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Bible in 90 Days

An intensive Bible reading plan that walks through the entire Bible in 90 days.
Duration: 88 days
Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
Giobbe 25-41

Per Bildad nessuno è giusto davanti a Dio

25 (A)Allora Bildad di Suac rispose e disse:

«A Dio appartiene il dominio e il terrore: egli fa regnare la pace nei suoi luoghi altissimi.

Le sue legioni si possono forse contare? Su chi non si leva la sua luce?

Come può dunque l’uomo essere giusto davanti a Dio? Come può essere puro il nato di donna?

Ecco, la luna stessa manca di chiarore e le stelle non sono pure agli occhi di lui;

quanto meno l’uomo, che è un verme, il figlio d’uomo che è un vermiciattolo!»

Giobbe loda la potenza di Dio

26 (B)Allora Giobbe rispose e disse:

«Come hai ben aiutato il debole! Come hai sorretto il braccio senza forza!

Come hai ben consigliato chi è privo di saggezza! E che abbondanza di sapere tu gli hai comunicato!

Ma a chi credi di aver parlato? E di chi è lo spirito che parla per mezzo tuo?

Davanti a Dio tremano le ombre disotto alle acque e ai loro abitanti.

Davanti a lui il soggiorno dei morti è nudo, l’abisso è senza velo.

Egli distende il settentrione sul vuoto, sospende la terra sul nulla.

Rinchiude le acque nelle sue nubi, e le nubi non scoppiano per il peso.

Nasconde l’aspetto del suo trono, vi distende sopra le sue nuvole.

10 Ha tracciato un cerchio sulla superficie delle acque là dove la luce confina con le tenebre.

11 Le colonne del cielo sono scosse, tremano alla sua minaccia.

12 Con la sua forza egli solleva il mare, con la sua intelligenza ne abbatte l’orgoglio[a].

13 Al suo soffio il cielo torna sereno[b], la sua mano trafigge il serpente agile.

14 Ecco, questi non sono che gli estremi lembi della sua azione. Non ce ne giunge all’orecchio che un breve sussurro. Ma il tuono delle sue potenti opere chi può comprenderlo?»

Ultima risposta di Giobbe: egli sostiene la sua innocenza

27 (C)Giobbe riprese il suo discorso e disse:

«Come vive Dio che mi nega giustizia, come vive l’Onnipotente che mi amareggia la vita,

finché avrò fiato e il soffio di Dio sarà nelle mie narici,

le mie labbra, no, non diranno nulla d’ingiusto, la mia lingua non proferirà falsità.

Lungi da me l’idea di darvi ragione! Fino all’ultimo respiro non mi lascerò togliere la mia integrità.

Ho preso a difendere la mia giustizia e non cederò; il cuore non mi rimprovera uno solo dei miei giorni.

Sia trattato da malvagio il mio nemico, da perverso chi si erge contro di me!

Quale speranza rimane mai all’empio quando Dio gli toglie, gli rapisce la vita?

Dio presterà orecchio al grido di lui, quando gli piomberà addosso l’angoscia?

10 Potrà egli trovare piacere nell’Onnipotente? Invocare Dio in ogni tempo?

11 (D)«Io vi mostrerò il modo di agire di Dio, non vi nasconderò i disegni dell’Onnipotente.

12 Ma queste cose voi tutti le avete osservate, perché dunque vi perdete in vani discorsi?

13 Ecco la parte che Dio riserva all’empio, l’eredità che l’uomo violento riceve dall’Onnipotente.

14 Se ha figli in gran numero sono per la spada; la sua discendenza non avrà pane per sfamarsi.

15 I superstiti sono sepolti dalla morte e le vedove loro non li piangono.

16 Se accumula l’argento come polvere, se ammucchia vestiti come fango,

17 li ammucchia, sì, ma se ne vestirà il giusto; e l’argento l’avrà come sua parte l’innocente.

18 La casa che si costruisce è come quella del tarlo, come il capanno che fa il guardiano della vigna.

19 Va a letto ricco, ma per l’ultima volta; apre gli occhi e non è più.

20 Terrori lo sorprendono come acque; nel cuore della notte lo rapisce un uragano.

21 Il vento d’oriente lo porta via ed egli se ne va; lo spazza in un turbine dal luogo suo.

22 Dio gli scaglia addosso le sue frecce, senza pietà, per quanto egli tenti di scampare ai suoi colpi.

23 La gente batte le mani quando cade, fischia dietro a lui quando lascia il luogo dove stava.

Il mistero della saggezza divina

28 (E)«Ha una miniera l’argento, e l’oro un luogo dove lo si affina.

Il ferro si cava dal suolo, e la pietra fusa dà il rame.

L’uomo ha posto fine alle tenebre, egli esplora i più profondi recessi per trovare le pietre che sono nel buio, nell’ombra di morte.

Scava un pozzo lontano dall’abitato; il piede più non serve a quelli che vi lavorano; sono sospesi, oscillano lontano dai mortali[c].

Dalla terra esce il pane, ma, nelle sue viscere, è sconvolta come dal fuoco.

Le sue rocce sono la sede dello zaffiro e vi si trova la polvere d’oro.

L’uccello rapace non conosce il sentiero che vi conduce, né l’ha mai scorto l’occhio del falco.

Le fiere superbe non vi hanno messo piede, il leone non c’è mai passato.

L’uomo stende la mano sul granito, rovescia dalle radici le montagne.

10 Pratica trafori dentro le rocce e l’occhio suo scorge quanto c’è di prezioso.

11 Frena le acque perché non gemano e le cose nascoste trae fuori alla luce.

12 Ma la saggezza, dove trovarla? Dov’è il luogo dell’intelligenza?

13 L’uomo non ne sa la via[d], non la si trova sulla terra dei viventi.

14 L’abisso dice: “Non è in me”; il mare dice: “Non sta da me”.

15 Non la si ottiene in cambio d’oro, né la si compra a peso d’argento.

16 Non la si acquista con l’oro di Ofir, con l’ònice prezioso e con lo zaffiro.

17 L’oro e il vetro non reggono al suo confronto, non la si dà in cambio di vasi d’oro fino.

18 Non si parli di corallo, di cristallo; la saggezza vale più delle perle.

19 Il topazio d’Etiopia non può starle a confronto, l’oro puro non ne controbilancia il valore.

20 Da dove viene dunque la saggezza? Dov’è il luogo dell’intelligenza?

21 Essa è nascosta agli occhi di ogni vivente, è celata agli uccelli del cielo.

22 L’abisso e la morte dicono: “Ne abbiamo avuto qualche sentore”.

23 Dio solo conosce la via che vi conduce, egli solo sa il luogo dove risiede,

24 perché il suo sguardo giunge fino alle estremità della terra, perch’egli vede tutto quello che è sotto i cieli.

25 Quando regolò il peso del vento e fissò la misura delle acque,

26 quando diede una legge alla pioggia e tracciò la strada al lampo dei tuoni,

27 allora la vide e la rivelò, la stabilì e anche l’investigò.

28 E disse all’uomo: “Ecco, temere il Signore, questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza!”».

Ultima replica di Giobbe: prosperità e felicità del passato

29 (F)Giobbe riprese il suo discorso e disse:

«Oh, potessi tornare come ai mesi di una volta, come ai giorni in cui Dio mi proteggeva,

quando la sua lampada mi risplendeva sul capo e alla sua luce io camminavo nelle tenebre!

Oh, fossi com’ero ai giorni della mia maturità, quando Dio vegliava amico sulla mia tenda,

quando l’Onnipotente stava ancora con me e avevo i miei figli intorno a me;

quando mi lavavo i piedi nel latte e dalla roccia mi fluivano ruscelli d’olio!

Se uscivo per andare alla porta della città e mi facevo preparare il seggio sulla piazza,

i giovani, al vedermi, si ritiravano, i vecchi si alzavano e rimanevano in piedi;

i notabili cessavano di parlare e si mettevano la mano sulla bocca;

10 la voce dei capi diventava muta, la lingua si attaccava al loro palato.

11 L’orecchio che mi udiva mi diceva beato; l’occhio che mi vedeva mi rendeva testimonianza,

12 perché salvavo il misero che gridava aiuto e l’orfano che non aveva chi lo soccorresse.

13 Scendeva su di me la benedizione di chi stava per perire, facevo esultare il cuore della vedova.

14 La giustizia era il mio vestito e io il suo; la rettitudine era come il mio mantello e il mio turbante.

15 Ero l’occhio del cieco, il piede dello zoppo;

16 ero il padre dei poveri, studiavo a fondo la causa dello sconosciuto.

17 Spezzavo la ganascia al malfattore, gli facevo lasciare la preda che aveva fra i denti.

18 Dicevo: “Morirò nel mio nido, moltiplicherò i miei giorni come la sabbia;

19 le mie radici si stenderanno verso le acque, la rugiada passerà la notte sui miei rami;

20 la mia gloria sempre si rinnoverà, l’arco rinverdirà nella mia mano”.

21 I presenti mi ascoltavano fiduciosi, tacevano per udire il mio parere.

22 Quando avevo parlato, non replicavano; la mia parola scendeva su di loro come una rugiada.

23 Mi aspettavano come si aspetta la pioggia; aprivano larga la bocca come a un acquazzone di primavera.

24 Io sorridevo loro quando erano sfiduciati; non potevano oscurare la luce del mio volto.

25 Quando andavo da loro, mi sedevo come capo; ero come un re tra le sue schiere, come un consolatore in mezzo agli afflitti.

Miseria e umiliazione di Giobbe

30 (G)«Ora servo da zimbello ai più giovani di me, i cui padri non avrei reputato degni di stare fra i cani del mio gregge!

A che mi sarebbe servita la forza delle loro mani? Gente incapace a raggiungere l’età matura,

smunta dalla miseria e dalla fame, ridotta a brucare nel deserto la terra da tempo nuda e desolata,

strappando erba salsa presso i cespugli e avendo per pane radici di ginestra.

Sono scacciati di mezzo agli uomini, la gente grida loro dietro come dietro al ladro,

abitano in burroni orrendi, nelle caverne della terra e fra le rocce;

ragliano fra i cespugli, si sdraiano alla rinfusa sotto i rovi;

gente da nulla, razza senza nome, cacciata via dal paese a bastonate.

Ora io sono il tema delle loro canzoni, il soggetto dei loro discorsi.

10 Mi detestano, mi fuggono, non si trattengono dallo sputarmi in faccia.

11 Non hanno più ritegno, mi umiliano, rompono ogni freno in mia presenza.

12 Questa gentaglia insorge alla mia destra, m’incalzano e si appianano le vie contro di me per distruggermi.

13 Hanno sovvertito il mio cammino, traggono vantaggio dalla mia rovina, essi che nessuno vorrebbe soccorrere!

14 Avanzano come attraverso un’ampia breccia, si precipitano davanti in mezzo alle rovine.

15 Terrori mi si rovesciano addosso; il mio onore è portato via come dal vento, è passata come una nube la mia felicità.

16 (H)«Ora mi consumo, mi hanno colto i giorni dell’afflizione.

17 La notte mi trafigge, mi stacca le ossa, e i dolori che mi rodono non hanno sosta.

18 Per la gran violenza del mio male la mia veste si sforma, mi si serra addosso come una tunica.

19 Dio m’ha gettato nel fango, e rassomiglio alla polvere e alla cenere.

20 Io grido a te, ma tu non mi rispondi; ti sto davanti, ma tu non mi consideri!

21 Ti sei mutato in nemico crudele verso di me; mi perseguiti con la potenza della tua mano.

22 Mi alzi per aria, mi fai portare via dal vento e mi annienti nella tempesta.

23 Infatti, lo so, tu mi conduci alla morte, alla casa di convegno di tutti i viventi.

24 Forse chi sta per perire non protende la mano e nell’angoscia sua non grida aiuto?

25 Non piangevo io forse per chi era nell’avversità e non ero io angustiato per il povero?

26 Speravo il bene, ma è venuto il male; aspettavo la luce, ma è venuta l’oscurità!

27 Le mie viscere bollono e non hanno riposo, sono venuti per me giorni d’afflizione.

28 Me ne vado tutto annerito, ma non dal sole; mi alzo in mezzo all’assemblea e grido aiuto;

29 sono diventato fratello degli sciacalli, compagno degli struzzi.

30 La mia pelle è nera e cade a pezzi; le mie ossa sono calcinate dall’arsura.

31 La mia cetra non dà più che accenti di lutto, e la mia zampogna, voce di pianto.

Conclusione di Giobbe: non ha nulla da rimproverarsi

31 (I)«Io avevo stretto un patto con i miei occhi; io non avrei fissato lo sguardo sopra una vergine.

Che parte mi avrebbe assegnato Dio dall’alto, quale eredità mi avrebbe data l’Onnipotente dai luoghi eccelsi?

La sventura non è forse per il perverso, e le sciagure per quelli che fanno il male?

Dio non vede forse le mie vie? Non conta tutti i miei passi?

Se ho camminato insieme alla menzogna, se il piede mio si è affrettato dietro alla frode

(Dio mi pesi con bilancia giusta e riconoscerà la mia integrità),

se i miei passi hanno deviato dalla retta via, se il mio cuore è andato dietro ai miei occhi, se qualche sozzura mi si è attaccata alle mani,

che io semini e un altro mangi, e quanto è cresciuto nei miei campi sia sradicato!

Se il mio cuore si è lasciato sedurre da una donna, se ho spiato la porta del mio prossimo,

10 che mia moglie giri la macina a un altro e che altri abusino di lei!

11 Poiché quella sarebbe una scelleratezza, un misfatto punito dai giudici,

12 un fuoco che consuma fino a perdizione e che avrebbe distrutto fin dalle radici ogni mia fortuna.

13 Se ho disconosciuto il diritto del mio servo e della mia serva, quando erano in lite con me,

14 che farei quando Dio si alzasse per giudicarmi, e che risponderei quando mi esaminasse?

15 Chi fece me nel grembo di mia madre non fece anche lui? Non ci ha formati nel grembo materno uno stesso Dio?

16 Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano, se ho fatto languire gli occhi della vedova,

17 se ho mangiato da solo il mio pezzo di pane senza che l’orfano ne mangiasse la sua parte,

18 io che fin da giovane l’ho allevato come un padre, io che fin dal grembo di mia madre sono stato guida alla vedova,

19 se ho visto uno soffrire per mancanza di vesti o il povero senza una coperta,

20 se non mi hanno benedetto i suoi fianchi ed egli non si è riscaldato con la lana dei miei agnelli,

21 se ho alzato la mano contro l’orfano perché mi sapevo sostenuto alla porta della città,

22 che la mia spalla si stacchi dalla sua giuntura, il mio braccio si spezzi e cada!

23 In effetti mi spaventava il castigo di Dio, ero trattenuto dalla maestà di lui.

24 Se ho riposto la mia fiducia nell’oro, se all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia speranza”,

25 se mi sono rallegrato che le mie ricchezze fossero grandi e la mia mano avesse molto accumulato,

26 se, contemplando il sole che risplendeva e la luna che procedeva lucente nella sua corsa,

27 il mio cuore, in segreto, si è lasciato sedurre e la mia bocca ha posato un bacio sulla mano[e]

28 (misfatto anche questo punito dai giudici, perché avrei difatti rinnegato il Dio che sta lassù),

29 se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico e ho esultato quando gli è piombata la sventura

30 (io che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),

31 se la gente della mia tenda non ha detto: “Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?”

32 (Lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),

33 se, come fanno gli uomini, ho coperto i miei errori celando nel petto la mia iniquità,

34 perché avevo paura della folla e del disprezzo delle famiglie, al punto da starmene tranquillo e non uscire di casa…

35 Oh, avessi pure chi m’ascoltasse! Ecco qua la mia firma! L’Onnipotente mi risponda! Scriva l’avversario mio la sua querela

36 e io la porterò attaccata alla mia spalla, me la cingerò come un diadema.

37 Gli renderò conto di tutti i miei passi, a lui mi avvicinerò come un principe!

38 Se la mia terra mi grida contro, se tutti i suoi solchi piangono,

39 se ne ho mangiato il frutto senza pagarla, se ho fatto sospirare chi la coltivava,

40 che invece di grano mi nascano spine, invece d’orzo mi crescano zizzanie!» Qui finiscono i discorsi di Giobbe.

Eliu condanna Giobbe e i suoi tre amici

32 (J)Quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perché egli si credeva giusto.

Allora l’ira di Eliu, figlio di Baracheel il Buzita[f], della tribù di Ram, si accese. La sua ira si accese contro Giobbe, perché questi riteneva che la propria giustizia fosse superiore a quella di Dio; si accese anche contro i tre amici di lui perché non avevano trovato che rispondere, sebbene condannassero Giobbe. Ora, siccome quelli erano più anziani di lui, Eliu aveva aspettato a parlare a Giobbe; ma quando vide che dalla bocca di quei tre uomini non usciva più risposta, si accese d’ira.

Eliu, figlio di Baracheel il Buzita, rispose e disse: «Io sono giovane d’età e voi siete vecchi; perciò mi sono tenuto indietro e non ho ardito esporvi il mio pensiero.

Dicevo: “Parleranno i giorni, il gran numero degli anni insegnerà la saggezza”.

Ma quel che rende intelligente l’uomo è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente.

Non quelli di lunga età sono saggi, né i vecchi sono quelli che comprendono il giusto.

10 Perciò dico: “Ascoltatemi; vi esporrò anch’io il mio pensiero”.

11 Ecco, ho aspettato i vostri discorsi, ho ascoltato i vostri argomenti, mentre andavate cercando altre parole.

12 Vi ho seguito attentamente, ed ecco, nessuno di voi ha convinto Giobbe, nessuno ha risposto alle sue parole.

13 Non avete dunque ragione di dire: “Abbiamo trovato la saggezza! Dio soltanto lo farà cedere; non l’uomo!”

14 Egli non ha diretto i suoi discorsi contro di me e io non gli risponderò con le vostre parole.

15 Eccoli sconcertati! Non rispondono più, non trovano più parole.

16 Ho aspettato che non parlassero più, che tacessero e non rispondessero più.

17 Ma ora risponderò anch’io per mio conto, esporrò anch’io il mio pensiero!

18 Perché sono pieno di parole, lo spirito che è dentro di me mi stimola.

19 Ecco, il mio intimo è come vino rinchiuso, è simile a otri pieni di vino nuovo, che stanno per scoppiare.

20 Parlerò dunque e mi sentirò meglio, aprirò le labbra e risponderò!

21 Lasciate che io parli senza riguardi personali, senza adulare nessuno;

22 poiché adulare io non so; se lo facessi, il mio Creatore presto mi toglierebbe di mezzo.

Eliu annuncia la salvezza di Dio

33 (K)«Ma pure, ascolta, o Giobbe, il mio dire, porgi orecchio a tutte le mie parole!

Ecco, apro la bocca, la lingua parla dentro il mio palato.

Nelle mie parole è la rettitudine del mio cuore; le mie labbra diranno sinceramente quello che so.

Lo Spirito di Dio mi ha creato, e il soffio dell’Onnipotente mi dà la vita.

Se puoi, rispondimi; prepara le tue ragioni, fatti avanti!

Ecco, io sono uguale a te davanti a Dio; anch’io fui tratto dall’argilla.

Spavento di me non potrà quindi coglierti e il peso della mia autorità non ti potrà schiacciare.

Davanti a me tu dunque hai detto (e ho udito bene il suono delle tue parole):

“Io sono puro, senza peccato; sono innocente, non c’è iniquità in me;

10 ma Dio trova contro me degli appigli ostili, mi considera suo nemico;

11 mi mette i piedi nei ceppi, spia tutti i miei movimenti”.

12 Ecco, io ti rispondo: “In questo non hai ragione”; poiché Dio è più grande dell’uomo.

13 Perché contendi con lui? Egli non rende conto dei suoi atti.

14 (L)«Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada;

15 parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti;

16 allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti,

17 per distogliere l’uomo dal suo modo di agire e tenere lontano da lui la superbia;

18 per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dalla freccia mortale.

19 (M)«L’uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore, dall’agitazione incessante delle sue ossa;

20 quand’egli ha in avversione il pane e lo ripugnano i cibi più squisiti;

21 la carne gli si consuma e sparisce, mentre le ossa, prima invisibili, gli escono fuori;

22 egli si avvicina alla fossa, e la sua vita a quelli che infliggono la morte.

23 Ma se, presso di lui, c’è un angelo, un interprete, uno solo tra i mille, che mostri all’uomo il suo dovere,

24 Dio ha pietà di lui e dice: “Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto”.

25 Allora la sua carne diviene più fresca di quella di un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza;

26 implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con gioia e lo considera di nuovo come giusto.

27 Ed egli canterà tra la gente e dirà: “Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo.

28 Dio ha riscattato l’anima mia dalla fossa, e la mia vita si schiude alla luce!”

29 Ecco, tutto questo Dio lo fa due, tre volte, all’uomo,

30 per salvarlo dalla fossa, perché su di lui splenda la luce della vita.

31 Sta’ attento, Giobbe, dammi ascolto; taci, e io parlerò.

32 Se hai qualcosa da dire, rispondimi, parla, perché io vorrei poterti dare ragione.

33 Se no, tu dammi ascolto, taci, e t’insegnerò la saggezza».

Eliu proclama la sovranità della giustizia divina

34 (N)Eliu riprese a parlare e disse:

«Voi savi, ascoltate le mie parole! Voi che siete intelligenti, prestatemi orecchio!

Poiché l’orecchio giudica i discorsi, come il palato assapora le vivande.

Scegliamo quello che è giusto, riconosciamo tra noi quello che è buono.

Giobbe ha detto: “Sono giusto, ma Dio mi nega giustizia;

ho ragione e passo da bugiardo; la mia ferita è incurabile e sono senza peccato”.

Dov’è l’uomo che al pari di Giobbe tracanni gli empi scherni come l’acqua,

cammini in compagnia dei malfattori e vada assieme con gli scellerati?

Infatti ha detto: “All’uomo non giova a nulla avere la benevolenza di Dio”.

10 (O)«Ascoltatemi dunque, uomini di senno! Lungi da Dio il male, lungi dall’Onnipotente l’iniquità!

11 Poich’egli rende all’uomo secondo le sue opere, fa trovare a ognuno il salario della sua condotta.

12 No, di certo Dio non commette ingiustizie! L’Onnipotente non perverte il diritto.

13 Chi gli ha dato il governo della terra? Chi ha affidato l’universo alla sua cura?

14 Se egli non si curasse che di se stesso, se ritirasse a sé il suo Spirito e il suo soffio,

15 ogni carne perirebbe all’improvviso e l’uomo ritornerebbe in polvere.

16 Se tu sei intelligente, ascolta questo, porgi orecchio alla voce delle mie parole.

17 Uno che odiasse la giustizia potrebbe governare? Osi tu condannare il Giusto, il Potente,

18 che chiama i re “uomini da nulla!” e i prìncipi “scellerati”?

19 Egli non porta rispetto all’apparenza dei grandi, non considera il ricco più del povero, perché sono tutti opera delle sue mani.

20 In un attimo essi muoiono; nel cuore della notte la gente del popolo è scossa e scompare, i potenti sono portati via, senza mano d’uomo.

21 Perché Dio tiene gli occhi aperti sulle vie dei mortali, e vede tutti i loro passi.

22 Non ci sono tenebre, non c’è ombra di morte dove possa nascondersi chi opera iniquamente.

23 Dio non ha bisogno di osservare a lungo un uomo per portarlo davanti a lui in giudizio.

24 Egli fiacca i potenti senza inchiesta e ne stabilisce altri al loro posto;

25 poiché egli conosce le loro azioni. Li abbatte nella notte e sono fiaccati;

26 li colpisce come dei malvagi, in presenza di tutti,

27 perché si sono sviati da lui e non hanno posto mente ad alcuna delle sue vie.

28 Hanno fatto salire a lui il gemito del povero, ed egli ha dato ascolto al gemito degli infelici.

29 Quando Dio dà riposo, chi lo condannerà? Chi potrà contemplarlo quando nasconde il suo volto a una nazione ovvero a un individuo,

30 per impedire all’empio di regnare, per allontanare dal popolo le insidie?

31 Quell’empio ha forse detto a Dio: “Io porto la mia pena, non farò più il male,

32 mostrami tu quel che non so vedere; se ho agito perversamente, non lo farò più”?

33 (P)«Dovrà forse Dio rendere la giustizia a modo tuo, perché tu lo critichi? Ti dirà forse: “Scegli tu, non io; quello che sai, dillo”?

34 Le persone assennate, e ogni uomo saggio che mi ascolta, mi diranno:

35 “Giobbe parla senza giudizio, le sue parole sono irragionevoli”.

36 Ebbene, sia Giobbe provato sino alla fine, poiché le sue risposte sono quelle dei malvagi,

37 poiché al suo peccato aggiunge la ribellione, batte le mani in mezzo a noi e moltiplica le sue parole contro Dio».

Eliu esorta Giobbe a ricercare Dio

35 (Q)Poi Eliu riprese il discorso e disse:

«Credi tu di avere ragione quando dici: “La mia giustizia è superiore a quella di Dio”?

Infatti hai detto: “Che mi giova? Che guadagno io di più a non peccare?”

Io ti darò la risposta: a te e agli amici tuoi.

Considera i cieli e vedi! Guarda le nuvole, come sono più in alto di te!

Se pecchi, quale inconveniente gli procuri? Se moltiplichi i tuoi misfatti, che danno gli arrechi?

Se sei giusto, che gli dai? Che riceve egli dalla tua mano?

La tua malvagità non nuoce che al tuo simile, e la tua giustizia non giova che ai figli degli uomini.

Si grida per le molte oppressioni, si alzano lamenti per la violenza dei grandi;

10 ma nessuno dice: “Dov’è Dio, il mio Creatore, che nella notte ispira canti di gioia,

11 che ci fa più intelligenti delle bestie dei campi e più saggi degli uccelli del cielo?”

12 Là gridano, ma egli non risponde, a motivo della superbia dei malvagi.

13 Certo, Dio non dà ascolto a lamenti vani; l’Onnipotente non ne fa caso;

14 E tu, quando dici che non lo scorgi, la tua causa gli sta davanti; sappilo aspettare!

15 Ma ora, perché la sua ira non punisce, perché egli non prende rigorosa conoscenza delle trasgressioni,

16 Giobbe apre vanamente le labbra e accumula parole irragionevoli».

Eliu descrive la sorte dei giusti e dei colpevoli

36 (R)Poi Eliu seguitando disse:

«Aspetta un po’, io t’istruirò: perché c’è altro da dire in favore di Dio.

Io trarrò la mia scienza da lontano e renderò giustizia a colui che mi ha fatto.

Per certo le mie parole non sono bugiarde; ti sta davanti un uomo dotato di perfetta scienza.

Dio è potente, ma non respinge nessuno; è potente per la forza della sua intelligenza.

Egli non lascia vivere l’empio e fa giustizia agli afflitti.

Non allontana il suo sguardo dai giusti, ma li pone con i re sul trono, ve li mette seduti per sempre, e così li innalza.

Se gli uomini sono talvolta stretti da catene, se sono presi nei legami dell’afflizione,

Dio fa loro conoscere il loro comportamento, le loro trasgressioni, poiché si sono insuperbiti;

10 egli apre così i loro orecchi agli ammonimenti e li esorta ad abbandonare il male.

11 Se lo ascoltano, se si sottomettono, finiscono i loro giorni nel benessere e i loro anni nella gioia;

12 ma, se non l’ascoltano, periscono trafitti dalle frecce, muoiono nel loro accecamento.

13 Gli empi di cuore si abbandonano alla collera, non implorano Dio quando egli li incatena;

14 così muoiono nel fiore degli anni e la loro vita finisce come quella dei dissoluti;

15 ma Dio libera l’afflitto mediante l’afflizione e gli apre gli orecchi mediante la sventura.

16 Te pure egli vuole liberare dalle fauci della distretta, metterti al largo, dove non è più angustia, e coprire la tua mensa di cibi succulenti.

17 Ma se giudichi le vie di Dio come fanno gli empi, il suo giudizio e la sua sentenza ti piomberanno addosso.

18 Bada che la collera non ti trasporti alla bestemmia e la grandezza del riscatto non ti spinga a deviare!

19 Egli dà forse importanza alle tue ricchezze? Non hanno valore per lui né l’oro né tutto il fasto della ricchezza.

20 Non anelare a quella notte che porta via i popoli dal loro luogo.

21 Guàrdati bene dal volgerti all’iniquità, tu che sembri preferirla all’afflizione!

22 (S)«Vedi, Dio è eccelso nella sua potenza; chi può insegnare come lui?

23 Chi gli prescrive la via da seguire? Chi osa dirgli: “Tu hai fatto male”?

24 Pensa piuttosto a lodare le sue opere; gli uomini le celebrano nei loro canti,

25 tutti le ammirano, il mortale le contempla da lontano.

26 Sì, Dio è grande e noi non possiamo conoscerlo; incalcolabile è il numero dei suoi anni.

27 Egli attira in alto le gocce d’acqua; dai vapori che egli ha formato stilla la pioggia.

28 Le nubi la spargono, la rovesciano sulla folla dei mortali.

29 Chi può capire lo spiegamento delle nubi, i fragori che scoppiano nel suo padiglione?

30 Ecco, ora egli diffonde intorno a sé la sua luce, ora copre le profondità del mare.

31 Con tali mezzi egli punisce i popoli e dà loro cibo in abbondanza.

32 Si riempie di fulmini le mani e li lancia contro gli avversari.

33 Il rombo del tuono annuncia che egli viene, gli animali lo presentono vicino.

37 «A tale spettacolo il mio cuore trema e balza fuori dal suo posto.

Udite, udite il fragore della sua voce, il rombo che esce dalla sua bocca!

Egli lo lancia sotto tutti i cieli e il suo lampo guizza fino alle estremità della terra.

Dopo il lampo, una voce rugge; egli tuona con la sua voce maestosa; quando si ode la voce, il fulmine non è già più nella sua mano.

Dio tuona con la sua voce in modo prodigioso; grandi cose egli fa che noi non comprendiamo.

Dice alla neve: “Cadi sulla terra!” Lo dice alla pioggia, alla pioggia torrenziale.

Rende inerte[g] ogni mano d’uomo, perché tutti i mortali, che sono opera sua, imparino a conoscerlo.

Le bestie selvagge vanno nel covo e stanno accovacciate entro le tane.

Dal sud viene l’uragano, il freddo viene dal nord.

10 Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e si contrae la distesa delle acque.

11 Egli carica pure le nubi di umidità, disperde lontano le nuvole che portano i suoi lampi

12 ed esse, da lui guidate, vagano nei loro giri per eseguire i suoi comandi sopra la faccia di tutta la terra;

13 e le manda come flagello, oppure come beneficio alla sua terra, o come prova della sua bontà.

14 (T)«Porgi l’orecchio a questo, Giobbe; fèrmati e considera le meraviglie di Dio!

15 Sai tu come Dio le diriga e faccia guizzare il lampo dalle sue nubi?

16 Conosci tu l’equilibrio delle nuvole, le meraviglie di colui la cui scienza è perfetta?

17 Sai come mai i tuoi abiti sono caldi quando la terra si assopisce sotto il soffio dello scirocco?

18 Puoi tu, come lui, distendere i cieli e farli solidi come uno specchio di metallo?

19 Insegnaci tu che cosa dirgli! Nelle nostre tenebre, noi siamo senza parole.

20 Gli si annuncerà forse che io voglio parlare? Ma chi mai può desiderare di essere inghiottito?

21 Nessuno può fissare il sole che sfolgora nel cielo, quando c’è passato il vento a renderlo limpido.

22 Dal settentrione viene l’oro; Dio è circondato da una maestà terribile;

23 l’Onnipotente noi non lo possiamo scoprire. Egli è grande in forza, in equità, in perfetta giustizia; egli non opprime nessuno[h].

24 Perciò gli uomini lo temono; egli non degna d’uno sguardo chi si crede saggio».

Il Signore risponde a Giobbe descrivendo le sue opere

38 (U)Allora il Signore rispose a Giobbe dal seno della tempesta e disse:

«Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno?

Cingiti i fianchi come un prode; io ti farò delle domande e tu insegnami!

Dov’eri tu quando io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza.

Chi ne fissò le dimensioni, se lo sai, o chi tirò sopra di essa la corda da misurare?

Su che furono poggiate le sue fondamenta, o chi ne pose la pietra angolare,

quando le stelle del mattino cantavano tutte assieme e tutti i figli di Dio alzavano grida di gioia?

Chi chiuse con porte il mare balzante fuori dal grembo materno,

quando gli diedi le nubi come rivestimento e per fasce l’oscurità,

10 quando gli tracciai dei confini, gli misi sbarre e porte?

11 Allora gli dissi: “Fin qui tu verrai, e non oltre; qui si fermerà l’orgoglio dei tuoi flutti”.

12 Hai tu mai, in vita tua, comandato al mattino, o insegnato il suo luogo all’aurora

13 perché essa afferri i lembi della terra e ne scuota via i malvagi?

14 La terra si trasfigura come creta sotto il sigillo e appare come vestita di un ricco manto;

15 i malfattori sono privati della luce loro, e il braccio, alzato già, è spezzato.

16 Sei tu penetrato fino alle sorgenti del mare? Hai tu passeggiato in fondo all’abisso?

17 Le porte della morte sono state da te scoperte? Hai tu veduto le porte dell’ombra di morte?

18 Hai tu abbracciato con lo sguardo l’ampiezza della terra? Parla, se la conosci tutta!

19 Dov’è la via che guida al soggiorno della luce? Le tenebre dove hanno la loro sede?

20 Le puoi tu guidare verso i loro domini e conosci i sentieri per ricondurle a casa?

21 Lo sai di sicuro! Perché tu eri allora già nato, e il numero dei tuoi giorni è grande!

22 Sei forse entrato nei depositi della neve? Li hai visti i depositi della grandine,

23 che io tengo in serbo per i giorni della sciagura, per il giorno della battaglia e della guerra?

24 Per quali vie si diffonde la luce e si sparge il vento orientale sulla terra?

25 Chi ha aperto i canali all’acquazzone e segnato la via al lampo dei tuoni,

26 perché la pioggia cada sulla terra inabitata, sul deserto dove non sta nessun uomo,

27 e disseti le solitudini desolate, sicché vi germogli e cresca l’erba?

28 Ha forse la pioggia un padre? Chi genera le gocce della rugiada?

29 Dal seno di chi esce il ghiaccio, e la brina del cielo chi la dà alla luce?

30 Le acque, divenute come pietra, si nascondono, e la superficie dell’abisso si congela.

31 Puoi tu stringere i legami delle Pleiadi, o potresti sciogliere le catene di Orione?

32 Puoi tu, a suo tempo, far apparire le costellazioni e guidare l’Orsa maggiore insieme ai suoi piccini?

33 Conosci le leggi del cielo? Regoli il suo dominio sulla terra?

34 Puoi alzare la voce fino alle nubi e fare in modo che piogge abbondanti ti ricoprano?

35 I fulmini partono forse al tuo comando? Ti dicono essi: “Eccoci qua”?

36 Chi ha messo negli strati delle nubi saggezza, o chi ha dato intelletto alla metèora[i]?

37 Chi conta con saggezza le nubi? Chi versa gli otri del cielo,

38 quando la polvere stemperata diventa una massa in fusione e le zolle dei campi si saldano fra loro?

Dio si prende cura degli animali

39 (V)«Sei tu che cacci la preda per la leonessa, che sazi la fame dei leoncelli,

40 quando si appiattano nelle tane e si mettono in agguato nella macchia?

41 Chi provvede il pasto al corvo quando i suoi piccini gridano a Dio e vanno peregrinando senza cibo?

39 «Sai quando figliano le capre selvatiche? Hai osservato quando le cerve partoriscono?

Conti i mesi della loro pregnanza e sai il momento in cui devono sgravarsi?

Si accosciano, fanno i loro piccini e sono subito liberate dalle loro doglie;

i loro piccini si fanno forti, crescono all’aperto, se ne vanno e non tornano più alle madri.

Chi manda libero l’onagro e chi scioglie i legami all’asino selvatico?

A lui ho dato per dimora il deserto e la terra salata per abitazione.

Egli si beffa del frastuono della città e non ode grida di padrone.

Percorre le montagne della sua pastura e va in cerca di ogni filo di verde.

Il bufalo vorrà forse servirti o passare la notte presso la tua mangiatoia?

10 Legherai il bufalo con una corda perché faccia il solco? Erpicherà egli le valli dietro a te?

11 Ti fiderai di lui perché la sua forza è grande? Lascerai a lui il tuo lavoro?

12 Conterai su di lui perché ti porti a casa il raccolto e ti ammucchi il grano sull’aia?

13 Lo struzzo batte allegramente le ali; ma le sue penne e le sue piume sono forse di cicogna[j]?

14 No, poiché esso abbandona sulla terra le proprie uova, le lascia scaldare sopra la sabbia.

15 Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, che le bestie dei campi le potranno calpestare.

16 Tratta duramente i suoi piccini, quasi non fossero suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba,

17 perché Dio l’ha privato di saggezza, non gli ha impartito intelligenza.

18 Ma quando si muove e prende lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca.

19 Sei tu che dai al cavallo la forza? Che gli vesti il collo di una fremente criniera?

20 Sei tu che lo fai saltare come la locusta? Il fiero suo nitrito incute spavento.

21 Raspa la terra nella valle ed esulta della sua forza; si slancia incontro alle armi.

22 Disprezza la paura, non trema, non indietreggia davanti alla spada.

23 Gli risuona addosso la faretra, la folgorante lancia e la freccia.

24 Con fremente furia divora la terra. Non sta più fermo quando suona la tromba.

25 Come ode lo squillo, dice: “Aha!” e fiuta da lontano la battaglia, la voce tonante dei capi e il grido di guerra.

26 È la tua intelligenza che allo sparviere fa spiccare il volo e spiegare le ali verso il sud?

27 È forse al tuo comando che l’aquila si alza in alto e fa il suo nido nei luoghi elevati?

28 Abita nelle rocce e vi pernotta; sta sulla punta delle rupi, sulle vette scoscese;

29 di là spia la preda e i suoi occhi mirano lontano.

30 I suoi piccini si abbeverano di sangue, e dove sono i corpi morti, là essa si trova[k]».

Giobbe riconosce di essere indegno

40 (W)Il Signore continuò a rispondere a Giobbe e disse:

«Il censore dell’Onnipotente vuole ancora contendere con lui? Colui che censura Dio ha una risposta a tutto questo?»

Allora Giobbe rispose al Signore e disse:

«Ecco, io sono troppo meschino; che ti potrei rispondere? Io mi metto la mano sulla bocca.

Ho parlato una volta, ma non riprenderò la parola; due volte, ma non lo farò più».

L’ippopotamo e il coccodrillo

(X)Il Signore allora rispose a Giobbe dalla tempesta e disse:

«Cingiti i fianchi come un prode; ti farò delle domande e tu insegnami!

Vuoi proprio annullare il mio giudizio? Condannare me per giustificare te stesso?

Hai un braccio pari a quello di Dio, o una voce che tuoni come la sua?

10 Suvvia, adòrnati di maestà, di grandezza, rivèstiti di splendore, di magnificenza!

11 Da’ libero sfogo ai furori della tua ira; scruta tutti i superbi e abbassali!

12 Scruta tutti i superbi e umiliali! Schiaccia gli empi dovunque stanno!

13 Seppelliscili tutti assieme nella polvere, copri di bende la loro faccia nel buio della tomba!

14 Allora anch’io ti loderò, perché la tua destra ti avrà dato la vittoria.

15 (Y)«Guarda l’ippopotamo che ho fatto al pari di te; esso mangia l’erba come il bue.

16 Ecco, la sua forza è nei suoi lombi, il suo vigore nei muscoli del ventre.

17 Stende rigida come un cedro la coda; i nervi delle sue cosce sono intrecciati insieme.

18 Le sue ossa sono tubi di bronzo; le sue membra, sbarre di ferro.

19 Esso è il capolavoro di Dio; colui che lo fece l’ha fornito di falce[l],

20 perché i monti gli producono la pastura; là tutte le bestie dei campi gli scherzano intorno.

21 Si sdraia sotto i loti, nel folto dei canneti, in mezzo alle paludi.

22 I loti lo coprono della loro ombra, i salici del torrente lo circondano.

23 Straripi pure il fiume, esso non trema; rimane calmo, anche se avesse un Giordano alla gola.

24 Potrebbe qualcuno impadronirsene assalendolo di fronte, o prenderlo con le reti per forargli il naso?

25 Prenderai forse il coccodrillo[m] all’amo? Gli assicurerai la lingua con la corda?

26 Gli passerai un giunco per le narici? Gli forerai le mascelle con l’uncino?

27 Ti rivolgerà esso molte suppliche? Ti dirà delle parole dolci?

28 Farà esso alleanza con te perché tu lo prenda per sempre al tuo servizio?

29 Scherzerai con lui come fosse un uccello? Lo attaccherai a un filo per divertire le tue ragazze?

30 Ne trafficheranno forse i pescatori? Lo spartiranno essi fra i negozianti?

31 Gli coprirai la pelle di frecce e la testa di ramponi?

32 Mettigli un po’ le mani addosso! Ti ricorderai del combattimento e non ci tornerai!

41 «Ecco, è vana la speranza di chi lo assale; basta scorgerlo e uno soccombe.

Nessuno è tanto ardito da provocarlo. E chi dunque oserà starmi di fronte?

Chi mi ha anticipato qualcosa perché io glielo debba rendere? Sotto tutti i cieli, ogni cosa è mia.

E non voglio tacere delle sue membra, della sua gran forza e della bellezza della sua armatura.

Chi l’ha mai spogliato della sua corazza[n]? Chi è penetrato fra la doppia fila dei suoi denti?

Chi gli ha aperti i due battenti della gola? Intorno alla chiusura dei suoi denti sta il terrore.

Superbe sono le file dei suoi scudi, strettamente uniti come da un sigillo.

Uno tocca l’altro, tra loro non passa l’aria.

Sono saldati assieme, si tengono stretti, sono inseparabili.

10 I suoi starnuti danno sprazzi di luce; i suoi occhi sono come le palpebre dell’aurora.

11 Dalla sua bocca partono vampate, ne sprizzano fuori scintille di fuoco.

12 Dalle sue narici esce un fumo, come da una pentola che bolle o da una caldaia.

13 L’alito suo accende i carboni, una fiamma gli esce dalla gola.

14 Nel suo collo risiede la forza, davanti a lui si fugge terrorizzati.

15 Compatte sono in lui le parti flosce della sua carne, gli stanno salde addosso, non si muovono.

16 Il suo cuore è duro come il sasso, duro come la macina di sotto.

17 Quando si rizza, tremano i più forti, e dalla paura sono fuori di sé.

18 Invano lo si attacca con la spada; a nulla valgono lancia, giavellotto, corazza.

19 Il ferro è per lui come paglia; il bronzo, come legno tarlato.

20 La figlia dell’arco non lo mette in fuga; le pietre della fionda si mutano per lui in stoppia.

21 Stoppia gli pare la mazza e ride del fremere della lancia.

22 Il suo ventre è armato di punte acute, lascia come tracce d’erpice sul fango.

23 Fa bollire l’abisso come una caldaia, del mare fa come un gran vaso da profumi.

24 Si lascia dietro una scia di luce; l’abisso pare coperto di bianca chioma.

25 Non c’è sulla terra chi lo domi; è stato fatto per non avere paura.

26 Guarda in faccia tutto ciò che è eccelso, è re su tutte le belve più superbe».

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra