelli dell’accampamento si misero a correre, a gridare, a fuggire. 22 Mentre quelli suonavano le trecento trombe, il Signore fece rivolgere la spada di ciascuno contro il compagno per tutto l’accampamento. L’esercito madianita fuggì fino a Bet-Sitta, verso Serera, fino al limite di Abel-Meola, presso Tabbat. 23 Gli Israeliti di Neftali, di Ascer e di tutto Manasse si radunarono e inseguirono i Madianiti.

24 Gedeone mandò dei messaggeri per tutta la regione montuosa di Efraim a dire: «Scendete incontro ai Madianiti e tagliate loro il passo delle acque fino a Bet-Bara e i guadi del Giordano». Così tutti gli uomini di Efraim furono radunati e si impadronirono dei passi delle acque fino a Bet-Bara e dei guadi del Giordano. 25 Presero due prìncipi di Madian, Oreb e Zeeb; uccisero Oreb alla roccia di Oreb e Zeeb al torchio di Zeeb; inseguirono i Madianiti e portarono le teste di Oreb e di Zeeb a Gedeone, dall’altro lato del Giordano.

Altre vittorie di Gedeone sui Madianiti

(L)Gli uomini di Efraim dissero a Gedeone: «Perché ci hai trattati in questo modo? Perché non ci hai chiamati quando sei andato a combattere contro Madian?» Ebbero con lui una disputa violenta. Egli rispose loro: «Che ho fatto io in confronto a voi? La racimolatura di Efraim non vale forse più della vendemmia di Abiezer? Dio vi ha messo in mano i prìncipi di Madian, Oreb e Zeeb; che dunque ho potuto fare in confronto a voi?» Quand’egli ebbe loro detto quella parola, la loro ira contro di lui si calmò.

(M)Gedeone arrivò al Giordano, lo passò con i suoi trecento uomini, i quali, benché stanchi, continuavano a inseguire il nemico, e disse a quelli di Succot: «Date, vi prego, dei pani alla gente che mi segue, perché è stanca, e io sto inseguendo Zeba e Salmunna, re di Madian». Ma i capi di Succot risposero: «Zeba e Salmunna sono forse già nelle tue mani? Perché dovremmo dare del pane al tuo esercito?» Gedeone disse: «Ebbene! Quando il Signore avrà messo nelle mie mani Zeba e Salmunna, io vi lacererò le carni con delle spine del deserto e con dei rovi». Di là salì a Penuel e fece la stessa richiesta a quelli di Penuel, ma essi gli risposero come avevano fatto quelli di Succot. Egli disse anche a quelli di Penuel: «Quando tornerò in pace, abbatterò questa torre».

10 Zeba e Salmunna erano a Carcor con il loro esercito di circa quindicimila uomini, che era tutto quello che rimaneva dell’intero esercito dei popoli dell’Oriente, poiché centoventimila uomini armati di spada erano stati uccisi. 11 Gedeone salì per la via dei nomadi, a oriente di Noba e di Iogbea, e sconfisse l’esercito, che si credeva sicuro. 12 Zeba e Salmunna si diedero alla fuga; ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zeba e Salmunna, e sbaragliò tutto l’esercito.

13 Poi Gedeone, figlio di Ioas, tornò dalla battaglia per la salita di Cheres; 14 prese un giovane di Succot e lo interrogò; e quello gli diede per iscritto i nomi dei capi e degli anziani di Succot, che erano settantasette. 15 Poi Gedeone andò da quelli di Succot e disse: «Ecco Zeba e Salmunna, a proposito dei quali mi insultaste dicendo “Zeba e Salmunna sono forse già nelle tue mani? Perché dovremmo dare del pane alla tua gente esausta?”». 16 Poi prese gli anziani della città, e con delle spine del deserto e con dei rovi castigò gli uomini di Succot. 17 Abbatté la torre di Penuel e uccise la gente della città.

18 Poi disse a Zeba e a Salmunna: «Com’erano gli uomini che avete ucciso sul Tabor?» Quelli risposero: «Erano come te; ognuno di essi aveva l’aspetto di un figlio di re». 19 Ed egli riprese: «Erano miei fratelli, figli di mia madre; com’è vero che il Signore vive, se aveste risparmiato la loro vita, io non vi ucciderei!» 20 Poi disse a Ieter, suo primogenito: «Àlzati, uccidili!» Ma il giovane non estrasse la spada, perché aveva paura, essendo ancora un ragazzo. 21 Zeba e Salmunna dissero: «Àlzati tu stesso e dacci il colpo mortale; poiché qual è l’uomo tale è la sua forza». Gedeone si alzò, uccise Zeba e Salmunna e prese le mezzelune che i loro cammelli portavano al collo.

Gedeone, giudice d’Israele

22 (N)Allora gli uomini d’Israele dissero a Gedeone: «Regna su di noi, tu, tuo figlio e il figlio di tuo figlio, poiché ci hai salvati dalla mano di Madian». 23 Ma Gedeone rispose loro: «Io non regnerò su di voi, né mio figlio regnerà su di voi; il Signore è colui che regnerà su di voi!»

24 Poi Gedeone disse loro: «Una cosa voglio chiedervi: che ciascuno di voi mi dia gli anelli del suo bottino». – I nemici avevano degli anelli d’oro perché erano Ismaeliti. – 25 Quelli risposero: «Li daremo volentieri». E stesero un mantello, sul quale ciascuno gettò gli anelli del suo bottino. 26 Il peso degli anelli d’oro, che egli aveva chiesto, fu di millesettecento sicli d’oro, oltre alle mezzelune, ai pendenti e alle vesti di porpora che i re di Madian avevano addosso, e oltre ai collari che i loro cammelli avevano al collo. 27 Gedeone ne fece un efod, che pose in Ofra, sua città, e tutto Israele si prostituì al seguito di quello; ed esso diventò un’insidia per Gedeone e per la sua casa.

28 Così Madian fu umiliato davanti ai figli d’Israele e non alzò più il capo; e il paese ebbe pace per quarant’anni, durante la vita di Gedeone.

29 Ierubbaal[e], figlio di Ioas, tornò ad abitare a casa sua. 30 Gedeone ebbe settanta figli, che gli nacquero dalle sue molte mogli. 31 La sua concubina, che stava a Sichem, gli partorì anche lei un figlio, al quale pose nome Abimelec. 32 Poi Gedeone, figlio di Ioas, morì molto vecchio e fu sepolto nella tomba di Ioas suo padre, a Ofra degli Abiezeriti.

Abimelec, re di Sichem

33 (O)Dopo la morte di Gedeone, i figli d’Israele ricominciarono a prostituirsi agl’idoli di Baal e presero Baal-Berit come loro dio. 34 I figli d’Israele non si ricordarono del Signore, del loro Dio, che li aveva liberati dalle mani di tutti i nemici che li circondavano; 35 e non dimostrarono nessuna gratitudine alla casa di Ierubbaal, ossia di Gedeone, per tutto il bene che egli aveva fatto a Israele.

Abimelec, figlio di Ierubbaal, andò a Sichem dai fratelli di sua madre e parlò loro e a tutta la famiglia del padre di sua madre, e disse: «Vi prego, dite ai Sichemiti, in modo che tutti odano: “Che cos’è meglio per voi, che settanta uomini, tutti figli di Ierubbaal, regnino su di voi, oppure che regni su di voi uno solo?” Ricordatevi ancora che io sono vostre ossa e vostra carne». I fratelli di sua madre parlarono di lui, ripetendo a tutti i Sichemiti tutte quelle parole; e il cuore loro si inclinò a favore di Abimelec, perché dissero: «È nostro fratello». Gli diedero settanta sicli d’argento, che tolsero dal tempio di Baal-Berit, con i quali Abimelec assoldò degli avventurieri audaci che lo seguirono. Egli andò alla casa di suo padre, a Ofra, e uccise sopra una stessa pietra i suoi fratelli, settanta uomini, figli di Ierubbaal; ma Iotam, figlio minore di Ierubbaal, scampò perché si era nascosto. Poi tutti i Sichemiti e tutta la casa di Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimelec, presso la quercia del monumento che si trova a Sichem.

Avvertimento di Iotam

(P)Iotam, essendo stato informato della cosa, salì sulla vetta del monte Gherizim e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, Sichemiti, e vi ascolti Dio!

Un giorno, gli alberi si misero in cammino per ungere un re che regnasse su di loro; e dissero all’ulivo: “Regna tu su di noi”. Ma l’ulivo rispose loro: “E io dovrei rinunciare al mio olio che Dio e gli uomini onorano in me per andare ad agitarmi al di sopra degli alberi?” 10 Allora gli alberi dissero al fico: “Vieni tu a regnare su di noi”. 11 Ma il fico rispose loro: “E io dovrei rinunciare alla mia dolcezza e al mio frutto squisito per andare ad agitarmi al di sopra degli alberi?” 12 Poi gli alberi dissero alla vite: “Vieni tu a regnare su di noi”. 13 Ma la vite rispose loro: “E io dovrei rinunciare al mio vino, che rallegra Dio e gli uomini, per andare ad agitarmi al di sopra degli alberi?” 14 Allora tutti gli alberi dissero al pruno: “Vieni tu a regnare su di noi”. 15 Il pruno rispose agli alberi: “Se è proprio in buona fede che volete ungermi re per regnare su di voi, venite a rifugiarvi sotto la mia ombra; se no, esca un fuoco dal pruno e divori i cedri del Libano!”

16 Ora, avete agito con fedeltà e con integrità proclamando re Abimelec? Avete agito bene verso Ierubbaal e la sua casa? Avete ricompensato mio padre di quello che ha fatto per voi? 17 Infatti egli ha combattuto per voi, ha messo a repentaglio la sua vita e vi ha liberati dalle mani di Madian, 18 mentre voi, oggi, siete insorti contro la casa di mio padre, avete ucciso i suoi figli, settanta uomini, sopra una stessa pietra, e avete proclamato re dei Sichemiti Abimelec, figlio della sua serva, perché è vostro fratello. 19 Se oggi avete agito con fedeltà e con integrità verso Ierubbaal e la sua casa, godetevi Abimelec e Abimelec si goda voi! 20 Se no, esca da Abimelec un fuoco, che divori i Sichemiti e la casa di Millo; ed esca dai Sichemiti e dalla casa di Millo un fuoco che divori Abimelec!»

21 Poi Iotam corse via, fuggì a Beer, e rimase lì per paura di Abimelec, suo fratello.

Castigo di Sichem; morte violenta di Abimelec

22 (Q)Abimelec signoreggiò sopra Israele per tre anni. 23 Poi Dio mandò un cattivo spirito fra Abimelec e i Sichemiti; e i Sichemiti non furono più fedeli ad Abimelec, 24 affinché la violenza fatta ai settanta figli di Ierubbaal ricevesse il suo castigo e il loro sangue ricadesse sopra Abimelec, loro fratello, che li aveva uccisi, e sopra i Sichemiti che lo avevano aiutato a uccidere i suoi fratelli. 25 I Sichemiti posero in agguato contro di lui, sulla cima dei monti, della gente che derubava chiunque passasse per la strada, vicino a loro. Abimelec venne a saperlo.

26 Poi Gaal, figlio di Ebed, e i suoi fratelli vennero a Sichem e i Sichemiti riposero in lui la loro fiducia. 27 Usciti nei campi vendemmiarono le loro vigne, pigiarono l’uva e fecero festa. Poi entrarono nella casa del loro dio, mangiarono, bevvero e maledissero Abimelec. 28 Gaal, figlio di Ebed, disse: «Chi è Abimelec e chi è Sichem, che dobbiamo servirlo? Non è forse il figlio di Ierubbaal? Zebul non è forse il suo commissario? Servite gli uomini di Camor, padre di Sichem! Ma noi perché serviremmo costui? 29 Ah, se questo popolo fosse ai miei ordini, io scaccerei Abimelec!» Poi disse ad Abimelec: «Rinforza il tuo esercito e fatti avanti!»

30 Zebul, governatore della città, avendo udito le parole di Gaal, figlio di Ebed, si accese d’ira 31 e mandò segretamente dei messaggeri ad Abimelec per dirgli: «Ecco, Gaal, figlio di Ebed, e i suoi fratelli sono venuti a Sichem e sobillano la città contro di te. 32 Àlzati dunque di notte, con la gente che è con te, e fa’ un’imboscata nella campagna; 33 domani mattina, allo spuntar del sole, ti sveglierai e piomberai sulla città. Quando Gaal e i suoi uomini usciranno contro di te, tu gli farai quel che sarà necessario».

34 Abimelec e tutta la gente che era con lui si alzarono di notte e si appostarono nei dintorni di Sichem, divisi in quattro schiere. 35 Intanto Gaal, figlio di Ebed, uscì e si fermò all’ingresso della porta della città; e Abimelec uscì dall’imboscata con la gente che era con lui. 36 Gaal, veduta quella gente, disse a Zebul: «C’è della gente che scende dall’alto dei monti». Zebul gli rispose: «Tu vedi l’ombra dei monti e la prendi per uomini». 37 Gaal riprese a dire: «Guarda, c’è gente che scende dalle alture del paese e una schiera che giunge per la via della quercia degli indovini». 38 Allora Zebul gli disse: «Dov’è ora la tua millanteria[f] di quando dicevi: “Chi è Abimelec, che dobbiamo servirlo?” Non è questo il popolo che disprezzavi? Ora, fatti avanti e combatti contro di lui!» 39 Allora Gaal uscì alla testa dei Sichemiti e diede battaglia ad Abimelec. 40 Ma Abimelec lo inseguì ed egli fuggì davanti a lui, e molti uomini caddero morti fino all’ingresso della porta. 41 Abimelec si fermò ad Aruma, e Zebul scacciò Gaal e i suoi fratelli, che non poterono più rimanere a Sichem.

42 Il giorno seguente il popolo di Sichem andò nei campi; Abimelec ne fu informato. 43 Egli prese allora la sua gente, la divise in tre schiere e fece un’imboscata nei campi; e quando vide che il popolo usciva dalla città, mosse contro di loro e ne fece strage. 44 Poi Abimelec e la gente che era con lui corsero avanti e vennero a porsi all’ingresso della porta della città, mentre le altre due schiere si gettarono su tutti quelli che erano nei campi e ne fecero strage. 45 Abimelec attaccò la città per tutta la giornata, la prese e uccise la gente che vi si trovava; poi spianò la città e vi sparse sopra del sale.

46 Tutti gli abitanti della torre di Sichem, udito ciò, si ritirarono nel torrione del tempio di El-Berit. 47 Fu riferito ad Abimelec che tutti gli abitanti della torre di Sichem si erano radunati lì. 48 Allora Abimelec salì sul monte Salmon con tutta la gente che era con lui; prese una scure, tagliò un ramo d’albero, lo sollevò e se lo mise sulla spalla; poi disse a quelli che erano con lui: «Quello che mi avete visto fare fatelo presto anche voi!» 49 Tutti tagliarono dei rami, ognuno il suo, e seguirono Abimelec; posero i rami contro al torrione e lo incendiarono con quelli che vi erano dentro. Così perì tutta la gente della torre di Sichem, circa mille persone, fra uomini e donne.

50 Poi Abimelec andò a Tebes, la cinse d’assedio e se ne impadronì. 51 In mezzo alla città vi era una forte torre, dove si rifugiarono tutti gli abitanti della città, uomini e donne; vi si rinchiusero dentro e salirono sul tetto della torre. 52 Abimelec, giunto alla torre, l’attaccò e si accostò alla porta per appiccarvi il fuoco. 53 Ma una donna gettò giù un pezzo di macina sulla testa di Abimelec e gli spezzò il cranio. 54 Egli chiamò subito il giovane che gli portava le armi e gli disse: «Estrai la spada e uccidimi, affinché non si dica: “Lo ha ammazzato una donna!”». Il suo servo allora lo trafisse ed egli morì. 55 Quando gli Israeliti videro che Abimelec era morto, se ne andarono ognuno a casa sua.

56 Così Dio fece ricadere sopra Abimelec il male che egli aveva fatto contro suo padre uccidendo i suoi settanta fratelli. 57 Dio fece anche ricadere sul capo degli uomini di Sichem tutto il male che avevano fatto; e su di loro si compì la maledizione di Iotam, figlio di Ierubbaal.

Tola e Iair, giudici d’Israele

10 (R)Dopo Abimelec, per liberare Israele, vi fu Tola, figlio di Pua, figlio di Dodo, uomo d’Issacar. Abitava a Samir, nella regione montuosa di Efraim. Fu giudice d’Israele per ventitré anni; poi morì e fu sepolto a Samir.

Dopo di lui vi fu Iair, il Galaadita, che fu giudice d’Israele per ventidue anni. Ebbe trenta figli che cavalcavano trenta asinelli e avevano trenta città, che si chiamano anche oggi i Borghi di Iair e sono nel paese di Galaad. Poi Iair morì e fu sepolto a Camon.

I Filistei e gli Ammoniti opprimono Israele

(S)I figli d’Israele continuarono a fare ciò che è male agli occhi del Signore e servirono gli idoli di Baal e di Astarte, gli dèi della Siria, gli dèi di Sidone, gli dèi di Moab, gli dèi degli Ammoniti e gli dèi dei Filistei; abbandonarono il Signore e non lo servirono più. L’ira del Signore si accese contro i figli d’Israele ed egli li diede nelle mani dei Filistei e nelle mani dei figli di Ammon. In quell’anno questi angariarono e oppressero i figli d’Israele; per diciotto anni oppressero tutti i figli d’Israele che erano di là dal Giordano nel paese degli Amorei, in Galaad. I figli di Ammon attraversarono il Giordano per combattere anche contro Giuda, contro Beniamino e contro la casa di Efraim; e Israele fu in grande angoscia.

10 Allora i figli d’Israele gridarono al Signore e dissero: «Abbiamo peccato contro di te, perché abbiamo abbandonato il nostro Dio e abbiamo servito i vari Baal». 11 Il Signore disse ai figli d’Israele: «Non vi ho liberati dagli Egiziani, dagli Amorei, dai figli di Ammon e dai Filistei? 12 Quando i Sidoni, gli Amalechiti e i Maoniti vi opprimevano e voi gridaste a me, non vi liberai dalle loro mani? 13 Eppure, mi avete abbandonato e avete servito altri dèi; perciò io non vi libererò più. 14 Andate a gridare agli dèi che avete scelto; vi salvino essi nel tempo della vostra angoscia!» 15 I figli d’Israele dissero al Signore: «Abbiamo peccato; facci tutto quello che a te piace; soltanto, te ne preghiamo, liberaci oggi!» 16 Allora tolsero di mezzo a loro gli dèi stranieri e servirono il Signore, che si addolorò per l’afflizione d’Israele.

17 I figli di Ammon si adunarono e si accamparono in Galaad e pure i figli d’Israele si adunarono e si accamparono a Mispa. 18 Il popolo, i prìncipi di Galaad, si dissero l’un l’altro: «Chi sarà l’uomo che comincerà l’attacco contro i figli di Ammon? Egli sarà il capo di tutti gli abitanti di Galaad».

Iefte, giudice d’Israele

11 (T)Iefte, il Galaadita, era un uomo forte e valoroso, figlio di una prostituta, e aveva Galaad per padre. La moglie di Galaad gli aveva dato dei figli, e quando essi furono grandi, scacciarono Iefte e gli dissero: «Tu non avrai eredità in casa di nostro padre, perché sei figlio di un’altra donna». Iefte se ne fuggì lontano dai suoi fratelli e si stabilì nel paese di Tob. Degli avventurieri si raccolsero intorno a Iefte e facevano delle incursioni con lui.

Qualche tempo dopo avvenne che i figli di Ammon mossero guerra a Israele. Mentre i figli di Ammon erano in guerra contro Israele, gli anziani di Galaad andarono a cercare Iefte nel paese di Tob. Dissero a Iefte: «Vieni, sii nostro capitano e combatteremo contro i figli di Ammon». Ma Iefte rispose agli anziani di Galaad: «Non mi avete odiato e scacciato dalla casa di mio padre? Perché venite da me ora che siete nell’angoscia?» Gli anziani di Galaad dissero a Iefte: «Appunto per questo ora torniamo da te, perché tu venga con noi a combattere contro i figli di Ammon e tu sia capo di noi tutti che abitiamo in Galaad». Iefte rispose agli anziani di Galaad: «Se mi fate ritornare da voi per combattere contro i figli di Ammon e il Signore li dà in mio potere, io sarò vostro capo». 10 Gli anziani di Galaad dissero a Iefte: «Il Signore sia testimone e giudice se non facciamo quello che hai detto». 11 Iefte dunque andò con gli anziani di Galaad; il popolo lo nominò suo capo e condottiero e Iefte ripeté davanti al Signore, a Mispa, tutte le parole che aveva dette prima.

12 (U)Poi Iefte inviò dei messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: «Perché vieni contro di me per fare guerra al mio paese?» 13 Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: «Mi sono mosso perché, quando Israele salì dall’Egitto, s’impadronì del mio paese, dall’Arnon fino allo Iabboc e al Giordano. Rendimelo amichevolmente».

14 Iefte inviò di nuovo dei messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: 15 «Così dice Iefte: “Israele non si impadronì del paese di Moab, né del paese degli Ammoniti; 16 ma, quando Israele salì dall’Egitto e attraversò il deserto fino al mar Rosso e giunse a Cades, 17 inviò dei messaggeri al re di Edom per dirgli: ‘Ti prego, lasciami passare per il tuo paese’; ma il re di Edom non acconsentì. Ne mandò anche al re di Moab, il quale pure rifiutò; e Israele rimase a Cades. 18 Poi camminò per il deserto, fece il giro del paese di Edom e del paese di Moab, giunse a oriente del paese di Moab e si accampò di là dall’Arnon, senza entrare nel territorio di Moab; perché l’Arnon segna il confine di Moab. 19 Israele inviò dei messaggeri a Sicon, re degli Amorei, re di Chesbon e gli mandò a dire: ‘Ti preghiamo, lasciaci passare attraverso il tuo paese, per arrivare al nostro’. 20 Ma Sicon non si fidò d’Israele e non gli permise di passare per il suo territorio; anzi Sicon radunò tutta la sua gente, si accampò a Iaas e combatté contro Israele. 21 Il Signore, il Dio d’Israele, diede Sicon e tutta la sua gente nelle mani d’Israele, che li sconfisse; così Israele conquistò tutto il paese degli Amorei, che abitavano quella regione; 22 conquistò tutto il territorio degli Amorei, dall’Arnon allo Iabboc e dal deserto al Giordano. 23 Ora che il Signore, il Dio d’Israele, ha scacciato gli Amorei davanti a Israele, che è il suo popolo, dovresti tu possedere il loro paese? 24 Non possiedi tu quello che Chemos, il tuo dio, ti ha fatto possedere? Così anche noi possederemo il paese di quelli che il Signore ha scacciato davanti a noi. 25 Sei tu forse migliore di Balac, figlio di Sippor, re di Moab? Litigò egli con Israele? Gli fece guerra? 26 Sono trecento anni che Israele abita a Chesbon e nelle città del suo territorio, ad Aroer e nelle città del suo territorio e in tutte le città lungo l’Arnon; perché non gliele avete tolte durante questo tempo? 27 Io non ti ho offeso. Tu agisci male verso di me, muovendomi guerra. Il Signore, il giudice, giudichi oggi tra i figli d’Israele e i figli di Ammon!”».

28 Ma il re degli Ammoniti non diede ascolto alle parole che Iefte gli aveva mandato a dire.

Disfatta degli Ammoniti; la figlia di Iefte

29 (V)Allora lo Spirito del Signore venne su Iefte, che attraversò Galaad e Manasse, passò a Mispa di Galaad e da Mispa di Galaad mosse contro i figli di Ammon. 30 Iefte fece un voto al Signore e disse: «Se tu mi dai nelle mani i figli di Ammon, 31 chiunque uscirà dalla porta di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vincitore sugli Ammoniti, sarà del Signore e io l’offrirò in olocausto».

32 Iefte marciò contro i figli di Ammon per fare loro guerra e il Signore glieli diede nelle mani. 33 Egli li sconfisse da Aroer fino a Minnit, devastando venti città, e fino ad Abel-Cheramin. Fu una grandissima sconfitta per i figli di Ammon, che furono umiliati davanti ai figli d’Israele.

34 Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro sua figlia, con timpani e danze. Era l’unica sua figlia; non aveva altri figli né altre figlie. 35 Come la vide, si stracciò le vesti e disse: «Ah, figlia mia! Tu mi riempi d’angoscia! Tu sei fra quelli che mi fanno soffrire! Io ho fatto una promessa al Signore e non posso revocarla». 36 Lei gli disse: «Padre mio, se hai dato la tua parola al Signore, trattami secondo la tua promessa, poiché il Signore ti ha permesso di vendicarti dei figli di Ammon, tuoi nemici». 37 Poi disse a suo padre: «Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, affinché vada su e giù per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne». 38 Egli le rispose: «Va’!» e la lasciò andare per due mesi. Lei se ne andò con le sue compagne e pianse sui monti la sua verginità. 39 Alla fine dei due mesi tornò da suo padre; ed egli fece di lei quello che aveva promesso. Lei non aveva conosciuto uomo. Di qui venne in Israele l’usanza 40 che le figlie d’Israele vadano tutti gli anni a celebrare[g] la figlia di Iefte, il Galaadita, per quattro giorni.

Castigo di Efraim

12 (W)Gli uomini di Efraim si radunarono, passarono a Safon e dissero a Iefte: «Perché sei andato a combattere contro i figli di Ammon e non ci hai chiamati ad andare con te? Noi bruceremo la tua casa e te con essa». Iefte rispose loro: «Io e il mio popolo abbiamo avuto grande ostilità con i figli di Ammon; e quando vi ho chiamati in aiuto, non mi avete liberato dalle loro mani. Vedendo che voi non venivate in mio soccorso, ho posto a repentaglio la mia vita, ho marciato contro i figli di Ammon e il Signore li ha messi nelle mie mani. Perché dunque oggi siete saliti contro di me per muovermi guerra?»

Poi Iefte, radunati tutti gli uomini di Galaad, diede battaglia a Efraim; e gli uomini di Galaad sconfissero gli Efraimiti, perché questi li insultavano dicendo: «Voi, Galaaditi, siete dei fuggiaschi di Efraim, in mezzo a Efraim e in mezzo a Manasse!» I Galaaditi intercettarono i guadi del Giordano agli Efraimiti; e quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: «Lasciatemi passare», gli uomini di Galaad gli chiedevano: «Sei un Efraimita?» Se quello rispondeva: «No», i Galaaditi gli dicevano: «Ebbene, di’ Scibbolet[h]»; e quello diceva: «Sibbolet», senza fare attenzione a pronunciare bene; allora lo afferravano e lo scannavano presso i guadi del Giordano. Perirono in quel tempo quarantaduemila Efraimiti.

Iefte fu giudice d’Israele per sei anni. Poi Iefte, il Galaadita, morì e fu sepolto in una delle città di Galaad.

Ibsan, Elon e Abdon, giudici d’Israele

(X)Dopo di lui fu giudice d’Israele Ibsan di Betlemme, che ebbe trenta figli, fece sposare le sue trenta figlie con gente di fuori, e fece venire da fuori trenta fanciulle per i suoi figli. Fu giudice d’Israele per sette anni. 10 Poi Ibsan morì e fu sepolto a Betlemme.

11 Dopo di lui fu giudice d’Israele Elon, lo Zabulonita; fu giudice d’Israele per dieci anni. 12 Poi Elon, lo Zabulonita, morì e fu sepolto ad Aialon, nel paese di Zabulon. 13 Dopo di lui fu giudice d’Israele Abdon, figlio di Illel, il Piratonita. 14 Ebbe quaranta figli e trenta nipoti, i quali cavalcavano settanta asinelli. Fu giudice d’Israele per otto anni. 15 Poi Abdon, figlio di Illel, il Piratonita, morì e fu sepolto a Piraton, nel paese di Efraim, sul monte Amalec.

Nascita di Sansone

13 (Y)I figli d’Israele continuarono a fare ciò che era male agli occhi del Signore e il Signore li diede nelle mani dei Filistei per quarant’anni.

C’era un uomo di Sorea, della famiglia dei Daniti, di nome Manoà; sua moglie era sterile e non aveva figli. L’angelo del Signore apparve alla donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai figli; ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dunque dal bere vino o bevanda alcolica e non mangiare nulla di impuro. Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla testa del quale non passerà rasoio, perché il bambino sarà un nazireo[i], consacrato a Dio dal seno di sua madre, e sarà lui che comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei».

La donna andò a dire a suo marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio, un aspetto davvero tremendo. Io non gli ho domandato da dove veniva, ed egli non mi ha detto il suo nome; ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere né vino né bevanda alcolica e non mangiare niente di impuro, perché il bambino sarà un nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre e fino al giorno della sua morte”».

(Z)Allora Manoà supplicò il Signore e disse: «Signore, ti prego che l’uomo di Dio che ci avevi mandato torni di nuovo a noi e ci insegni quello che dobbiamo fare per il bambino che nascerà». Dio esaudì la preghiera di Manoà, e l’angelo di Dio tornò ancora dalla donna, che era seduta nel campo; ma Manoà, suo marito, non era con lei. 10 La donna corse in fretta a informare suo marito e gli disse: «Ecco, quell’uomo che venne da me l’altro giorno mi è apparso». 11 Manoà si alzò, andò dietro a sua moglie e, raggiunto quell’uomo, gli disse: «Sei tu che parlasti a questa donna?» E quegli rispose: «Sono io». 12 E Manoà: «Quando la tua parola si sarà avverata, quale norma si dovrà seguire per il bambino? Che cosa si dovrà fare per lui?» 13 L’angelo del Signore rispose a Manoà: «Si astenga la donna da tutto quello che le ho detto. 14 Non mangi nessun prodotto della vigna, né beva vino o bevanda alcolica, e non mangi niente d’impuro; osservi tutto quello che le ho comandato». 15 Manoà disse all’angelo del Signore: «Ti prego, permettici di trattenerti e di prepararti un capretto!» 16 L’angelo del Signore rispose a Manoà: «Anche se tu mi trattenessi non mangerei del tuo cibo; ma, se vuoi fare un olocausto, offrilo al Signore». Manoà non sapeva che quello fosse l’angelo del Signore. 17 Poi Manoà disse all’angelo del Signore: «Qual è il tuo nome, affinché, quando si saranno adempiute le tue parole, noi ti rendiamo onore?» 18 L’angelo del Signore gli rispose: «Perché mi chiedi il mio nome? Esso è meraviglioso». 19 Manoà prese il capretto e l’oblazione e li offrì al Signore su una roccia. Allora avvenne una cosa prodigiosa: Manoà e sua moglie stavano guardando 20 e, mentre la fiamma saliva dall’altare al cielo, l’angelo del Signore salì con la fiamma dell’altare. Manoà e sua moglie, vedendo questo, caddero con la faccia a terra. 21 L’angelo del Signore non apparve più né a Manoà né a sua moglie. Allora Manoà riconobbe che quello era l’angelo del Signore 22 e disse a sua moglie: «Noi moriremo sicuramente, perché abbiamo visto Dio». 23 Ma sua moglie gli disse: «Se il Signore avesse voluto farci morire, non avrebbe accettato dalle nostre mani l’olocausto e l’oblazione; non ci avrebbe fatto vedere tutte queste cose e non ci avrebbe fatto udire proprio ora delle cose come queste».

24 (AA)Poi la donna partorì un figlio, a cui pose nome Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. 25 Lo Spirito del Signore cominciò a sospingerlo quando era a Maane-Dan, fra Sorea ed Estaol.

Matrimonio e prime imprese di Sansone

14 (AB)Sansone scese a Timna e vide là una donna tra le figlie dei Filistei. Tornato a casa, ne parlò a suo padre e a sua madre, e disse: «Ho visto a Timna una donna tra le figlie dei Filistei; prendetemela dunque per moglie». Suo padre e sua madre gli dissero: «Non c’è tra le figlie dei tuoi fratelli in tutto il nostro popolo una donna per te? Devi andare a prenderti una moglie tra i Filistei incirconcisi?» Sansone rispose a suo padre: «Prendimi quella perché mi piace». Suo padre e sua madre non sapevano che questo veniva dal Signore; Sansone infatti cercava un’occasione di contesa da parte dei Filistei. In quel tempo, i Filistei dominavano Israele.

Poi Sansone scese con suo padre e sua madre a Timna; e quando giunsero alle vigne di Timna, ecco un leoncello venirgli incontro ruggendo. Lo Spirito del Signore investì Sansone, che, senza aver niente in mano, squartò la belva come uno squarta un capretto; ma non disse nulla a suo padre né a sua madre di ciò che aveva fatto. E scese, parlò alla donna, e questa gli piacque.

Di lì a qualche tempo tornò per prenderla e uscì di strada per vedere la carcassa del leone; ed ecco nella carcassa del leone c’era uno sciame d’api e del miele. Egli prese in mano il miele e si mise a mangiarlo per via; e quando ebbe raggiunto suo padre e sua madre, ne diede loro ed essi ne mangiarono; ma non disse loro che aveva preso il miele dalla carcassa del leone.

10 (AC)Suo padre scese a trovare quella donna e là Sansone fece un convito, perché tale era il costume dei giovani. 11 Appena i parenti della sposa videro Sansone, invitarono trenta compagni perché stessero con lui. 12 Sansone disse loro: «Io vi proporrò un enigma; se voi me lo spiegate entro i sette giorni del convito e se l’indovinate, vi darò trenta tuniche e trenta vesti; 13 ma, se non me lo potete spiegare, darete trenta tuniche e trenta vesti a me». 14 Quelli gli risposero: «Proponi il tuo enigma e noi l’ascolteremo». Egli disse loro: «Dal mangiatore è uscito del cibo, e dal forte è uscito il dolce». Per tre giorni quelli non poterono spiegare l’enigma. 15 Il settimo giorno dissero alla moglie di Sansone: «Tenta tuo marito affinché ci spieghi l’enigma; se no, daremo fuoco a te e alla casa di tuo padre. E che? ci avete invitati per spogliarci?» 16 La moglie di Sansone si mise a piangere presso di lui e a dirgli: «Tu non hai per me che dell’odio e non mi ami; hai proposto un enigma ai figli del mio popolo e non me l’hai spiegato!» Egli a lei: «Ecco, non l’ho spiegato né a mio padre né a mia madre e lo spiegherei a te?» 17 Lei pianse presso di lui, per i sette giorni che durava il convito; il settimo giorno Sansone glielo spiegò, perché lo tormentava; e lei spiegò l’enigma ai figli del suo popolo. 18 Gli uomini della città, il settimo giorno, prima che tramontasse il sole, dissero a Sansone: «Cos’è più dolce del miele? e chi è più forte del leone?» Egli rispose loro: «Se non aveste arato con la mia giovenca, non avreste indovinato il mio enigma».

19 Lo Spirito del Signore lo investì ed egli scese ad Ascalon, vi uccise trenta uomini, prese le loro spoglie e diede le vesti a quelli che avevano spiegato l’enigma. Poi, acceso d’ira, risalì a casa di suo padre. 20 Ma la moglie di Sansone fu data al compagno, che egli si era scelto per amico.

Imprese di Sansone contro i Filistei

15 (AD)Al tempo della mietitura del grano, Sansone andò a visitare sua moglie, le portò un capretto e disse: «Voglio entrare in camera da mia moglie». Ma il padre di lei non gli permise di entrare e gli disse: «Io credevo sicuramente che tu l’avessi presa in odio, perciò l’ho data al tuo compagno; sua sorella minore non è più bella di lei? Prendila dunque al suo posto». Sansone rispose loro: «Questa volta non avrò colpa, se farò del male ai Filistei».

Sansone se ne andò e catturò trecento sciacalli; prese pure delle fiaccole, mise gli sciacalli coda contro coda e una fiaccola in mezzo, fra le due code. Poi accese le fiaccole, fece correre gli sciacalli per i campi di grano dei Filistei e bruciò i covoni ammassati, il grano ancora in piedi e perfino gli uliveti.

I Filistei chiesero: «Chi ha fatto questo?» Fu risposto: «Sansone, il genero del Timneo, perché questi gli ha preso la moglie e l’ha data al compagno di lui». I Filistei salirono e bruciarono lei e suo padre. Sansone disse loro: «Poiché agite in questo modo, siate certi che non mi fermerò finché non mi sarò vendicato di voi». E li sbaragliò interamente, facendone una grande strage[j]. Poi discese e si ritirò nella caverna della roccia di Etam.

(AE)Allora i Filistei salirono, si accamparono in Giuda e si spinsero fino a Lechi. 10 Gli uomini di Giuda dissero loro: «Perché siete saliti contro di noi?» Quelli risposero: «Siamo saliti per legare Sansone, per fare a lui quello che ha fatto a noi». 11 Tremila uomini di Giuda scesero alla caverna della roccia di Etam e dissero a Sansone: «Non sai che i Filistei sono nostri dominatori? Che è dunque questo che ci hai fatto?» Egli rispose loro: «Quello che hanno fatto a me, l’ho fatto a loro». 12 Essi gli dissero: «Noi siamo venuti per legarti e darti in mano ai Filistei». Sansone replicò loro: «Giuratemi che voi stessi non mi ucciderete».

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

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